L’Italia è giunta al capolinea per la London School of Economics
Analisi senza pietà del Prof.Roberto Orsi, che vede come irreversibile il tracollo della potenza industriale dell'Italia. Attacco durissimo del docente ai governi Monti e Letta e alle élites politiche del nostro paese
La crisi economica dell’Italia è giunta al capolinea. Si può riassumere così un articolo del Prof.Roberto Orsi, docente di Economics and Political Science alla London School of Economics. Orsi descrive tutti i mali italiani e cita le cifre disastrose di questi anni, che a suo avviso confermerebbero che l’Italia non avrebbe un futuro nell’industria e che un giorno sarà studiata come caso di un paese che è riuscito a passare in venti anni da potenza economica ed industriale a una condizione di desertificazione industriale e di crollo dell’economia.
Crisi italiana: cronaca di un Paese che sta perdendo tutto
Secondo Orsi, il grande male dell’Italia è l’altissima pressione fiscale, al primo posto in Europa sulle imprese e tra i primi nel mondo. Nonostante tutto ciò, nota, il governo Letta non ha trovato altro di buono che aumentare l’IVA al 22%, cosa che farà deprimere ulteriormente i consumi. Insieme alla ingombrante burocrazia, alla peggiore gestione della giustizia in Europa, all’incapacità di reagire all’invecchiamento demografico, al caos politico-istituzionale e al terzomondismo rampante, si è arrivati negli ultimi cinque anni a perdere il 15% della produzione manifatturiera, 32 mila aziende hanno chiuso e decine di migliaia di giovani “cervelli” sono fuggiti e continuano a fuggire all’estero, dove troveranno condizioni lavorative e di carriera a cui in Italia non potranno mai nemmeno aspirare.
Orsi attacca duramente la cultura di governo di Monti e Letta, sostenendo che avrebbero massacrato di tasse il nostro paese, in nome della stabilità. E non meno dure sono le accuse rivolte al presidente Giorgio Napolitano, che si sarebbe reso colpevole di una forzatura della Costituzione, di fatto mandando al governo uomini usciti dalla sua scrivania e tecnocrati a lui vicini.
La decadenza italiana degli ultimi venti anni, secondo il Prof della LSE, si denota dalla firma di trattati internazionali da parte dei governi italiani, indifferentemente dalle loro ripercussioni sulla nostra economia. Per questo si è aderito all’euro, si sono firmati accordi sulle frontiere UE, pur sapendo che il nostro paese non è già in grado di tenere sotto controllo il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Insomma, l’Italia si sarebbe chiusa in strutture giuridiche che la smantelleranno da un punto di vista economico e industriale.
L’analisi lunga di Orsi è tutt’altro che originale, va detto. Le cifre non sono nuove, né nuovi sono i capi d’imputazione. Tuttavia, rappresenta una conferma autorevole, perché proviene da un’università britannica prestigiosa e nota per le sue analisi sull’economia. E a differenza di molti altri articoli, quello del Prof.Orsi non strizza l’occhio alla speranza a buon mercato, non rassicura sul fatto che con qualche sacrificio le cose cambieranno. Al contrario, conclude amaramente che “ci potranno volere secoli per ricostruire l’Italia”.