Scusa ma Lheman Brothers dove la collochiamo quindi ?????
La valutazione (non mia, ma del goveno USA) fu che Lehman (tanto quanto Madoff, per fare un altro esempio) non era una banca "vera e propria", ma solo una socetà di investimenti. Come tale, l' impatto di un suo default sarebbe stato "assorbibile" dal mercato. Di fatto il fallimento di Lehman ha generato molti scontenti, ma (anche grazie agli interventi successivi) nessuna vera corsa agli sportelli, che è il vero spettro che i governi vogliono assolutamente evitare, sarebbe la fine.
In realtà, a posteriori, lasciar fallire Lehman si è rivelato comunque un errore, per gli impatti sulla borsa, e per il rischio che comunque si generasse il panico e quindi la corsa agli sportelli. Da cui, la decisione implicita di non lasciarne fallire nessun'altra (vedi per es. Merryl Lynch).
I problemi sono a questo punto relativi ai limiti di cosa i governi possono intrinsecamente fare, in termini di:
- Impatti sul deficit dei rispettivi governi: di fatto stiamo soltanto spostando i prodotti tossici dalle casse delle banche a quelle degli stati sovrani, assumendo che abbiano le "spalle larghe", ma quanto larghe possono essere ?
- Impatti sui tassi di interesse: una volta esaurita la "flight to quality", quando si comincerà a capire che il rischio sui titoli di stato non è più nullo, i tassi dovranno necessariemente aumentare, specialmente per riuscire a collocare gli ingenti quantitativi di titoli di stato necessari per finanziare l' acquisto di titoli tossici
- Impatti protezionistici: messo alle strette, qualche governo potrebbe cominciare a cercare di salvare solo le filiali "domestiche" delle proprie banche, e lasciare i per esempio i "trust" all' estero al proprio destino. La spirale protezionistica che si genererebbe sarebbe potenzialemte gravissima (vedi crisi del 1929)
Sinceramente, la mia valutazione personale (che rimane una valutazione del tutto personale, potrebbe anche dimostrarsi in futuro errata) è che un portafoglio estremamente differenziato in obbligazioni bancarie abbia oggi un rischio più basso che un corrispondente portafoglio in bond di socetà non bancarie. L' onda lunga della crisi sull' industria deve ancora arrivare (vedi per es. GE in questi giorni), e potremmo vedere molti dei bond socetari che oggi quotano di più dei bancari scendere molto rapidamente (e più di uno fallire, senza che lo stato intervenga)