VI RICORDATE QUANDO SI STARNUTIVA E TI DICEVANO "SALUTE"... BEI TEMPI

Contrordine e vigilanza compagni.

I nuovi positivi odierni sono 12.773

e non 15.199 come i media ci stanno comunicando.

Non è un granchè, però sono 2.426 persone in meno.

A fronte di 177.848 tamponi = 7,18%


E' palese che più tamponi fai, più positivi trovi.
E lo ripeto. In Lombardia si stimano almeno 3.000.000 di positivi.

........ne dobbiamo fare di strada....siamo a 449.648

.....però i guariti sono 257.374 ........

e dei 155.442 attuali positivi, almeno 140.000 sono asintomatici.
 
Ieri a 4a repubblica il nostro nicola porro ha, ALZATO IL VELO SUGLI ERRORI FATTI E IN CORSO DAL GOVERNO CONTE in tema di emergenza, tramite bertolaso che ha snocciolato tante cose tra cui la verita' , che il governo non dice.... sui posti letto terapia intensiva.
Andate a risentire, e chiediamoci come mai non cambiano i vertici mettendo persone competenti.

Hanno sentito.....marche apre astronave di bertolaso....sconfitti sinistroidi esce buona politica..loro con ordinanza 8 agosto lo avrebbero tenuto chiuso
 
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Conferma dei dati. Poco più del 93% sono asintomatici.
 
Ah. Un'altra chiarificazione.

I positivi da test sierologico, non sono malati.

Sono persone che danno positività al virus perchè l'hanno avuto in passato
ed ora vengono evidenziati gli anticorpi.

Sottoporsi al test sierologico è consentito a tutti.

Se l’esito è negativo vuol dire che al momento delle analisi il paziente non ha sviluppato anticorpi al Coronavirus.

Questi test infatti rintracciano sia gli anticorpi IgM (che segnalano un’infezione recente) sia IgG (ossia un’infezione passata) .

Se l’esito è positivo vuol dire che il paziente ha sviluppato anticorpi perché in precedenza ha «incontrato» il virus.


Come riporta ‘Il Corriere della sera’ in questo caso è necessaria una controprova con un test con metodica CLIA o ELISA su prelievo ematico.

Difatti non è detto che il paziente positivo al sierologico sia ancora contagioso e che sia quindi pericoloso per chi gli sta attorno.
 
22/10/2020 10:31

Roma, 22 ott. - (Adnkronos) - Sono oltre 9 milioni i cittadini italiani che, intervistati per Facile.it dall’istituto di ricerca Emg Acqua, hanno dichiarato che non useranno più monete e banconote per paura che queste possano trasmettere il virus del Covid.

alla prossima cazzata 337j9nfdpy-zlisb_c.jpg
 
Ieri sono morte 127 persone per presunto Covid in abbinamento con altre patologie pregresse.

Il giorno prima 1800 per altre patologie e nessuno ne ha parlato.


Ieri un giornale locale titolava a lettere cubitali :

primo morto di covid all'ospedale di Lecco.

La scorsa settimana fra martedì e mercoledì sono morte
- quasi contemporaneamente - 3 persone nei reparti di cardiologia
dello stesso ospedale, ma nessun giornale con titoli cubitali.
 
Il dato tecnico ci dice che Donald Trump è dietro, molto dietro.


L’andamento delle registrazioni fa segnare alcuni dati incoraggianti per la campagna repubblicana, a partire da performance in salita.

L’ultimo elemento, non banale, che potrebbe favorire The Donald è che da adesso in poi non ha nulla da perdere e quindi farà campagna come piace a lui, senza regole.


Il consenso di Biden è rimasto stabile per lunghi mesi ed è strutturalmente superiore a quello di Hillary Clinton.

Trump, per converso, beneficerà di un voto “di rientro” di molti repubblicani in dubbio che, alla fine, si convinceranno a turarsi il naso.

Questo avrà un effetto anche sui sondaggi e manderà nel panico i democratici che, consapevoli del disastro combinato nel 2016, potrebbero perdere la bussola.


In aggiunta, va ricordato che Biden può solo fare peggio nel secondo e ultimo dibattito

e che le notizie negative, adesso, sono tutte sue (le grane del figlio Hunter e le accuse di corruzione).
 
Anni Ottanta, Emilia.

Umberto Marchesini, bravo inviato di “Oggi” e “l’Occhio”, chiamato a dirigere
una testata di provincia e sollevare le modeste vendite, puntò tutto sulle storie lacrimevoli.

Ogni giorno ripeteva ai redattori: “Fateli piangere, venderemo il giornale”.

Spedì i giornalisti sull’Appennino e attraverso la Bassa alla ricerca di storie di miseria e di corna,
di violenza e sopraffazione, di bambini abbandonati e bistrattati.

Scandalizzò i conservatori, ma le vendite della sua Gazzetta salirono vertiginosamente.


Anni Novanta, Capalbio.

Un gruppo di miliardari rossi invita in un villone spettacolarmente proletario un direttore d’orchestra jazz,
il quale, nella speranza di far circolare il suo nome nei salotti che contano, accetta di suonare per loro portandosi una modestissima tastiera elettronica.
Il maestro evita gli standard, troppo semplici per questa platea dorata.
Che apprezza con gemiti di birignao, finché, dopo quattro o cinque brani eseguiti con grande maestria gli sguardi si fanno perplessi.
Infine, il padrone di casa, forte della tripla cifra davanti ai nove zeri, gli chiede timidamente se, con altrettanto fervore, possa eseguire un brano di Lucio Battisti.
Lui è uomo di mondo, molto ambizioso, e non sbotta.
Indica l’amico che l’ha accompagnato, musicista dilettante: lui conosce tutta la musica leggera del mondo.
Negli occhi degli intellettualissimi capalbiesi estivi si accende una luce:
il mediocre amico suonerà fino a notte fonda Claudio Baglioni, Adriano Celentano e, per salvare il politically correct,
anche qualcosa dei compagni Nomadi e Francesco Guccini.
I ricchi, quella notte, dormirono felici.


Giorni nostri.

Paolo Mengoli, cantante bolognese bravo e fortemente empatico, è ospite frequente di “Storie italiane”,
salotto di Eleonora Daniele, all’interno di “Uno Mattina”.

Racconta una storia triste che risale al suo primo matrimonio, una figlia che gli fa causa due volte e infine viene da lui disconosciuta dopo il test del dna.

Il pubblico, assuefatto a questi cerimoniali televisivi, non si chiede perché, per commentare drammi del genere,
si invitino in studio esperti di diritto familiare e di figli in generale come Vladimir Luxuria, il quale (o la quale, come vi pare)
si esibisce in un manuale di perfetta organizzazione e di armonia fra genitori e figli.
Luxuria si nutre di salotti tv, è intoccabile pena essere sessisti senza nemmeno capire di quale sesso si tratti.
E fa notizia il fatto stesso che uno come lui spari banalità buoniste, eccessive anche per una suora di clausura.


Il mondo, la cui economia vacilla, si regge sui like: già il termine share puzza di tubo catodico bruciacchiato.

Tutti chiedono perfezione e progresso, poi scelgono il caro ovvio.

Ma chi è stato ventotto anni in Rai, ad esempio, sa che gli ospiti devono essere scelti con criteri che ai più sfuggono.

I super esperti sono spesso noiosi e la maggior parte di loro non sa tradurre il tecnichese in lacrimese.

Chi non è stato testato, almeno una volta, provoca cardiopalma in autori, programmisti e registi che l’hanno invitato.

All’esperto non si chiede una spiegazione scientifica, ma una risposta à la carte,
qualcosa che rassicuri, interpretata nel modo giusto
.

E questo criterio restringe drammaticamente la scelta.

Che alla fine ricade sempre sugli stessi, tuttologi ammaestrati che diventano parte dell’arredo ed entrano nel cuore e nella fiducia passiva degli spettatori.

Come le storie della Gazzetta e il Lucio Battisti del dilettante.

E, particolare non trascurabile, alleggerendo la frenesia della produzione quotidiana, in cui trovare gli ospiti diventa il problema principale.


Il fatto è che questo trionfo del generico, ma amato, sull’esperto sconosciuto

è in sintonia con l’avanzata dei social analfabeti sul giornalismo tradizionale,

del santone sullo scienziato, dello scienziato da avanspettacolo su quello da laboratorio.


Dunque, trionfo del politico inesperto, ma sempre online, web e tv.


Dal dopoguerra abbiamo costruito cultura e specializzazione.


Ora ci giochiamo tutto per un pugno di like.
 
La situazione del covid in Cina solleva dubbi e perplessità da più parti.

Mentre in Europa e nel resto del mondo i casi aumentano e moltissimi Paesi fanno i conti con la seconda ondata di coronavirus,
le notizie che arrivano da Pechino lasciano a dir poco stupiti.

Se è vero che la Cina ha oltre 1.401.586.000 abitanti, le infezioni giornaliere sarebbero ormai ridotte a poche decine di unità
(quasi tutte di importazione secondo Pechino) ormai da settimane, se non mesi.

Gli osservatori nazionali, compresi governi, mondo scientifico e giornalisti, si dichiarano perplessi davanti a questi dati.


E a dire il vero conoscere ciò che accade davvero in Cina è piuttosto difficile, non solo per quello che riguarda il covid.

È noto, infatti, che da Pechino filtra nulla (o molto poco) di quello che il regime vuole tenere nascosto al resto del mondo.

Il Partito comunista controlla la libera circolazione delle notizie, l’informazione, le libertà personali e soprattutto la libertà di espressione.

Nonostante esista internet, il Regime cinese controlla anche la navigazione dei cittadini impedendo l’uscita (o l’entrata) di informazioni sgradite.

In questo contesto, quindi, i dati sui contagi da covid-19 arrivano solo ed esclusivamente dal governo,
che ovviamente può manipolarli a suo piacimento
.


In questa fase della pandemia, dunque, la situazione della diffusione del covid-19 in Cina
è relegato a pochissime decine di casi su quasi un miliardo e mezzo di popolazione.

E se da una parte ci sono le misure drastiche e liberticide nella gestione dei contagi,
che hanno molto probabilmente limitato la diffusione del coronavirus, dall’altra è impossibile
non considerare le manipolazioni del regime sull’informazione.

Quello che in questo momento arriva da Pechino, invece, riguarda il vaccino anti-covid
che secondo alcune notizie sarebbe stato già stato somministrato ad alcune persone
(anche su questo le cifre sono discordanti), nonostante non sia terminata la sperimentazione clinica.


Ma secondo Zheng Zhongwei, funzionario della Commissione sanitaria nazionale cinese,
un vaccino sperimentale, invece, avrebbe superato gli esperimenti sugli animali
e anche la prima e la seconda fase delle sperimentazioni cliniche, ed è stato somministrato ad alcuni lavoratori
considerati “essenziali” come i medici ad esempio, e coloro che lavorano nei servizi pubblici.


Un altro di quei misteri su cui molti in queste ore si stanno interrogando,
è la questione dell’economia cinese che vola nonostante le restrizioni della pandemia.

Il Pil del Dragone segna, nel terzo trimestre del 2020, una crescita annua del 4,9%.

Un dato impressionante se si pensa che il resto del mondo è quasi al tracollo economico proprio a causa del covid.

Ma non solo.

A rafforzare il dato sull’economia cinese, in questi giorni è venuta fuori anche un’altra cifra da capogiro.


Nel 2020, infatti, nel Paese è record di miliardari che in totale sono 878, ben 257 in più dello scorso anno.


Davanti alla situazione dei contagi e della crescita economica, quindi, viene da chiedersi quale sia il segreto della Cina,
ammesso che queste informazioni siano tutte vere, perché i dubbi sono legittimi quando ci si confronta con una dittatura.
 
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Terapie intensive (colore più scuro) e ricoveri (colore più chiaro) da inizio epidemia a oggi.​
 

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