dalla suizzera

Il marzo più freddo da 26 anni

Il mese che sta per chiudersi segnato dalla latitanza del sole
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BERNA - Domenica finisce il mese di marzo più freddo da 26 anni. Rispetto al 2012 la temperatura media è stata inferiore di cinque gradi, indica oggi il servizio meteorologico della radiotelevisione della Svizzera tedesca (SRF Meteo) in un comunicato. Nel terzo mese dell'anno inoltre le precipitazioni sono state particolarmente scarse. Ma oltre alla pioggia è mancato anche il sole.
In Ticino ad esempio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il sole ha brillato per oltre 100 ore di meno; a Basilea ha disertato il cielo per il doppio del tempo rispetto alla media pluriennale.
La mancanza di sole spiega in parte le basse temperature per la stagione. A Zurigo, Basilea e Berna è stato il mese di marzo più freddo dal 1987. Le temperature sono state più rigide nella seconda metà del mese, in particolare nella Svizzera orientale.
 
Il Giappone schiera i suoi missili

Le batterie serviranno in caso di lancio di un vettore dalla Corea del Nord
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TOKYO - Il Giappone schiera le sue batterie anti-missile Patriot Advanced Capability-3 (Pac3) nel centro di Tokyo, nella sua area metropolitana e nella lontana Okinawa, in una mossa di natura «precauzionale», fatta anche in passato, allo scopo di «neutralizzare» test balistici nordcoreani.
A maggior ragione quando i preparativi di Pyongyang sembrano essere ultimati, secondo le stime dei militari di Seul, al punto che, «tecnicamente parlando», è «possibile» che il lancio possa avvenire «anche domani», rilancia l'agenzia sudcoreana Yonhap.
 
Informazioni automatiche al vaglio

Si esamina la possibilità sui conti del Liechtenstein, Vienna è meno disponibile
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VIENNA/VADUZ - Il segreto bancario potrebbe presto sparire in Austria e in Liechtenstein. Nel fine settimana il Lussemburgo aveva già segnalato un possibile cambiamento di rotta a favore dello scambio automatico di dati bancari. In un'intervista all'edizione domenicale del tedesco «Frankfurter Allgemeine», il ministro delle finanze lussemburghese Luc Frieden ha dichiarato: «Vogliamo rafforzare la cooperazione con le autorità fiscali straniere, il Lussemburgo non punta sui clienti che desiderano risparmiare sulle tasse». Da parte austriaca, il cancelliere Werner Faymann oggi, al termine del Consiglio dei ministri, ha dichiarato che Vienna negozierà l'abbandono del segreto bancario per i cittadini Ue residenti detentori di un conto, come le è stato chiesto dall'Unione europea (Ue). «Condurremo discussioni in comune con il Lussemburgo», ha detto. Ma il segreto bancario - iscritto nella Costituzione - dovrebbe essere mantenuto per gli austriaci, ha aggiunto.
Spiragli di dialogo sul tema del segreto bancario si erano aperti già ieri fra Bruxelles e Vienna: Faymann aveva sottolineato come ormai «misure contro i paradisi fiscali e l'evasione fiscale sono all'ordine del giorno» di tutti i governi. E oggi è stata la volta del Liechtenstein. Il principe Hans-Adam II, durante una visita a Vienna al presidente della repubblica austriaca Heinz Fischer, ha dichiarato che si va verso lo scambio automatico di informazioni. Prima o poi sarà introdotto a livello europeo, ha aggiunto, dato che «la pressione è sempre più grande»


Il Fisco Usa scardina il segreto bancario svizzero


L'occhio dell'Irs – Internal Revenue Service, l'agenzia fiscale Usa – entra nelle banche svizzere scardinando il segreto sui conti correnti.Il segretario di Stato della Confederazione, Michael Ambühl, e l'ambasciatore americano Donald S. Beyer, hanno firmato a Berna l'accordo Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act), intesa che il governo Usa impone per consentire alle banche straniere di operare sulla piazza finanziaria più importante del pianeta.
Se lo scopo è tassare le disponibilità degli americani all'estero – esattamente come per gli accordi Rubik che la Svizzera sta cercando faticosamente di chiudere anche con l'Italia – quello che spicca nell'intesa di ieri sono gli strumenti invasivi che l'Irs potrà azionare. Fatca esige infatti che i singoli istituti finanziari, in questo caso svizzeri, concludano con le autorità fiscali Usa un accordo che li obbliga a notificare tutti i conti statunitensi «identificati».





Non solo, l'agenzia può anche chiedere informazioni dirette alle banche sulle singole posizioni sospettate di infedeltà fiscale, con il solo limite di avvisare le autorità del posto. Anche se formalmente la "privacy del correntista" (come a Berna preferiscono definire il segreto bancario) non è del tutto espropriata, di fatto l'Irs avrà il diritto di sapere ciò che gli interessa.
L'accordo imposto dagli Usa è radicalmente alternativo alle intese Rubik promosse dalla Svizzera in Europa: il "cubo magico" è infatti un sistema di prelievo alla fonte sui conti esteri, calcolato dall'amministrazione svizzera e versato direttamente al fisco nazionale. Ma con salvezza piena del segreto bancario.
 
Amministrazione ticinese al top

Risulta la più competitiva tra i cantoni della Svizzera latina
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BERNA - Il Ticino vanta l'amministrazione cantonale più competitiva della Svizzera latina: lo afferma uno studio delle Camere del commercio pubblicato oggi. Neuchâtel si situa all'ultimo posto.
L'inchiesta, condotta presso le aziende, rileva che le procedure, l'orientamento della clientela e gli emolumenti rimangono - come nel 2011 - le cause principali di «insoddisfazione». Le competenze e l'amabilità dei funzionari sono giudicate soddisfacenti. Lacune rimangono invece nella disponibilità dei dipendenti.
Con medie varianti da 6,2 a 7,7 su una nota massima di dieci, i servizi dell'amministrazione fiscale, già esaminate nel corso delle ultime tre edizioni, hanno registrato solo un leggero progresso: un importante livello di insoddisfazione è stato constatato in particolare nei cantoni di Vaud, Giura e Ginevra.
Miglioramenti rispetto al 2011 sono stati riscontrati nell'ambito delle procedure, ma in materia di formazione professionale tutte le amministrazioni cantonali hanno raccolto una quota rilevante di pareri negativi. Le note più basse, come nel 2011, sono andate ai servizi di protezione dell'ambiente e di pianificazione del territorio. Quanto alla sicurezza, un terzo delle imprese ritiene che la situazione si sia degradata negli ultimi cinque anni.
Nella classifica generale 2013 l'amministrazione ticinese si situa al primo posto con una nota media di 7,2. Il Ticino spodesta così Friburgo
 
Mammografia d'obbligo dai 50 anni

Il Canton Berna inizia un programma per il depistaggio del tumore al seno
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BERNA - Il Canton Berna inizia un programma per il depistaggio del tumore al seno. Per la prima volta tutte le donne di oltre 50 anni sono sottoposte, ogni due anni, a una mammografia, indica oggi il Dipartimento cantonale della sanità e della previdenza sociale in un comunicato.
Le donne di età compresa tra 50 e 74 anni residenti nel cantone riceveranno, a partire dalla settimana prossima, un invito per partecipare al programma. Ogni due anni saranno invitate, se lo desiderano, a sottoporsi a una mammografia a scopo preventivo.
Il Gran Consiglio aveva liberato un credito apposito di 4,7 milioni di franchi per coprire le relative spese fino al 2020.
Dal 2010 la mammografia è rimborsata dall'assicurazione malattie di base, a patto che l'esame avvenga nell'ambito di un programma con certificazione di qualità. La prestazione non conta nel pagamento della franchigia. Le donne devono però pagare la partecipazione ai costi del 10%, pari a circa 20 franchi.
 
Grigioni, energia dai tetti pubblici

Gli edifici del Cantone a disposizione per installare impianti fotovoltaici
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COIRA - Il Governo grigionese mette a disposizione i tetti degli edifici del Cantone per la produzione di energia elettrica. È quanto indica oggi la Cancelleria a Coira.
 
Risarcimenti per le centrali nucleari

Axpo potrebbe chiedere degli indennizzi se dovessero essere spente in anticipo
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BERNA - L'impresa energetica Axpo potrebbe chiedere un risarcimento qualora dovesse venir fissata una scadenza fissa entro la quale tutte le centrali atomiche in Svizzera dovranno essere spente. Lo dichiarato il CEO di Axpo Heinz Karrer in un'intervista pubblicata oggi dalla «Neuen Zürcher Zeitung».

Stando al manager, un risarcimento - comprendente i mancati guadagni e gli investimenti non ancora ammortizzati - sarebbe pensabile qualora i due reattori delle centrali nucleari di Beznau dovessero essere messi fuori servizio anticipatamente.
«Se il primo reattore di Beznau dovesse essere spento nel 2019 e il secondo nel 2022, Axponon avrebbe più il tempo per ammortizzare gli investimenti eseguiti per queste due strutture», ha precisato Karrer.
I termini evocati dal CEO di Axpo si riferiscono a un proposta elaborata dalla Commissione dell'energia del Consiglio nazionale volta a limitare la durata di vita delle centrali a 50 anni. Un'iniziativa popolare dei Verdi chiede di ridurre questo periodo a 45 anni.
 
Svizzera: quote per i lavoratori Ue


Applicata a tutti i 27 la clausola di salvaguardia che limita il numero di permessi di residenza finora in vigore solo per l’est
Il Governo cede alle pressioni della destra - Contraria la business community


Il Governo elvetico ha deciso di mantenere attiva e di estendere la cosiddetta clausola di salvaguardia, che permetterà a Berna nei prossimi dodici mesi di limitare la libera circolazione delle persone dall’Unione europea verso la Svizzera. Il Governo rossocrociato ha prorogato le restrizioni per i lavoratori provenienti dai Paesi dell’Est Europa e le ha estese ad altri membri della Ue (dal primo giugno). La clausola di salvaguardia, che non riguarda i frontalieri, è prevista dagli accordi bilaterali conclusi con l’Unione europea e consente alla Svizzera di reintrodurre contingenti di corta durata. Per poter ricorrere a questa misura il numero delle autorizzazioni concesse a cittadini della Ue deve essere di almeno il 10% superiore alla media degli ultimi tre anni.
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REUTERS «Stop all’immigrazione di massa». Così recita un manifesto a Zurigo Il primo maggio del 2012 la Confederazione aveva già attivato la clausola, per i lavoratori provenienti dalla Ue-8, cioè da Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Repubblica Ceca. Ieri il Governo ha deciso di mantenere questa limitazione e nel contempo di anche di estenderla ai Paesi della Ue-17, cioè i 15 membri storici, Italia compresa, più Cipro e Malta. Ai cittadini della Ue-8 potranno essere concessi un massimo di 2.180 permessi B, a quelli della Ue-17 53.700.
I contingenti possono essere reintrodotti se la soglia di 56.268 permessi B per la Ue-17 è superata tra il primo giugno 2012 e il 31 maggio 2013, ed è quello che verosimilmente si verificherà, ha detto il ministro di Giustizia e polizia, la socialista Simonetta Sommaruga. Non saranno invece introdotte restrizioni per i permessi L (al massimo un anno). Per i Paesi della Ue-17 e della Ue-8 la clausola di salvaguardia non potrà più essere applicata dopo la fine di maggio 2014. Per la Bulgaria e la Romania la scadenza è invece il 2019.

In Svizzera tutti i principali partiti fanno parte del Governo. I partiti di centro e di destra hanno sostanzialmente approvato la misura, perché temono che l’afflusso eccessivo dalla Ue - soprattutto dai Paesi periferici in crisi economica - abbia riflessi negativi sull’occupazione interna, sui salari, sugli alloggi, sulle infrastrutture. Più differenziate le posizioni a sinistra, con voci critiche sulla misura. Critiche anche dalle associazioni delle imprese, che non vogliono limitare la libera circolazione. Attivare la clausola di salvaguardia non è un atto ostile verso la Ue ha detto Sommaruga: «Siamo amici e lo resteremo – ha affermato – e il Governo rimane favorevole alla libera circolazione delle persone, ma ha deciso di utilizzare questa opzione prevista dagli accordi, prendendo in considerazione sia la politica interna che quella estera». Negli ultimi anni il numero di immigrati ha superato di 60-80mila unità quello degli emigrati.
La reazione della Commissione europea è stata particolarmente chiara e rapida. L’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, ha spiegato in un comunicato in tre lingue (inglese, francese e tedesco): «Mi rammarico della decisione del Governo svizzero di continuare le limitazioni quantitative adottate l’anno scorso alla libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea che sono cittadini di otto Paesi membri, e di estendere queste restrizioni anche ai cittadini degli altri Stati membri». Nel maggio 2012, il Governo svizzero aveva contingentato il numero dei permessi per i cittadini di otto Paesi dell’Est Europa: Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia e Ungheria. Secondo la Ashton, l’accordo euro-svizzero del 2002 permette l’applicazione di una "clausola di salvaguardia", ma le misure adottate ieri «sono contrarie all’intesa sulla libera circolazione delle persone perché fanno una differenza tra gruppi di Stati membri».
La decisione giunge mentre tra l’Unione e la Svizzera non mancano le tensioni sul fronte fiscale. Per decenni, il Governo svizzero ha potuto approfittare delle divisioni europee per mantenere il segreto bancario e limitare lo scambio di informazioni con i suoi vicini. Oggi con la scelta del Lussemburgo di accettare lo scambio automatico di dati bancari, la posizione svizzera si è indebolita. Due giorni fa la Commissione ha esortato Berna a una maggiore collaborazione.








Estesa la clausola di salvaguardia

Il Consiglio Federale decide di applicarla per tutti i Paesi dell'Unione Europea
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BERNA - Sarà applicata per un altro anno, a partire dal prossimo maggio, la clausola di salvaguardia che permette di limitare la libera circolazione delle persone verso la Svizzera. Il Consiglio federale ha deciso mercoledì di prorogare le restrizioni per i lavoratori provenienti dai paesi dell'Est Europa e anche di estenderle agli altri membri dell'Ue - se a fine maggio saranno soddisfatte le relative condizioni.
La clausola detta di "salvaguardia", prevista dagli accordi bilaterali conclusi con l'Unione europea, permette infatti alla Svizzera di reintrodurre contingenti di corta durata. Per poter ricorrere a questa misura il numero delle autorizzazioni concesse a cittadini dell'Ue deve essere di almeno il 10% superiore alla media degli ultimi tre anni.
Il primo maggio del 2012, la Confederazione aveva attivato la clausola per i cittadini provenienti da Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca. Lo scorso anno l'incremento dei permessi B concessi a cittadini degli altri 17 paesi membri è stato del 4,6% rispetto al 2011, per questo da più parti è stato chiesto di estenderla anche ai lavoratori provenienti da Francia, Germania e Italia.
I contingenti, da un profilo legislativo, possono essere reintrodotti se la soglia di 56.268 permessi B per UE-17 è stata superata tra il primo giugno 2012 e il 31 maggio 2013. Nel 2012, il numero di permessi B (di una durata di cinque anni) accordati a cittadini dell'UE-17 è stato pari a 55.430. La misura ha un impatto limitato visto che non potrebbe essere prorogata dopo il 2014. La clausola di salvaguardia non riguarda i frontalieri.
 
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F/A-18: seggiolini eiettabili difettosi

I meccanici delle Forze aeree elvetiche hanno dovuto lavorare per ripararli
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BERNA - A causa di problemi tecnici ai seggiolini eiettabili degli F/A 18 i meccanici delle Forze aeree elvetiche hanno dovuto lavorare nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. Gli aerei da combattimento sono stati dotati di nuove cartucce propulsive, ha indicato oggi all'ats il portavoce dell'aviazione Jürg Nussbaum, confermando una informazione della «Neue Luzerner Zeitung».
Le Forze aeree erano state informate martedì dalla Marina americana dei problemi al meccanismo propulsivo. Mercoledì mattina 14 degli F/A 18 erano di nuovo operativi, ha precisato il portavoce. Attualmente possono essere impiegati 16 dei 33 aerei di questo tipo.
Nonostante il problema tecnico, lo spazio aereo elvetico non è rimasto in alcun momento privo di protezione, ha assicurato Nussbaum. il problema non concerneva infatti i sette apparecchi biposto, che avrebbero potuto essere utilizzati in caso di bisogno.






Pressione sui clienti tedeschi

UBS e Credit Suisse vogliono che dichiarino alle loro autorità i conti in nero
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DÜSSELDORF - Dopo il fallimento del prospettato accordo fiscale fra Svizzera e Germania UBS e Credit Suisse premono sui clienti tedeschi affinché dichiarino alle autorità tributarie del loro paese i conti in nero nella Confederazione.
A questo scopo UBS ha avviato colloqui personali con i suoi clienti, ha spiegato il presidente del consiglio di amministrazione Axel Weber in un'intervista pubblicata oggi dalla «Wirtschaftswoche», un settimanale economico pubblicato a Düsseldorf.
L'ex numero uno della Bundesbank si dice «fiducioso di poter convincere i clienti interessati a regolarizzare la loro situazione». Molti hanno già intrapreso i passi necessari o si apprestano a farlo. Anche perché non hanno molta scelta: a chi si rifiuta di legalizzare i suoi patrimoni l'istituto prospetta infatti la fine delle relazioni commerciali.
Nello stesso senso si sta muovendo Credit Suisse: stando alla «Wirtschaftswoche» la banca ha inviato ai suoi clienti tedeschi un formulario da firmare affinché autorizzino l'istituto a fornire al fisco di Berlino tutte le informazioni rilevanti, a partire dal nome e dai numeri di conto.




Usa: Novartis accusata per tangenti

Nuovo guaio giudiziario dopo le denunce per frode. L'azienda: "Ci difenderemo"
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NEW YORK - Il Dipartimento americano di giustizia ha annunciato venerdì di aver avviato un'azione legale contro la divisione statunitense di Novartis, accusandola di aver pagato tangenti e offerto sontuose cene a medici per incoraggiarli a prescrivere le medicine contro l'ipertensione e altre malattie. I pagamenti effettuati da Novartis Pharmaceutical erano iscritti come onorari per i dottori per la loro partecipazione a programmi educativi, nei quali dovevano mostrare slide e istruire altri medici sui medicinali usati. Le presentazioni, secondo le accuse, non erano però altro che uscite sociali per i medici. Novartis afferma che "si difenderà".
Due giorni fa, sempre nei confronti di Novartis, era stato aperto un'analogo procedimento per frode contro le assicurazioni sanitarie: la multinazionale renana avrebbe incitato diverse farmacie a favorire uno dei suoi prodotti.



com'era la questione che le tangenti sono 'normali' ? :mmmm:






L'ASNI insiste: "Disdire i bilaterali"

L'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente rinnova il suo appello
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BERNA - L'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) rinnova il suo appello affinché la Svizzera rescinda gli accordi bilaterali conclusi con l'Unione europea. Questi trattati non rispondono ai bisogni del paese, è stato ribadito oggi nel corso della 28esima assemblea generale dell'associazione. «È evidente che la Svizzera ha pressoché aderito all'UE adottando il trattato di Schengen e la libera circolazione delle persone», ha affermato il presidente dell'ASNI Pirmin Schwander. Il consigliere nazionale svittese dell'UDC si è espresso davanti a 600 persone, secondo una nota diramata dall'associazione.
Stando all'ASNI disdire gli accordi bilaterali consentirà di «porre fine all'intenzione del Consiglio federale di adottare automaticamente il nuovo diritto dell'UE, di accettare i giudici stranieri e di integrare la Svizzera di soppiatto nell'Unione europea».
L'organizzazione afferma di aver reclutato 611 nuovi membri nel 2012, di aver registrato introiti record di circa 3,6 milioni di franchi e di poter contare su riserve di due milioni. Essa si ritiene dunque «ben preparata per i prossimi combattimenti politici».
 

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