dalla suizzera

La pistola? Te la stampo in 3D

Defense Distribuited ha testato l'arma in Texas e ora vuole metterla on line
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WASHINGTON - Per la prima volta una pistola realizzata con una stampante 3D ha effettivamente sparato un proiettile. Il test è stato effettuato sabato dal gruppo Defense Distribuited in un poligono a sud di Austin, in Texas, ma lo si è saputo solo lunedì.
Defense Distribuited è guidata da uno studente di legge dell'università del Texas di 25 anni, Cody Wilson. L'arma, mono colpo e dall'aspetto non convenzionale, è realizzata in plastica ABS (acrilonitrile-butadiene-sirene), un polimero termoplastico usato per creare oggetti leggeri e rigidi come tubi, teste di mazze da golf e parti di carrozzeria d'auto. L'unica parte in metallo della pistola, che spara comuni proiettili, è il percussore. Gli autori del progetto intendono distribuire on line le istruzioni per riprodurre la loro pistola, realizzata con una comune stampante 3D da 8000 dollari. Così, sarà ancora più facile, non solo negli Stati Uniti, entrare in possesso di un'arma.
 
Tutti quei mobili contrabbandati

Caricati su furgoncini, passano dai valichi incustoditi per sfuggire l'IVA
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LUGANO - Ormai pare essere diventata una moda alquanto diffusa e le guardie di confine in servizio lungo la frontiera del Mendrisiotto, del Luganese e del Locarnese, soprattutto coloro che so­no operativi nella formazione di posti di controllo arretrati, in questi ultimi tempi si sono trovati confrontati con diversi casi: arriva un furgoncino no­leggiato in Ticino proveniente dal territorio italiano. Gli agenti lo ferma­no per un controllo (si è già in territo­rio svizzero, quindi, se si viaggia con merce non dichiarata per un valore che supera la franchigia consentita, si è in contravvenzione): all'interno dell'abitacolo vi sono mobili, nella maggior parte dei casi nuovi ed anco­ra imballati, per un valore anche di alcune migliaia di franchi.
Si tratta di merce non annunciata, entrata dal territorio italiano, spesso da un valico ticinese incustodito (che non vede, quindi, la costante presenza di personale in divisa). Le guardie di confine, a questo punto contestano l'infrazione al conducen­te che si giustifica dicendo di non sapere che la merce andava segnala­ta, oppure affermando che era sua intenzione denunciare quanto com­perato successivamente in una do­gana più importante (leggi Chiasso) dove sono in servizio, in modo per­manente, le guardie. Mirco Ricci, sostituto del responsabile delle pub­bliche relazioni del corpo delle guar­die di confine Regione IV, Davide Bassi, spiega che a quel punto le scuse servono a poco. Chi ha infran­to la legge deve pagare non una, ma due volte l'imposta prevista (l'8% del valore della merce trasportata). In più, deve inoltre provvedere a sdoga­nare quanto acquistato, versando l'aliquota prevista dell'8%.



Usciva dal Ticino con 130.000 euro

Finanzieri fermano un residente in Svizzera: denaro nascosto nel doppiofondo
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CHIASSO - Una pattuglia di finanzieri del Gruppo Ponte Chiasso, durante l’attività di controllo in materia di circolazione transfrontaliera di valuta, in azione di "retrovalico", fuori cioè, dagli spazi doganali, ha intercettato e fermato un’autovettura Audi Q5, appena entrata in Italia e guidata da un 58enne consulente finanziario italiano residente in Svizzera che, evidentemente, sperava - passando da uno dei valichi minori della zona, non più presidiati in maniera fissa da militari in divisa - di eludere i controlli.
 
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Stati Uniti, preoccupa la gonorrea

Un particolare tipo del batterio è altamente resistente agli antibiotici
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NEW YORK - La diffusione di una particolare malattia a trasmissione sessuale, la gonorrea, altamente resistente agli antibiotici, sta facendo parlare alcuni esperti americani di «una minaccia paragonabile all'Aids».
Gli effetti del batterio sulla salute pubblica potrebbero essere simili a quelli della sindrome da immunodeficienza acquisita, ha sostenuto alla rete televisiva USA Nbc il medico naturopata Alan Christinson: «Nel breve periodo potrebbe anche essere peggio perchè il batterio della gonorrea è più aggressivo di quello dell'Aids e colpisce le persone più velocemente».
«È una situazione di emergenza», ha concordato William Smith direttore della coalizione USA per le malattie a trasmissione sessuale. Il particolare tipo di gonorrea che non risponde ad antibiotici è quello del ceppo 'HO41' che è stato così inserito nella lista dei microbi considerati "superbatteri" dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Smith ha chiesto in un audizione al Congresso USA di investire almeno 54 milioni di dollari in finanziamenti per mettere a punto un antibiotico mirato contro il batterio 'HO41' e per avviare campagne di informazione pubblica.
 
Radioattività: erano filtri di ceramica

Chiarita l'origine delle emissioni elevate su un camion fermato a Chiasso
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CHIASSO - Sono arrivati nella tarda mattinata di oggi dall'Ufficio federale della salute i primi riscontri sul materiale con livelli di radiottività al di sopra dei limiti consentiti, scovato su un camion al valico di Chiasso Brogeda martedì. Si tratta in pratica di diversi filtri di ceramica trasportati all'interno di un imballaggio sul mezzo pesante con targhe lituane. I filtri di ceramica producono radioattività in maniera naturale, per cui si conferma ancora una volta il fatto che non sia stato creato alcun pericolo per la popolazione e le persone intervenute durante il controllo. Da noi interpellato, Gianandrea Piazza, della Direzione di Circondario di Lugano, spiega come il controllo di materiale radioattivo rientri nella attività del servizio civile della dogana. "Non a caso gli uffici doganali dispongono di apparecchi di misurazione proprio per controllare questo genere di emissioni. Lo stesso invio, poi, deve essere accompagnato da una corretta documentazione nella quale figuri anche il numero della licenza rilasciata dagli uffici preposti con i quali la dogana collabora". Piazza precisa infine come questi controlli, a salvaguardia della salute del cittadino, rappresentino solo una delle tante leggi accessorie la cui osservanza è affidata al sevizio civile della dogana.
 
ecco cosa scrivono di noi, in ch

articolo triste e bellissimo







Ecco chi erano le vittime di Genova

Semplici e lavoratori, onesti e amanti del mare: le loro storie
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GENOVA - Maurizio aveva cambiato il turno con il collega di una vita e al posto suo è andato incontro al destino. Sergio invece s'era portato la cena da casa per risparmiare qualcosa quando s'è visto piombare dentro la stanza un muro d'acciaio; e Michele anche martedì s'era fatto quei 200 chilometri che da 15 anni separano la sua casa da Genova: una fatica immonda, sopportabile solo con la consapevolezza che quel lavoro era l'assicurazione sul futuro dei suoi due bambini.
Sono storie di uomini semplici e onesti, quelle di chi lavorava nella torre di Genova distrutta nell'incidente della notte tra martedì e mercoledì (vedi Suggeriti). Storie di gente di mare e di porto morta di lavoro e per il lavoro; uomini che hanno scelto di vivere di mare rimanendo vicino alla terra. Te lo dicono i colleghi che sono rimasti feriti e quelli che non c'erano ma sanno benissimo che potevano esserci. Te lo ripetono i portuali, gente dura e forte che stringe i pugni per la rabbia e ti parla guardando da un'altra parte per non vedere lo scempio della torre ridotta ad un cumulo di macerie. "Là dentro - ti dicono in porto - c'erano padri di famiglia che parlano solo dei figli e ti mostrano orgogliosi la loro foto; gente che si spacca la schiena per portare a casa lo stipendio e ogni giorno teme di perdere il lavoro per colpa di questa crisi maledetta, ragazzi che a vent'anni sono già uomini veri, perché sono dovuti andare lontano da casa centinaia di chilometri per trovare un lavoro. E sono soli".






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Chi deve rispondere dei salari?

Imprenditori e sindacati: è contrasto sulla responsabilità solidale
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BERNA - Gli imprenditori svizzeri potrebbero presto essere considerati responsabili dei salari e delle condizioni di lavoro praticate dai loro subappaltatori. È quanto prevede un progetto - posto in consultazione fino a mercoledì - che mira ad estendere la responsabilità solidale dei datori di lavoro nei settori delle costruzioni, dell'ingegneria civile e nei rami accessori dell'edilizia. Mondo economico e sindacati si schierano su fronti opposti.
 
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Premiata la norma più inutile e stupida

Zurigo: "Paragrafo arrugginito" all'idea di una vignetta per chi va nei boschi
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ZURIGO - Il "Paragrafo arrugginito" per la norma "più inutile e stupida" è stato assegnato lunedì a Zurigo a Stefan Flückiger, direttore dell'associazione bernese dei proprietari forestali, per la sua proposta di introdurre una "vignetta" per chi si reca nei boschi a cavallo, con il rampichino e per chi pratica il "nordic walking".
La premiazione si è tenuta in serata al "Kaufleuten", un locale alla moda della città sulla Limmat. Il riconoscimento è stato consegnato dal consigliere nazionale e presidente della Comunità d'Interesse Libertà (CIL) Gregor Rutz (UDC/ZH).
I proprietari di boschi bernesi hanno invano chiesto di introdurre, nell'ambito della revisione della legge forestale, un bollo per chi utilizza i boschi per pratiche sportive che possono creare danni. L'idea di una "vignetta obbligatoria" non è passata e i proprietari hanno deciso di introdurne una facoltativa che dovrebbe servire a finanziare i costi legati all'utilizzazione dei boschi. La CIL, che assegna il premio da sette anni a questa parte, è un'associazione di parlamentari che si vuole apartitica: ne fanno fanno parte però solo esponenti dei partiti cosiddetti "borghesi".
 
Dolce morte: Strasburgo vuole chiarezza

La Corte europea dei diritti dell'uomo chiede alla Svizzera leggi precise
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STRASBURGO - La Corte europea dei diritti dell'uomo chiede alla Svizzera chiare regole sull'aiuto al suicidio: la Confederazione dovrà stabilire per legge se le persone che vogliono mettere fine ai loro giorni pur senza soffrire di una malattia mortale potranno farlo, e se sì a quali condizioni. I giudici di Strasburgo hanno dato ragione a una zurighese 82.enne, cui era stata negato l'accesso alla morte attraverso medicinali. La donna aveva cercato di ottenere una prescrizione medica per un barbiturico. Le autorità zurighesi avevano però risposto in modo negativo, una decisione confermata anche dalla giustizia cantonale e dal Tribunale federale.
La corte di Strasburgo ha ora ravvisato una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare garantito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Non tanto perché alla ricorrente è stato negato il barbiturico, quando perché questo tipo di situazioni non è regolata in modo chiaro dalla legislazione elvetica.
 

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