HOUSTON!!! HO 3000 PROBLEMI!

A prescindere dalla buffonata megagalattica del "perenne Stato di Emergenza"
che Emergenza non è. Queste dovrebbero essere le REGOLE.

R E G O L E


Lo stato di emergenza è una condizione giuridica che può essere attivata al verificarsi

nell’imminenza di eventi eccezionali come nel caso di terremoti o alluvioni.

Quando cioè si renda necessario agire con urgenza e con poteri straordinari

per proteggere i cittadini e riparare eventuali danni.



In base all’articolo 24 del decreto legislativo 1/2018 lo stato di emergenza
viene deliberato dal consiglio dei ministri su proposta del presidente d’intesa con le regioni interessate.


La delibera fissa inoltre le prime risorse finanziarie destinate agli interventi più urgenti,

la durata che non può essere superiore ai 12 mesi,

prorogabile una sola volta per altri 12 e la dimensione territoriale dell’emergenza.



In queste condizioni è possibile inoltre derogare alle norme di legge
(pur rispettando i principi generali dell’ordinamento)
attraverso il potere di ordinanza solitamente attribuito al capo della protezione civile.

Questi può dunque delineare l’elenco delle norme a cui è possibile derogare
e può a sua volta nominare altri soggetti attuatori che lo supportino nella gestione dell’emergenza.

Durante questa fase gli operatori possono agire con minori limitazioni riguardo ai vincoli di bilancio e trasparenza.

L’attuale situazione di stato di emergenza esteso a tutto il territorio nazionale a causa della pandemia da Covid-19
rappresenta un inedito nella storia del nostro paese.

In passato infatti lo strumento è stato utilizzato esclusivamente per porzioni limitate di territorio.


In base ai dati della protezione civile, dal 2013 ad oggi lo stato di emergenza è stato dichiarato 127 volte.

In 102 casi ciò è avvenuto a seguito di eventi meteorologici e in 8 dopo eventi sismici o di origine vulcanica.

7 sono state le emergenze internazionali mentre 6 quelle ambientali e sanitarie.

4 infine le emergenze gestite da soggetti diversi dalla protezione civile.


Secondo quanto previsto dalla legge 152/2005,
lo stato di emergenza può essere dichiarato anche in caso di calamità naturali o gravi eventi verificatisi all’estero.

Le emergenze non direttamente gestite dalla protezione civile
fanno riferimento ad eventi avvenuti prima del 2012 e successivamente prorogati.


Da notare che sono ancora in vigore gli stati di emergenza dichiarati per gli eventi sismici
che hanno coinvolto il centro Italia e l'Emilia Romagna.

Entrambi dichiarati prima della riforma del codice di protezione civile del 2018,
scadranno il 31 dicembre 2020 per una durata complessiva rispettivamente di 4 e 8 anni.


L'attuale disciplina dello stato di emergenza presenta alcune criticità.

In primo luogo questa fattispecie non è prevista dalla costituzione

ed è quindi regolata esclusivamente da norme di rango inferiore.

La carta infatti conferisce ai governi la possibilità di intervenire in caso di necessità attraverso strumenti di emergenza come i decreti legge.


Strumenti che sono comunque sottoposti al controllo democratico del presidente della repubblica e del parlamento.

Al contrario, il potere di ordinanza previsto dal codice di protezione civile,
permette di derogare alla legge attraverso semplici atti amministrativi, sottratti quindi a questo doppio controllo.

Questo conferisce ai governi un certo margine di discrezionalità.


Pare legittimo chiedersi se la logica emergenziale non rappresenti, in alcune occasioni,

un escamotage per aggirare norme e controlli che, in condizioni "normali", interverrebbero a tutela del bene pubblico.



Il codice adottato nel 2018 ha parzialmente provveduto a sanare questa situazione ma sarebbe opportuno, come auspicato da alcuni studiosi,
circoscrivere in maniera più dettagliata le circostanze in cui è possibile dichiarare lo stato di emergenza.


Questo anche alla luce delle ingenti risorse mobilitate in questa fase e non soggette ai normali controlli.
 
Però "qualcuno" se ne stra-batte delle regole .........


Sul tavolo delle decisioni di Palazzo Chigi ci sarebbe la proroga dello stato di emergenza per ulteriori tre mesi, ovvero fino al 31 marzo.

Ci sarebbe anche una seconda ipotesi, ossia il prolungamento per un solo mese,
ma Mario Draghi sembra orientato verso una proroga più lunga.


Queste sono le informazioni che trapelano da fonti del governo e per il momento nulla è ancora stato deciso.

La decisione finale spetterà al Consiglio dei ministri,
che per il momento non è ancora stato inserito in agenda ma che potrebbe tenersi già nelle prossime 24 o 48 ore.
 
Ma Come ? Ma se gli hanno dato anche il nobel per la pace ......
Ah, questi "diversamente bianchi" che usano la violenza quando fa comodo a loro
e le scimmiette che stanno zitte zitte.



Si chiama Talon Anvil: è una cellula clandestina e illegale delle forze armate Usa,

nata (ironia della sorte) sotto la presidenza del premio Nobel per la pace, Barack Obama,

ha fatto strage di civili, inclusi donne e bambini, in Siria tra il 2014 e il 2019.



Lo riporta il New York Times citando fonti militari e dei servizi di intelligence.




Per colpire gli attacchi contro lo Stato Islamico ha lanciato decine di migliaia di bombe e missili contro obiettivi in Siria.

Questa cellula, nota come Talon Anvil, avrebbe regolarmente ignorato le procedure standard
e nascosto l’innumerevole numero di civili feriti e uccisi, inclusi donne e bambini, con tattiche ingannevoli.



La cellula di Talon Anvil ha lavorato 24 ore su 24 in tre turni fuori da uffici anonimi in Siria e Iraq tra il 2014 e il 2019.

I membri di questa cellula hanno classificato erroneamente quasi tutti gli attacchi come difensivi
al fine di eludere il rigoroso protocollo imposto agli attacchi offensivi
ed hanno iniziato a evitare il le telecamere dei droni dopo il lancio
per nascondere le prove della morte di civili, riporta il New York Times.

Secondo un’analisi dell’ex consigliere del Dipartimento della Difesa e del Pentagono Larry Lewis,
gli attacchi di Talon Anvil hanno ucciso civili a un ritmo dieci volte maggiore di quello di operazioni simili in Afghanistan.


I membri di Talon Anvil non indossavano uniformi, secondo uno degli ex membri,
che ha lavorato con la cellula durante un conflitto nel 2017.

Ha detto che lavoravano per nome, andavano a lavorare in pantaloncini e calzature casual e spesso sfoggiavano barbe folte.

L’esercito ha spesso propagandato la precisione della sua campagna aerea e degli “attacchi chirurgici” durante la guerra anti-ISIS.

Tutte frottole, secondo la ricostruzione del quotidiano Usa.


Alcuni falchi della Difesa Usa si erano lamentati, che l’unità illegale avesse comunque regole troppo rigide imposte per ridurre le vittime civili.
Una ritrosia che avrebbe rallentato i progressi nella lotta all’Isis.

Pertanto, nel 2016, il presidente Usa ha invece consentito che le procedure venissero allentate
ed ai comandanti sul campo ha data maggiore autonomia per approvare gli attacchi.


Talon Anvil ha aggirato le misure per gli attacchi pianificati utilizzando impropriamente la giustificazione dell’autodifesa in numerose missioni,
anche quando gli obiettivi erano lontani da zone di guerra, hanno detto le fonti interne al New York Times.


In Siria, il tasso di vittime civili è aumentato in modo significativo ogni anno in cui Talon Anvil ha operato,
ha detto al Times Larry Lewis, ex consigliere del Pentagono e del Dipartimento di Stato.


Non tutti al Pentagono erano d’accordo con la libera applicazione dei protocolli, ha riferito il Times.

In alcuni casi i piloti si sono rifiutati di sganciare bombe su obiettivi discutibili,
alti funzionari della CIA si sono lamentati con i leader delle operazioni speciali
e gli analisti dell’intelligence dell’aeronautica a volte hanno discusso con la cellula d’attacco
sul fatto che gli attacchi potessero colpire civili e persino bambini anziché terroristi.

A volte, anche i membri delle cellule si sono rifiutati di partecipare agli attacchi, hanno detto i funzionari al giornale.

Ma hanno detto che la catena di comando ha ignorato i rapporti che esprimevano preoccupazioni.


Lewis ha accusato il generale Stephen J. Townsend, comandante della missione contro l’ISIS nel 2016 e nel 2017,
di essere stato sprezzante nei confronti dei rapporti dei media e delle organizzazioni per i diritti umani.

Townsend, ora capo dell’Africa Command degli Stati Uniti, ha negato le accuse in un’intervista telefonica con il Times.


Un ufficiale dell’intelligence dell’Air Force ha detto al Times che una volta
la cellula ha ucciso tre uomini che lavoravano in un uliveto fuori dalla città di Manbij nel 2016.

Portavano solo borse di tela
e non c’erano prove per dimostrare che avessero qualcosa a che fare con qualsiasi forma di violenza
e associazione con lo Stato Islamico, ma gli agenti hanno lanciato comunque il missile, uccidendoli.


Le fonti anonime hanno detto al giornale che casi del genere sono stati numerosi.
 
Invece in Italia accade anche questo ......


Andrà a processo Silvio Pellegrini,

il carabiniere accusato di aver scattato la foto di Christian Gabriel Natale Hjorth,

condannato all’ergastolo insieme a Finnegan Lee Elder per l'omicidio del Brigadiere Mario Cercello Rega,

mentre era bendato nella caserma di via in Selci e averla poi diffusa in un gruppo whatsapp.



Il processo per il militare accusato di abuso d’ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio
inizierà il prossimo aprile e nel procedimento si è costituito parte civile l’americano. (io direi l'assassino)

In relazione alla divulgazione dello scatto
un’indagine era stata aperta anche dalla Procura Militare.

Sul punto è stata sollevata la questione di giurisdizione tra giustizia ordinaria e militare.


Pellegrini, si legge nel capo di imputazione,
in violazione della disposizione che fa divieto di pubblicare l’immagine di persona privata
della libertà personale ripresa mentre si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi
ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica, salvo che la persona vi consenta,
quale carabiniere in servizio presso la compagnia carabinieri Roma Centro ,
ritraendo Natale Hjorth allorché lo stesso si trovava presso i locali dei carabinieri del Comando provinciale di Roma
e diffondendo tale foto su almeno due chat whastapp, delle quali una dal titolo ‘Reduci ex Secondigliano’ con 18 partecipanti,
dalla quale veniva poi ulteriormente diffusa da terzi ad altri soggetti e chat, arrecava a Natale Hjoth un danno ingiusto".


Partirà invece a gennaio il processo davanti al giudice monocratico per Fabio Manganaro,
il carabiniere accusato di aver bendato Hjorth poco dopo il fermo.


Per lui l’accusa è di misura di rigore non consentita dalla legge.
 
Giù il carico. Evvai.......


Trentamila contagi e 250 morti al giorno per Covid a Natale.

E’ il pronostico del virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano
.


“Nessuna previsione ferale, è un modello matematico consolidato e – spiega l’esperto all’Adnkronos Salute

con tutti i margini di errore della stima è ciò che potrebbe accadere”.


Anche oggi il toto-Covid impazza tra i virologi.

Pregliasco prima ad Agorà, poi a Tagadà, ma la giornata non è finita con previsioni catastrogiche,
come se questo fosse il modo migliore per convincere le persone a vaccinarsi.

Previsioni, revisioni, pareri e ospitate, anche oggi Pergliasco non si è sottratto alla sua necessità di esternare:

“Omicron potrebbe essere una fregatura.
Potremmo avere una coda che si prolunga ulteriormente.
C’è già stato un morto ed è chiaro che aumentando i contagi arriva anche qualche caso grave.
In Sudafrica la casistica è molto diversa, la popolazione è molto più giovane, quindi abbiamo bei guai”.


Cautela, e meno logorrea, invece, dal virologo Guido Silvestri,
docente negli Usa alla Emory Università di Atlanta e fondatore della pagina social ‘Pillole di ottimismo’,
che rintuzza i dispensatori di quelle che chiama “supposte di pessimismo”
ed invita ad attendere le evidenze prima di avventurarsi in previsioni di restrizioni future.


Aspettiamo pazientemente di mettere qualche numero vero sulla infettività e sulla patogenicità di Omicron,
sia ‘intrinseche'” a questo mutante di Sars-CoV-2, “che in relazione all’effetto dei vaccini” anti-Covid,
“prima di azzardare conclusioni definitive su quale sia l’approccio migliore
alla nuova variante in termini di interventi non farmacologici (le cosiddette restrizioni).
Nel frattempo, invece, acceleriamo con le terze dosi.
Perché in qualsiasi scenario il loro effetto sarebbe altamente positivo nel ridurre la patogenicità,
tanto di Omicron come delle altre varianti” del coronavirus.


“I dati clinici iniziali che vengono dal Sudafrica – ricorda –
suggeriscono che la variante Omicron possa causare una malattia meno severa di quella causata dalle altre varianti di Sars-CoV-2”.

Ma “su questo punto – puntualizza – preferirei aspettare fino al 15 gennaio
prima di iniziare a tirare delle conclusioni ed eviterei di diffondere ingiustificati entusiasmi.
Ci vogliono più tempo e molti più dati, che arriveranno senza dubbio alcuno”.


Oggi, intanto, si è registrato il primo caso di contagio con Omicron in Sicilia.
Si tratta di un uomo con doppia vaccinazione e solo con lievi sintomi e isolato al domicilio.
 
E poi abbiamo i "deficienti conclamati"......controllate il significato di "deficere". Grazie.


Alla notizia di Povia positivo al covid (con bassa carica virale)
Cartabellotta ha risposto via Twitter con la parodia di alcuni versi della celebre canzone del cantautore I bambini fanno oh.

“Finché i cretini fanno(eh)/Finché i cretini fanno(ah)/Finché i cretini fanno “boom”,

ha scritto Cartabellotta sostituendo la parola ‘bambini’ della canzone originale con ‘cretini’.

E augurandosi un boom.


Un fuor d’opera poco ironico, contro il cantante colpevole evidentemente
di aver criticato la gestione della pandemia e dell’emergenza sanitaria del governo.


Un’ironia preoccupante.


Può un "medico", nel nostro caso il "mago" dei numeri covid, esultare pubblicamente se una persona si ammala?



Il cinguettìo del presidente Gimbe ha scatenato il popolo del web,
facendo balzare in cima ai trend topic gli hashtag #povia e #cartabellotta.

Per di più si tratta di commenti indignati e sorpresi dell’iniziativa del gastroenterologo siciliano.


“Auguri di pronta guarigione a Povia, sbeffeggiato da un medico a causa della sua positività.

I medici condizionati da un certo furore ideologico possono continuare a lavorare

se non sono in grado di assicurare pari dignità di trattamento a tutti i pazienti ?”


“In Italia facciamo veramente pena in ogni campo. Medici che si mettono a fare i bimbiminchia di 14 anni sui social”
.”


“Il fatto che persone critiche delle politiche dittatoriali risultino positive al Covid, non toglie nulla alla nobiltà delle loro idee”.


Tra i commentatori del tweet anche politici e opinionisti.

“Il dottor Cartabellotta prende in giro Povia usando le sue strofe. Legittimo.
Ma, sempre secondo me, ironizzare su chi si ammala, no Vax o si Vax, non è cosa bella.
Tanto più se fatto da una persona accreditata come esperto”.


Anche Hoara Borselli scende in campo, curiosa di chiedere a Cartabellotta,

“che definisce Povia un cretino, e come tale merita di fare boom (perché ‘se la sarebbe cercata’) ,

se anche un drogato o alcolizzato per lui meritano di fare boom”.
 
Sempre le 3 scimmiette in campo .......e poi si indignano se pago l'idraulico in contanti ......



Formalmente la schiavitù non esiste,
ricacciata com’è stata negli oscuri meandri della storia,
nelle immagini cinematografiche dei colossal d’annata,
tra catene avvilenti e punizioni a colpi di frusta.

Sotto la coltre rassicurante dei “diritti dell’uomo”, garantiti per tutti,
il fenomeno più che scomparire sì è però modificato,
adattandosi alle mutate condizioni socio-economiche del nuovo millennio,
senza perdere però la sua essenza dominatrice.


Di questo bisogna parlare – senza ipocrisie – di fronte alle indagini della Procura di Foggia,
che hanno portato alla luce un diffuso sistema di sfruttamento,
messo in piedi dai caporali locali e dai proprietari delle aziende della Capitanata
sui braccianti
che lavorano nelle campagne della zona.

Tra gli indagati c’è anche Rosalba Bisceglia, moglie di Michele Di Bari,
prefetto e capo del Dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’Interno,
socia amministratrice di un‘azienda agricola, che produce olio d’oliva nella penisola del Gargano.


I braccianti venivano costretti a lavorare nei campi di pomodori dalla mattina alla sera
alla misera cifra di cinque Euro per ogni cassone riempito.

Tutti i lavoratori erano impiegati senza che avessero le minime tutele previste dalla legge.

Erano costantemente controllati nello svolgimento del lavoro,
senza essere sottoposti alle prescritte visite mediche,
mentre venivano trasportati sui campi con mezzi inidonei,
“in pessime condizioni d’uso, pericolosi per la circolazione stradale e per la incolumità degli stessi lavoratori”.


Non è la prima volta, né purtroppo sarà l’ultima, che viene scoperchiato il vaso di Pandora delle nuove schiavitù.

I dati sono noti.

Nel maggio scorso le commissioni Lavoro e Agricoltura della Camera dei deputati
hanno approvato un documento di 36 pagine, dopo tre anni di inchiesta sul “caporalato in agricoltura”,
i cui numeri e sostanza non richiedono aggettivi.


In Italia ci sono 200mila “vulnerabili” in agricoltura: uomini e donne sottoposti a regimi di semi schiavitù,
non liberi, cioè, di prendere decisioni autonome sul luogo di lavoro.

E vessati, fisicamente e psicologicamente, dai loro padroni.

Guadagnano dai 25 ai 30 euro al giorno,
per giornate che possono arrivare anche a 12 ore di lavoro consecutive, se si considera il trasporto.

Il che significa, per alcuni, due euro all’ora. “Si stima – si legge nel documento –
che l’economia sommersa in agricoltura abbia raggiunto il 12,3 per cento dell’economia totale”.


Sono numeri enormi (si parla di 24,5 miliardi) che sfuggono a qualsiasi controllo
e che delineato un Paese in mano all’illegalità e allo sfruttamento.




“Quello di Foggia” – ha dichiarato Cesare Fermi, direttore Europa per l’organizzazione Intersos –
“è un problema strutturale. Un problema che osserviamo ogni giorno
con il lavoro dei nostri team mobili sociosanitari e che affonda le radici nella negazione di diritti fondamentali:
il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto alla salute, il diritto all’abitare, il diritto di cittadinanza.
Lasciamo che il lavoro della magistratura segua il suo corso,
ma lanciamo un appello a promuovere da subito interventi urgenti
perché vengano affrontate le condizioni sociali che sono alla base degli illeciti riscontrati
e che hanno trasformato il foggiano in un epicentro di crisi umanitaria.
Questa è l’unica strada per produrre un reale cambiamento ed evitare il perpetuarsi di situazioni di esclusione e sfruttamento”.


Ciò che lascia costernati è l’assoluta evidenza di questa realtà.


Esistono vere e proprie “baraccopoli”, nella democratica, europea ed “evoluta” Italia del Terzo Millennio,
in cui la schiavitù è all’ordine del giorno, senza che ci si senta in dovere d’intervenire sul campo,
di smantellare le basi di questo sistema, di fare rispettare la legalità,
di rompere con un solidarismo peloso che da un lato “giustifica” l’immigrazione quale atto di estrema umanità;
dall’altro abbandona gli immigrati al loro destino, “sottoponendo consapevolmente i lavoratori
alle condizioni di sfruttamento (…) approfittando del loro stato di bisogno derivante dalle condizioni di vita precarie”.


Vale per il foggiano, ma è un fenomeno esteso, con forme diverse, su tutto il territorio nazionale.

Interessa il settore agricolo, ma coinvolge l’edilizia, la produzione tessile, la filiera del mobile.

Chi tace acconsente.
 
Esiste anche l'altra faccia della medaglia.

Il cappio che le organizzazioni commerciali impongono ai produttori agricoli.

Prodotti pagati 2 lire e poi rivenduti con margini anche del 1000%


Vuoi eliminare il lavoro nero in agricoltura ?

PAGA I PRODUTTORI PER IL LORO LAVORO CON PREZZI GIUSTI E CORRETTI.
 
Poveri noi. Arriveremo pure a vedere questo ?



Se prendessimo un’intelligenza artificiale,
la caricassimo di tutte le leggi d’Italia e di quelle dei Paesi civilizzati,
di tutta la giurisprudenza relativa anche comparata,
di tutte le informazioni di polizia sui singoli imputati
e di tutte le nozioni culturali annesse
e poi le chiedessimo di emettere una sentenza,

non sarebbe paradossalmente meglio che lasciare il destino di una persona

in mano a un magistrato italiano in tempi come quelli in cui stiamo vivendo?



Penso di sì.


Un giudice migliore di una “Alexa” caricata delle informazioni esatte, non ideologizzata,
non soggetta ad alcuna influenza né umana né umanoide,
senza credo politico e senza pregiudizi relativi alla fede, dove lo trovi oggi?


Sarebbe anche una giustizia più celere oltre che più giusta:
si prende una persona sospettata di qualcosa o presa in flagranza di reato,
in pochi minuti la si traduce davanti al computer
e poi ogni parte nel processo si rivolge ad Alexa,
chiedendo alla fine di assolvere o condannare il singolo e di irrogare la pena giusta.

Matematicamente esatta.


In una “terra caecorum” come quella descritta dal libro scritto da Alessandro Sallusti e Luca Palamara,
che corrisponde perfettamente all’attuale panorama della giustizia e della sua Amministrazione…
oggi in Italia beati i cosiddetti “monoculi”.


Bisogna dare l’idea a Jeff Bezos.


Magari la prende sul serio.


.
 
Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali:

in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali,

in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide).


Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future –

è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli.



A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie:
se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici.


L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria.


L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Thunberg.

Poi, siccome non era sufficiente, si è arrivati all’emergenza sanitaria.

E adesso pare che si debba ritornare all’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale
.


Perché l’emergenza?

Perché non si riesce più a dare una risposta ai grandi cambiamenti dell’economia e della società,
il cui primo (e fondamentale) è l’abbandono della moneta a debito.

Cioè: noi oggi abbiamo la possibilità di introdurre monete di altra natura.

E lo dobbiamo fare perché, mentre nei comparti di produzione dei beni materiali
la tecnologia è andata talmente avanti che sempre meno addetti saranno necessari ad approntare tutto ciò di cui abbiamo bisogno,
nell’ambito invece dei beni immateriali (soprattutto i servizi di cura delle persone, dell’ambiente, del patrimonio esistente)
il fatturato si può rivelare più basso del costo.


Quindi, questi servizi non possono essere gestiti in termini capitalistici, cioè di profitto.


Ecco il grande interrogativo; la soluzione c’è (l’immissione di moneta non a debito),

ma ha un “piccolo” difetto: spiazzerebbe le grandi banche, le grandi entità finanziarie del pianeta,

che hanno governato il mondo per secoli – o per millenni: prima con l’oro e poi con la moneta creata dal nulla.


E’ chiaro che, non potendo dare soluzioni,
l’emergenza “serve” per evitare di entrare nel merito delle questioni:
questo è il nesso che lega l’emergenza climatica a quella sanitaria.



E come siamo arrivati, a questo?

Dagli anni Settanta in poi abbiamo sperimentato a diversi modelli di capitalismo.

Il primo è quello del capitalismo espansivo, in realtà iniziato già nel 1944 dopo Bretton Woods.

E’ durato fino al G7 di Tokyo del 1979 e, secondo me, da noi fino al divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia.

In quel periodo, l’obiettivo delle imprese era la massimizzazione delle vendite:
quindi c’era spazio per l’aumento dei profitti, dei salari, dell’occupazione.

Quindi abbiamo avuto la trasformazione della classe operaia in classe media.

Insomma, stavamo tutti meglio: la classe politica voleva arricchire la popolazione attraverso i disavanzi pubblici, finanziati a bassi tassi d’interesse.


Se i titoli pubblici non li acquistava nessuno, li comprava la Banca d’Italia stampando moneta:
al passivo metteva l’emissione monetaria e all’attivo i titoli.

E’ così che siamo diventati la quinta potenza mondiale, la quarta potenza manifatturiera del pianeta.

Ed abbiamo cominciato a dare fastidio un po’ a tutti :
ai francesi, agli inglesi, agli israeliani, agli americani e ai russi.


Così spiego anche la vicenda Moro: in termini di conflitto tra lui e Kissinger.

Il problema esplose in un incontro fondamentale del 1976, in cui Kissinger disse a Moro:

«Non potete continuare a far crescere l'economia italiana del 3-4% ogni anno,
perché state diventando più importanti di quello che noi possiamo sopportare. Io ti ammazzo».

Parole testuali di Kissinger.


Tornato a casa, Moro lo disse alla moglie e a mio padre: erano le uniche due persone di cui lui si fidasse.

La moglie gli consigliò di ritirarsi dalla politica.

E non si sa – quella mattina del 16 marzo 1978, quando fu sequestrato – che cosa avrebbe detto, in Parlamento.


Ora, il capitalismo espansivo, keynesiano (l'economia mista), non poteva essere ufficialmente attaccato, perché funzionava.

E tra l’altro, ci proteggeva nella competività, se così si può dire, coi regimi comunisti.


E allora ecco che nasce tutta la teoria ambientalista del Club di Roma (Aurelio Peccei)
che, fondamentalmente, sostiene una dottrina neo-malthusiana.


Cosa aveva detto, Malthus?

Aveva espresso una teoria che poi si era rivelata sbagliata.

Aveva detto: siccome la popolazione cresce ad un ritmo superiore a quello in cui noi possiamo far crescere la produzione,
incluse le derrate alimentari, a un certo punto la società collassa.


In realtà non fu così, perché poi gli umani – proprio perché crescevano da un punto di vista demografico – cominciarono a produrre di più e meglio.

Tant’è vero che oggi, di cibo, ne abbiamo fin troppo.

Ovviamente ci sono i poveracci che non mangiano,

perché è il sistema capitalistico che induce a produrre solamente quello che si può rivendere con un adeguato profitto.



Se uno non ha i soldi per comprarla, la merce viene buttata.

Noi infatti distruggiamo una gran parte di quello che produciamo.

Ma la soluzione non è quella esposta da Papa Francesco (mangiamo di meno noi, per dare ai poveri).

No: è il modello economico, che è sbagliato.

Si deve tornare un po’ all’antico: noi oggi possiamo produrre come una volta, disinquinando e stando tutti meglio.


Oltretutto, la qualità dei prodotti alimentari pesa: bastano poche quantità, per essere soddisfatti (e sani).

Il cibo di McDonald’s invece non sazia mai e procura le famose malattie del benessere-malessere.


Tornando a Malthus, i neo-malthusiani ieri dicevano:
se la popolazione mondiale è di 6 miliardi di individui, di cui un miliardo e mezzo ha tutto (auto, elettrodomestici),
crescerà tutta l'economia e ci saranno 5 miliardi di privilegiati; ma le risorse sono limitate, e quindi lo sviluppo non può essere illimitato.


In realtà, è lo stesso errore di Malthus: pretendere che il rapporto fra sviluppo economico e inquinamento sia reso da un’equazione lineare.

Cioè: se io produco 100 e consumo 70 (come risorse del pianeta),
se produrrò 200 consumerò 140, in termini di risorse.


Ma non funziona così, l'economia industriale.

Al crescere delle quantità, man mano che l’umanità va avanti,

la quantità di agenti inquinanti e di risorse utilizzate (per unità di prodotto) diminuisce.

In pratica: se oggi producessimo con le tecnologie di cent’anni fa tutto quello che attualmente produciamo, saremmo tutti morti.



In realtà le tecnologie si sono evolute: oltre un certo punto, c’è quindi una equazione differenziale, con derivate parziali,
che ci dà la possibilità di capire che sì, dobbiamo “darci una regolata” per l’inquinamento da sviluppo,
ma senza però regredire, perché in quel modo condanniamo i poveri a restare poveri,
e noi a morire delle malattie del benessere
(che non sono quelle batteriche o virali,
storicamente sconfitte nei paesi ricchi, ma sono quelle degenerative – cancro, diabete, cardiopatie – che derivano dai cattivi stili di vita).


Negli anni ‘80, dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia,
si fecero aumentare in modo erratico i tassi d’interesse sul debito pubblico:
quindi il debito crebbe a dismisura e superò il Pil.



Da allora abbiamo questo problema, un alto debito pubblico.


Fino a prima del divorzio, avvenuto nel 1981, il debito pubblico italiano non raggiungeva il 60% del Pil.


E là saremmo rimasti, se non avessimo introdotto l’aumento dei tassi d’interesse
per dare al “mercato” il potere di “regolarci”, quando si sapeva benissimo che il mercato è uno sregolatore.


Quindi, il ministero del Tesoro abbandonò il potere di decidere i tassi d’interesse e lo lasciò al mercato, cioè alle banche.


Il risultato è stato disastroso.


Quel modello – anni ‘80 – è crollato miseramente, perché distruggeva la solidarietà,

che è il principale collante dell'economia, e venne sostituito con un terzo modello,

il capitalismo finanziario (già sperimentato fino alla crisi del 1929).



Siamo quindi tornati al capitalismo finanziario:
grandi boom delle Borse, ma già nel 2001 la crisi delle Borse stesse.


Quindi siamo approdati a un quarto tipo di capitalismo, che io chiamo ultra-finanziario.

Cioè: mentre nel capitalismo di Borsa bisogna massimizzare il rendimento dei titoli azionari
(e questo lo si ottiene spesso riducendo in modo devastante l’investimento nell'economia reale, nell’occupazione e nei salari),

nell’ultimissimo capitalismo ultra-finanziario, quello dei derivati e dei titoli tossici,

all'economia non si pensa neppure più.



Non è più un capitalismo di mercato: tutto è regolato da algoritmi matematici.

E quindi nelle banche, nelle aziende e nei centri finanziari entrano i matematici e gli informatici.


Questo capitalismo ultra-finanziario ha come obiettivo non la massimizzazione del valore dei titoli,

ma la massimizzazione del numero delle operazioni, quindi è una follia.
 

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