HOUSTON!!! HO 3000 PROBLEMI!

Ed eccoci qui, a "tastare" la realtà.


Lo stato di emergenza proseguirà fino al prossimo 31 marzo:
teoricamente, questa decisione è guidata dalle paure circa la variante Omicron
e dalla conseguente necessità di mantenere le misure emergenziali di contenimento del virus.

Il Consiglio dei ministri dovrà varare un nuovo provvedimento che supera i decreti del precedente governo
(validi ‘solo’ fino al prossimo 31 gennaio), concedendo un “extra-time” fino a giugno 2022.

Ma secondo indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi e raccolte da Tpi,
ci sarebbe la volontà di effettuare una verifica a metà percorso, cioè entro la fine del mese di marzo.

Inutile dire che il prolungamento (o meno) dello stato d’emergenza influirà anche sulla corsa per il Colle.

Molti sono già pronti a scommettere che il prolungamento di oggi possa fermare la corsa di Mario Draghi verso il Quirinale.


“Niente di più sbagliato” spiega a Tpi una fonte istituzionale ‘molto accreditata’

“perché in realtà il mini prolungamento dello Stato d’emergenza avrà un solo effetto concreto: quello di impedire le elezioni anticipate”.



Ecco perché questa decisione invece di sfavorire Draghi al Colle lo favorirà, perché impedirà il ricorso al voto anticipato.

Questo spiegherebbe il ricorso a questo ‘mini prolungamento’ anche se i dati dell’Italia relativi al coronavirus sono certamente migliori di altri Paesi.


Sergio Mattarella starà al Quirinale fino al 3 febbraio:
qualora Mario Draghi dovesse andare al Colle, ci vorrebbe almeno un mese prima che posso insediarsi.

Periodo ‘coperto’ dallo stato d’emergenza.

Ecco perché il prolungamento andrebbe a impedire rivoluzioni politiche o ‘botte di testa’ che possano portare ad elezioni anticipate.


Sembra che in realtà, quindi, l’unica emergenza che esiste davvero è quella democratica.
 
La variante Omicron effettivamente si sta diffondendo in modo estremamente rapido nel Regno Unito,
soprattutto a Londra dove in 48 ore è diventata la variante più diffusa. Ecco la situazione come si presenta:

Alcuni grafici dal Daily Mail mostrano al situazione:

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Questa è la percentuale rilevata di Omicron nel Regno, e vediamo la situazione londinese che manda in vetta il sud est del paese.

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Questa immagine ne mostra l’altra morbillosità, cioè la capacità d’infettare.


Il timore è che si possa arrivare a 200 mila casi al giorno,
il che, anche a fronte dei dati delle morti per ora piuttosto rassicuranti, senza nessun aumento significativo per ora,
comunque è preoccupante: una percentuale anche molto minore, applicata a un gran numero di infetti, può mettere il NHS, la sanità inglese , in crisi.

Del resto in tutto l’Occidente con il covid-19 si è parlato di “Reinvestire nella sanità”, ma alla fine non si è fatto nulla, Italia compresa.

Ora Johnson ha fatto approvare il Plan B, che reintroduce un pass vaccinale per accedere alle discoteche e ai grandi locali pubblici,
ma questo ha portato alla ribellione di 99 membri del partito Conservatore, tutti cosiddetti “Backbencher”,
cioè la parte del partito che non ha cariche di governo per cui siede dietro nella Camera dei Comuni,
mentre i “Frontbencher” siedono davanti.

Questi peones britannici hanno un loro organo rappresentativo nel partito, il “1922 Committee”,
che Johnson ha provato a convincere all’ultimo minuto, venendone sbeffeggiato.

Per sua fortuna i ribelli non sono riusciti a fermare la misura, votata dai Laburisti, per cui il tutto è passato 369 a 126.

Una maggioranza ancora più forte ha approvato l’obbligo di maschere nei luoghi chiusi.

Che le misure fermino i contagi è piuttosto dubbio,
ma la votazione e il dibattito è stato indice di un partito che inizia ad avere delle insofferenze
verso il Primo Ministro, apparso poco incisivo in questa fase.

Il timore, anzi la quasi certezza, è che nelle prossime elezioni parziali
i conservatori colgano una amara sconfitta, proprio per una gestione altalenante dell’emergenza covid-19.


Del resto perfino Churchill fu mandato a casa appena dopo la fine della Seconda Guerra mondiale.

Gli elettori inglesi si fanno ben pochi scrupoli.
 
Non è utopia pensare che entro venerdì salterà fuori una nuova variante.


4300 mld di dollari di opzioni in scadenza venerdì. Circolare gente, circolare...






Mentre il “turbo taper” rischia di rendere decisiva la conferenza di domani della FED,
venerdì sarà una tranquilla giornata con soli 4300 miliardi di dollari di opzioni in scadenza.


$ 4300 miliardi di nozionale di opzioni su azioni (che fanno riferimento a oltre l’8% della capitalizzazione di mercato di Russell 3000)
stanno scadendo (compresi $ 2300 miliardi di opzioni trimestrali SPX, $ 360 miliardi di opzioni su SPX E-mini futures, $ 255 miliardi di opzioni SPY e $ 670 miliardi di singole stock option).

Tra l’altro la scadenza è divisa fra mattino e pomeriggio..

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Questa è stata storicamente la settimana più attiva dell’anno di negoziazione delle opzioni.


L’OpEx del dicembre 2021 ha un interesse aperto totale inferiore rispetto alla scadenza dello scorso dicembre,
ma più del suo interesse aperto è vicino ai soldi rispetto allo scorso anno.

Anche se questa è la scadenza di dicembre più piccola in almeno un decennio,
ma più grande di quasi tutte le scadenze non di dicembre.

Come osserva Goldman, l’elevata volatilità nell’ultimo mese ha portato i volumi di opzioni su indici più alti dell’anno,
lasciando un posizionamento extra leggermente al di sotto dell’attuale livello spot dopo che l’SPX
(l’indice basato sulla borsa USA )ha raggiunto un nuovo massimo storico.

Anche quando l’SPX ha raggiunto un nuovo massimo storico venerdì (10 dicembre),
il VIX è stato al suo massimo per un giorno record di SPX da quando l’indice ha toccato 3975 a marzo,
coerentemente con un ambiente di elevato rischio macro.


Secondo Goldman, il prevalente premio per il rischio di volatilità elevata quest’anno

è un’indicazione che gli investitori sono stati acquirenti netti di opzioni sugli indici,

lasciando una posizione gamma corta “street” che può aiutare la volatilità a rimanere elevata questa settimana.

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Come conclude SpotGamma, la volatilità dei singoli titoli rimane piuttosto elevata
anche se i volumi sono diminuiti moderatamente negli ultimi mesi.

La forte performance negativa di molti titoli sta attirando ampi volumi put , cioè di opzioni di vendita,
creando un gamma negativo altamente concentrato alla scadenza del 17/12.


Per i primi 50 titoli con elevati volumi di opzioni,
gli investitori hanno scambiato 196 miliardi di dollari in put (opzioni di vendita) nel giorno medio dell’ultimo mese,
con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente.

TSLA, HD, PFE, AMD e SE sono tra i titoli ad alta capitalizzazione di mercato
in cui i volumi put sono aumentati di oltre l’80% rispetto all’anno precedente.


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Il problema di avere posizioni “Put” è che sono contratti di vendita a termine, quindi..

Bisognerebbe avere i titoli da vendere.


Se sono opzioni pure no problem: si perde la commissione e via.


Però se sono “Futures”, con obbligo di consegna del titolo, la cosa è completamente diversa.



Venerdì potremmo vedete tante posizioni da coprire.
 
O mio Dio, ma in che mani siamo andati a finire ?

Vaccino, Figliuolo:
"Pronti a immunizzare casa per casa".



Niente da fare, gli ha preso la mano al militare.


A questo non gli hanno ancora spiegato che il "vaccino" NON IMMUNIZZA.
Crea solo degli anticorpi, in anticipo sulla positività da virus.

DITEGLIELO per favore.
 
Forse il ministro Speranza non se n’è accorto,

ma, nel momento in cui fa un’ordinanza

e chiede agli Italiani che sono vaccinati

e che hanno il greenpass

di sottoporsi pure al tampone per poter tornare in Italia dalla UE,


sta ammettendo che i vaccini e il greenpass non funzionano.
 
Difficile immaginare che nessun funzionario abbia sollevato dubbi sul superamento dei 24 mesi,
per la dichiarazione di Stato di Emergenza.


Ora, un Esecutivo che si pone serenamente al di sopra della Legge,

fiducioso che non scatterà nessun “contrappeso”, che limiti si darà,

se non quelli dettati dalla propria benevolenza?
 
Si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic)
registri nel mese di novembre un aumento dello 0,6 per cento.

La stima preliminare era +3,8 per cento.

Lo rileva l’Istat.

L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione
è ancora una volta dovuta in larga parte ai prezzi dei Beni energetici
(da +24,9 per cento di ottobre a +30,7 per cento) ed, in particolare,
a quelli della componente non regolamentata (da +15,0 per cento a +24,3 per cento),
mentre la componente regolamentata, pur mantenendo una crescita molto sostenuta,
registra un lieve rallentamento (da +42,3 per cento a +41,8 per cento).

Accelerano rispetto a ottobre, ma in misura minore,
anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (da +1,0 per cento a +1,4 per cento)
sia non lavorati (da +0,8 per cento a +1,5 per cento) e
quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4 per cento a +3,6 per cento),
mentre i prezzi dei Beni durevoli rallentano (da +0,9 per cento a +0,4 per cento).

L’inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi,
e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +1,1 per cento di ottobre a +1,3 per cento.


L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente
alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+7,9 per cento)
ed, in misura minore, degli Alimentari non lavorati (+1,4 per cento) e lavorati (+0,6 per cento).

Diminuiscono, invece, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona
(-0,7 per cento, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali) e dei Beni durevoli (-0,4 per cento).


Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +4,2 per cento a +5,1 per cento)
sia quelli dei servizi (da +1,3 per cento a +1,7 per cento);

il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane negativo (-3,4 punti percentuali),
ampliandosi rispetto a quello registrato a ottobre (-2,9).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9 per cento per l’indice generale e a +0,8 per cento per la componente di fondo.


I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che include Beni alimentari, per la cura della casa e della persona,
registrano a novembre un’accelerazione tendenziale (da +1,0 per cento a +1,2 per cento)
e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,1 per cento a +3,7 per cento).

La precedente stima dei prezzi del “carrello della spesa” era di +1,4 per cento
mentre per i prodotti ad alta frequenza di acquisto era di +3,8 per cento.


L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento dello 0,7 per cento su base mensile
e del 3,9 per cento su base annua (da +3,2 per cento di ottobre);

la stima preliminare era +4,0 per cento.


L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi,
registra un aumento dello 0,6 per cento su base mensile e del 3,6 per cento su base annua.
 
Non ne avete abbastanza del terrorismo mediatico?

Di stare attaccati al bollettino delle 18 per i dati sui contagi?

Di sentire il brusio di fondo di quegli zelanti commentatori,
che – attrezzati di grafici e curve planetarie da far invidia agli informatori medico-scientifici delle più gettonate case farmaceutiche
vi promettono, sempre un poco più in avanti, la restituzione di “normalità” e libertà?


Sembra quasi che con il vaccino ci sia richiesto anche voto di fede assoluta nel suo potere carismatico

e voto di silenzio per non esternare dubbi o dissenso.


Oltre che il precetto di vivere terrorizzati.


Il timor di Dio è diventato timor del virus.



Lo sapevano fin dall’inizio che i vaccini erano parzialmente “neutralizzanti” ma non “sterilizzanti”.

Ossia che il virus circolava, circola e circolerà, con o senza vaccini.


L’immunità di gregge è una chimera.


Siamo quasi al 90 per cento di vaccinati e si cercano ancora gli untori
che gli permetterebbero di scorrazzare liberamente e di variare senza freni.


Con il virus – come con milioni di altri che abitano ogni centimetro del nostro corpo – si arriverà a conviverci.

Volenti o nolenti.


In nome del terrore emergenziale ci fanno digerire la fantasiosa teoria

che saranno i debiti del Pnrr e la lucida follia della rivoluzione verde a salvarci.



Perché?

Qual è la correlazione?

Quale il raziocinio?


Uno stato di emergenza, che dovrebbe essere, per definizione,

imprevedibile,

contingibile,

urgente

e temporaneo,

dopo 2 anni diventa un ossimoro di ordinaria straordinarietà.


E serve da pretesto per orientare

la decisione su chi avrebbe più merito, esperienza e prestigio per salire al Colle.



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