Lo scorso 24 Novembre abbiamo appreso dalla conferenza stampa di Super Mario Draghi,
Gran Sultano del Draghistan, che con il Super Green Pass
questo Natale non sarà normale per tutti i sudditi, ma solo per quelli vaccinati.
L’Amato Leader ha anche espresso l’auspicio (eventuale) che il prossimo Natale
si potrebbero riammettere all’interno della società i sudditi esclusi,
sempre a condizione che si comportino bene e diano segni di pubblica e sincera conversione.
Gli fa eco l’araldo Bruno Vespa che intervistato su Mediaset - divenuta, per l'occasione, rete amica e non più rivale -
dichiara perentorio che:
“Per diventare cittadini di serie A bisogna vaccinarsi”.
Ovviamente poco importa il dettato dell’art. 3 della Costituzione della (fù) Repubblica Italiana che prescrive testualmente:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Influenti testate internazionali tra cui
Politico.eu[2], Zeit[3] e
Washington Times[4]
hanno recentemente citato il Draghistan definendolo come una critica da parte di una “
rumorosa minoranza di intellettuali”
per poi concludere che, comunque, la maggioranza degli italiani sostiene l’operato di super Mario Draghi.
La democrazia, dunque, viene concepita come totalitarismo della maggioranza
(poco importa se questa sia vittima di manipolazione propagandistica).
Seguendo sino all'estremo tale concezione, quindi anche Adoltf Hitler sarebbe stato “democratico”,
e lo sarebbe stato a maggior titolo, considerando il fatto che lo stesso Hitler
fu eletto al ruolo di Cancelliere a larga maggioranza a differenza di Mario Draghi.
E’ ormai caduta nell’oblio - seppur sporadicamente citata senza evidentemente comprenderne il significato -
la nota ammonizione del Presidente
Saragat:
“
La Democrazia non è soltanto il governo della maggioranza, ma anche il rispetto profondo per le minoranze.”
Il perenne
stato di eccezione che ormai vige in Draghistan
fa sí che
le norme costitutive della Democrazia
siano divenute ondulatorie e duali.
Tale dualità si manifesta nella (paradossale) coesistenza di norme formali,
quali la Costituzione - ma anche le leggi precendenti -
e norme di fatto e sostanziali decise - invece arbitrariamente - dal Sovrano;
ovviamente dette norme abnormi saranno dichiarate dallo stesso e dai suoi araldi come necessarie, giuste e lecite.
Ernst Fraenkel nel 1942, nel suo saggio “
Dual State” (Stato duale), analizzò il regime totalitario nazista.
Fraenkel scompose criticamente il sistema di potere del III Reich
secondo la chiave della coesistenza in esso di uno
Stato discrezionale
e dello
Stato normativo (lo stato di diritto classico),
sottolineando la netta opposizione, nel fondamento e nei metodi,
tra il regime totalitario nazista e
lo Stato di Diritto,
cioè quella forma istituzionale in cui il potere politico è legittimato
dal rispetto di norme giuridiche determinanti
e la separazione dei poteri dello stato (legislativo, esecutivo e giudiziario).
Nello stato totalitario il regime sospende, in tutto o in parte, l'ordinamento giuridico
qualora ricorrano circostanze tali (lo stato di eccezione che oggi si declina con la “pandemia” )
da mettere in pericolo l'integrità dello Stato:
“
La Costituzione del Terzo Reich è lo stato d'assedio.
La sua carta costituzionale è il decreto d'emergenza per la difesa del popolo e dello Stato…” scrisse Fraenkel.
Nel 1922, il politologo
Carl Schmitt nel suo famoso libro “
Teologia Politica”
definì
il sovrano come: “Colui che decide sullo stato di eccezione”.
Lo stato di eccezione, dunque, travalica le regole giuridiche e democratiche
consegnando il potere ad un sovrano che (consigliato da comitati subordinati)
decide sulla base di eccezioni mutevoli ed arbitrarie.
Per via della coesistenza di norme formali, applicabili ad alcune circostanze,
e di norme di eccezione, arbitrarie
il diritto diviene “ondulatorio” (per usare un termine caro alla ministra Lamorgese).
Decade così ogni certezza del diritto che è alla base degli ordinamenti democratici.
Tale dualità ed eccezione ha come diretta conseguenza la possibilità di ignorare le norme costituzionali
e creare una vera e propria “Apartheid” che distingue i cittadini (ormai sudditi) in obbedienti
e disobbedienti al regime dettato dall’inneffabile Sovrano e dai suoi comitati per la salute pubblica
(ogni richiamo al periodo giacobino è puramente intenzionale).
I sudditi disobbedienti sono, quindi, da trattarsi alla stregua di nuovi “
marrani” da convertire.
I marrani, per chi non lo ricordasse, furono gli ebrei o i musulmani
che durante il medioevo erano costretti a convertirsi al Cristianesimo per sopravvivere.
Anche oggi, come allora, i cosiddetti no-vax
(termine con cui la propaganda indica indiscriminatamente chiunque abbia ritrosia alle ripetute inoculazioni del siero salvifico)
devono convertirsi al dio vaccino per ottenere la “salvezza” e potere lavorare ed essere membri della società.
Come in tutti i regimi totalitari, anche in Draghistan
l’essere umano è parte di un ingranaggio che non ammette rotelle fuori posto.
Chi non si adegua deve essere escluso dall’ingranaggio, dunque dalla società.
Nel regime totalitario tutto è dello Stato che può dunque disporre del corpo e della vita dei sudditi,
più o meno alla stregua di un magnaccia con il corpo delle prostitute a lui assoggettate.
Ora è opportuno richiamare quanto appreso dalle scienze sociali in merito al fatto
che il linguaggio ha un ruolo fondamentale nel creare l’apartheid
poiché è tramite il linguaggio che l’essere umano descrive la realtà.
La propaganda ha il potere di modificare la realtà sociale cambiando il significato di termini e simboli;
ed è in questo modo che viene utilizzata dal regime del Draghistan
al fine di creare l’attuale apartheid pseudo-sanitaria.
Così come avvenne per la svastica, in origine simbolo solare di pace e benessere,
poi utilizzata per tutt’altro tipo di regime dai nazisti,
così oggi, ad esempio, il simbolo dell’arcobaleno - originariamente indicante pace e inclusione sociale -
è divenuto simbolo di discriminazione e asservimento al nuovo regime del
politically correct.
Come in altre apartheid il linguaggio assume dunque una funzione divisoria e discriminatoria
basandosi su dettagli che diventano differenze qualitative nel senso comune.
Come la parola “negro” che inizialmente definiva il semplice colore della pelle
è poi divenuta un insulto cambiando significato (
nigger in inglese vuol dire oggi stupido, pigro, etc.),
così il termine no-vax, nato per definire chi è contrario a tutte le vaccinazioni,
viene oggi comunemente usato per includere chiunque abbia dubbi sui vaccini Covid
(non sugli altri vaccini) e ora persino verso, chi pur essendo vaccinato per il Covid,
rifiuti la terza o presto anche la quarta dose.
Il no-vax è quindi dipinto dalla propaganda come egoista, stupido, ignorante: come il “nigger” durante l’apartheid razziale.