Val
Torniamo alla LIRA
Sempre più buio ....Così ti vogliono " inserito in un percorso"
dal quale non potrai più uscire. La limitazione della TUA libertà personale.
Prima è stata la volta del Green pass,
strumento ufficiale di discriminazione di Stato,
un certificato virtuale pensato per pesare sulle tasche dei non vaccinati
(costretti a sottoporsi regolarmente a tampone per poter lavorare)
e costringerli così a rinunciare al proprio diritto di scelta.
Poi è arrivata la versione Super,
una forma ancora più esplicita di ricatto:
non bastano più i test,
per avere una vita normale è necessario essere guariti dal Covid
o aver ricevuto l’inoculazione.
Una strada ben precisa, quella intrapresa dal governo italiano.
Con un solo interrogativo rimasto: quale sarà il prossimo passo?
Presto detto.
Il Super Green pass, fin qui, non è stato certo il successo sperato da Draghi & co.
I numeri parlano di ritardi nella popolazione anziana e tra i pazienti “fragili”,
tutt’altro che celeri nel rispondere alla chiamata dell’esecutivo.
E così, come raccontato da Niccolò Carratelli sulle pagine della Stampa,
all’interno del Comitato tecnico-scientifico si ragiona già sulla mossa successiva,
la riduzione della durata del Green pass.
A confermare l’ipotesi è stato Fabio Ciciliano, medico della Protezione civile e della polizia nonché membro del Comitato tecnico-scientifico.
Ciciliano ha affrontato con preoccupazione il tema degli over 60 che ancora non si sono presentati per la terza dose:
“Non me lo spiego. Dopo aver completato il primo ciclo vaccinale, non ha senso ritardare il richiamo, specie per chi è più fragile.
Credo sia necessario comunicarlo nel modo più chiaro possibile: dopo il quinto mese bisogna muoversi per fare la terza dose”.
Tra i possibili deterrenti, che rallentano la corsa alla nuova inoculazione,
potrebbe esserci proprio la durata del Green pass, al momento ancora valido per 9 mesi.
Secondo Ciciliano, infatti, la durata della certificazione virtuale “non rappresenta un incentivo,
come lo è invece il Super Green pass per i non vaccinati.
Si pensava che chi aveva aderito in passato alla campagna vaccinale fosse ormai inserito in un percorso,
ma stiamo vedendo che non è per tutti così.
Bisogna chiarire alle persone che la capacità immunologica del vaccino
e la validità amministrativa del Green pass sono due cose ben diverse”.
Possibile, dunque, che si proceda nei prossimi mesi a una revisione della durata del certificato,
che potrebbe a questo punto essere ridotta a 6 o 7 mesi, così da accelerare la corsa alla terza dose.
dal quale non potrai più uscire. La limitazione della TUA libertà personale.
Prima è stata la volta del Green pass,
strumento ufficiale di discriminazione di Stato,
un certificato virtuale pensato per pesare sulle tasche dei non vaccinati
(costretti a sottoporsi regolarmente a tampone per poter lavorare)
e costringerli così a rinunciare al proprio diritto di scelta.
Poi è arrivata la versione Super,
una forma ancora più esplicita di ricatto:
non bastano più i test,
per avere una vita normale è necessario essere guariti dal Covid
o aver ricevuto l’inoculazione.
Una strada ben precisa, quella intrapresa dal governo italiano.
Con un solo interrogativo rimasto: quale sarà il prossimo passo?
Presto detto.
Il Super Green pass, fin qui, non è stato certo il successo sperato da Draghi & co.
I numeri parlano di ritardi nella popolazione anziana e tra i pazienti “fragili”,
tutt’altro che celeri nel rispondere alla chiamata dell’esecutivo.
E così, come raccontato da Niccolò Carratelli sulle pagine della Stampa,
all’interno del Comitato tecnico-scientifico si ragiona già sulla mossa successiva,
la riduzione della durata del Green pass.
A confermare l’ipotesi è stato Fabio Ciciliano, medico della Protezione civile e della polizia nonché membro del Comitato tecnico-scientifico.
Ciciliano ha affrontato con preoccupazione il tema degli over 60 che ancora non si sono presentati per la terza dose:
“Non me lo spiego. Dopo aver completato il primo ciclo vaccinale, non ha senso ritardare il richiamo, specie per chi è più fragile.
Credo sia necessario comunicarlo nel modo più chiaro possibile: dopo il quinto mese bisogna muoversi per fare la terza dose”.
Tra i possibili deterrenti, che rallentano la corsa alla nuova inoculazione,
potrebbe esserci proprio la durata del Green pass, al momento ancora valido per 9 mesi.
Secondo Ciciliano, infatti, la durata della certificazione virtuale “non rappresenta un incentivo,
come lo è invece il Super Green pass per i non vaccinati.
Si pensava che chi aveva aderito in passato alla campagna vaccinale fosse ormai inserito in un percorso,
ma stiamo vedendo che non è per tutti così.
Bisogna chiarire alle persone che la capacità immunologica del vaccino
e la validità amministrativa del Green pass sono due cose ben diverse”.
Possibile, dunque, che si proceda nei prossimi mesi a una revisione della durata del certificato,
che potrebbe a questo punto essere ridotta a 6 o 7 mesi, così da accelerare la corsa alla terza dose.