Ziig
Forumer attivo
Secondo me guardare al passato quando la conoscenza possibile fruibile era praticamente nulla per fare un parallelismo con oggi non porta molto lontano; l'arte povera ad esempio è nata "solo" 50 anni fa, ma la velocità con cui le cose vengono analizzate e "digerite" oggi è infinitamente più rapida che 100 anni fa, le persone che se ne occupano sono un multiplo e la conoscenza è splittata tra un numero di voci molto maggiore.Chi accetta con entusiasmo di stare nella corrente oggi "vincente" dovrebbe ricordare che prima e anche a fianco dell'Impressionismo era piuttosto vincente l'arte "Pompier". Molti, in fondo, si sentono nella stessa posizione di rottura degli impressionisti, 150 anni dopo. Attenzione che invece non si trovino nella medesima condizione dei Pompiers di allora ...
Io lo so che qualcuno potrebbe rispondere: "guarda che la maggioranza oggi sta ancora nella linea Cantatore-Purificato- e Morlotti, va', questi artopovericristi non se li fila nessuno, solo una minoranza".
Bene, ciò non dimostra che rappresentino una vera rottura (di scatole sì), anche perché la minoranza che li sostiene lo fa soprattutto con il denaro (e con la corruzione plutointellettuale dei direttori di museo).
Non è un caso che oggi quando si parla di "riscoprire" un autore spesso si parla di qualcuno ancora vivo ed quasi sempre di qualcuno che ha avuto comunque un'importanza (magari non un mercato ancora consolidato ecco), una storia museale, una critica dietro; non siamo al punto che ci si sveglia e "sai che c'è, ci siamo dimenticati di Van Gogh" o "cavolo sto poveraccio di Soutine non era così incapace"; conoscere il passato è importante per capire il presente ma applicare le forme mentis del passato può essere fuorviante secondo me.
Poi il tutto va parametrato anche al paese di cui si parla, ed in questo senso la realtà italiana ha delle eccezioni date dal suo provincialismo che non aiutano diciamo.