Amartya
Cazzari alla gogn@
Nel settore calzaturiero i Piccoli si sentono martellati dalla concorrenza sleale dell'estero e da chi produce fuori e poi scrivere sulle scarpe made in Italy. Come Rudizzo «dopo 40 anni che la nostra azienda è sul mercato non ce la facciamo più, in più i signori delle banche ci stanno scavando la fossa e siamo costretti a chiedere aiuto ai fornitori». La globalizzazione «è stata una mazzata sui piedi» aggiunge Lettore 333. «L'Unione europea si deve dare una regolata e mettere paletti alla delocalizzazione e ai rapporti con la Cina. E meno male che i cinesi cominciano giustamente a chiedere salari più alti!». Qualcuno pur in questa condizioni di mercato sfavorevole ce la fa e se capita è grazie alla capacità di esportare. Come Ilaria Mugnaini che ha una piccola azienda di abbigliamento per bambini: «Ho diversificato il mio prodotto cercando di posizionarmi nella fascia alta e ritagliandomi una nicchia. La differenza l'ha fatta l'estero che assorbe il 70% del mio fatturato, il restante 30% di fatturato Italia è un disastro in quanto produci, fatturi ma non sai mai quando riscuoterai e questo non è giusto. Non possiamo noi imprenditori fare da banca per gli altri». Sono un figlio di imprenditore scrive il giovane Amartya che si dice fortunato perché è stato mandato a studiare fuori. «La società di mio padre da 10 anni paga solo tasse senza vedere utili e come sia possibile ciò rimane un mistero italiano».
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