News, Dati, Eventi finanziari Le news della settimana 1 - 5 dicembre 2008

Banco Popolare: Gruppo forte, "titolo non rispecchia valore"
Il Consiglio di Gestione, riunito oggi in seduta ordinaria, del Banco Popolare, ha anche analizzato l'andamento delle quotazioni del titolo.
"Le vendite sul Banco Popolare", si legge in una nota dell'istituto, "dipendono dalla inaspettata interruzione della trattativa tra Banca Italease e il partner tedesco che era stato individuato in DZ Bank".
"Si tratta di una reazione, dettata anche da fenomeni speculativi in borsa, del tutto sproporzionata al peso che la partecipata Banca Italease ha sul bilancio del Gruppo".
"Banca Italease" spiega ancora la nota, "ha peraltro confermato un'adeguata situazione di liquidità, a prescindere dal nuovo finanziamento deliberato dal Banco per garantire alle Piccole Medie Imprese proprie clienti di accedere ai servizi di leasing e factoring".
"I dati del Banco Popolare sono buoni - ribadisce il Consigliere Delegato Fabio Innocenzi - ricordo i numeri della nostra trimestrale, caratterizzata da un profilo di liquidità ampiamente positivo, un'adeguata solidità patrimoniale grazie anche alle azioni straordinarie in corso di perfezionamento ed una redditività caratteristica in buona crescita rispetto all'esercizio precedente. Da allora nulla è cambiato e pertanto l'andamento del titolo di questi ultimi giorni non rispecchia il reale valore del nostro Gruppo".


da www.teleborsa.it
 
Edison: accordo con EGPC per concessione idrocarburi in Egitto


Edison International ha siglato oggi un accordo vincolante con Egyptian General Petroleum Corporation ("EGPC") per i diritti di esplorazione, produzione e sviluppo della concessione off shore di Abu Qir, in Egitto a nord di Alessandria.
L'assegnazione, spiega una nota, è avvenuta tramite gara internazionale indetta da EGPC a cui hanno partecipato 13 compagnie petrolifere.
L'accordo, dopo l'approvazione del Consiglio di Amministrazione di EGPC e del Consiglio dei Ministri del Governo egiziano, prevede ora che venga ratificato da parte del Parlamento egiziano divenendo legge dello Stato. La concessione durerà 20 anni con la possibilità di essere prolungata per ulteriori 10 anni su richiesta di Edison.
Operativi fin dagli anni '70, i campi di Abu Qir, producono attraverso tre piattaforme circa 1,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno e 1,5 milioni di barili di olio all'anno. La concessione ha riserve stimate pari a circa 70 miliardi di metri cubi equivalenti, di cui il 40% circa di spettanza Edison. EGPC e Edison intendono incrementare la produzione dalle riserve esistenti e sviluppare l'elevato potenziale esplorativo della concessione. L'accordo rappresenta per Edison un significativo investimento sul mercato egiziano del petrolio e del gas.
L'accordo prevede il pagamento di un bonus di firma a favore di EGPC di 1.405 milioni di dollari e sarà pagato, a chiusura dell'operazione, utilizzando linee di credito già disponibili. Gli investimenti totali destinati ad aumentare le riserve e la produzione dell'area sono stimati in circa 1.700 milioni di dollari; la quota prevalente di questo investimento sarà finanziata nell'arco dei prossimi 5-7 anni. I flussi di cassa generati copriranno gli investimenti a partire dal 2012, mentre quelli da attuare nel periodo precedente, stimati in circa 750 milioni di dollari, saranno finanziati per circa la metà dalla generazione dei flussi di cassa e per la parte restante da finanziamenti dedicati, che consentiranno anche di rifinanziare una parte del bonus di firma iniziale.

Il piano di sviluppo, presentato da Edison in fase di gara, comporterà la perforazione di nuovi pozzi, la costruzione di 3 nuove piattaforme e l'ampliamento delle strutture a terra per arrivare a raddoppiare la produzione entro pochi anni attraverso i potenziamenti previsti.
Inoltre, la concessione ha un alto potenziale esplorativo che Edison prevede di sviluppare attraverso la perforazione dei livelli profondi, dove sono state evidenziate alte probabilità di ritrovamento di idrocarburi liquidi e gassosi.
L'accordo prevede che Edison possa commercializzare il gas e gli idrocarburi liquidi insieme a EGPC; tale possibilità è subordinata alle esigenze di soddisfacimento della domanda di gas sul mercato egiziano.
Questa operazione consente a Edison di aumentare sensibilmente le proprie riserve di idrocarburi aggiungendo 27 miliardi di metri cubi di gas equivalente di riserve (certe e probabili) agli attuali 33 miliardi e porterà entro il 2013 la produzione annua di gas del Gruppo a 2,6 miliardi di metri cubi dagli attuali 1,1 miliardi.
"Grazie a questo importante contratto Edison potrà raggiungere l'obiettivo di medio termine di coprire il 15% del fabbisogno di gas del gruppo con produzioni proprie", ha commentato, Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison. "Con questa concessione Edison si rafforza in Egitto, dove opera dal 1995 con numerose iniziative in attività esplorative e nella produzione di idrocarburi nella concessione off shore di Rosetta." "Siamo soddisfatti di avere conseguito questo importante risultato. Abbiamo superato un rigoroso screening tecnico, che ha messo in competizione le migliori società del settore energetico" ha dichiarato Pietro Cavanna, direttore della Business Unit Idrocarburi di Edison. "Nei campi di Abu Qir massimizzeremo il recupero degli idrocarburi applicando le tecnologie più avanzate del settore dell'esplorazione e dell'ingegneria dei giacimenti che rispettano pienamente le normative di sicurezza e ambientali".
"EGPC accoglie con soddisfazione Edison come suo partner nella concessione di Abu Qir" ha commentato Abdel Alim Taha, amministratore delegato di EGPC. "Per il mercato del gas egiziano Abu Qir è sempre stato un campo importante e l'investimento di Edison ne assicurerà il pieno sviluppo".



da www.teleborsa.it
 
GE: riduce range stime eps, conferma cedola
La General Electric nell'ambito di un piano di riorganizzazione della divisione finanziaria, ha rivisto al ribasso le stime di utile per azione per il quarto trimestre, prevedendo un range di 0,50-0,52 dollari rispetto alla forchetta precedente di 0,50-0,65 dollari.
Il colosso americano, inoltre, conferma l'intenzione di mantenere il dividendo di 1,24 dollari per azione per il 2009.
Intanto sulla piazza di Wall Street, le azioni balzano del 3,23% a 16 dollari.



da www.teleborsa.it
 
La crisi lascia il segno anche sullo stile di vita dei grandi manager americani. L'amministratore delegato di General Motors Rick Wagoner ha deciso di andare a Wahington in auto e non con il jet privato. In più ha fatto sapere di essere d'accordo con la proposta di essere retribuito con 1 dollaro l'anno.

Cosa non si farebbe, viene da dire, per convincere la politica ad aiutare l'industria automobilistica ormai stremata dalla crisi di liquidità e da anni di scelte industriali perdenti. Tutto avviene, infatti, nel giorno in cui le case automobilistiche di Detroit presentano i loro piani di salvataggio al Congresso. Washington dovrà decidere se accordare a General Motors, Ford e Chrysler 25 miliardi di dollari come sostegno all'industria.

Secondo quanto riportato dal portavoce di Gm, Tony Cervone, Wagoner ha deciso di percorrere gli 832 chilometri da Detroit , sede del colosso (ormai dai piedi d'argilla) fino alla capitale a bordo di una Chevrolet Malibu, vettura ibrida più efficiente dal punto di vista dei consumi. Anche l'amministratore delegato di Ford, Alan Mullally (pronto anche lui ad accettare uno stipendio annuale simbolico di 1 dollaro) ha viaggiato su quattro ruote per 10 ore fino a Washington, mentre il numero uno di Chrysler, Robert Nardelli, rinuncerà al jet privato, ma non ha ancora fatto sapere se userà l'auto o un aereo di linea.

In novembre, quando il Congresso aveva rifiutato di erogare prestiti chiedendo che fosse prima presentato un piano strategico, i tre amministratore delegati erano stati duramente criticati per avere viaggiato con i propri jet privati.

Il settore auto è oggi in forte progresso a Wall Street, il mercato scommette per un sì del Congresso Usa agli aiuti all'Auto. Tra i titoli a maggiore capitalizzazione Usa, General Motors sale a metà pomeriggio del 5,45% a 4,84 dollari, dopo un massimo toccato a 5,11 dollari, e tra i titoli dell'S&P100 Ford guadagna il 6,27% a 2,71 dollari, con un top a 2,79 dollari.

Gli analisti si aspettano che i piani delle tre compagnie saranno basati sulle proposte di produrre vetture più efficienti nei consumi, di mettere in vendita i marchi meno popolari e redditizi, di rivedere gli stipendi dei manager e di rinegoziare i salari degli operai con il sindacato United auto workers union.

In particolare General Motors potrebbe mettere in vendita i brand Pontiac, Saab e Saturn, mentre Ford ha già confermato che la cessione della svedese Volvo è una delle opzioni all'esame. Per quanto riguarda Chrysler, alcuni analisti sono convinti del fatto che debba cercare una alleanza perché non è abbastanza grande per sopravvivere alla crisi da sola. Intanto, all'incontro di oggi al Congresso Usa i tre amministratori delle case di Detroit non andranno in jet privato, come è accaduto il mese scorso, quando furono investiti dalle critiche per la scelta poco popolare. (Al.An.)

da www.ilsole24ore.com
 
Borse asiatiche: Tokyo in rialzo seguono le altre borse
La Borsa di Tokyo chiude gli scambi in rialzo dell'1,79%, sulla scia del rimbalzo di Wall Street. L'indice Nikkei torna sopra quota 8.000 a 8.004,10 punti, 140,41 in piu' della chiusura di ieri.
Seul ha chiuso le contrattazioni sottotono con un calo dello 0,05% a 1022,67 punti, negativa anche Taiwan che ha ceduto l'1,14% a 4307,26 punti.
Segno positivo per le altre borse asiatiche che chiuderanno più tardi le contrattazioni: Hong Kong guadagna l'1,74%, Singapore + 0,88% e Jakarta +0,60%. In ascesa anche Bangkok +2,19%, Kuala Lampur +0,19%; buona performance di Shangai che guadagna il 4,01%.



da www.teleborsa.it
 
Telecom: nuovo piano 2011, crescita media ricavi vista oltre 2%
Il Cda di Telecom Italia, riunitosi ieri sotto la presidenza di Gabriele Galateri di Genola, ha approvato il piano industriale 2009-2011 del Gruppo.
Oggi a Londra l'Amministratore Delegato di Telecom Italia Franco Bernabè e il CFO Marco Patuano ne presentano alla comunità finanziaria e alla stampa le linee guida strategiche e gli obiettivi per il triennio 2009-2011.
"L'obiettivo del piano - ha commentato Franco Bernabè nell'introdurre l'incontro - è di proseguire nel miglioramento della dinamica di ricavi e margini avviata nel corso del 2008 e riprendere un percorso selettivo di crescita caratterizzato da una severa disciplina finanziaria del Gruppo Telecom Italia. Avevamo annunciato con forza un ritorno ai fondamentali, con l'obiettivo della generazione di cassa, della riduzione del debito, della corretta dinamica di ricavi e margini coerenti con la nostra dimensione e con la nostra capacità operativa.
Le condizioni dei mercati e dell'economia reale nel frattempo intervenute hanno mostrato come sia necessario essere ancora più incisivi nell'affrontare in modo prioritario la riduzione dell'indebitamento. Alla luce dei risultati, che nel frattempo hanno mostrato la frenata dell'erosione dei margini, siamo oggi in condizione di proseguire con un piano triennale che conferma la direzione di questi ultimi mesi.
Continueremo quindi con più determinazione sul lato del controllo dei costi operativi e degli investimenti, con un perimetro di business coerente con le nostre attuali necessità, e con l'obiettivo di abbattere il debito intorno al 2,3 in rapporto all'EBITDA.
Sul piano geografico lo sviluppo si concentrerà su Italia e Brasile, senza trascurare il mercato TLC argentino, e sul piano industriale si focalizzerà sui nuovi servizi e funzionalità abilitate dalla banda larga fissa e mobile. Sul mercato domestico ci concentreremo su una nuova impostazione customer centric, modificando coerentemente la nostra macro organizzazione a partire da gennaio 2009. Continueremo a dare un forte impulso ai business innovativi, lavorando per lo sviluppo complessivo dell' economia digitale. Al fine di meglio sostenere l'offerta di servizi convergenti, interverremo poi, già nel corso del 2009, sulla nostra architettura di brand nell'ottica di una sua forte razionalizzazione. Le attività non coerenti con queste priorità geografiche ed industriali saranno gestite in un'ottica di valorizzazione finalizzata alla dismissione, quando le condizioni di mercato lo consentiranno".
Gli obiettivi del piano 2009-2011 legati ai principali indicatori economici prevedono ricavi ed EBITDA margin organici stabili. Gli investimenti industriali per il 2009 saranno pari a ca. 4,8 miliardi di euro. Il rapporto Debito Netto/EBITDA è previsto intorno a 2,9 a fine 2009.
Gli obiettivi di Gruppo 2008-11 prevedono, un incremento medio annuo dei ricavi superiore al 2%; EBITDA margin al 2011 superiore al 39%. Gli investimenti industriali al 2011 rappresenteranno circa il 13,0%- 13,5% dei ricavi. A fronte di tali obiettivi il Gruppo prevede inoltre un rapporto Debito Netto/EBITDA pari a circa 2,3 a fine 2011.


I target per l'anno 2009 del business Domestico prevedono: ricavi organici tra 22,7 e 22,8 miliardi di euro; EBITDA organico tra 9,9 e 10 miliardi di euro; investimenti industriali per circa 3,3 miliardi di euro.
I ricavi organici sono previsti in leggera crescita ('0,2% medio annuo) per il periodo 2008-2011. E' atteso il raggiungimento di un EBITDA margin organico di circa il 46% nel 2011 e gli investimenti rappresenteranno circa il 13-13,5% dei ricavi.
Il Brasile rappresenta un solido mercato emergente in cui Telecom Italia vuole rafforzare il proprio posizionamento facendo leva sulle potenzialità del mobile quale enabler dello sviluppo del broadband e sfruttando le opportunità della migrazione fisso-mobile. Per il Brasile i target per il triennio 2009-2011, a parità di perimetro e cambi prevede Ricavi nel 2009 pari a circa 15,3 miliardi reais e in crescita circa dell'8% medio annuo nel periodo 2008-2011; EBITDA pari a circa 3,6 miliardi di reais nel 2009 con un margine del 27,5% nel 2011; Investimenti industriali pari a circa 2,8 miliardi di reais nel 2009, e pari al 13,5% dei ricavi al 2011.
Telecom Italia ribadisce il proprio impegno in Telecom Argentina dove intende rafforzare la propria presenza attraverso l'esercizio della call option e il conseguente aumento della quota azionaria in Sofora. L'operazione avverrà con il supporto di un partner locale e non comporterà esborsi finanziari per Telecom Italia.


da www.teleborsa.it
 
La Ue cede sugli aiuti alle banche

Sul tavolo del vertice europeo che si riunirà a Bruxelles l'11 e 12 dicembre prossimi non ci sarà soltanto il piano di rilancio dell'economia europea da 200 miliardi di euro presentato la settimana scorsa dalla Commissione Barroso. Ci sarà anche, quasi certamente, un nuovo codice Ue, più flessibile, per l'erogazione degli aiuti al settore bancario in difficoltà.

Nel corso della riunione dei ministri delle Finanze dei 27, che tra l'altro ieri ha messo concretamente in cantiere il piano Margherita per il finanziamento delle infrastrutture energetiche e di trasporto in Europa - l'idea lanciata due mesi fa a Nizza da Giulio Tremonti - il problema della ricapitalizzazione degli istituti di credito è inevitabilmente tornato in primo piano. Per quel suo peculiare ruolo di cinghia di trasmissione di effetti benefici o perversi su un'economia che sempre più pare destinata ad affondare nella recessione.

«In questa riunione - ha dichiarato, al termine dell'Ecofin, la francese Christine Lagarde, presidente di turno della Ue - abbiamo fatto un grosso progresso. Il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes ha cambiato radicalmente atteggiamento. Ora, nell'applicazione di norme, criteri, valutazioni e principi diversi ammette che debba esserci una distinzione tra banche in difficoltà e banche fondamentalmente sane». E ha aggiunto: «La Kroes ha accettato di tener conto dell'urgenza e della necessità di far passare gli imperativi di finanziamento dell'economia davanti agli imperativi delle regole assolute della legislazione sulla concorrenza». E ha concluso: «Avremo un documento rivisto della Commissione al vertice europeo dell'11-12 dicembre».

Se non è stato un sonoro schiaffo alla linea dogmatica della Commissione europea, davvero pochissimo ci è mancato. Alla carica contro Bruxelles e la sua rigida politica sugli aiuti di Stato sono partite Germania e Svezia, che hanno apertamente accusato l'Esecutivo Ue di burocratismo esasperato. Ma anche Austria, Portogallo e Polonia si sono unite al coro di critiche.

Quali? In sostanza i Governi rimproverano a Bruxelles di imporre condizioni draconiane ma spesso ingiustificate alle banche in via di ricapitalizzazione, con il risultato di indurle a rinunciare agli aiuti pubblici contribuendo così a stringere invece che ad allargare i rubinetti del credito a un'economia che invece ne ha disperato bisogno in un'Europa che naviga verso la recessione. Le condizioni indebite riguardano tanto il livello troppo elevato richiesto per il pagamento dei tassi di interesse quanto la domanda di sopprimere il versamento dei dividendi agli azionisti.

«Non si possono imporre alle banche sane ma in crisi di liquidità le stesse restrizioni previste per quelle sull'orlo del fallimento», hanno insistito molti ministri. Con il risultato che nel nuovo codice in arrivo la ricapitalizzazione delle banche da parte dello Stato dovrebbe essere consentita sia per evitarne il fallimento, sia perché non riescono a procurarsi prestiti sul mercato, sia per iniettare liquidità nell'economia reale.

Secondo le indicazioni arrivate ieri dall'Ecofin, il nuovo codice dovrà insomma: prevedere misure tempestive per riattivare il mercato europeo del credito; distinguere tra banche sotto stress o no, tra gli strumenti usati e i Paesi cui gli istituti fanno capo; contemplare, su indicazione della Bce, l'istituzione di "corridoi di costi" della ricapitalizzazione. Inoltre le decisioni della Commissione dovranno essere più rapide. Francia e Germania, che ancora non hanno ottenuto il via libera della Kroes a parte dei loro piani di ricapitalizzazione bancaria ieri hanno insistito molto sull'ultimo punto. Il messaggio è arrivato a destinazione. Tant'è vero che la Kroes ha tenuto a specificare che regole più flessibili non comporteranno la fine della sua vigilanza per evitare distorsioni sul mercato. «Il capitale pubblico non dovrà servire ad accrescere gli utili o a falsare la concorrenza».
Per il resto la riunione dei ministri a 27 non ha fatto che ricalcare le divergenze in seno all'Eurogruppo sulle strade da seguire per rilanciare l'economia europea. Strade nazionali, non si sa ancora esattamente quanto impegnative quantitativamente. La Germania ieri ha ribadito ancora una volta i suoi paletti: lo sforzo fatto finora basta. Francia e Italia condividono il piano Barroso. La decisione finale arriverà comunque dal vertice Ue di settimana prossima.

Quanto al piano Tremonti per allargare la torta dei finanziamenti ai grandi lavori europei, l'Ecofin ha accettato la proposta del gruppo di lavoro (si veda «Il Sole-24Ore» del 30 novembre) di lanciare un equity fund appoggiato sulla Bei e sulla rete degli investitori istituzionali come la Cassa Depositi e Prestiti e allargato alla partecipazione dei privati.

da www.ilsole24ore.com
 
Infineon: si allarga la perdita nel 4* trim., sotto attese
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Infineon ha chiuso il quarto trimestre con perdite superiori alle attese degli analisti ed ha avvisato che registrera'' performance deboli anche nei prossimi mesi. Il gruppo tedesco dei semiconduttori ha messo fine al periodo con una perdita netta da 763 milioni di euro, a fronte del rosso da 280 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Il risultato operativo e'' passato da un utile da 64 milioni dello scorso anno ad un rosso da 244 milioni di euro, risultando nettamente inferiore alle attese degli analisti, che puntavano su una perdita da 64 milioni. Anche l''Ebit e'' passato in territorio negativo, attestandosi su una perdita da 220 milioni di euro, contro l''attivo da 71 milioni del quarto trimestre dell''anno passato. E'' invece cresciuto il fatturato, salito da 1,03 a 1,15 miliardi di euro, sopra le previsioni degli analisti di 1,09 miliardi. Ma il gruppo ha gia'' avvisato che nel 2009 i ricavi scenderanno di almeno il 15% su base annua e che nel primo trimestre il calo sara'' addirittura del 30%. La societa'' fa sapere che, a causa delle difficili condizioni del mercato, sara'' costretta a tagliare ancora i costi ed a procedere a nuovi piani di ristrutturazione, che potrebbero pero'' risultare in nuovi oneri da contabilizzare in bilancio. Incertezze anche per quanto riguarda la prevista dismissione della quota nella controllata Qimonda: Infineon ha infatti annunciato che il processo di vendita potrebbe subire dei rallentamenti e che prima di cedere l''intera controllata intende scendere al di sotto del 50%.


da MF - DJ
 
Aedes: in arrivo il piano Amenduni (Sole)
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Tempi stretti per il salvataggio di Aedes che e'' ancora in attesa del piano di Amenduni che dovrebbe essere presentato a giorni, secondo quanto scrive oggi il Sole 24 Ore. Entro pochi giorni Amenduni e Isoldi Immobiliare dovrebbero terminare le analisi e mettere per iscritto il piano di salvataggio per Aedes. Servono pero'' due condizioni: la Consob deve esentare la cordata dal lanciare un''Opa su Aedes. La seconda che le banche siano disponibili a convertire parte dei crediti vantati nei confronti della societa'' immobiliare e delle sue controllate in azioni.


da MF - DJ
 
Zona Euro: frenano oltre attese le vendite dettaglio ottobre
Si contraggono ancora le vendite in Europa a ottobre, Le vendite al dettaglio della Zona Euro hanno evidenziato infatti un calo dello 0,8%, dopo aver registrato un decremento dello 0,3% a settembre. Le attese degli analisti erano per una contrazione dello 0,6%. Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente si è registrato invece un incremento del 6,3%. Lo comunica l'Eurostat. Per l'Europa dei 27 il volume delle vendite al dettaglio è sceso dell'1,4% su base congiunturale (-0,4% a settembre), segnando un incremento del 7,3% tendenziale.


da www.teleborsa.it
 

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