Presi dal 3d Greco
Bruxelles, 19 lug. (TMNews) - I capi di Stato e di governo dell'Eurozona si riuniranno giovedì a Bruxelles per un vertice di crisi che si annuncia pieno di rischi e povero di decisioni, sotto il segno della discordia, nonostante il fatto che è ormai l'euro stesso, e non più solo la solvibilità della Grecia, a essere rimesso in discussione dall'indecisione e dalle mezze misure dei leader europei di fronte agli attacchi dei mercati. Il vertice dovrà delineare il nuovo piano di aiuti alla Grecia (un nuovo prestito da 110 miliardi di euro da parte dell'Eurozona e dell'Fmi), ma allo stesso tempo dovrà anche trovare una soluzione per evitare il contagio agli altri paesi membri, con Spagna e Italia ormai in prima linea. Mentre continuano da giorni le consultazioni fra i tecnici dei ministeri delle Finanze, a Bruxelles vige il silenzio stampa delle istituzioni europee, preoccupate di non alimentare, neanche con semplici spiegazioni 'off the record', le speculazioni sullo scontro in corso sulle varie ipotesi che potrebbero essere discusse al vertice. Una situazione del tutto inusuale, alla vigilia di un appuntamento così importante, che dà la misura della drammaticità del momento e dell'inadeguatezza degli strumenti che hanno a disposizione di coloro che dovrebbero assicurare la leadership europea. La decisione principale che dovrà prendere il vertice dell'Eurozona riguarda l'ipotesi di un 'default' controllato o 'selettivo' di Atene: in altre parole, le modalità di partecipazione delle banche private ai costi del salvataggio della Grecia, una soluzione voluta da Berlino (e ormai anche dalla Commissione europea) ma osteggiata dalla Bce, mentre anche la Francia - vista l'alta esposizione della proprie banche ai titoli di Stato di Atene, superiore a quella dei tedeschi - è quantomeno ambigua, essendo restìa ad accettare ipotesi che vadano al di là del contributo 'volontario' dei privati. (Segue)
Fmi: favorevole agli Eurobond
Il Fondo indica quali sono i vantaggi di un approccio e di una sistema federali. Uno, molto importante, è «che crea opportunità di condivisione del rischio attraverso la messa in comune del debito degli stati partecipanti». Gli Eurobond «ridurrebbero il costo del debito di molti stati ed eventualmente tutti attraverso una dimensione del mercato più ampia, maggiore profondità, liquidità e diversificazione». Ciò piazzerebbe il mercato degli Eurobond dell'Eurozona alla pari con quello dei T bond americani «rafforzando l'euro quale una fra le maggiori valute di riserva». Un costo del debito più basso aumenterebbe l'attrazione di tale mercato. In sostanza, il Fmi indica che in questo quadro ci sarebbe una emissione comune di debito al quale i paesi avrebbero «accesso condizionato sotto condizioni strette e misurabil
Quindi la Soluzione è Ben Chiara...Basterebbe Attuarla,invece...
Io spero che GIovedi decidano Qlc,perchè altrimenti Venerdi è la volta buona che si vedranno i fuochi d'artificio..