dalla suizzera

In Svizzera un buon clima fiscale

Sondaggio tra le imprese: il 66% in Ticino si ritiene più o meno soddisfatto delle prestazioni
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BERNA - Le imprese e il fisco lavorano in un buon clima di collaborazione in Svizzera, una condizione importante per attirare sul territorio elvetico società estere. Un sondaggio pubblicato oggi, realizzato per conto della società di consulenza e revisione contabile EY (Ernst&Young), rivela che il 99% delle imprese si ritengono più o meno soddisfatte per quanto riguarda le prestazioni delle amministrazioni fiscali cantonali. Il Ticino, con la Svizzera centrale, primeggia addirittura per le aziende "molto soddisfatte" (24,1%).
La società ha fatto interpellare all'inizio di novembre 2013 dall'istituto di sondaggio indipendente Valid Research in tutto 307 imprese di diversi rami, di cui 73 nella regione "Svizzera centrale e Ticino". Il 65,5% di esse si è dichiarato "soddisfatto", il 17% "molto soddisfatto", il 16,3% "abbastanza soddisfatto". Solo l'1% si ritiene "poco soddisfatto" e mancano del tutto le imprese "non soddisfatte".
Nella regione Svizzera centrale e in Ticino si registra un 66% di imprese "soddisfatte", un 24,1% di "molto soddisfatte", un 9,1% di "abbastanza soddisfatte" e uno 0,8% di "poco soddisfatte". La categoria dei "poco soddisfatti" raggiunge il 6,7% nella regione Mittelland e Zurigo, mentre manca del tutto altrove.
Nella regione Lago Lemano la percentuale delle imprese "soddisfatte" è solo del 53,8%, e anche le aziende "molto soddisfatte" sono soltanto il 7,7%, mentre le quelle che non vanno oltre il voto "abbastanza soddisfatto" raggiungono il 30,8%. Un fatto forse dovuto alla maggiore lentezza delle amministrazioni fiscali lemaniche a rispondere alle richieste di decisioni preliminari ("ruling") rispetto al resto del Paese. Il fattore tempo è infatti "cruciale" per le imprese: 244 delle 307 interpellate considerano "decisiva" la rapidità con cui le loro richieste sono trattate.
Né la taglia dell'impresa, né il suo fatturato, né il fatto che sia quotata o no in borsa hanno un impatto notevole sul grado di soddisfazione, rileva EY, secondo cui "la reattività e la disponibilità delle amministrazioni fiscali sono essenziali per le imprese".
Il 70% delle imprese quotate in borsa dispongono di un interlocutore diretto in seno alle amministrazioni fiscali, mentre per quelle non quotate la percentuale è del 53,7%, indica ancora EY. Inoltre, si apprende ancora, il 20,8% delle imprese esigono una comunicazione in inglese. Diverse amministrazioni fiscali già propongono una corrispondenza in questa lingua, indica nella nota Philip Robinson, responsabile della consulenza fiscale e giuridica a EY Svizzera.
 
La Francia svuota i conti elvetici

Patrimoni nascosti in Svizzera: nel 2013 oltre 18 mila cittadini transalpini si sono autodenunciati
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PARIGI - Dal giugno del 2013 23.000 cittadini francesi detentori di conti segreti all'estero si sono autodenunciati. L'80% ha nascosto patrimoni - mediamente di 900.000 euro - in Svizzera, il 7% nel Lussemburgo. Stando al ministro delle finanze Michel Sapin, citato oggi dal quotidiano "Le Parisien", finora sono stati esaminati solo 1.260 dossiers, e incassati 764 milioni di euro.
Secondo Sapin "l'atteggiamento della Svizzera evolve" in materia fiscale e "la cooperazione tra le nostre amministrazioni migliora". Egli si dice inoltre convinto che "al più tardi nel 2016 la questione dei conti segreti in Svizzera apparterrà al passato".
 
Molte le vittime del "Madoff" italiano

Arrestato l'ex ricercatore Alberto Micalizzi, tra le banche truffate anche l'UBS
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MILANO - Ci sarebbero anche Pirelli, la filiale di UBS di Monaco, Ubi Banca e Simgest tra le importanti società e banche truffate da Alberto Micalizzi, l'ex ricercatore dell'Università Bocconi di Milano, una sorta di "Madoff" taliano, finito in carcere mercoledì mattina. Da quanto si è saputo, inoltre, l'ex professore di Finanza aziendale sarebbe riuscito a movimentare falsi bond per miliardi di dollari. L'entità delle truffe è di oltre 600 milioni di euro.
Secondo le indagini Micalizzi avrebbe "promosso" due associazioni per delinquere finalizzate a una serie di truffe. Con il primo "sodalizio" criminale, a cui avrebbero preso parte anche dei russi e dei turchi, avrebbe fatto girare falsi bond raggirando per diversi milioni di euro investitori come Ubi Banca e Simgest. Con il secondo, invece, avrebbe realizzato una serie di truffe con false fideiussioni a banche estere, società e finanziarie americane come Jp Morgan, Pirelli spa, Ubs di Monaco e Snam. Nell'inchiesta, da quanto si è saputo, sono indagate una cinquantina di persone.












ottimo articolo sul zole di occi
 
Ticinonline - Burkhalter chiede a Napolitano la fine delle "liste nere"

uno stralcio...
Nel suo discorso al Bernerhof Napolitano si è espresso in questi termini: "siamo troppo amici per nascondervi lo sconcerto provato nell'apprendere un risultato che si pone in controtendenza rispetto alla consolidata politica europea della Confederazione". Il presidente italiano ha preso atto della decisione sovrana dell'elettorato svizzero, ma auspica che "il modesto margine di vantaggio dei 'sì' lasci ampio spazio al confronto sui possibili scenari di collaborazione su questo spinoso terreno tra Svizzera e Unione Europea"

cio visto che il referendum è passato per poco
si può far finta di niente???

geniale :lol::lol::lol::wall::wall::wall:



Accordo quadro con l'UE, si tratta

Al via a Berna i negoziati in vista di un'intesa sulle questioni istituzionali
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BERNA - La Svizzera e l'Unione europea (UE) inizieranno oggi a Berna i negoziati in vista di una accordo quadro sulle questioni istituzionali. Le due parti cercheranno in particolare un'intesa su un meccanismo comune di adozione del diritto europeo.
Mentre il Consiglio federale dispone già da dicembre di un mandato negoziale, la Commissione europea, che tratterà con Berna a nome dell'UE, ha dovuto attendere più tempo prima di ottenere il via libera. Pochi giorni dopo il sì popolare del 9 febbraio all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa, i 28 avevano infatti ritirato la concessione del mandato dalla loro agenda politica.
L'impegno assunto dal Consiglio federale a rispettare la libera circolazione delle persone con la Croazia, senza tuttavia firmare il protocollo aggiuntivo, ha permesso di sbloccare la situazione. Il Comitato dei rappresentanti permanenti dei 28 Stati membri ha in seguito accelerato la procedura e una decisione ufficiale è stata presa pochi giorni dopo dai ministri degli esteri dell'UE.
I negoziati saranno condotti da Gianluca Grippa, del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), per quanto riguarda l'UE, e da Henri Gétaz, della Direzione degli affari europei del Dipartimento federale degli affari esteri, per la Svizze
 
Thailandia, colpo di stato dei militari

L'esercito ha preso il potere "per ripristinare l'ordine e spingere per ottenere riforme politiche"
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BANGKOK - L'esercito thailandese ha appena annunciato un colpo di stato, in un discorso televisivo alla nazione tenuto dal capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha. L'esercito ha preso il potere "per ripristinare l'ordine e spingere per il raggiungimento di riforme politiche", ha detto Prayuth annunciando il golpe, il 12. dal 1932 a oggi nel Paese.
L'annuncio è arrivato al termine del secondo incontro con le principali parti politiche in un complesso militare della capitale, che è stato circondato dai soldati pochi minuti prima del proclama di Prayuth.
Le altre trasmissioni tv sono state oscurate. Due giorni fa l'esercito aveva proclamato la legge marziale (negando che si trattasse dell'ennesimo golpe nel Paese) dopo sei mesi di crisi politica e scontri di piazza che hanno causato 28 morti e oltre 800 feriti.
Sempre l'esercito ha poi imposto il coprifuoco nel Paese dalle 22 di oggi alle 5 di domattina. "Nessuno sarà autorizzato a lasciare il proprio domicilio tra le 22 e le 5", ha detto un portavoce delle forze armate poco dopo la proclamazione del colpo di stato.
 
Carige truffata, arrestato Enderlin

Tra le sette ordinanze di custodia cautelare anche quella per l'imprenditore luganese
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GENOVA - La guardia di Finanza italiana ha eseguito oggi sette ordinanze di custodia cautelare nell'inchiesta su una presunta truffa all'istituto bancario Carige. Tra gli arrestati figura anche il noto imprenditore luganese Davide Enderlin Jr., presidente della Pallavolo Lugano e consigliere comunale per il PLRT: Enderlin si trova in custodia cautelare in carcere in Italia, dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza avvenute tra Genova, La Spezia e Milano. Secondo la stessa Guardia di finanza, "gli acquisti gonfiati di società facenti capo a persone compiacenti hanno fatto in modo che fossero portati in Svizzera circa 21 milioni di euro. Di questi, parte è stata impiegata per un investimento immobiliare in territorio elvetico i cui effettivi titolari erano i vertici del gruppo Carige".
Tra i reati ipotizzati per le diverse persone fermate nell'ambito dell'inchiesta ci sono, a vario titolo, associazione a delinquere, truffa aggravata, riciclaggio transnazionale (ci sarebbe stato appunto il tentativo di rilevare le quote di un albergo a Lugano) e attestazione fittizia di beni. Secondo gli investigatori e la Guardia di finanza di Genova, l'indagine dimostra "l'esistenza di un management fortemente condizionato dal carismatico leader ventennale del gruppo bancario assicurativo Giovanni Berneschi". Berneschi pure lui arrestato e ora ai domiciliari.
 
Siamo i più competitivi (dopo gli Usa)

Studio dell'IMD: l'approvazione dell'iniziativa sull'immigrazione di massa offusca le prospettive
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LOSANNA - La Svizzera resta il secondo Paese più competitivo a livello internazionale, dopo gli Stati Uniti, secondo l'ultima classifica stilata dall'Institute for Management Development (IMD) di Losanna. L'approvazione dell'iniziativa sull'immigrazione di massa offusca però le prospettive.
Si delinea una tendenza verso un quadro legale incerto, si legge nel rapporto 2014. I rappresentanti dell'economia si sono detti preoccupati riguardo alla disponibilità a lungo termine di personale qualificato; tali inquietudini potrebbero spaventare gli investitori stranieri.
L'ottima posizione della Svizzera è dovuta alla sua robusta economia, fortemente orientata alla competitività, afferma l'IMD. Punti forti sono anche la qualità di vita, la coesione sociale, la diversificazione, la gestione efficace delle finanze pubbliche e l'adattamento delle imprese ai cambiamenti di mercato. Inoltre il Paese trae profitto dalla debolezza dell'Eurozona. Per contro il vigore del franco pesa sulla concorrenzialità di molte aziende.
Al terzo rango si situa Singapore, che ha spiazzato Hong Kong, ora quarto. In Europa si mettono in luce diversi Paesi scandinavi: nella Top 10 si trovano la Svezia (quinta), la Danimarca (nona) e la Norvegia (decima). L'ultima nazione del Vecchio Continente è la Croazia (59). Anche la Francia (27.) e l'Italia (46.) non sono ben posizionate. L'ultimissimo rango è occupato dal Venezuela.
Per la classifica vengono esaminati sessanta Paesi in base a 228 criteri; due terzi dei dati utilizzati si basano su statistiche nazionali e internazionali.
 
La nuova fortuna di Lugano? I trader

Dal 2012 sono una ventina le società stabilitesi sul Ceresio: e le finanze comunali sorridono
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LUGANO - Arrivano a Lugano da tutta Europa: Italia, Inghilterra, Russia, ma anche Balcani e Kazakistan. Parliamo delle società di trading che sulle rive del Ceresio, a livello di gettito fiscale, stanno prendendo il sopravvento sulle banche. Come riporta l'edizione odierna del GdP, sono infatti oltre 60 quelle presenti a Lugano, di cui una ventina arrivate dall'estero solo negli ultimi due anni; per un totale di dipendenti che si aggira attorno alle 1000 unita. Ma di cosa si occupano queste aziende? Di compravendita di materie prime, come l'acciaio, il ferro o ancora il gas e il petrolio. Quello che ci si chiede ora è però se con l'aumento del moltiplicatore, passato dal 70 all'80%, queste aziende cessino di far le fortune della città. E in questo senso - intervistato dal GdP - Michele Foletti ha tenuto a sottolineare che non c'è nessun pericolo. Le società in questione apprezzano in effetti particolarmente le molte qualità (sanità, servizi bancari, ambiente cosmopolita) offerte dal territorio.
 
Più povera, violenta e disoccupata

È la fotografia scattata all'Italia dalla CNA dopo sei anni di crisi: e anche istruirsi è inutile
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ROMA - Più povera, più violenta, più vecchia e inutilmente più istruita. È l'Italia che esce da sei anni di crisi economica, politica e sociale in una fotografia scattata dal Centro Studi della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna).
Negli anni della crisi il Paese ha visto crescere in maniera esponenziale le persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Ormai sono oltre 18 milioni, quasi tre milioni in più del 2007, pari al 14,8% di tutti gli europei emarginati economicamente
Sono persone costrette a vivere in famiglie con entrate inferiori al 60% del reddito medio, che non possono permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni e, se lavorano, lo fanno in maniera ridotta. Peggio dell'Italia in Ue solo la Grecia e sette Paesi ex-comunisti.
Dal 2007 la quota di italiani che non possono sostenere una spesa imprevista, pagare le bollette, riscaldare la casa, nutrirsi come si deve è schizzata dal 6,8 al 14,5%. E in Italia crea un ulteriore elemento di allarme sociale: il boom degli sfratti per morosità. Nel 2012 se ne contano oltre 60 mila, che aggiungono disagio a disagio.
Tra il 2007 e il 2012 il Paese è diventato anche più insicuro. In questi anni, informa il Centro Studi della confederazione artigiana, i reati sono cresciuti dell'8,7%. In forte aumento risultano soprattutto i reati contro il patrimonio: i furti sono saliti del 32,5%, le truffe e le frodi informatiche del 21,8%. La crisi spinge le famiglie a guardare sempre di meno alla qualità e la criminalità, anche internazionale, ne approfitta. Si spiega così la crescita esponenziale dei reati di contraffazione di marchi e prodotti industriali, più che quadruplicata.
Eppure, anche perché non si trova occupazione, tra il 2007 e il 2013 è cresciuto il grado di istruzione della popolazione. Sono aumentati del 23,9% i laureati e dell'11,9% i diplomati. Così da portare al 47,4% degli italiani i possessori di un diploma o di una laurea. Ma l'istruzione non ha garantito una occupazione, anzi. Se, infatti, prima della crisi il diploma assicurava un inserimento sul mercato del lavoro simile, in pratica, a quello della laurea, oggi la probabilità di disoccupazione di un diplomato è prossima a quanti posseggono solo la licenza media.
 
Immigrazione, ecco la bozza UDC

Si torna (un po') al passato: le regole in vigore tra il 1970 e il 2002 faranno da base per la legge
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BERNA - La regolamentazione sull'immigrazione in vigore tra il 1970 e il 2002 in Svizzera dovrà servire da base per elaborare un sistema di applicazione dell'iniziativa dell'UDC approvata dal popolo lo scorso 9 febbraio. Una bozza in questo senso è stata redatta da un gruppo di lavoro dell'UDC diretto dal consigliere nazionale Heinz Brand (BE) e presentata in questi giorni al Gruppo parlamentare democentrista e all'Ufficio federale delle migrazioni. Tra i punti principali, illustrati stasera alla stampa a Berna da Brand, spalleggiato dai consiglieri nazionali Adrian Amstutz (BE) e Guy Parmelin (VD), figura l'introduzione di tetti massimi e contingenti stabiliti dalla Confederazione dopo aver consultato i singoli cantoni.
Dopo i colloqui Von Wattenwyl della scorsa settimana, l'impressione è che il Consiglio federale "e i partiti perdenti" stiano tentando di beffare il popolo: tutti si sono detti favorevoli a un'attuazione stretta dell'iniziativa in modo da provocare un secco "niet" da parte dell'Unione europea che avrebbe come conseguenza la necessità di tornare alle urne, ha affermato Amstutz. "Una cosa simile non si è mai vista in una democrazia come la conosciamo noi".
Tornando al progetto, toccherà al governo fissare una quota massima globale di immigrati annui consentiti. In questo caso l'UDC è disposta a dare prova di una certa flessibilità, ma non accetterà mai che il tetto sia posto a 79.000 persone, come ventilato da alcuni, ha detto Amstutz.
Gli svizzeri vogliono veder calare il numero di immigrati: secondo il gruppo di lavoro diretto da Brand, per ottenere risultati concreti bisogna tornare al sistema dei contingenti già sperimentato prima dell'introduzione dell'accordo sulla libera circolazione.
Il sistema proposto permetterebbe una certa flessibilità: la Confederazione disporrebbe di un contingente proprio per risolvere le strozzature di alcuni cantoni, per gestire alcuni progetti federali (ad esempio le nuove trasversali alpine) e per il settore dell'asilo. I singoli cantoni dal canto loro dovrebbero ogni anno annunciare quali siano le loro necessità e il governo stabilisce di conseguenza i relativi contingenti. Per ridurre i lavori amministrativi, tutti i cantoni devono introdurre un sistema elettronico di autorizzazione rapida (sportello elettronico).
Secondo il progetto, la durata dei soggiorni dovrà in linea di principio essere legata a un rapporto di lavoro definito e controllabile. Gli ingaggi di durata ridotta, ad esempio nei settori alberghiero o dell'agricoltura, daranno diritto solo a permessi di soggiorno di breve durata (di tipo L).
Per escludere un ricorso alle assicurazioni sociali, l'UDC esige che le persone che non hanno più un impiego o che non riescono a vivere del proprio guadagno debbano lasciare il paese allo scadere del permesso di soggiorno attualmente in loro possesso.
Per quanto riguarda i frontalieri, l'UDC prevede contingenti separati da ripartire ogni trimestre tra i cantoni, e adattabili in caso di necessità. Per questa categoria di persone non sarà più possibile soggiornare l'intera settimana in Svizzera e i loro permessi avranno una durata inferiore.
In ogni caso - ha ribadito Brand - vale il principio della precedenza ai lavoratori residenti. I cantoni di frontiera dovranno anche fissare una quota massima di frontalieri ammessi per azienda. Il gruppo di lavoro ventila anche la reintroduzione di zone frontaliere per tutti, compresa l'Ue.
I permessi di soggiorno di tipo B saranno di principio accordati per un solo anno (oggi cinque anni) e dovranno ogni volta essere rinnovate. Il ricongiungimento famigliare dovrà essere consentito solo per soggiorni di lunga durata (permessi B e C) e dovrà sottostare a condizioni chiaramente definite tra cui la capacità d'integrazione e l'indipendenza finanziaria.
Per aver diritto ad eventuali prestazioni sociali, bisognerà aver versato in contributi in Svizzera per un periodo sufficiente: le relative leggi cantonali dovranno essere adattate in modo da escludere dall'aiuto sociale le persone che hanno svolto meno di 12 mesi di lavoro nel paese.
Queste regole dovrebbero permettere di ridurre nettamente l'immigrazione in Svizzera e di limitare considerevolmente gli abusi sociali, hanno rilevato gli oratori. L'UDC invita governo, associazioni economiche e il gruppo di lavoro della confederazione ad adottare questo programma per applicare l'iniziativa.
 

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