Val
Torniamo alla LIRA
Tanto rumore per nulla.
Questa l’estrema sintesi della giornata di manifestazioni che si sono svolte ieri in decine di città russe a sostegno
del blogger anti-Putin e filo-occidentale che attualmente si trova in carcere a Mosca per aver violato i termini della libertà vigilata
conseguente ad una condanna per appropriazione indebita.
Secondo i media più vicini agli organizzatori a partecipare alle proteste sarebbero state circa 15 mila persone a Mosca (4 mila invece la stima fornita dalle autorità),
10 mila a San Pietroburgo, 5 mila ad Ekaterinenburg e presenze minori nelle altre città.
Numeri molto al di sotto delle aspettative degli organizzatori.
Per fare un raffronto, nell’agosto 2019 l’opposizione liberale era riuscita a portare in piazza a Mosca
circa 50 mila persone e stiamo parlando di nmeri irrisori per una città da 12 milioni di abitanti.
La capillarità dell’organizzazione fa pensare che non si sia trattata di una mobilitazione spontanea
ma di qualcosa che era già in preparazione da tempo.
I dimostranti anti-Putin hanno avuto l’endorsement dell’ambasciata americana
che venerdì aveva pubblicizzato i luoghi di ritrovo delle manifestazioni
ed al termine delle proteste ha solidarizzato con gli arrestati.
“Questa non è la prima volta che l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca
ha mostrato disprezzo per le norme e i regolamenti diplomatici
pubblicando attivamente messaggi sui social media a sostegno di proteste nelle città russe.
Si tratta di incoraggiare azioni violente, ipocritamente dichiarate come una protesta pacifica,
in cui gli organizzatori coinvolgono cinicamente anche minorenni.
Il governo degli Stati Uniti deve affrontare i propri problemi,
compreso il superamento delle profonde divisioni nella società americana create dall’ingiustizia sociale,
dalla disuguaglianza e dalla persecuzione del dissenso.
I tentativi della diplomazia americana, che ignora ogni pudore,
di incitare elementi radicali sono destinati al fallimento e avranno conseguenze negative per le relazioni bilaterali”.
La manifestazione di Mosca è stata teatro di scontri con gli attivisti pro-Navalny
che hanno ripetutamente lanciato bottiglie, petardi e pezzi di ghiaccio contro le forze di sicurezza.
Un agente alla guida di un’auto della polizia attaccata dai dimostranti è stato ferito in modo grave e perderà un occhio.
Sono stati effettuati oltre 2000 arresti, tra i quali anche la moglie di Navalny rilasciata però in serata,
e la direzione investigativa di Mosca ha annunciato l’apertura di un’indagine per individuare tutti i responsabili degli atti di violenza.
A suscitare forti polemiche è stata anche la presenza in piazza di molti giovanissimi dai 12 ai 15 anni,
adescati dall’intensa propaganda svolta dagli organizzatori sui social network, in particolare Tik Tok.
“Se mi arrestano viene a prendermi la mamma e finisce lì” afferma candidamente un ragazzino intervistato dai media russi.
In questo video, diventato immediatamente virale sul web,
un dodicenne spiega di essere sceso in piazza solamente per fare festa con gli amici
ed alla domanda su cosa vorrebbe dire al Presidente Putin risponde: “Di andare avanti così!”.
In molti hano accusato Navalny e la sua Ong di nascondersi cinicamente dietro ragazzini inconsapevoli mandati allo sbaraglio in piazza.
Questa l’estrema sintesi della giornata di manifestazioni che si sono svolte ieri in decine di città russe a sostegno
del blogger anti-Putin e filo-occidentale che attualmente si trova in carcere a Mosca per aver violato i termini della libertà vigilata
conseguente ad una condanna per appropriazione indebita.
Secondo i media più vicini agli organizzatori a partecipare alle proteste sarebbero state circa 15 mila persone a Mosca (4 mila invece la stima fornita dalle autorità),
10 mila a San Pietroburgo, 5 mila ad Ekaterinenburg e presenze minori nelle altre città.
Numeri molto al di sotto delle aspettative degli organizzatori.
Per fare un raffronto, nell’agosto 2019 l’opposizione liberale era riuscita a portare in piazza a Mosca
circa 50 mila persone e stiamo parlando di nmeri irrisori per una città da 12 milioni di abitanti.
La capillarità dell’organizzazione fa pensare che non si sia trattata di una mobilitazione spontanea
ma di qualcosa che era già in preparazione da tempo.
I dimostranti anti-Putin hanno avuto l’endorsement dell’ambasciata americana
che venerdì aveva pubblicizzato i luoghi di ritrovo delle manifestazioni
ed al termine delle proteste ha solidarizzato con gli arrestati.
“Questa non è la prima volta che l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca
ha mostrato disprezzo per le norme e i regolamenti diplomatici
pubblicando attivamente messaggi sui social media a sostegno di proteste nelle città russe.
Si tratta di incoraggiare azioni violente, ipocritamente dichiarate come una protesta pacifica,
in cui gli organizzatori coinvolgono cinicamente anche minorenni.
Il governo degli Stati Uniti deve affrontare i propri problemi,
compreso il superamento delle profonde divisioni nella società americana create dall’ingiustizia sociale,
dalla disuguaglianza e dalla persecuzione del dissenso.
I tentativi della diplomazia americana, che ignora ogni pudore,
di incitare elementi radicali sono destinati al fallimento e avranno conseguenze negative per le relazioni bilaterali”.
La manifestazione di Mosca è stata teatro di scontri con gli attivisti pro-Navalny
che hanno ripetutamente lanciato bottiglie, petardi e pezzi di ghiaccio contro le forze di sicurezza.
Un agente alla guida di un’auto della polizia attaccata dai dimostranti è stato ferito in modo grave e perderà un occhio.
Sono stati effettuati oltre 2000 arresti, tra i quali anche la moglie di Navalny rilasciata però in serata,
e la direzione investigativa di Mosca ha annunciato l’apertura di un’indagine per individuare tutti i responsabili degli atti di violenza.
A suscitare forti polemiche è stata anche la presenza in piazza di molti giovanissimi dai 12 ai 15 anni,
adescati dall’intensa propaganda svolta dagli organizzatori sui social network, in particolare Tik Tok.
“Se mi arrestano viene a prendermi la mamma e finisce lì” afferma candidamente un ragazzino intervistato dai media russi.
In questo video, diventato immediatamente virale sul web,
un dodicenne spiega di essere sceso in piazza solamente per fare festa con gli amici
ed alla domanda su cosa vorrebbe dire al Presidente Putin risponde: “Di andare avanti così!”.
In molti hano accusato Navalny e la sua Ong di nascondersi cinicamente dietro ragazzini inconsapevoli mandati allo sbaraglio in piazza.