La guida su Multicharts e l'analisi dei volumi

tucciotrader

Trader Calabrese
Come promesso pubblicherò di seguito una piccola guida su Multicharts e su come configurarlo per far funzionare gli indicatori custom creati per fare analisi sui volumi OK!

La guida la sto iniziando a scrivere adesso piano piano quindi preferisco pubblicare subito quello che scrivo, almeno così potremmo discutere dei vari argomenti che emergono e potrete proporre delle correzioni o degli approfondimenti.

Inutile che stia quì a perder tempo a parlarvi delle potenzialità del software Multicharts una piattaforma di analisi tecnica professionale che è stata affinata e sviluppata negli anni utilizzando come standard proprio Tradestation ed ora con l'uscita della versione 6 (per la precisione 6.01 rilasciata il 9 agosto 2010) ha raggiunto elevati standard qualitativi...da molti è considerata una piattaforma d’eccellenza :bow:

Dal sito: MultiCharts Trading Platform si può ottenere una demo di 30 giorni per provare il software :yes:

Per usare Multicharts in tempo reale dobbiamo necessariamente collegarlo ad una fonte che gli fornisca dati (le quotazioni) non filtrati ne aggregati, un ottimo fornitore/data-vendor professionale di dati unfiltered in questo caso è Zen-Fire:



Anche Zen-Fire ci permette di provare il suo flusso dati gratuitamente per 30 giorni dalla pagina: Zen-Fire Free Demo (La prova viene fornita gratuitamente per 30 giorni insieme al software NinjaTrader per testare il flusso dati in tempo reale, ma noi tralasceremo per adesso quel software perchè useremo Zen-Fire per alimentare Multicharts)

Questi sono i mercati disponibili in real time su Zen-Fire: Zen-Fire. Exchange Connectivity and Available Markets (eurex, cme, etc...)

Ora abbiamo 30 giorni di tempo per provare sia Multicharts che Zen-Fire gratuitamente :clap:

to be continued... :bye:
 
Ultima modifica:
Dopo aver fatto rischiesta dal sito di Zen-Fire per ottenere un periodo di prova di 30 giorni per usufruire del servizio delle quotazioni in tempo reale dovremmo riceve una email con il nome utente e la password per collegarci al server di Zen-Fire:

Dear TuccioTrader,

Thank you for registering for your free demo of Ninja Trader and Zen-Fire. To get started, a link is provided for downloading your desired platform with installation instructions.

Your username / password for your simulated account are:

Username: ...
Password: ...
Una volta scaricata e installata la demo di Multicharts versione 6 possiamo subito metterci al lavoro per configuare e collegare Multicharts a Zen-Fire. Nella figura che segue vedete le applicazioni che fanno parte della suite di Multicharts tra qui anche l'applicazione QuoteManager che andremo ora a configurare.

multicharts_apps.PNG


Lanciamo l'applicazione QuoteManager e rimuoviamo tutti i simboli presenti selezionandoli e cancellandoli. Ci ritroveremo una finestra completamente vuota.

quote_manager_1.PNG


Andiamo nel menù TOOLS >> DATA SOURCES... ci apparirà una finestra dove possiamo selezionare il data vendor (quelle che vedete sono le varie DLL per permettere la connessione ai vari data vendors) in questo caso scendiamo e selezioniamo Zen-Fire clicchiamo poi su Setting...

quote_manager_2.PNG


Nella finestra che appare nel campo "Login" e "Password" inseriamo i dati che Zen-Fire ci ha mandato per email e clicchiamo su OK. Ora possiamo inserire il simbolo dello strumento di cui vogliamo monitorare la quotazione in tempo reale.

quote_manager_3.PNG


Cliccando sul primo pulsante in alto a sinistra (con il simbolo + e la freccietta in basso) appare un menù contestuale, cliccare su "Manually..." apparirà la finestra "Add Symbol"

quote_manager_4.PNG


Nel campo "Data Source" selezionamo "Zen-Fire" nel campo "Symbol" digitiamo il ticker dello strumento che ci interessa, in questo caso il future EURO STOXX 50 scadenza marzo 2011 "FESX0311" nel campo "Category" selezioniamo "Futures" e infine nel campo "Exchange" selezioniamo il mercato dove viene scambiato lo stumento in questione, in questo caso "EUREX" e clicchiamo OK.

quote_manager_6.PNG


Ci apparirà un ulteriore finestra "Edit Symbol" che editeremo come segue nelle tre diverese tabs:

(Futures)

quote_manager_9.PNG


(Settings)

quote_manager_10.PNG


(Sessions)

quote_manager_11.PNG


Per quanto riguarda i tabs "Settings" e "Sessions" possiamo fare riferimento alla seguente tabella per configurarli a seconda dello strumento:

1285631d1280678123-tradestation-qm-settings.png


Potete trovare la lista di alcuni simboli disponibili per Zen-Fire dal sito: Investor/RT - Symbol Guide (LinnSoft.com)

Ora possiamo caricare tutti i simboli che ci interessano OK!

Man mano che li aggiungiamo i simboli sono visibili nella finestra principale del QuoteManager facciamo click con il tasto destro sul simbolo scelto e nel menù contestuale che appare clicchiamo su "Connect Symbol".

quote_manager_7.PNG


Come potete vedere il simbolo è collegato al server ed inizia a ricevere vari pacchetti di informazione in tempo reale...

quote_manager_8.PNG


to be continued... :bye:
 
Configurare Multichart

Una volta settati i simboli (nel QuoteManager) di cui ci interessa vedere le quotazioni in tempo reale possiamo spostarci in Multicharts (riducendo a icona il QuoteManager). Lanciamo Multicharts, noteremo subito nella barra in alto (vicino ai 3 pulsanti per ridurre a icona o chiudere la finstra) la scritta "Powered by OMNE" e nella status bar in basso la scritta "Trading Platform by Rithmic", abbiamo quindi la conferma che il programma è collegato correttamente a Zen-fire e sta ricevendo i dati.

Chiudiamo tutti i workspace aperti dal menù FILE >> CLOSE WORKSPACE (ripetiamo finchè l'area di lavoro risulti vuota) e provvediamo a creare il nostro workspace personalizzato, dal menù FILE >> NEW >> WORKSPACE ci apparirà in basso nell'area di lavoro una linguetta a cui daremo un nome a piacere e salviamo (icona del floppy disk sulla barra delle icone).

multicharts_newworkspace1.PNG


multicharts_newworkspace2.PNG


Per aggiungere un grafico andiamo nel menù FILE >> NEW >> CHART WINDOW si aprirà una finestra dove andremo a selezionare il simbolo (strumento) che vogliamo visualizzare nel grafico. Nel tab "Instrument" alla voce "Data Source" selezioniamo Zen-Fire. In basso apparirà lo stumento selezionato, in questo caso il FESX scadenza marzo 2011 che avevamo aggiunto in precedenza nel QuoteManager. Selezionare "Future EURO STOXX 50" e cliccare su OK. Il grafico mostra il future in questione con time frame 1 minuto usando una visualizzazione a barre.

multicharts_newgraph.PNG


multicharts_newgraph1.PNG


multicharts_newgraph2.PNG


Per cambiare l'aspetto del grafico (in primo piano) andiamo nel menù FORMAT >> INSTRUMENT e nella finestra che ci appare clicchiamo sul tab "Settings" dove possiamo cambiare il time frame alla voce "Resolution". Nel tab "Style" possiamo cambiare il tipo di grafico (io ho scelto "Hollow Candlestick Chart") mentre nel tab "Scaling" possiamo decidere come il grafico si debba adattare alla finestra. Infine nel tab "Volume Profile" possiamo decidere come avviene la visualizzazione del Volume Profile e la larghezza delle barre in punti o pixel (Per aggiungere il Volume Profile ad un grafico andare nel menù FORMAT >> WINDOW e nella finestra che ci appare selezionare il tab "Volume Profile" da li possiamo decidere se posizionarlo a destra o a sinistra del grafico e la lunghezza ed il colore delle linee).

multicharts_newgraph5.PNG


multicharts_newgraph6.PNG


multicharts_newgraph7.PNG


multicharts_newgraph8.PNG


Se si vuole aumentare la dimensione del grafico (le barre e la larghezza tra le barre) andare nel menù FORMAT >> INCREASE BAR SPACING e ripete l'operazione più volte...

multicharts_newgraph4.PNG


Per inserire un indicatore/oscillatore ad un grafico (in primo piano) andiamo nel menù INSERT >> STUDY... e nel tab "Indicator" selezionare l'indicatore che si vuole aggiungere al grafico. Una volta inserito l'indicatore si può modificarlo (o eliminarlo) cliccando con il tasto destro all'interno della sua area e selezionare "Format Studies..." apparirà una finestra "Format Objects" dove nel tab "Studies" sono presenti tutti gli indicatori che abbiamo aggiunto/plottato sul grafico, da quì possiamo procedere a modificarli (tasto "Format...") o eliminarli (tasto "Remove").

multicharts_newgraph9.PNG


In generale, cliccando con il tasto destro all'interno del grafico possiamo modificare la finestra, lo strumento (il simbolo) e l'indicatore/oscillatore, infatti nel menu contestuale che ci appare troviamo: "Format Window...", "Format Instrument..." e "Format Studies..." (Possiamo aggiungere il Volume Profile andando in "Format Window..." e nella finestra che ci appare selezionare il tab "Volume Profile" da li possiamo decidere se posizionarlo a destra o a sinistra del grafico e la lunghezza ed il colore delle linee).

Per modificare l'aspetto della finestra che contiene il grafico andare nel menù FORMAT >> WINDOW e modificare a piacimento...

to be continued... :bye:
 
Mettiamo da parte momentaniamente Multicharts e introduciamo il discorso sull'analisi dei volumi OK!

Sul forum americano TradersLaboratory.com nella sezione "The Technical Laboratory" Traders Laboratory - Professional Traders Community tempo fa ho trovato dei post che ho ritenuto molto importanti per capire il concetto di distribuzione dei volumi e come farne un buon uso per il trading intraday. Nello specifico in quella sezione del forum mi hanno molto colpito i messaggi, le immagini e i video postati dall'utente JPERL che in USA è un'assoluta autorità in materia di volumi. Nei prossimi post seguirà una mia traduzione in italiano di alcuni dei messaggi più significativi scritti dall'utente in questione (i video non li ho tradotti ma vi assicuro che sono di facile comprensione!).

Una volta chiariti i concetti base su come analizzare i volumi rimarrete illuminati e probabilmente cambierà il vostro modo di fare trading intraday!

(Per la cronaca, si può notare come l'utente JPERL nei suoi video e nelle immagini usi la piattaforma enSign Ensign Software per svolgere l'analisi dei volumi, ma quegli stessi indicatori sono stati scritti anche per Multicharts e verranno menzionati nei miei post successivi)

Buon divertimento! :clap:
 
Parte 1 - Istogramma dei volumi

Questo post e quelli a seguire descriveranno l'uso delle statistiche dei mercati come uno strumento per ottenere segnali operativi intraday. Lo scopo del seguente testo è di introdurre delle nuove idee che forse non sono state mai trattate prima d'ora. Inoltre, alcune delle mie considerazioni potrebbero tornare utili a coloro che sono interessati alla formazione dei prezzi e alle relative statistiche.

Penso che siamo tutti d'accordo nell'affermare che la "probabilità" è la componente fondamentale dietro alla formazione dei prezzi e la domanda che viene più spontanea è la seguente: quali sono le probabilità che il prezzo di uno strumento finanziario si muova al rialzo o al ribasso nell'immediato futuro? Per rispondere a questa domanda è necessario avere una buona conoscenza della distribuzione delle probabilità dei prezzi o dei volumi. La forma della distribuzione insieme a dove si trova il prezzo all'interno della funzione di distribuzione può suggerirci in quale direzione possiamo operare. Se il prezzo si trova in una regione ad alta densita (alta probabilità), semplicemente non operate.

Sembra facile, ma vi assicuro che non è per niente così! Guardiamo la figura 1. Vediamo un grafico a candele con time frame a 2 minuti per il future E-mini Russell 2000. La distribuzione dei volumi è disegnata sulla sinistra. La lunghezza delle barre è determinata dalla quantità di volumi movimentati su quel livello di prezzo. Naturalmente, più lunga è la barra, più volumi sono stati movimentati su quel prezzo. A prima vista sembra assomigliare al Market Profile, ma per il resto il Volume Profile è differente.

Alcune cose che vorrei farvi notare:
1) La distribuzione dei volumi è approssimativamente simmetrica rispetto al peak volume price (PVP) a 840.20 (indicato dalla linea rossa nel centro) con picchi più piccoli di volumi sia al di sopra (a 842.30 e 843.60) che al di sotto (a 837.20 e 836.60) del peak volume price.
2) La distribuzione mostra che c'è bassa movimentazione di volumi nelle aree in alto e in basso.

figure1.png


Faccio notare questa simmetria nella distribuzione soprattutto perchè non capita spesso. Più che altro, di solito il peak volume price non si manifesta al centro di una distribuzione di volumi.

La regione colorata in verde nella distribuzione dei volumi rappresenta il 70% degli scambi, mentre in celeste il resto. Immagino che quel 70% sia stato scelto come "Value Area" in quanto è vicino al valore di 68.30% ovvero 1 deviazione standard nella distribuzione normale. La distribuzione normale è simmetrica rispetto al peak volume price. Sono state fatte numerose ipotesi su come operare quando il prezzo si muove avanti e indietro per la value area soprattutto se queste aree di valore sono state formate nei giorni precedenti.

All'inizio, potrebbe sembrare una buona idea entrare long dove la distribuzione dei volumi è bassa (al di sotto di 836.60) e uscire quando il prezzo ritorna nell'area di volume ad alta densità, magari vicino al peak volume price, ma la realtà è ben diversa. Questo perchè ad esempio un area di volume bassa ora, potrebbe diventare un area di volume più densa in seguito. Per farla breve, nessuno può sapere come si evolverà la distribuzione dei prezzi più in la nel tempo.

Guardiamo la figura 2 che mostra lo stesso grafico di prima, sempre time frame 2 minuti, ma 2 ore più in avanti. Il peak volume price è a 842.30 e l'ultima barra ha chiuso in un area di volume a bassa densità, più precisamente a 839.90. Notiamo anche che la distribuzione sembra abbastanza simmetrica. Cosa fare allora? Entriamo long! Ma presto ci accorgiamo che non è stata per niente una buona operazione in quanto il prezzo scende come mostrato nella figura 3 e ci ritroviamo in loss. Liquidiamo la posizione.

figure2.png


figure3.png


Ma cosa è successo in pratica? In pratica è successo che la funzione di distribuzione si è espansa. Si è espansa così tanto che il peak volume price si è perfino spostato in basso. Non avremmo mai dovuto intraprendere quel trade! Il perchè verrà discusso in seguito quando introdurremo il concetto di "volume weighted average price", ovvero il VWAP.
 
Parte 2 - Volume Weighted Average Price (VWAP)

Nel precedente post abbiamo introdotto la funzione di distribuzione dei volumi nella forma di un istogramma dei volumi plottata sul grafico sull'asse dei prezzi. La lunghezza delle barre che si estendono verso destra rappresentano l'ammontare di volume movimentato su quel livello di prezzo durante la giornata di trading. La distribuzione ha dei picchi che chiameremo "peak volume price" (PVP). La distribuzione dei volumi è una funzione di probabilità; di conseguenza gli scambi avvengono meno frequentemente nelle aree a bassa densità di volume rispetto alle aree ad alta densità. Tuttavia, la funzione di distribuzione è dinamica e la forma stessa della distribuzione varia durante la giornata di trading e infatti la posizione del PVP può cambiare improvvisamente. Questo per dire che se il prezzo si sta formando in un area a bassa densità di volume (regione dei prezzi a bassa probabilità) non vuol dire che debba per forza ritornare nell'area ad alta densità di volume (regione dei prezzi ad alta probabilità). La stessa funzione di distribuzione potrebbe semplicemente espandersi e continuare a muoversi nella stessa direzione portando ad un movimento improvviso e brusco del PVP.

Per mettere più in risalto questo concetto introduciamo il "volume weighted average price" o più semplicemente VWAP. Il VWAP è noto ai trader istituzionali che lo usano per migliorare le loro performance sui mercati. Naturalmente, può diventare molto utile un suo uso anche in ambito intraday. Il VWAP è semplicemente la media della funzione di distribuzione dei volumi. Le figure in basso mostrano alcuni esempi di VWAP. La linea rossa rappresenta il PVP della distribuzione mentre la linea celeste il VWAP.

Di seguito, alcune caratteristiche del VWAP:
1) essendo la media dell'intera distribuzione, il volume movimentato al di sopra del VWAP è identico al volume movimentato al di sotto del VWAP.

Quindi in termini di funzione di distribuzione e funzione di probabilità significa che quando il prezzo si trova sul VWAP ci sono eguali probabilità che il prezzo si muova verso l'alto o verso il basso.

Possiamo quindi affermare che:
2) se il VWAP si trova al di sopra del PVP allora sono stati movimentati più volumi al di sopra del PVP. La funzione di distribuzione è perciò inclinata (skewed) vero l'alto e l'aspettativa sul prezzo, che si trova sul livello del PVP, è rialzista. Guardiamo la figura in basso:

ER2_June_28.png


Alla fine della giornata il VWAP (la linea celeste) si trova a 847.98 mentre il PVP si trova a 846.60. Il VWAP è maggiore del PVP quindi sono stati maggiori i volumi movimentati al di sopra del PVP.

3) Viceversa, se il VWAP si trova al di sotto del PVP significa che sono stati maggiori i volumi scambiati al di sotto del PVP; di conseguenza la funzione di distribuzione è inclinata a ribasso e l'aspettativa del prezzo, che si trova sul livello del PVP, è ribassista come si può notare nela seguente figura:

ES_June_11.png


Il VWAP si trova a 1525.32 mentre il PVP a 1528.75 quindi il VWAP è inferiore al PVP. Il livello di inclinazione è dato dalla differenza tra il VWAP e il PVP.

4) Quando il VWAP si trova, anche approssimativamente, sullo stesso livello del PVP allora possiamo dire che la funzione di distribuzione è simmetrica. In questo caso quando il prezzo è sul livello del PVP non c'è nessuna aspettativa ne rialzista ne ribassista ma bensì ci si aspetta che il prezzo faccia oscillazioni minori intorno al VWAP, come si può vedere nell'immagine di seguito:

ER2_June_22.png


VWAP = 840.44 e PVP = 840.20. Le oscillazioni intorno al VWAP sono state frequenti durante la fase pomeridiana degli scambi.

5) Il VWAP e la sua relazione con il prezzo determinano inoltre il trend del mercato in questo modo:

a) se il prezzo si trova al di sopra del VWAP, allora il trend è rialzista
b) se il prezzo si trova al di sotto del VWAP, allora il trend è ribassista.


6) Infine, non importa su quale scala temporale usate la funzione di distribuzione e la relativa VWAP. Sia che usiate un grafico a 1 minuto o 1 tick la distribuzione e di conseguenza il PVP e il VWAP saranno gli stessi. Il vostro obiettivo quindi è di guardare il VWAP e come è relazionato al prezzo, questo vi aiuterà a capire il trend del mercato.

Ora vi presenterò vari esempi su come usare queste informazioni per operare in intraday. Ma prima daremo spazio ai novizi del trading dato che sono coloro che necessiato di più aiuto. In seguito, prenderemo in considerazione situazioni più complesse usando solamente la funzione di distribuzione e il VWAP.
 
Parte 3 - Le basi del trading con il VWAP

In questo e nei prossimi post vengono presentati diversi video per dimostrare come usare la funzione di distribuzione e la relativa "Peak Volume Price" (PVP) ed il "Volume Weighted Average Price" (VWAP) come strumenti per fare trading. Per adesso poniamo l'attenzione sulle entrate e sugli stop per quanto riguarda i novizi del trading. Infatti chiameremo con il nome di "NEWBIE" un immaginario trader. Dimostreremo come NEWBIE dovrebbe tener conto della relazione tra il PVP e il VWAP per determinare:

a) la regione/area del prezzo dove può fare trading
b) la direzione del suo trade (long/short)
c) gli eventuali entry points per piazzare il suo trade.

Di seguito trovate un video in lingua inglese che vede protagonista il nostro trader NEWBIE che non sa assolutamente nulla di statistiche dei mercati e che sta tradando il future E-mini Russell 2000 alla cieca. Il trader in questione pensa di sapere la direzione che prenderà il future basandosi sul pre-market e sulla prima mezzora di scambi. Le sue uniche conoscenze sono le "trend lines" ed il motto "Trend is your Friend" perciò entra long sul future imposta un take profit ed uno stop loss. Guardate il video e scoprite cosa succede. Se anche voi siete dei novizi del trading vediamo se vi riconoscete nel trader NEWBIE. Il video termina con una breve discussione su quello che il trader avrebbe potuto fare se avesse avuto una minima conoscenza delle statistiche dei mercati, invece di tradare alla cieca!

Newbies First Trade - VIDEO
 
Parte 4 - La Deviazione Standard

Fin quì abbiamo discusso dell'uso della distribuzione delle probabilità (sotto forma di funzione di distribuzione dei volumi) come strumento per fare trading. La forma della distribuzione delle probabilità è dinamica e cambia continuamente durante la sessione di trading. In generale, tutte le informazioni relative al prezzo e alla formazione del prezzo sono contenute all'interno di questa funzione di distribuzione. Qualsiasi cosa vogliate sapere sul prezzo (e la sua formazione) la potete scoprire analizzando la funzione di distribuzione.

Per adesso abbiamo analizzato e descritto la distribuzione usandone due proprietà: il "peak volume price" (PVP) ed il "volume weighted average price" (VWAP). Entrambe cambiano e si aggiornano dinamicamente durante la sessione di scambi così come avviene per la funzione di distribuzione. In precedenza abbiamo dimostrato come la relazione tra VWAP e PVP può essere usata per studiare le entrate a mercato.

Ovviamente, c'è molto altro da prendere in considerazione e le domande che spesso un trader si chiederà sono:

1) una volta individuato il punto di ingresso, dove andiamo a posizionare il punto di uscita del trade?
2) oltre a quelli identificati con l'uso del VWAP, quali e quanti altri punti di entrata a mercato ci sono?
3) come si può riconoscere un imminente "Reversal"?
4) come si può riconoscere un imminente "Breakout"?
5) come si può fare trading all'apertura dei mercati?
6) quando si può fare "Scalping"?
7) dove posizioniamo gli stop loss?

Anche se non risponderemo subito a tutte queste domande, le risposte si possono ottenere analizzando la funzione di distribuzione dei volumi. Per fare questo, abbiamo bisogno di introdurre un ulteriore concetto, un ulteriore proprietà della funzione di distribuzione dei volumi; la "deviazione standard" del VWAP. La deviazione standard (SD) è calcolata con la seguente equazione:

SD.jpg


(se volete approfondire l'argomento su "deviazione standard" e la "varianza" ecco la relativa pagina su wikipedia: Variance - Wikipedia, the free encyclopedia e fate riferimento ad essa)


Allora, cosa ci dice questa deviazione standard?

La deviazione standard ci dice quanto distante il prezzo si può muovere dal VWAP.

Perciò, se si guarda il VWAP per capire la formazione del prezzo e per entrare a mercato, possiamo piazzare il take profit (o lo stop loss) ad 1 deviazione standard di distanza.

la deviazione standard è quindi una misura di volatilità del mercato nel periodo in cui è calcolato il VWAP e può fornire al trader delle buone indicazioni operative.

Nel video che segue troviamo ancora il nostro trader NEWBIE che ora aggiunge, oltre al PVP e al VWAP, anche le deviazioni standard e finalmente realizza come può orientarsi nel mercato e dove può posizionare il take profit. Finalmente il trader ha una visione diversa del mercato e inizia a capire quali possono eventualmente essere dei buoni punti per entrare e fare trading.

ESlongJuly23 - VIDEO
 
Parte 5 - Ancora sulla Deviazione Standard

Il nostro trader NEWBIE ha fin quì fatto un ottimo percorso e si sta allontanando dall'uso della mera analisi tecnica per trovare spunti operativi. Ora il nostro trader non fa più trading alla cieca ed inizia ad avere una buona padronanza grazie alle nuove conoscenze sulle statistiche dei mercati. Il trader è consapevole che la funzione di distribuzione dei volumi contiene tutte le informazioni necessarie per operare nei mercati e sa che tenendo d'occhio il PVP e l'evoluzione del VWAP può seguire l'evolversi della sessione di scambi sul mercato. Inoltre, grazie all'uso delle deviazioni standard (calcolate sul VWAP) può misurare e rendersi conto della volatilità in qualsiasi momento. Il trader è anche in grado di monitorare l'inclinazione riazista o ribassista del mercato (skew) dalla differenza tra il VWAP e il PVP (la skew è proporzionale alla differenza tra VWAP e PVP). Infine, ha una semplice strategia di trading dove può calcolare i punti di profit grazie alle deviazioni standard e sa dove piazzare gli stop.

(per chi volesse approfondire l'argomento sulla skew Skewness - Wikipedia, the free encyclopedia)

Tuttavia, ora il trader vuole sapere di più. Infatti ha scoperto che le entrate sul VWAP non sono così frequenti durante la giornata di trading. Il trader si rende conto che potrebbe ottenere di più dal mercato se solo sapesse quali altri punti di entrata sono possibili oltre al VWAP.

Supponiamo di entrare short mentre il prezzo si trova sul VWAP e di uscire alla prima deviazione standard. Cosa fa poi il mercato? Se non dovesse tornare sulla VWAP allora può solo che scendere al di sotto della prima deviazione standard, ne consegue che:

Un altro punto di entrata può essere benissimo la prima deviazione standard stessa!

Ci rendiamo conto quindi che può essere un buon punto di ingresso perchè la funzione di distribuzione dei volumi essendo inclinata a ribasso (VWAP-PVP<<0) rimarrà inclinata al ribasso purchè il prezzo rimanga al di sotto della VWAP. Questa condizione cambierà solo se:

a) il mercato va in stallo vicino alla prima deviazione standard così che il PVP si sposta bruscamente verso la prima deviazione standard
b) il prezzo ritorna verso la VWAP (magari tagliandola a rialzo)

Discuteremo in seguito di queste due condizioni ma prima vi consiglio di guardare questo video di 31 minuti dove si vede il trader NEWBIE intraprendere un trade sulla prima deviazione standard. Dove avrà posizionato il take profit? A causa dell'alta volatilità il take profit può essere posizionato solo sulla seconda deviazione standard.

YMshortJuly26 - VIDEO

Il trader NEWBIE sta per fare un'altra scoperta. Il trader sta per imparare come trasformare un trade potenzialmente negativo in un trade vincente cambiando la sua idea iniziale su dove piazzare lo stop loss.
 
Parte 6 - Tolleranza al rischio

Nel video appena mostrato ci si chiedeva cosa potesse fare il trader se, dopo essere entrato sulla prima deviazione standard, il mercato gli si fosse riggirato contro. Ho risposto che data la situazione, la risposta corretta poteva essere solo una, la discuteremo adesso.

Prima però vorrei parlare di un argomento strettamente collegato chiamato "risk tolerance". Iniziamo a dire quello che il risk tolerance non è. Il risk tolerance non è uno stop loss, che si pone per un trade, basato su qualche sorta di punto di supporto o resistenza che avete scelto guardando il grafico del titolo. Spesso infatti, questo tipo di stop loss finisce nel trovarsi nel posto sbagliato. Questi stop loss non sono quasi mai basati sulla volatilità del mercato ma più che altro su punti che sembrano obbligatori ad esempio un minimo relativo (per chi è long) ed un massimo relativo (per chi è short) e spesso risultano essere i peggiori stop che si possano posizionare. Purtroppo, anche la cultura letteraria a riguardo porta il trader a fare questo tipo di sbagli e a scegliere stop loss che niente hanno a che fare con la volatilità del mercato.

Ma allora, un day trader cosa dovrebbe fare per piazzare degli stop loss sensati? Per chi è agli inizi, sarebbe sicuramente sensato piazzare uno "stop di sistema". Ovvero uno stop che piazzato a mercato, lontanto dalla propria posizione (long/short che sia), gli permetta di proteggersi da fatalità come un crash del computer e l'assenza di corrente. Si può notare che non ha molto a che fare con il trade di per se, ma la verità è che ogni altro tipo di stop loss va tenuto nella propria mente, nel proprio cervello.

Ma dove dovrebbe andare questo "stop a mente"? Sicuramente, dovrebbe essere una percentuale della vostra liquidità sul conto, tipicamenete potrebbe essere 1% o 2%. Lo stop "mentale" deve essere flessibile. Ad esempio, se la direzione del trade sta rendendo un guadagno, lo stop a mente può diventare un trailing stop.

Ora il trader si rende conto che tenere uno stop a mente gli permetterà di mediare (scale-in) il trade senza sentirsi angosciato, purchè la mediata sia all'interno della sua "risk tolerance". Un trader dovrebbe sempre avere un piano per "mediare" o "reversare" un trade e il prezzo post mediata dovrebbe essere considerato come il prezzo a cui sarebbe stato meglio entrare a mercato in principio.

I concetti di "tolleranza al rischio" e "mediare il prezzo" potrebbero far storcere il naso ad alcuni traders anche perchè richiedono un cambiamento di paradigma nel modo di vedere e gestire i vari trades. Ma una buona gestione del trade di certo non è impostare stop loss/profit e sedersi a guardare il mercato, bensi è richiesta una partecipazione attiva. Se state perdendo soldi a causa degli stop loss forse sarebbe ora di cambiare tattica.

Ora che il trader si è fatto un idea sulla tolleranza al rischio, cosa può fare, dopo che la sua entrata sulla prima deviazione standard con un contratto future, il prezzo torna sulla VWAP piuttosto che andare verso la seconda deviazione standard? Un tempo probabilmente avrebbe piazzato uno stop, che sarebbe stato puntualmente preso dal mercato. Ma adesso che conosce meglio il concetto di "risk tolerance" appare più chiaro cosa si può fare. Dato che il mercato è ancora inclinato a ribasso il trader entra short per la seconda volta sulla VWAP sapendo che la sua tolleranza al rischio è ancora ampia. Ora in totale si trova short con 2 contratti future. Questo è chiamato in gergo "Scale-In" (mediare). A questo punto le sue aspettative sono che il prezzo torni almeno verso la prima deviazione standard.

NQscale_inJuly25.swf - VIDEO

Credo che sia molto importante che un trader comprenda l'importanta del mediare in certe situazioni.
 

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