Gli strozzini legalizzati persistono......
Ma ci sono già alcuni aspetti che fanno dubitare dell’effettivo risultato del Jobs Act, almeno sul fronte della sicurezza dei lavoratori e della realizzazione delle aspettative di vita dei
nuovi assunti, gli unici che saranno sottoposti al regime delle tutele crescenti. Su
Repubblica di oggi, infatti, Matteo Pucciarelli e Silvia Valenti
si sono finti una coppia in cerca di mutuo per acquistare la prima casa.
Queste le caratteristiche dei due fidanzati a caccia di sostegno economico:
lui 30 anni, geometra, contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti appena firmato, 1600 euro al mese e tredicesima; lei trentenne, grafica, un vecchio indeterminato a 1200 euro al mese e tredicesima.
La loro caccia tra gli sportelli bancari è giustificata da una casa localizzata alla semi periferia di Milano, dal valore di 200mila euro e 70mila euro di anticipo richiesti.
La loro sfilata avviene negli uffici dei maggiori gruppi creditizi del Paese. Primi,
Bnl-Bnp Paribas non si scopre troppo:
“Rientrate, ma serve un garante”. In casa
Unicredit, il dato principale è quello della ragazza, che ha un vecchio contratto ma a stipendio più basso: quasi a voler affermare implicitamente che rimane quello più sicuro dei due. A Monte dei Paschi, si rinvia il tutto a 3 o 6 mesi.
Idem alle popolari, dove, da una parte, vengono richiesti da sei a 24 mesi di lavoro pregresso a tempo indeterminato per tranquillizzare i creditori. Dall’altra, poi c’è chi propone anche l’assicurazione contro l’eventuale perdita del lavoro, dal costo modico di 12mila euro. Unico caso quello di
Deutsche Bank, che accoglie i due giovani con i propositi di chi riconosce che
“è pur sempre un contratto a tempo indeterminato”.
Insomma,
l’adeguamento del sistema del credito alle novità introdotte con il Jobs Act sembra lontano anni luce da quel cambiamento tanto sbandierato.
Se il mondo del credito non aggiornerà i propri registri alle novità del contratto a tutele crescenti, allora, il solco che divide già ora – in termini di sicurezza del lavoro – vecchi e nuovi assunti non potrà che allargarsi anche al fronte ben più grave dell’accesso al credito. Al momento, stante un probabile incremento dei posti di lavoro, le uniche garanzie sembrano assicurate ai datori di lavoro, mentre
i lavoratori temono di doversi rassegnare a un precariato perenne, quantomeno agli occhi delle banche.