OGNUNO DI NOI HA VISSUTO QUALCOSA CHE L'HA CAMBIATO PER SEMPRE

Piaccia o no, cosa direbbe una persona di buon senso:

attrezziamoci per essere autosufficienti;

facciamo in modo di essere energeticamente indipendenti;

alziamo la guardia ma restiamo un Paese aperto.


Ovunque avrebbero detto le stesse cose.


Ovunque, meno che in Italia, dove bivaccano gli idioti della decrescita felice,

gli illusi che sperano in un futuro migliore ma non sanno come progettarlo,

perché conoscono a malapena il proprio nome.



Ovunque, ma non qui.



C’è poco da fare: il male del mondo sono i cretini.


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Piaccia o no, cosa direbbe una persona di buon senso:

attrezziamoci per essere autosufficienti;

facciamo in modo di essere energeticamente indipendenti;

alziamo la guardia ma restiamo un Paese aperto.


Ovunque avrebbero detto le stesse cose.


Ovunque, meno che in Italia, dove bivaccano gli idioti della decrescita felice,

gli illusi che sperano in un futuro migliore ma non sanno come progettarlo,

perché conoscono a malapena il proprio nome.



Ovunque, ma non qui.



C’è poco da fare: il male del mondo sono i cretini.


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ah i bei tempi andati

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Le guerre finiscono in due modi:

con la diplomazia o con montagne di cadaveri.

Se si è contrari a qualsiasi tipo di negoziato con Mosca per portare la pace, allora si vogliono i cadaveri.

Nessun sforzo è stato infatti compiuto verso una seria negoziazione per la pace
ma solo verso un’escalation senza precedenti, il che si adatta perfettamente ai programmi preesistenti
degli Stati Uniti contro la Russia di cui in seguito accenniamo.

Se si vuole continuare a urlare che Vladimir Putin è un despota sanguinario, allora si continui pure così,
ma non si finga di essere contro la guerra e a favore della pace.

Condannare Putin è la cosa più facile e meno coraggiosa che chiunque nel mondo occidentale può fare in questo momento.

Ciò che è molto più difficile è prendere una posizione coraggiosa riguardo al ruolo dell’Occidente nel portare avanti questa guerra.


L’Occidente e i suoi media hanno demonizzato la Russia e questa è stata la strategia per sostenere lo sforzo bellico.

Sono riusciti a convincere la gente a odiare Putin per poi attribuire l’odio a tutto il popolo russo.


D’altra parte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky si è comportato come Saddam Hussein

che faceva circondare i civili da armi pesanti per garantire che il maggior numero venisse ucciso
e dunque, diffondendo filmati, per rappresentare il nemico come malvagio.


In Ucraina contro Zelensky c’è comunque dissenso che però la stampa occidentale non riporterà mai.

Il presidente ucraino ha messo a rischio il suo popolo ignorando il protocollo di Minsk del 2014

che mirava a porre fine alla guerra nella regione del Dombas in Ucraina.


Ma la propaganda occidentale lo ha presentato come un eroe che combatte il malvagio orso russo.

Ma se Putin, avesse voluto, avrebbe già da un pezzo asfaltato l’Ucraina come l’Occidente ha fatto con l’Iraq.



Stiamo molto attenti alla tifoseria acritica.

Questa non è una partita di calcio o un videogioco.
 
Zelensky riceve miliardi da tutto il gas russo che scorre in Europa attraverso l’Ucraina

ed ha messo a rischio il suo intero paese a beneficio delle compagnie petrolifere ucraine

in modo da tagliare fuori la Russia dal rifornimento all’Europa.



Si è comportato come Barack Obama che nel 2013 voleva invadere la Siria
per impedire alla Russia di costruire un gasdotto per rifornire l’Europa,
appoggiando, invece, la costruzione di quello del Qatar.


La soluzione di questo conflitto sarebbe stata di consentire al Donbas di avere un voto democratico
e di abbandonare la pretesa sulla Crimea che storicamente è sempre stata russa, non ucraina.



Il popolo ucraino starebbe dunque morendo per cosa?

Per mantenere il Donbas e la Crimea occupati da una popolazione russa?

Ma Zelensky ha negato alle province che dal 2014 chiedono il separatismo, ogni diritto di voto per l’indipendenza,

perché quelle aree sono ricche di petrolio ed è stato spinto dalle compagnie petrolifere ucraine a riavere la Crimea

dove c’è un’enorme riserva di gas che sostituirebbe la Russia come fornitore di energia per l’Europa.


Niente di tutto questo viene riportato dalla stampa mainstream.



Non si deve poi ignorare che tutto questo conflitto non è iniziato qualche settimana fa.

È iniziato nel 2014, quando l’Ucraina ha rovesciato il presidente dell’Ucraina, il filorusso Viktor Janukovyč, democraticamente eletto nel 2010,

l’anno in cui il parlamento votò per abbandonare le aspirazioni di adesione alla Nato.


La sua rimozione fu un colpo di stato che dette inizio al movimento separatista nel Dombas che ha poi portato al protocollo di Minsk, mai finalizzato.


L’attuale conflitto è direttamente il risultato della guerra per procura dietro le quinte contro la Russia
iniziata proprio nel 2014 quando scoppiò il “Maidan”, una serie di manifestazioni sempre più violente, a Kiev e altrove.


Il violento rovesciamento di Yanukovich ed Il massacro di Maidan rappresentato dai media occidentali come una rivoluzione popolare,

è stato sceneggiato dai neo conservatori e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, rappresentato da Victoria Nuland che, negli ultimi 30 anni,

ha guidato la politica estera americana passando da un disastro all’altro.



Dal 2003 al 2005 la Nuland ha contribuito a pianificare sia la guerra per rovesciare Saddam Hussein in Iraq,
sia ad attuare il “cambio di regime” e rovesciare Mu’ammar Gheddafi in Libia,
tentando poi di fare lo stesso in Siria con Bashar al-Assad.

Gheddafi, Saddam e Assad sono stati demonizzati, come oggi avviene con Putin,
per giustificare l’invio di armi agli insorti e rovesciare i governi.

Servendosi dello stesso schema, la Nuland ha lavorato duramente per rovesciare Yanukovich
vantandosi pure di aver finanziato nel 2003 con miliardi di dollari, la rivoluzione colorata ucraina
avvalendosi delle quinte colonne statunitensi, le ong politiche, utilizzate per organizzare proteste,
fomentare rivoluzioni e promuovere l’agenda geopolitica americana all’estero.


Ora il presidente Joe Biden ha nominato la Nuland

nuovo sottosegretario per gli affari politici

affinché continui l’infinita politica di manipolazione e di guerra statunitense.


Ed infatti gli Stati Uniti, oltre ad aver finanziato il battaglione ucraino di estrema destra Azov, che si vanta di essere nazista,

hanno pure permesso che 450 combattenti di Al Qaida arrivassero in Ucraina per combattere contro le forze russe.



Perché a questi estremisti arabi viene consentito combattere per l’Ucraina?

Ai vecchi tempi, ci veniva detto che Al Qaida era l’organizzazione terroristica più malvagia dell’intero pianeta e ora è alleata dell’Occidente ?


Mentre i media mettono il bavaglio a chi non odia abbastanza la Russia,

non sembrano avere problemi con il fatto che il burattino dell’occidente Zelensky

sia affiancato da nazisti e terroristi islamici.



Anzi, continuano a far finta che l’America e l’Europa promuovano i valori di pace e libertà

quando in realtà i loro obiettivi sono offensivi e non difensivi

e si stanno inventando qualsiasi cosa per sostenere la guerra,

come hanno fatto con le armi di distruzione di massa in Iraq che non sono mai esistite.



.
 
Eccola, la lista “segreta”.

Eccole le armi che l’Italia, grazie alla decisione del governo e del Parlamento, ha deciso di inviare a Kiev.

Si tratta di un elenco teoricamente secretato dal Copasir, l’organo di vigilanza dei servizi segreti,
ma che ormai sta diventando praticamente di dominio pubblico.

A organizzare la spedizione sarà il Comando Operativo di Vertice Interforze, coordinato dal generale Figliuolo,
e poi ci penserà la Nato a far arrivare – attraversi sentieri segreti – gli armamenti all’Ucraina.

Mitragliatrice Mg 7.62: si tratta di un’arma “automatica di reparto a corto rinvulo di canna con chiusura geopetrica a rulli”.
Può sparare fino a 730-900 colpi al minuto.
“Può essere impiegata sia con bipiede come arma d’accompagnamento sia con treppiede come mitragliatrice media d’appoggio
– si legge sul sito dell’Esercito – installata su veicoli come arma singola di bordo o come arma coassiale”.
Il calibro del proiettile è 7,62×51 mm Nato, il peso 10,5 kg, l’alimentazione a nastro e ha un tiro utile di 400-500 metri sul bipiede e 800-1000 metri sul treppiede.

Mitragliatrici 12.7 Browning: questa arma, spiega l’Esercito, “è stata acquisita allo scopo di garantire un adeguato supporto di fuoco alla manovra delle unità terrestri in termini di volume, gittata e letalità d’ingaggio”.
Si tratta di un’arma “a corto rinculo e tiro selettivo (colpo singolo e raffica libera)” ed “è dotata di otturatore e meccanismo di alimentazione invertibili
per consentire l’introduzione del nastro da destra o da sinistra secondo il tipo di installazione previsto, ovvero montaggio su aereo o su veicolo”.
A cosa serve?
“L’arma può essere impiegata per effettuare azioni di fuoco sia terrestre che contraereo e può essere montata a bordo di mezzi.
Le caratteristiche tecniche e balistiche della Browning, unite ai più moderni tipi di munizionamento
(in grado di perforare a una distanza di oltre mille metri una lastra di acciaio balistico di 10 mm di spessore),
ne fanno un’arma versatile e pienamente rispondente alle necessità operative.

Mortai da 120 (oltre alle bombe da mortaio): mortaio Thomson-BrandtTr61 da 120 mm a canna rigata si tratta di “un’arma semplice,
rustica, di facile maneggio e impiego, in grado di fornire supporto di fuoco di accompagnamento a tiro curvo alle lunghe distanze”.
L’arma presenta diversi vantaggi: “Oltre ad essere trainabile, è anche avio-trasportabile, caratteristiche che gli conferiscono elevata mobilità e una capacità di rapido schieramento sul campo di battaglia”.


  • Razioni alimentari da combattimento
  • 100 missili
  • Lanciatori Stinger e relativi missili: si tratta di “un sistema d’arma missilistico terra-aria impiegato contro la minaccia aerea condotta alle bassissime quote”.

  • Il sistema d’arma è composto da:
    • missile;
    • tubo di lancio;
    • unità di alimentazione elettrica;
    • sistema di identificazione: il missile, una volta esploso il colpo, riconosce l’obiettivo e lo insegue.

  • Centinaia di missili Milan (Missile d’Infanterie Léger ANtichar): è un missile anticarro a medio raggio

  • Elmetti militari, 5mila giubbotti antiproiettile

  • 200 missili C-c Mk72Law
 
Comunque é sbalorditivo che la sinistra abbia improvvisamente scoperto

“il sacro principio del diritto di difendersi con ogni mezzo se subisci un’aggressione”.


Quasi incredibile in realtà, dato che si tratta della stessa parte politica che da sempre

dice che se ti entra un ladro in casa e magari ti pesta e minaccia la vita dei tuoi famigliari, non puoi reagire in alcun modo.

Devi stare zitto e subire.

Se magari gli spari, il Criminale sei tu, ti chiamano pure assassino.


Ed é sempre la stessa parte politica del pacifismo da operetta a oltranza,

che diceva che le armi fanno schifo, che i caccia sono inutili, che gli eserciti vanno aboliti…
 
Povero .........

Si è celebrato nella piccola cappella di Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza,

il “matrimonio simbolico”di Silvio Berlusconi con la parlamentare di Forza Italia Marta Fascina.


Completo di Armani blu con un mughetto all'occhiello per il Cavaliere,

mentre Marta Fascina indossa un abito bianco in pizzo francese, con corpetto, mezzo colletto e scollatura casta a V,

oltre ad un ampio strascico bianco creato dallo stilista Antonio Riva.
 
Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la notizia che non c'è stato alcun morto

e solo un ferito grave nell'attacco al teatro rifugio di Mariupol: un bilancio diffuso delle autorità locali.

"Sono 130 le persone salvate e altre 'centinaia' quelle ancora sotto le macerie nel teatro colpito in un raid",

aveva detto poco prima il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, confermando il bilancio reso noto dalle autorita' locali.



La notizia ha scatenato subito tante polemiche tra chi segnala da tempo la cattiva informazione

che non approfondisce fino in fondo le notizie e sposa tesi pre-confezionate di una parte o dell'altra.

In guerra, come si sa, è fondamentale fare la tara alla propaganda.



Sui social la provocazione viene lanciata dal giornalista Luca Telese.

“La notizia del giorno, comunque la si pensi, è che i mille morti a Mariupól non c’erano.
È difficile commentarla, perché non puoi rischiare che si usi per minimizzare.
Ma è terribile, nei suoi esiti, perché inevitabilmente ci porta a dubitare di tutto”
, scrive.


L’utente .......cinguetta su Twitter che la notizia dei non morti al teatro di Mariupol

“conferma che i giornali italiani sono spazzatura. Basta prenderne atto e smettere di leggerli.
E pretendere che le sovvenzioni statali siano abolite. I falsari devono confrontarsi con il mercato”.


........ dice: “Vero, è una ottima notizia. Comunque se non erro la smentita dei mille morti
è stata data dalle stesse fonti ufficiali ucraine due giorni dopo”.
 
E l’orrore di 8 anni di guerra nel Donbass?

E l’orrore di tutte le guerre dimenticate in atto?


Ah no non sono propedeutiche a chi smercia la democrazia (loro) a suon di rivoluzioni,

foraggiate dai soliti noti e per questo infiltrate pesantemente,

e città bombardate a tappeto perché “gli piace vincere facile”!
 
E cosa risponde il sinistronzo ? Pensate abbia chiesto scusa ?
Pensate abbia detto " sì non siamo stati equidistanti nell'nformazione ?


Com’è che fa il rumore del vetro quando uno prova ad arrampicarcisi?

Un paio di giorni fa vi abbiamo dato conto della prima pagina della Stampa,
quella in cui sotto il titolo “LA CARNEFICINA” veniva pubblicata una fotografia della strage di Donetsk,
dove sono morti 23 civili residenti nella repubblica separatista del Donbass
.

In effetti di una carneficina si trattava,

solo che l’immagine non aveva nessuna didascalia,

non diceva dove si era svolto il fatto e

soprattutto aveva a corredo articoli e approfondimenti che arrivavano solo dalla parte ucraina.


Ospite di Lily Gruber a Otto e Mezzo, mercoledì sera il direttore de La Stampa, Massimo Giannini,
avrebbe potuto scusarsi per quello che poteva essere (nella migliore delle ipotesi) banalmente un errore.


Invece no. Ha preferito arrampicarsi sugli specchi.


La padrona di casa ha fatto notare al direttore che “l’informazione non era proprio molto corretta”
e che la prima pagina è stata citata anche dal vice rappresentante russo all’Onu come esempio di “propaganda anti-russa”.

Così Giannini ha replicato piccato.

“Sono sconcertato da quello che è successo oggi.
Il giorno prima, quando è avvenuta la strage di Donetsk,
è scoppiato un rimpallo di responsabilità tra russi e ucraini
e noi abbiamo fatto una pagina intera per raccontarlo”.

Poi il giorno dopo la scelta di usare quell’immagine, in quel contesto. Perché?

“Abbiamo deciso di fare una prima pagina in cui mostrare il duro orrore della guerra
senza attribuire la carneficina né ai russi né gli ucraini.
Quindi non so dove sta la polemica: dove è la disinformazione?”.


Ci proviamo noi, a dare una risposta.

La polemica sta nel fatto che osservando quella prima pagina,
con gli articoli tutti dedicati ai bombardamenti sull’Ucraina,
si finisce facilmente col cadere nell’errore.


Ovvero nel considerare quell’anziano signore come un civile ucraino che piange sui morti provocati di Mosca.


Giannini conosce bene la comunicazione e sa che, con una foto senza didascalia e con articoli correlati a senso unico,
l’associazione mentale del lettore diventa facile e immediata:

per carneficina s’intenderà quella che i russi stanno commettendo in Ucraina

e dunque la foto rappresenterà una bomba caduta a Kiev o Leopoli.


Peccato non sia così.



Piccola domandina finale: era così difficile aggiungere una breve didascalia con cui “geolocalizzare” la strage a Donetsk?
 

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