OGNUNO DI NOI HA VISSUTO QUALCOSA CHE L'HA CAMBIATO PER SEMPRE

Dal resoconto stenografico della camera
eccovi il resoconto dei voti contro sulla conversione del DL pubblicato il giorno 7/1,
che prevede le miisure collegate all’obbligo vaccinale per gli ultra cinquantenni.


Per chi desiderasse leggere la misura nel suo complesso la trova a questo link.


Per la curiosità di molti, l’On Claudio Borghi era in ospedale per un’operazione. Auguri!



Ecco i riassunti
Presenti e votanti …………. 418

Maggioranza ..………….. 210

Hanno risposto sì ………. 372

Hanno risposto no ………. 46

La Camera approva.

Voti contrari
Aiello Piera,Albano Lucia,Baroni Massimo Enrico,Bellucci Maria Teresa,Benedetti Silvia,Bucalo Carmela,Ciaburro Monica,Colletti Andrea,Costanzo Jessica,De Toma Massimiliano,Deidda Salvatore,Delmastro Delle Vedove Andrea.
Donzelli Giovanni,Dori Devis,Ferro Wanda,Forciniti Francesco,Frassinetti Paola,Fratoianni Nicola,Galantino Davide,Gemmato Marcello,Giannone Veronica,Giuliodori Paolo,Lollobrigida Francesco,Lucaselli Ylenja,
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta,Maschio Ciro,Montaruli Augusta,Osnato Marco,Paxia Maria Laura,Prisco Emanuele,Raduzzi Raphae,Rampelli Fabio,Rizzetto Walter,Romano Paolo Nicolo’,Rotelli Mauro,Russo Giovanni,
Sapia Francesco,Sarli Doriana,Silvestri Rachele,Silvestroni Marco,Termini Guia,Testamento Rosa Alba,Tondo Renzo,Trancassini Paolo,Vinci Gianluca,Zucconi Riccardo.

In Missione
Ascani Anna
Barelli Paolo
Bazzaro Alex
Bergamini Deborah
Borghi Enrico
Butti Alessio
Cabras Pino
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Casa Vittoria
Castelli Laura
Cattoi Maurizio
Cavandoli Laura
Cecconi Andrea
Cirielli Edmondo
Colucci Alessandro
Dadone Fabiana
Dal Moro Gian Pietro
Del Grosso Daniele
Di Maio Luigi
Di Sarno Gianfranco
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
D’Inca’ Federico
Ermellino Alessandra
Ferraresi Vittorio
Fontana Ilaria
Frusone Luca
Galli Dario
Gallinella Filippo
Garavaglia Massimo
Gariglio Davide
Gava Vannia
Gelmini Mariastella
Gerardi Francesca
Giorgetti Giancarlo
Gobbato Claudia
Grande Marta
Grimoldi Paolo
Guerini Lorenzo
Iovino Luigi
Lapia Mara
Lorefice Marialucia
Macina Anna
Melilli Fabio
Micheli Matteo
Migliore Gennaro
Molteni Nicola
Morelli Alessandro
Mule’ Giorgio
Nesci Dalila
Novelli Roberto
Orlando Andrea
Orsini Andrea
Parolo Ugo
Rizzo Gianluca
Romaniello Cristian
Sasso Rossano
Sibilia Carlo
Silli Giorgio
Speranza Roberto
Spessotto Arianna
Suriano Simona
Tasso Antonio
Vito Elio
Volpi Leda
Volpi Raffaele
Zoffili Eugenio

68
 
Per chi non avesse voglia di leggere l'allegato, riporto :



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come ben evidenziato in tabella :

Fascia da 70 in sù = 115.220 decessi - che io dico per "concorso covid" e non per covid.

Perchè, lo ripeto. Caso che ho toccato con mano.

La fioraia di Lecco che è morta per infarto ACCERTATO . Sottoposta al tampone. POSITIVA = MORTA PER COVID.
Così l'ASL ha incassato fior di soldini.

Comunque - a casa mia - 115.220 decessi sul totale di 136.099 = 85% OTTANTACINQUE PER CENTO


Il passaporto verde rafforzato mettilo in atto per queste persone.

Non per i 50enni che hanno avuto 5017 decessi = 3,7%

O per i 60enni che hanno avuto 14155 decessi = 10%

E sempre per "concorso covid".


Così i poveri lavoratori possono andare a lavorare.


BUFFONI. Capitasse anche a loro.
 
 
Alcuni onorevoli al Parlamento Europeo, primo firmatario Antonio Maria Rinaldi,
avevano presentato un’interrogazione al parlamento europeo sul tema del Green Pass,


In relazione al Green Pass la domanda verteva su queste incertezze centrali:


Tuttavia tale strumento,

essendo stato interpretato ed applicato in modo non omogeneo fra i rispettivi Stati membri,

sta creando non pochi problemi ai cittadini,

i quali credendo di avere come unico riferimento il regolamento sopracitato

si scontrano invece con parametri, date di validità e gradi diversi di certificati

che tengono conto di un diverso numero totale di vaccinazioni, guarigione e varie tipologie di test COVID-19.

Inoltre un certificato che doveva semplificare a livello comunitario la libera circolazione,

si è trasformato paradossalmente in uno strumento discriminatorio

con limitazioni maggiori od inferiori a seconda del paese membro in cui ci si reca,

pur in possesso delle stesse identiche certificazioni che hanno generato il certificato in oggetto.




Tenendo conto di quanto esposto, può la Commissione rispondere al seguente quesito:


Come intende procedere per evitare che sussistano queste palesi discriminazioni nei confronti dei cittadini europei?



La risposta della Commissione, nella sua parte essenziale , è la seguente:


È importante sottolineare che l’uso nazionale dei certificati COVID-19
per scopi diversi dall’agevolazione della libera circolazione all’interno dell’UE
non rientra nell’ambito di applicazione del regolamento sul certificato COVID digitale dell’UE.

L’uso nazionale del certificato COVID digitale dell’UE resta di competenza degli Stati membri.

Quando essi decidono di utilizzare il certificato COVID digitale dell’UE per fini nazionali
sono tenuti a prevedere una base giuridica in tal senso nel diritto nazionale.



Quindi l’Unione Europea
si lava letteralmente le mani del Green Pass.


Ha creato uno strumento che si è rivelata un’arma,

l’ha data in mano a governi spesso con qualche dubbio nel supporto bipolare,

questi l’hanno trasformato, oggettivamente, in uno strumento di discriminazione.



Altrimenti gli obblighi dei cittadini dei singoli paesi sarebbero comunque gli stessi.

Invece un cittadino spagnolo, portoghese o danese, non ha nessun obbligo vaccinale, invece uno italiano si…
 
Il quotidiano tedesco Die Welt
ci informa ufficialmente che qualcosa non va sugli effetti collaterali dei vaccini.

Il consiglio di amministrazione della compagnia di assicurazione sanitaria BKK ProVita

avverte di un’allarmante sotto-registrazione di casi sospetti di effetti collaterali del vaccino contro il COVID.


Secondo i dati del pagamento dei rimborsi, il loro numero è più di dieci volte superiore a quello dichiarato ufficialmente.

Fino a tre milioni di person si sono recate nel 2021 in Germania a causa degli effetti collaterali della vaccinazione dal medico.



In una lettera inviata lunedì
all’Istituto Paul Ehrlich,
all’Associazione medica tedesca
e ad altre istituzioni,
il consiglio di amministrazione dell’assicurazione sanitaria parla di un “segnale di avvertimento violento”.

Secondo i dati, la vaccinazione ha comportato più giorni di congedo per malattia rispetto a quanto concesso per il coronavirus.


BKK ProVita è una compagnia di assicurazione sanitaria con oltre 100.000 assicurati,
ma ha accesso al pool di dati di tutte le casse di assicurazione sanitaria della compagnia con un totale di 11 milioni di assicurati.

In una lettera a Klaus Cichutek, presidente del Paul Ehrlich Institute (PEI), l’istituto tedesco responsabile per i vaccini,
il CEO Andreas Schöfbeck annuncia ora con riferimento ai dati di questo pool:

“Finora, abbiamo i dati di fatturazione dei medici per la prima metà del 2021 e circa la metà per il terzo trimestre del 2021. La nostra query include i codici ICD validi per gli effetti collaterali del vaccino. Sebbene non abbiamo ancora i dati completi per il 2021, questa valutazione ha dimostrato che, sulla base dei dati disponibili, assumiamo già 216.695 casi trattati di effetti collaterali del vaccino dopo la vaccinazione corona da questo campione. Se queste cifre vengono estrapolate all’anno nel suo complesso e alla popolazione in Germania, probabilmente 2,5-3 milioni di persone in Germania sono state in trattamento medico per gli effetti collaterali della vaccinazione dopo la vaccinazione contro il coronavirus. Vediamo questo come un segnale di allarme significativo che deve essere preso in considerazione nell’ulteriore uso dei vaccini”.

Il problema è che le cifre ufficiali del PEI divergono potentemente:
il PEI ha registrato un totale di meno di 250.000 segnalazioni di attività sospette per l’intero anno 2021.

Ciò corrisponderebbe quindi a una sotto-registrazione degli effetti collaterali del vaccino di un fattore di 10 o più volte


Secondo Schöfbeck, le cifre potrebbero essere convalidate “relativamente facilmente e anche a breve termine”
chiedendo a tutte le compagnie di assicurazione sanitaria di valutare i loro dati di conseguenza.

Estrapolato a tutta la Germania

, “circa il 4-5% delle persone vaccinate erano in trattamento medico a causa degli effetti collaterali del vaccino“.


Ricordiamo che in Germania la copertura sanitaria è assicurata tramite un sistema di assicurazioni private
che ricorda il nostro vecchio sistema delle mutue.

Quindi per questi enti terzi sarebbe semplice raccogliere, come ha fatto la BKK,
i dati di chi ha chiesto assistenza post vaccino per avere un vero, esaustivo, quadro degli effetti avversi.


Chissà perché non lo hanno ancora fatto…
 
Quarta dose?

“Per ora no, a settembre quasi di sicuro. Anche perché i dati che arrivano da Israele sono confortanti”.


Lo abbiamo letto e riletto infite volte, in questi giorni.

Uno scenario al quale, sotto sotto, ci stiamo anche già rassegnando,
perché d’altronde se i numeri suggeriscono questo, forse, allora è bene mettersi l’anima pace.

Giusto?

Tutt’altro.

Perché in realtà le statistiche ci stanno dicendo che una nuova inoculazione è tutt’altro che una certezza.

Anche se dalle nostre parti virologi e scienziati lo dicono soltanto a bassa voce.


Come spiegato da Antonio Rossitto sulle pagine della Verità, infatti,
i dati che arrivano da Israele sono tutt’altro che confortanti.

Nonostante lo stesso direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini
abbia sottolineato nelle scorse ore, intervistato da Repubblica, come

“Israele abbia visto dimezzarsi i contagi dopo la quarta dose”.

La conferma, dunque, di una strada tracciata e che l’Italia dovrà soltanto seguire.


In realtà, però, le cose non stanno affatto così.


Come ricordato dalla Verità, infatti,
alla fine dello scorso gennaio Israele era tra i Paesi messi peggio al mondo sul fronte Covid,
con oltre 10.000 casi per milione di persone, cinque volte più di Italia o Germania.

Il tutto nonostante una massiccia campagna vaccinale, partita in largo anticipo rispetto agli altri Stati.

Si era così iniziato a parlare di quarta dose,
con il ministero della Salute che aveva però chiarito:

soltanto per chi soffre di altre malattie gravi o è molto esposto a causa del lavoro che fa.



Non proprio la stessa identica situazione descritta da Magrini.


Il calo di contagi c’è stato e secondo molti scienziati è frutto della normale evoluzione della pandemia,
come d’altronde registrato un po’ ovunque.

La quarta dose ha influito, però, in maniera molto limitata,
visto che è stata riservata a un numero molto ridotto di persone.


Gli appelli dei virologi, tra i quali per esempio Matteo Bassetti, vanno in direzione opposta:

“Quarta dose? Non ci sono evidenze scientifiche che serva”.


Chissà se qualcuno, dalle parti del governo italiano, lo avrà capito.
 
A volerci scherzare un po’ su, si potrebbe parlare di un piccolo delirio di onnipotenza, neanche troppo mascherato.

Altrimenti, ci sarebbe da preoccuparsi.

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza e uno dei principali sostenitori delle strategie.

Arrivato ad ammettere, senza troppi giri di parole, di far parte di una lobby internazionale che cerca “di condizionare le scelte dei governi”.


Come raccontato da Francesco Borgonovo sulle pagine della Verità,
il guru di Roberto Speranza ha ammesso nei giorni scorsi di far parte di un gruppo denominato “Covid action group”,
ovvero una “rete globale e multidisciplinare di esperti con la missione di consigliare i responsabili politici e la comunità sulle strategie pratiche per eliminare il Covid”.

Obiettivo dichiarato, l’eliminazione del virus.

Per farlo, l’organizzazione vanta collaborazioni con realtà come :

Endocoronavirus

Zerocovid


Una scelta, quella di Ricciardi, che qualche dubbio lo solleva.

Si chiede La Verità, per esempio,
se il compito di un consulente di un ministro italiano non sia innanzitutto fare il bene della propria nazione,
piuttosto che tentare di imporre “un approccio unilaterale e ideologico sostenuto da un gruppo transnazionale”.

Con il diretto interessato che

“non ha neanche tentato di smentire le nostre affermazioni. Anzi: ha rivendicato con orgoglio la sua appartenenza”.


Ospite del talks show virtuale World Room di Enrico Cisnetto,
Ricciardi ha infatti parlato dell’associazione World healt network, di cui fa parte:

“Siamo tra gli scienziati più importanti del mondo e facciamo tutto alla luce del sole,

portiamo dati a supporto delle decisioni scientifiche.

Cerchiamo di condizionare positivamente le decisioni dei governi,

a volte riuscendoci e a volte no”.


Non resta che chiedersi se Ricciardi lavori per il bene dell’esecutivo o, semplicemente, per manipolarlo.
 
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Perché quando si sa cosa è giusto comunicare, il resto segue...

E' facile rilevare come dall'area del "comunicare la scienza"
sia venuto fuori in due anni un comportamento assolutamente omogeneo.

Nel "pacchetto base" neanche una sfumatura leggermente diversa.

Sono un discreto numero, ma trasmettono e hanno trasmesso un messaggio assolutamente identico ,
che evidentemente hanno imparato "essere quello giusto in caso di pandemia"
(quindi se qualcuno ha percepito di quando in quando del paternalismo ha percepito bene):

rilanciare gli scenari peggiori,

tenere alto il livello emergenziale,

parlare di farmaci compromette la campagna vaccinale.


Dietro a tutti i discorsi sulla difficile comunicazione dell'incertezza c'erano queste certezze assolute.

In un'ottica del genere qualsiasi voce, per quanto legittima,

che esca dal solco è vista con profonda avversione

perché al pubblico non deve arrivare un messaggio diverso

(per quanto, da un punto di vista tecnico scientifico su una buona quantità di temi il famoso "consenso" sia tutt'altro che unanime).



La giusta preoccupazione sull'infodemia induce una reazione compatta,
per cui tutto quello che è diverso da "quel che è giusto dire" diventa immediatamente parte dell'infodemia stessa.


In pratica la pandemia ha trasformato

quelli dell'inclusione,

dell'engagement e

dell'empowerment

nell'ennessimo gruppo con la Verità in mano,

la Verità su quello che va detto perché è giusto dirlo, non perché sia vero o meno.


Tutto ciò in tempi normali si chiama "propaganda".



In questo modo si può spiegare tanto, da "il problema e' il razzismo" del febbraio 2020 in poi.
 
Ahahahahahah cose incredibili accadono.


Le Borse europee viaggiano sui massimi di seduta dopo l'avvio in rialzo di Wall Street

mentre le speranze di apertura di un canale diplomatico tra Russia e Ucraina

si scontrano con le notizie drammatiche che arrivano da Kiev,

dove si intensificano gli attacchi dei militari russi.


Milano e Londra salgono del 3,5%,

Parigi del 3% e

Francoforte del 2,8%.
 
I ricavi del Gruppo Maire Tecnimont ammontano a €2.864,8 milioni, in aumento dell’ 8,9%.

I volumi dei ricavi realizzati riflettono l’evoluzione dei progetti nel portafoglio ordini
e l’andamento non lineare nel tempo dipendente dalla programmazione dei singoli lavori nelle varie attività,
evidenziando un continuo trend di crescita grazie al progressivo processo di normalizzazione delle attività per i progetti già in portafoglio,
influenzati dalle conseguenze della pandemia nei mesi precedenti.

Il margine di commessa è pari a €323,3 milioni, in aumento del 3,7%, ed esprime una marginalità pari all’11,3%.

I costi generali e amministrativi sono pari a €72,9 milioni, in aumento del 2,3%,
anche a seguito del rafforzamento della struttura a sostegno della BU Green Energy,
nonché a supporto delle attività in Africa sub- sahariana.

Inoltre, il dato di raffronto del 2020 beneficiava delle iniziative di risparmio costi realizzate in conseguenza della crisi pandemica.


L’EBITDA, pari a €173,7 milioni, in aumento dello 0,9% a seguito dei maggiori volumi consuntivati.

Il margine è pari al 6,1% in linea rispetto ai dati trimestrali nel corso dell’anno.

La voce ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti ammonta a €43,8 milioni, in calo del 10,9%
a seguito di una diversa dinamica degli accantonamenti.


Il risultato operativo (EBIT) è pari a €130.0 milioni, in aumento del 5,1% con una marginalità del 4,5%.

Il risultato netto della gestione finanziaria esprime oneri netti per €16,1 milioni rispetto a €44,9 milioni.

Il dato del 2021 incorpora il contributo positivo della valutazione netta di strumenti derivati per €10 milioni,
che, invece, incidevano negativamente per €9,5 milioni nell’esercizio precedente
a seguito dello sfavorevole andamento dei tassi di cambio e dei valori azionari
per la situazione creatasi nei mercati a causa della pandemia, facendo quindi registrare una variazione positiva di oltre €19,5 milioni.


L’utile ante imposte è pari a €113,8 milioni, in aumento del 44,4%,
a fronte del quale sono state stimate imposte per un ammontare pari a €33,4 milioni.

Il tax rate è pari al 29,3%, in miglioramento rispetto a quello mediamente espresso negli ultimi trimestri,
essenzialmente dovuto alle diverse geografie in cui è svolta l’attività operativa del Gruppo.

L’utile netto consolidato è pari a €80,5 milioni, in aumento del 48,5%,
a seguito principalmente dell’incremento dei volumi e dell’impatto positivo della gestione finanziaria come sopra descritto.


La posizione finanziaria al 30 dicembre 2021 mostra disponibilità nette per €8,9 milioni,
in miglioramento di €125,8 milioni rispetto al 31 dicembre 2020,
grazie alla generazione di cassa operativa dei progetti in portafoglio per €232,0 milioni,
inclusi gli incassi espressi dai progetti di nuova acquisizione, nonostante il pagamento di dividendi per €38,1 milioni
e l’acquisto di azioni proprie a servizio dei piani di incentivazione per €5,5 milioni.

Ulteriore miglioramento della posizione finanziaria si è registrato anche a seguito delle variazioni del mark to market
degli strumenti derivati che hanno inciso positivamente per €49,4 milioni.


Il patrimonio netto consolidato ammonta a €527,3 milioni, in aumento di €79,1 milioni rispetto al 31 dicembre 2020.

Il dato risente sia di un risultato consolidato positivo del periodo per €80,5 milioni,
che delle variazioni positive della riserva di Cash Flow Hedge per €24,6 milioni
e della riserva di traduzione dei bilanci in valuta per €12,3 milioni, al netto dei dividendi distribuiti pari a €38,1 milioni.


Per quanto riguarda BU Hydrocarbons, i ricavi ammontano a €2.779,2 milioni, in aumento dell’8,7%
per gli stessi motivi commentati a livello consolidato.

Il margine di commessa è pari a €306,7 milioni, con un marginalità pari all’11,0%.

L’EBITDA è pari a €168,5 milioni con una marginalità del 6,1%.


Per quanto riguarda BU Green Energy, i ricavi ammontano a €85,6 milioni, in aumento del 15,2%
a seguito anche di una crescita registrata nelle attività della controllata NextChem
la quale, nel corso del 2021, ha impresso un’ulteriore accelerazione nel processo di rafforzamento tecnologico
grazie agli accordi di cooperazione sottoscritti con varie controparti italiane ed internazionali.

Il margine di commessa è pari a €16,7 milioni, con un marginalità pari al 19,5%.

L’EBITDA è positivo per €5,3 milioni, con una marginalità del 6,2% rispetto ad un dato negativo pari a €1,1 milioni.

Questo miglioramento è principalmente dovuto ad un mix di produzione maggiormente incentrato nelle iniziative della controllata NextChem
 

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