Obbligazioni valute high yield Vietnam

nel complesso comunque mantengo il mio consiglio di "wait and see" anche per il bond in $ , l'eventualita' di un default sembra improbabile (rapporto debito pubblico/PIL 47% , debito estero/PIL 32%) ma se scoppia una crisi valutaria col cavolo che il bond tiene quota 103
 
nel complesso comunque mantengo il mio consiglio di "wait and see" anche per il bond in $ , l'eventualita' di un default sembra improbabile (rapporto debito pubblico/PIL 47% , debito estero/PIL 32%) ma se scoppia una crisi valutaria col cavolo che il bond tiene quota 103

Lo tengo in watch, e grazie ancora per il monitoraggio condotto qui... :up:
 
L'opinione di Moody's... il quadro è quello efficacemente descritto da Gaudente...

Moody's says pressures remain on Vietnam's Ba3 rating

Singapore, December 21, 2009 -- Moody's Investors Service says that the outlook for the Vietnamese government's Ba3 foreign and local currency bond ratings is negative as the effects of the global recession and re-emerging inflationary expectations are destabilizing external balances.

"Credit challenges are considerable enough to justify a negative rating outlook, but Vietnam's credit fundamentals have not yet moved out of the comfort zone for a Ba3 rating," says Byrne. "The efficacy of the authorities' policy tightening and the path of recovery in global trade will be key determinants to the rating outlook."

"At the same time, Moody's notes that the ratings reflect progress made in externally oriented policies and state enterprise restructuring and reform. Prospects that Vietnam can continue on a path of relatively rapid economic growth seem favorable, if policies are supportive," says Thomas Byrne, a Moody's Senior Vice President.

"Moreover, public finances are manageable, even though the deficit has swelled as a result of a robust stimulus package and the adverse effects of the global financial crisis and recession," adds Byrne.

While the downturn in global trade dims somewhat Vietnam's prospects for continued rapid economic growth, the country's growth model may remain relatively vigorous.

Byrne was speaking on the release of Moody's latest annual report -- which he authored -- on Vietnam, and which looks specifically at key rating factors, including Economic Strength, Institutional Strength, Government Financial Strength and Event Risk.

"While the authorities are seeking to find a balance between pro-growth and stabilization policies, downward pressure on the exchange rate persists and the drain of official foreign exchange reserves has continued, according to available information," says Byrne.

In such a context, for Moody's to consider a change in the rating outlook to stable there would need to be a stabilization of the balance of payments and the loss in official foreign exchange reserves would need to be stemmed. This would likely require additional policy adjustments, as well as a boost from an uninterrupted recovery in the global economy.

Moody's notes that Vietnam's nearly $100 billion economy remains relatively moderate in scale and its certain institutional features and the country's per capita income remains relatively low among its Ba rating peers. However, Vietnam's relatively high savings rate and considerable external financing support from the World Bank and other official creditors provides for moderate government financial strength. And social stability in Vietnam reduces political event risk.

"On balance, our methodological assessment of Vietnam's credit fundamentals remain supportive of its Ba3 rating, although macroeconomic imbalances justify a negative rating outlook and have not completely allayed rating concerns," says Byrne.

The last rating action with respect to Vietnam was on June 4, 2008 when Moody's changed the rating outlook to negative from positive on the government's Ba3 ratings, while maintaining a negative outlook.

The principal methodology used in rating the government of Vietnam is Moody's Sovereign Bond Ratings, published in September 2008, which can be found at OpenDNS in the Reserch & Ratings directory, in the Ratings Methodologies subdirectory. Other methodologies and factors that may have been considered in the process of rating this issuer can also be found in the Rating Methodologies subdirectory on Moody's website.

http://www.moodys.com
 
Il Vietnam dribbla la crisi con l’arma della svalutazione

18 Jan 2010


A cura di Rocki Gialanella

L’arrivo in massa degli investitori esteri ha surriscaldato l’economia e i prezzi. Il Governo ha optato per una svalutazione competitiva ed un aumento del costo del denaro che punta a controllare l’inflazione

Il Vietnam ha rivoluzionato il panorama economico asiatico. A dicembre, le autorità responsabili dell’economia del paese hanno optato per una svalutazione della divisa domestica (il Dong) rispetto al Dollaro. Si è trattato di un provvedimento quasi contemporaneamente al rialzo del costo del denaro (+1%) che ha portato il tasso di riferimento all’8%. Con questo doppio intervento, le autorità hanno cercato di fornire un aiuto alle esportazioni e di controllare la galoppante inflazione. Tuttavia, la decisione non è stata gradita dai paesi vicini, che hanno valutato la mossa come un intervento di concorrenza sleale nei confronti di realtà economiche che non sono riuscite a scrollarsi di dosso gli effetti imputabili alla crisi economica.

In termini macro-economici, il Vietnam è riuscito a far fronte al temporale finanziario con una crescita del Pil del 6,2% nel 2008 e probabilmente del 5,5% nel 2009 (stando alle aspettative formulate dagli analisti della Banca Mondiale). Durante questo biennio, il Governo è riuscito a mantenere il livello dei consumi e della produzione interna, in parte grazie ad un’iniezione di 16.000 mln di Usd di aiuti, ma anche in virtù dell’adozione di una rigida disciplina fiscale e della realizzazione di riforme (intraprese durante l’ultimo decennio) improntate alla liberalizzazione di alcuni settori chiave.

In questa fase, il Vietnam si è trasformato nella seconda economia a più rapida crescita dell’Asia, seconda soltanto alla Cina, con un incremento medio annuo del 6,9% nell’ultimo quinquennio. Grazie al massiccio arrivo di investimenti diretti esteri –attratti dal favorevole trattamento fiscale e da una legislazione del mercato del lavoro molto flessibile- il Vietnam ha conquistato la leadership delle esportazioni di alcune materie prime: riso e caffè. Allo stesso tempo, le autorità si sono impegnate nella formazione di nuovo capitale umano, raggiungendo uno dei più alti livelli di alfabetizzazione in Asia.

Nonostante l’impegno profuso, lo scenario attuale mostra due variabili prioritarie che stanno attraversando una fase di stanca: gli investimenti esteri e le esportazioni. Nei primi 11 mesi dell’anno, il Vietnam ha attirato 19.700 mln di Usd di investimenti esteri (la quarta parte di quanto calamitato nello stesso periodo dell’anno precedente). Parallelamente, le esportazioni hanno toccato quota 51.300 mln di Usd nello stesso periodo, in flessione del 18% rispetto al 2008. Con questi numeri, il deficit commerciale si è impennato fino ai 10.200 mln di Usd a novembre.

Nel tentativo di frenare questo dissanguamento, le autorità hanno deciso di svalutare il Dong, rafforzare le esportazioni ed aumentare il rendimento commerciale ottenibile da una produzione rivista in calo. Nonostante ciò, gli analisti credono che questa misura non sarà sufficiente se le condizioni del commercio mondiale non miglioreranno e la domanda proveniente dai principali partners commerciali –tra i quali spicca la Cina- non sperimenteranno una ripresa.

L’introduzione delle nuove misure è stata accompagnata da un aumento dei tassi di interesse che, in teoria, dovrebbe contribuire ad evitare nuove svalutazioni e a frenare l’inflazione cronica che ha interessato l’economia domestica durante l’ultimo decennio. L’arrivo in massa degli investitori esteri ha surriscaldato l’economia e alimentato un’impennata dei prezzi con picchi che hanno raggiunto il 20% al mese nel corso del 2008. Un trend dei prezzi che è stato posteriormente frenata dall’attuale crisi economica, ma che potrebbe fare ritorno sulla scia del miglioramento dei dati macro-economici. Le ultime aspettative segnalano che l’inflazione vietnamita potrebbe archiviare il 2009 con un +6%.
 

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