Perché il fallimento?
Il tribunale è giunto alla drastica decisione avendo
revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo
contestando all’azienda una serie di criticità fra le quali le
“assai contenute percentuali di soddisfacimento dei creditori in conseguenza del fatto
che a fronte di un ammontare complessivo di quasi 82 milioni di euro,
la somma che si mette a disposizione è di soli 815.660 euro”.
Di più: gli apporti di finanza da soci e/o amministratori per circa 1,7 milioni
“erano tutti privi di qualsiasi garanzia” così come non erano
“previsti strumenti giuridici atti ad assicurare una vendita proficua del compendio immobiliare di Dossobuono”.
Ad aprile 2022, data dell’ultima rappresentazione contabile inclusa della domanda di omologa del concordato,
le banche erano esposte verso Paluani per un totale di circa 35,5 milioni.
Si tratta di Unicredit, Banco BPM, MPS, Intesa Sanpaolo, Banca Valsabbina, BPER, Caribolzano,
Carige, Banca di Verona Credito Cooperativo, Cerea Banca e Credito Valtellinese.
La storica azienda dolciaria veronese è nata come pasticceria artigianale nel 1921.
Nel 1968 è passata nelle mani del commercialista Luigi Campedelli,
il padre dell’attuale azionista di maggioranza Luca,
che la rilevò dal tribunale fallimentare assieme al socio Gino Cordioli.