VOLEVO DIRE A TIZIANO FERRO CHE SPESSO NON ME LO SO SPIEGARE NEMMENO IO

Buona settimana a tutti :)

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Forse è meglio tentare questa strada.........

Jackpot da duecentomilioni di euro.

Chi lo vincerà, se riuscirà a centrare il bersaglio, potrà rifarsi una vita.

Ed intanto a sognare sono milioni di italiani.

Il premio più alto al mondo e il secondo Jackpot nella storia del gioco.

Per l’estrazione il SuperEnalotto metterà in palio 202,9 milioni di euro.

Il premio è ad un passo dalla cifra record di 209 milioni centrata nel 2019 con una giocata di soli 2 euro.


E per tentare la fortuna basta centrare una sestina, quei 6 numeri che possono cambiare la vita.
 
C’è un metallo che è molto utilizzato in settori diversi fra di loro
e che per questo è utilizzato spesso come indicatore dell’andamento delle attività produttive e industriali: il rame.


Il rame è presente nell’elettronica, nella meccanica, in varie leghe (pensiamo banalmente al bronzo),
nelle tubature, in prodotti estremamente vari dalle automobili anche elettriche ai treni, alle linee elettriche, ai pannelli solari.

Quest’ampissimo uso industriale ne fa un utilissimo indicatore dell’attività industriale:
se la richiesta è ampia i prezzi si innalzano in attesa che l’offerta si adatti.



Il prezzo del rame è letteralmente precipitato nelle scorse settimane:


copper1.png



La caduta nel mese di maggio è stata tale da riportarlo al valore dell’agosto 2021,
un segno che la domanda del metallo è precipitosamente calata
a fronte, evidentemente, di un’attività di produzione industriale in riduzione.


Bisogna dire che siamo ben lontani ancora dai valori del 2019, ante covid, tralasciando la parentesi della pandemia







copper2.png



Perché il recente calo:


  • l’inflazione energetica alta riduce la capacità di acquisto dei privati e delle aziende,
  • per cui, al di là di certi settori specifici, cadono consumi e investimenti;

  • lockdown in Cina e rottura delle catene logistiche collegate con l’Oriente
  • vengono a ridurre la produzione industriale di molti beni,
  • e quindi l’impiego del rame sia presso il paese produttore per eccellenza , la Cina,
  • sia presso chi magari utilizza subcomponenti cinesi (noi);

  • comunque il conflitto ha portato alla contrazione della domanda di semilavorati prodotti di investimento in vai paesi

Nello stesso tempo il fatto che i prezzi non si siano ancora normalizzati a valori simili a quelli ante covid, ma siano ancora superiori,

indicano come l’attuale spinta stagflazionistica, cioè la bolla i domanda, non si sia ancora esaurita.


Quindi la cii è iniziata, ma non ha ancora fatto sentire a pieno il proprio effetto.
 
I tempi cambiano,
l’economia reale torna a essere la regina,
le bolle si sgonfiano
ed i beni primari come l’energia tornano ad essere il cuore del sistema economico.

Questo non può che riflettesi nella borsa,
dove vediamo che Apple non è più la più grande, per capitalizzazione, società al mondo.

Con un calo del 19% di valore per azione dall’inizio dell’anno
la sua capitalizzazione complessiva è pari a 2,37 miliardi di dollari.

La più capitalizzata società al mondo è ora la saudita ARAMCO,
società di stato petrolifera ed energetica,
con una capitalizzazione complessiva pari a 2,45 miliardi di dollari.


Quindi la bolla tecnologica si sta sgonfiando con grande rapidità,
riportando in auge società che sembravano essere condannate dalla storia,
quelle che producono energia “Sporca”, petrolifere, che dovevano essere superate dalla rivoluzione verde.

Invece, mentre le prime si stanno rapidamente riducendo,
le seconde mantengono un valore stabile, se non lo incrementano.


Questo andamento viene poi ulteriormente confermato dai problemi logistici creati
sia dalla politica Covid-zero cinese sia dalla guerra in Ucraina:

questa crisi ha reso da un lato complesso l’approvvigionamento dei prodotti Apple,
dall’altro ne ha danneggiato la commercializzazione.

Al contrario la guerra in Ucraina ha esaltato la posizione dei produttori di materie prime.


Si tratta di un necessario bagno di realtà:

senza un iPhone nuovo puoi sopravvivere benissimo,

senza energia o senza cibo no, non puoi stare.



Un concetto semplice che stiamo re-imparando sulla nostra pelle.


Eppure vi garantisco che in Europa l’illusione che il mondo si basi sui sogni verdi

e che il benessere economico delle persone non sia necessario, è tuttora imperante.
 
Bloomberg riferisce che il Ministero dell’Agricoltura cinese
è molto preoccupato perché gli agricoltori stanno tagliando il grano non ancora maturo
per usarlo come fieno e quindi diminuendo la disponibilità di cereali per l’alimentazione umana.

Il ministero ha affermato che ciò avviene tre settimane prima dei raccolti,
aggiungendo che il raccolto è stato soggetto a devastanti inondazioni alla fine dello scorso anno.

C’è anche la preoccupazione che le condizioni dei campi inzuppati nel sud della Cina
a causa di piogge anormali possano influenzare la capacità degli agricoltori di raccogliere.


Un analista di Thomas Elder Markets, con sede a Melbourne, Andrew Whitelaw,
ha affermato che non sorprende che gli agricoltori taglino presto il grano per il fieno,
poiché questo potrebbe essere la miglior via di fare qualche profitto, dato che la qualità del raccolto è pessima.

“Se la Cina ha un raccolto scarso in questa stagione,
allora probabilmente dovrà continuare con un forte programma di importazione…
questo pone dei grossi interrogativi sui piani per la sicurezza alimentare della Cina”,
aggiungendo che il paese ha aumentato le importazioni di grano quest’anno.


Ecco alcuni video di camion cinesi carichi di grano acerbo che verrà utilizzato come mangime per animali al posto della farina per il consumo umano.


This is not Shanghai, but China's grain-producing area. The problem is that the wheat has been cut before it is ripe. What will the Chinese eat in the future? pic.twitter.com/2U1n4bDzSP


— new century (@newcentury1999) May 10, 2022




The wheat is harvested before it is fully ripe, so the cows will eat the wheat and the humans the fodder!
What is happening in China? pic.twitter.com/wnOVgcq1UX
— Protest News (@ProtestNews_EN) May 10, 2022




La situazione in Cina si aggiunge alle preoccupazioni per la produzione di grano in Ucraina e la difficoltà nella loro esportazione,

all’impossibilità della Russia di spedire il raccolto in paesi “ostili”,

alle minacce dell’India di divieti all’esportazione di grano a causa del maltempo

ed ai problemi di semina nelle pianure settentrionali degli Stati Uniti e in Canada a causa delle condizioni umide.


A queste condizioni i prezzi del grano permangono vicino ai massimi degli ultimi anni.



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La sicurezza alimentare viene a essere quindi gravemente minacciata

ed è sempre più probabile che avvengano crisi e rivolte per mancanza di cibo,

come sta avvenendo in Sri Lanka.
 
Nel 2017, per godere dei tassi di interesse estremamente bassi,
l’Austria emise un titolo a 100 anni, scadente nel 2117, che aveva un rendimento fisso del 2,1%-

In quel momento si trattava di interessi molto alti,
e , con i tassi negativi della BCE permanenti e un’inflazione quasi a zero,
il valore del titolo è volato alle stelle.

Ricordiamo che perfino i titoli decennali italiani rendevano meno del 2%,
i Bund addirittura giungevano nel 2019 ad avere un rendimento negativo.

Il centennale, nonostante le sua caratteristiche particolari, ebbe un boom del proprio valore.



Però le cose cambiano, e così sono cambiati i rendimenti sul mercato.

Cosa è successo al famoso titolo centennale Austriaco?

Lo vediamo nel seguente grafico:


100-years-bond.png



Il valore di partenza 100 a 100 è tornato,
dopo però aver toccato un massimo nel 2021,
neanche molto tempo fa, un valore monstre di 225!!!

Praticamente in un anno si è più che dimezzato il prezzo.


Nel 2021, per un periodo, il BTP rese meno dello 0,5%.

Nello stesso periodo eravamo nel pieno dei tassi negativi e del PEPP,
il QE europeo nato per controbattere la crisi COVID.

L’inflazione era minima.


Ora l’inflazione nell’area euro è del 7,5%,

il PEPP è finito,

anche gli altri programmi di espsansione si chiuderanno presto,

mentre gli interessi probabilmente aumenteranno a luglio anche nell’Euro zona.


A questo punto, in meno di un anno, sembra cambiato tutto

e ciò che si era gonfiato con QE e tassi negativi

si sta sgonfiando rapidissimamente.


Peccato che fra quello che sta uscendo dal boom

ci siano anche molti nostri investimenti e molti fondi pensioni…
 
Chiuse di nuovo le contrattazioni sulla blockchain che sostiene Terra USD e Luna.

La stablecoin, e l’altcoin ad essa collegata, stavano precipitando,
così come avveniva da due/tre giorni, perdendo quasi l’intero loro valore di mercato.

L’annuncio della sospensione è avvenuto con un tweet.

Una situazione paradossale se si pensa che proprio oggi c’è da registrare la sospensione dell’accordo tra Twitter ed Elon Mush.

Insomma, il mondo digitale sembra essere alla ricerca di una nuova dimensione, un nuovo punto di equilibrio.


Dal Bitcoin, la più famosa, all’Ethereum:
sono giorni complicati per il comparto delle criptovalute che continuano a registrare perdite significative.

Solo ieri il mercato delle valute digitali ha perso 200 miliardi di dollari di capitalizzazione con il Bitcoin, la regina delle valute digitali,
che è scesa sotto i 26.000 dollari (25,402 dollari), per poi risalire sopra la soglia dei 30 mila.

Dai record di novembre a quasi 69.000 dollari, il valore della criptovaluta più famosa si è più che dimezzato.


Le vendite non hanno risparmiato neanche Ether, la seconda valuta digitale più grande,
scesa per la prima volta da giugno 2021 sotto la soglia dei 2 mila dollari (giù fino a $ 1.704,05).


Pesantissima caduta anche per TerraUSD, stablecoin decentralizzata e algoritmica,
che ha perso l’ancoraggio al dollaro statunitense lo scorso fine settimana:
ieri era scambiata intorno ai 41 centesimi.


Anche Luna, “sorella” di Terra, che aveva recentemente superato i 114 dollari,
ha cancellato il 99% del suo valore e ieri valeva solo 4 centesimi.


A questo proposito, la segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen,
ha menzionato il de-pegging di TerraUSD durante un’udienza in Senato:

“Le stablecoin pongono rischi per la stabilità finanziaria e hanno bisogno di essere regolamentate”.



Ma cosa sta accadendo?

Tutto l’universo delle monete digitali ha mostrato un’altissima correlazione con i listini azionari.

L’inasprimento della politica monetaria messa in atto dalla FED per contrastare l’inflazione fuori controllo.

Così come il peggioramento delle prospettive economiche e il rallentamento della crescita da qui alla fine dell’anno,
anche in scia alla guerra in Ucraina e alle sanzioni che l’Occidente ha imposto (e imporrà) a Mosca.


A peggiorare il quadro, già complesso, anche il riacutizzarsi dei contagi di Covid-19 in Cina
ed i nuovi lockdown che mettono a rischio la ripresa dell’economia del Dragone.


E proprio in questo contesto, si parla spesso di avversione al rischio e di fuga verso i cosiddetti safe-heaven (beni rifugio).


Resta l’interrogativo sempre più forte.

Ha ragione Warren Buffett che ha detto che non investirebbe neanche 25 dollari sulle criptovalute
perchè, a suo dire, non sono sostenute da nulla di concreto?


O hanno ragione tutti i cripto-estimatori capaci di resistere anche agli strali di giorni tanto complicati?
 
C’è un metallo che è molto utilizzato in settori diversi fra di loro
e che per questo è utilizzato spesso come indicatore dell’andamento delle attività produttive e industriali: il rame.


Il rame è presente nell’elettronica, nella meccanica, in varie leghe (pensiamo banalmente al bronzo),
nelle tubature, in prodotti estremamente vari dalle automobili anche elettriche ai treni, alle linee elettriche, ai pannelli solari.

Quest’ampissimo uso industriale ne fa un utilissimo indicatore dell’attività industriale:
se la richiesta è ampia i prezzi si innalzano in attesa che l’offerta si adatti.



Il prezzo del rame è letteralmente precipitato nelle scorse settimane:


copper1.png



La caduta nel mese di maggio è stata tale da riportarlo al valore dell’agosto 2021,
un segno che la domanda del metallo è precipitosamente calata
a fronte, evidentemente, di un’attività di produzione industriale in riduzione.


Bisogna dire che siamo ben lontani ancora dai valori del 2019, ante covid, tralasciando la parentesi della pandemia







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Perché il recente calo:


  • l’inflazione energetica alta riduce la capacità di acquisto dei privati e delle aziende,
  • per cui, al di là di certi settori specifici, cadono consumi e investimenti;

  • lockdown in Cina e rottura delle catene logistiche collegate con l’Oriente
  • vengono a ridurre la produzione industriale di molti beni,
  • e quindi l’impiego del rame sia presso il paese produttore per eccellenza , la Cina,
  • sia presso chi magari utilizza subcomponenti cinesi (noi);

  • comunque il conflitto ha portato alla contrazione della domanda di semilavorati prodotti di investimento in vai paesi

Nello stesso tempo il fatto che i prezzi non si siano ancora normalizzati a valori simili a quelli ante covid, ma siano ancora superiori,

indicano come l’attuale spinta stagflazionistica, cioè la bolla i domanda, non si sia ancora esaurita.


Quindi la cii è iniziata, ma non ha ancora fatto sentire a pieno il proprio effetto.
recessione in arrivo IMHO
 

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