VOLEVO DIRE A TIZIANO FERRO CHE SPESSO NON ME LO SO SPIEGARE NEMMENO IO

Indice a 28.000 potrebbe significare i seguenti dividend/yeld :

Enel 6,54
Eni 5,64
Intesa 5,89
Poste 5,90
Snam 5,45
Terna 4,28

Dividend/yield forse un po' più sensati degli attuali
 
Indicatore o strumento di pressione politica?


L’asimmetria dei tassi d’interesse
applicati tra i Paesi che aderiscono al sistema della moneta unica (euro) è un autentico rompicapo.

Il differenziale dei tassi d’interesse corrisposti sui titoli del debito pubblico italiano
rispetto a quello tedesco, francese, spagnolo, portoghese e degli altri Paesi facenti parte dell’euro,
non trova riscontro nei fondamentali dell’economia comparata.

Lo spread è il differenziale di tasso che dovrebbe misurare il rischio per l’investitore.


A una più alta affidabilità del debitore finanziato corrisponde l’applicazione di tassi di interesse più bassi.

Al contrario, meno è affidabile il debitore più è alto il tasso d’interesse che esige il creditore.


In sostanza, lo spread misura il rischio di insolvenza del debitore.


Il debito pubblico sovrano italiano è più rischioso di quello francese, spagnolo o portoghese?


I dati oggettivi sui fondamentali dell’economia italiana, rispetto agli altri Paesi europei indicherebbero di no.


Le variabili che incidono sullo spread dovrebbero essere:

il rapporto deficit-Pil,

la stabilità politica del Paese,

la quota di debito pubblico in mano a creditori esteri,

l’affidabilità del Paese emittente,

la struttura produttiva del Paese,

la crescita economica,

il livello di esportazione,

la bilancia commerciale e dei pagamenti,

la ricchezza privata delle famiglie.



.
 
Il rapporto deficit-Pil italiano è decisamente alto rispetto agli altri Paesi euro fatta eccezione per la Grecia.

Il successo elettorale del centrodestra con l’assegnazione di una larga maggioranza
lascia prevedere un governo stabile e di legislatura.

L’Italia deve far rientrare il debito pubblico entro limiti fisiologici anche se il peso del debito è sostenibile.
Un governo stabile di legislatura lo potrebbe riportare entro limiti accettabili.

Per quanto attiene la quota di debito in mano a creditori esteri
l’Italia si trova in una situazione di vantaggio rispetto agli altri Paesi.
Il debito sovrano italiano è sottoscritto in larga parte da operatori finanziari e risparmiatori italiani.
Più scende la quota di investitori esteri meno l’Italia è esposta al rischio spread.

L’Italia ha sempre ottemperato al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale a scadenza.
L’Italia gode di una eccellente storia del credito.

L’Italia ha una struttura produttiva composta essenzialmente da piccole e medie imprese.
Apparato produttivo di eccellenza con una elevato grado di flessibilità.
Le imprese italiane sono in grado di meglio rispondere alle situazioni di crisi come hanno ampiamente dimostrato dopo la pandemia.

Negli ultimi due anni la crescita economica dell’Italia è stata tra le più alte in Europa
e ha superato sia la Germania che la Francia rispettivamente la prima e la seconda economia dell’Unione europea.

L’Italia, macina anno dopo anno, nuovi record di esportazione dei nostri prodotti verso il resto del mondo.

Al netto dell’importazione di prodotti energetici, la bilancia commerciale e dei pagamenti italiani sarebbe decisamente tra le più positive.

La ricchezza personale delle famiglie italiane è comparabile a quella tedesca e nettamente superiore agli altri Paesi.

La propensione al risparmio e le disponibilità finanziarie degli italiani sono tra i più alti del mondo.



Il vero problema non sono i fondamentali dell’economia che determinano l’alto spread,

ma la paura “indotta” da parte di istituzioni e media internazionali che hanno interesse a screditare il nostro Paese.



 
Voi cosa ne pensate ? E N I Obbligazioni

Maggiori azionisti

Alla Data della Nota di Sintesi, gli azionisti di Eni che, secondo le risultanze del libro soci e le altre informazioni disponibili
all’Emittente, possiedono, direttamente o indirettamente, un numero di azioni ordinarie dell’Emittente rappresentanti una
partecipazione superiore al 3% del capitale sociale sono indicati nella seguente tabella.

Dichiarante ovvero soggetto posto al vertice
della catena partecipativa Azionista Numero di azioni detenute % sulle azioni in circolazione

Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. 936.179.478 26,213%

Ministero dell’Economia e delle Finanze Ministero dell’Economia e delle Finanze 157.552.137 4,411%

Totale 1.093.731.615 30,624

Eni S.p.A. Eni S.p.A. (azioni proprie) 226.097.834 6,33%
 
Oggi pomeriggio uno shortino tenterebbe, ma con questi mercati è veramente dura.
La struttura di breve è incrinata e non è da escludere un test dei minimi di ieri ma, come detto, sono mercati veramente duri (almeno per me).
 
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Oggi pomeriggio uno shortino tenterebbe, ma con questi mercati è veramente dura.
La struttura di breve è incrinata e non è da escludere un test dei minimi di ieri ma, come detto, sono mercati veramente duri (almeno per me).
Lo pensavo anche io (addirittura sotto i minimi di ieri :rolleyes: ), ma non mi danno molte soddisfazioni ultimamente... anzi! :wall:

Buona giornata Cicoria e buona giornata a tutti i lettori :)
 
I cervelli abbodano in europa....non è che potremmo farne a meno ?


Un fenomeno secondario, ma non indifferente,
si è prodotto nella redistribuzione della remunerazione delle banche centrali a causa della nuova politica monetaria.

I recenti aumenti dei tassi di interesse hanno importanti implicazioni per i profitti e le perdite delle banche centrali:

le principali banche centrali pagano gli interessi sulle riserve bancarie delle banche commerciali (detenute presso la banca centrale),
gli aumenti dei tassi d’interesse comportano anche maggiori pagamenti di interessi da parte delle banche centrali a queste banche commerciali.


Prendiamo l’esempio dell’Eurosistema:
le riserve bancarie detenute dagli istituti di credito presso le banche centrali nazionali e la BCE ammontavano a 4,6 trilioni di euro alla fine del 2022 .

Nel dicembre 2022 il tasso di remunerazione delle riserve bancarie detenute dalle banche commerciali è stato portato al 2%.

Ciò significa che l’Eurosistema pagherà 92 miliardi di euro di interessi agli istituti di credito nel 2023,
mentre prima, con i tassi negativi, addirittura spremeva risorse da questi istituti di credito.

Questi pagamenti di interessi saranno probabilmente ancora più consistenti,
dato che la BCE ha annunciato ulteriori aumenti dei tassi di interesse.


Un modo per dare un’indicazione dell’entità di questi pagamenti di interessi è il seguente.

I 92 miliardi di euro in più di interessi pagati alle banche
significano che l’Eurosistema dovrà ridurre i suoi trasferimenti di profitti ai governi nazionali,
tramite le banche centrali nazionali, di 92 miliardi di euro.

Questa perdita di entrate dei governi nazionali ammonta allo 0,75% del PIL dell’area dell’euro
e porterà a un aumento del deficit di bilancio, rendendo necessaria un’ulteriore austerità fiscale in futuro.


Dato che è probabile che il tasso di interesse a breve termine venga ulteriormente aumentato,
la stretta fiscale raggiungerà probabilmente l’1% del PIL dell’area dell’euro nel 2023.

E ciò avverrà probabilmente quando l’area dell’euro entrerà in recessione.


In realtà il pagamento degli interessi da parte della banche centrali alle banche nazionali è, in qualche modo,
un residuato del passato, quando gli istituti centrali non erano altro che banche commerciali
scelte dallo Stato per svolgere funzioni di tesoreria, per cui continuavano comunque a comportarsi come istituti di credito.

Però il pagamento degli interessi alle banche commerciali viene a raffforzare in modo distorsivo l’effetto delle politiche monetarie,
dato che si riducono le risorse a disposizione degli stati nazionali.


Forse sarebbe opportuno ripensare il regime di remunerazione delle banche commerciali e, in generale,
il regime di riserve depositate stesse, per non rendere eccessiva e neppure desiderata la ricaduta delle politiche monetarie.
 
Lo pensavo anche io (addirittura sotto i minimi di ieri :rolleyes: ), ma non mi danno molte soddisfazioni ultimamente... anzi! :wall:

Buona giornata Cicoria e buona giornata a tutti i lettori :)
Carissima Dany, è un grande piacere leggerti.
Forse me ne pentirò, ma credo che resterò fermo: meglio un mancato guadagno che una perdita. Meglio aspettare qualche eccesso.
Un carissimo saluto, Dany.
 
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