26-06-08: i98mark
I trend in essere: 3) in negativo, la crescente pressione delle regolamentazioni nazionali.
Un ulteriore fattore la cui incidenza sui rating delle società del comparto va a svilupparsi in termini negativi è l'attività delle autorità di settore nazionali e più in generale della regolamentazione nazionale.
Già nel suo report dell'autunno 2006, S&P segnalava come il crescente successo delle utility europee, in termine di crescita dei fatturati e degli utili, andava ad attrarre una sempre maggiore attenzione da parte delle autorità nazionali, soffermandosi in particolare sui casi della Germania, della Svezia, della Francia e della Spagna.
Tutti casi in cui l'intervento delle autority di settore o del legislatore nazionale si traduceva di volta in volta in tagli delle tariffe di trasmissione dell'elettricità di altri operatori sulle proprie reti, maggiore imposizione fiscale sulla generazione di elettricità, limiti imposti alla crescita delle tariffe elettriche praticate alla clientela (a prescindere dall'effettiva crescita dei costi), limiti normativi alla durata dei contratti di fornitura del gas, ecc. ecc.
Si tratta di misure regolamentari - sebbene di natura diversa - tutte accomunate dalla loro incidenza in negativo sulla profittevolezza delle utility interesssate.
Nei report più recenti, anche in quelli riguardanti singoli operatori settoriali, S&P segnala il persistere di questo tipo di situazioni in ambito nazionale
In dettaglio, rinvio a questo estratto dal report S&P sul comparto del settembre 2006 (allegato integralmente).
Rising pressures from national regulators and governments
Regulatory development has become a negative factor, reflecting that European utilities' financial success is controversial and attracts increasing scrutiny. The regulatory environment has become less favorable, in particular in Germany and Sweden, but also in France and Spain.
In Germany the recently set-up network regulator, Bundesnetzagentur regulator, has imposed significant tariff reductions. The first cut was an 18% lowering (compared with the application) of the tariffs for Vattenfall Europe Transmission (the third-largest German high voltage grid operator), by reducing allowable asset values and hence the absolute return on equity and other costs.
Further low- to mid-double-digit tariff cuts for a number of electricity and gas distribution operators have followed.
E.ON has also been affected by a German Federal Court ruling, which shortened the duration of its wholesale gas sales contracts.
In Sweden, taxation on power generation has increased, while electricity network distribution regulations have also become stricter. These adverse regulatory developments in Vattenfall's main markets were the key driver for our recent revision of its outlook to stable from positive.
In France, which is traditionally supportive of its major utilities, the government granted GDF only a 5.6% increase in regulated supply tariffs from May 1, 2006, which does not cover the group's sourcing costs (negative impact of €331 million in the first half of 2006). In addition, gas supply prices, which were supposed to be reviewed quarterly, will now be reviewed only annually. Concerning EDF, the government authorized a 1.7% increase in regulated electricity retail supply tariffs from Aug. 15, 2006, which was the first since 2004. In the parliamentary debate over the Suez-GDF merger, however, amendments have been passed, which enable companies having chosen to opt for market prices to return for a renewable two-year period to tariffs capped at 30% above the regulated supply tariffs. Suppliers would be compensated by generators, in particular EDF. Such amendments will have a negative impact on EDF as they will reduce the share of its highly profitable French sales at market prices. The group estimates that the mechanism will have a significant negative impact on its operating income.
In Spain, two Royal Decree Laws, passed on Feb. 24, 2006, although temporary, have reduced the profitability of all the vertically integrated Spanish electricity utilities. The final impact will depend on how and when the measures are changed.
I trend in essere: 4) in negativo, le iniziative europee per l’implementazione del mercato comunitario .
Anche le iniziative europee per rendere più competitivo il mercato energetico europeo (dell'elettricità e del gas) smantellando le rendite di posizione esistenti, se sono ragione di apprezzamento per il cittadino-consumatore, per l'investitore vanno monitorate in quanto astrattamente idonee ad indebolire l'emittente obbligazionario da esse interessato.
Già nel proprio report del settembre 2006, S&P dava conto delle attività concrete condotte dall'UE per eliminare gli ostacoli ad un mercato energetico continentale aperto.
I punti di maggiore debolezza, individuati dalla UE fin dal 2006, consistevano nella eccessiva concentrazione su molti singoli mercati nazionali, con gli ex monopolisti in posizione dominante; nell'integrazione in senso verticale dei players più importanti (dalla produzione/approvigionamento alla commercializzazione alla distibuzione su rete proprietaria); nella scarsa integrazione fra mercati nazionali, con poca o nulla pressione competitiva sui prezzi esercitata dalle vendite da un mercato ad un'altro; nella mancanza di trasparenza, in specie nel mercato dell'energia elettrica e dalla scarsa affidabilità in termini concorrenziali dei meccanismi di formazione dei prezzi energetici.
Come detto, S&P segnalava nell'autunno 2006 le iniziative intraprese in sede comunitaria, riservandosi di monitorarle onde verificare il loro sfociare in normative e provvedimenti idonei ad incidere sui rating.
Da un estratto del già allegato report settoriale di S&P del settembre 2006
The EU review could result in additional regulatory pressures
The EU launched an investigation in June 2005 to assess the competitive conditions in the European gas and electricity markets, with a view to addressing the barriers hampering the development of a fully functioning and open EU-wide energy market from July 1, 2007.
In February 2006, the EU published a preliminary report, whose findings essentially confirm those of the initial report published in November 2005.
The final report is expected to be published early in 2007.
The preliminary report confirms that the EU has identified five main barriers to a fully-functioning energy market, which apply to both the gas and electricity markets:
· A high degree of concentration in most European markets, with, in particular, incumbents often continuing to enjoy dominant positions;
· Vertical integration of the largest players, by which the EU not only means the ownership of transmission and distribution assets by most incumbents, but also, in gas, the network of long-term contracts between gas producers and incumbent importers;
· Limited market integration, with cross-border sales not exerting any significant competitive pressure, given the difficulty in securing available capacity on cross-border pipelines in gas, and insufficient interconnection capacity and long-term capacity reservations predating the market opening in electricity;
· Lack of transparency, in the electricity wholesale market in particular, but also of reliable and timely information on the gas markets; and
· Price formation mechanisms, which at present are not robust and reliable enough.
In parallel, the EU has launched a number of proceedings against 17 of the EU's 25 members (including France, Germany, Belgium, Spain, and Italy) for not fully incorporating directives on the full opening of energy markets to competition into national law.
In addition, European Commission competition authorities made raids on major European gas companies in the spring of 2006 to investigate allegations of competitive abuse.
While the pressure from the EU is undoubtedly growing, it remains uncertain at this stage what additional steps the EU will seek to implement to accelerate competition and facilitate the drive to complete the internal energy markets.
As a result, we cannot yet be sure whether such measures would affect ratings.
Le proposte legislative europee per la separazione (unbundling) delle attività di produzione e di formitura nel comparto energetico (elettricità e gas) dalle attività di gestione delle reti distributive.
Nel settembre 2007, la Commissione Europea formulava proposte normative per realizzare una separazione delle attività distributive da quelle di produzione e di vendita delle risorse energetiche (elettricità e gas).
Guardando alle proposte, la separazione può essere proprietaria (imponendosi lo scorporo della rete dalle altre attività del player) oppure funzionale (la rete resta di proprietà del player, suo asset patrimoniale, ma viene gestita in maniera del tutto autonoma, da un management indipendente dalla proprietà, secondo il modello dell'ISO (independent system operator).
S&P si sentiva in dovere di ritornare sull'argomento con un piccolo report in forma di risposte alle domande sollevate dall'iniziativa, report in cui evidenzia l'opportunità di seguirne gli sviluppi.
Mentre infatti su alcuni mercati (UK, Italia, Spagna, Portogallo, Svezia) questa situazione è già stata realizzata in via normativa (si pensi da noi al ruolo di Terna, o in Spagna a quello di REE) in altri mercati (e fra questi in Francia, Germania, Grecia) la regola dell'unbundling non esiste, e ove venisse attuata, il modo in cui sarà realizzata potrà avere incidenza sui rating.
Il discorso non ha un'immediata attualità, giacché il processo legislativo comunitario vede quale possibile data di entrata in vigore delle norme in materia l'anno 2012, ma l'obbligazionista talvolta guarda anche mooolto più avanti (
) e dunque anche questo trend sarà da tenere d'occhio.
Allego anche qui il report di S&P datato al 21 settembre 2007.
In conclusione, direi che per le utilities, viene abbastanza agevole individuare i trend in essere in grado di incidere sui rating.
Al momento, la forte positività dei mercati energetici (elettricità e gas) non riesce a compensare la pressione negativa generata soprattutto dalla spinta alle concentrazioni, specie in ambito europeo (ma non solo).
Altri fattori da seguire sono - per quanto possibile - lo sviluppo delle normative nazionali e dell'attività di regolamentazione su base nazionale nonché - con un occhio al medio periodo - le dinamiche che vanno sviluppandosi in sede comunitaria con il discorso dell'unbundling.
Quindi il newsflow andrebbe monitorato cercando di tenere d'occhio principalmente le vicende delle fusioni e concentrazioni nel comparto ed in seconda battuta l'attività regolamentativa nei singoli ambiti nazionale con i suoi ricaschi sui soggetti da noi monitorati.
Gli aspetti significativi per il secondo fenomeno (attività regolamentativa nazionale) possono essere tanti: dai limiti agli incrementi delle tariffe nei regimi amministrati, alle incentivazioni erogate a livello nazionale alla produzione energetica da fonti rinnovabili, alle misure fiscali straordinarie, ai tagli dei costi di trasmissione su reti proprietarie ecc. ecc.
Anche le scelte di politica finanziaria dei singoli emittenti dovranno essere seguita almeno nelle grandi linee ed in particolare nelle decisioni che incidono sulla flessibilità finanziaria, riducendola, come ad es. le scelte di erogare dividendi straordinari, di varare buyback consistenti, di incrementare il capital expenditure investendo su mercati a rischio quali quelli emergenti ecc. ecc.
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26.06.08: negusneg
Di fronte ad una analisi così approfondita posso solo aggiungere che si tratta di un settore storicamente incline ad utilizzare un forte indebitamento (avvantaggiato, nel fare ciò, dai forti e costanti flussi di cassa).
In questa fase di aumento dei tassi è possibile che alcuni rating vengano messi sotto pressione per il probabile incremento del servizio del debito.
Da qualche giorno qualcosa di simile si può osservare nel settore azionario, dove settori difensivi, che fino ad ora si erano avantaggiati del flight to quality, come le utilities o le assicurazioni, stanno soffrendo proprio per questo motivo.
Cmq cappello, e per quanto mi sarà possibile vedrò di contribuire.