TRANQUILLI, HO UN PIANO

Secondo il mio punto di vista ? .....2 idioti

La prof di 32 anni è stata arrestata in Connecticut, negli Stati Uniti,
per aver avuto rapporti sessuali con i suoi studenti minorenni.
La donna ha spiegato che il marito non l’accontentava tra le lenzuola e così
Laura Calladio Ramos, ossessionata dagli studenti dell’high school in cui lavorava,
ha deciso di avere rapporti con loro.

La donna ha intrattenuto relazioni con due studenti della scuola e la vicenda è emersa
dopo che uno dei due ha raccontato quanto accadeva con la prof alla polizia.
Laura è stata arrestata e ora rischia fino a 5 anni di carcere.
Secondo la difesa, era così ossessionata dai suoi studenti da non valutare lucidamente la realtà
e da non rendersi conto che le sue azioni le sarebbero costate la prigione.

Uno dei due studenti ha raccontato che la donna gli ripeteva:
“Quello con noi era il miglior sesso che avesse mai fatto nella sua vita”.

Ad aggravare la posizione dell’insegnante è arrivata la deposizione del secondo studente,
che ha rivelato di aver avuto rapporti con lei anche nello sgabuzzino di un ristorante, in un luogo pubblico.
 
Ma in america quanti idioti ci sono ?

Uno sportello bancomat della Bank of America a Houston, in Texas,
ha avuto un guasto e ha iniziato a “regalare” per errore banconote.

Lo sportello del prelievo della banca è “andato in tilt” e,
al posto di distribuire banconote da 10 dollari, ha iniziato a emettere banconote da 100.

Dopo due ore circa la banca ha chiuso lo sportello,
ma ha anche comunicato ai clienti che avevano approfittato del malfunzionamento
che potevano tenersi i soldi che la macchinetta emetteva senza controllo.

Il fatto è avvenuto nella località a nord di Houston, Harris County,
dove uno degli ATM, la sigla che negli Usa indica gli sportelli elettronici per il prelievo di banconote,
ha iniziato a erogare fino a 10 volte l’importo che il cliente aveva richiesto di prelevare.

Fuori dalla filiale si è venuta a creare una fila enorme
e anche qualche discussione fortunatamente non degenerata.

La banca ha poi rivelato il motivo del malfunzionamento dello sportello:
uno dei dipendenti aveva infatti erroneamente caricato banconote da 100 dollari al posto di quelle da 10.

I media statunitensi riferiscono che, la notizia del “guasto” si è diffusa rapidamente
dopo che un cliente ha scritto un post Facebook su quanto gli era accaduto.
 
Oh là.

Arriva da Monte San Giusto, 7mila 900 anime in provincia di Macerata, l'ultima brutta storia di violenze in famiglia.

Un uomo perseguitato in casa propria da parte della moglie.

I carabinieri hanno infatti fermato una donna di origini romene di 46 anni,
accusata di vessare continuamente il marito, colpevole di non garantirle un tenore di vita abbastanza alto.

Dopo un periodo di vessazioni sopportate in silenzio l'uomo non ce l'ha fatta più e si è rivolto ai carabinieri.
I militari dell'Arma sono intervenuti ieri sera, eseguendo un provvedimento di allontanamento della donna dalla casa di famiglia.
Non solo. La donna è stata anche denunciata in procura per maltrattamenti in famiglia.
E per il marito questa misura, seppure dolorosa, ha significato, finalmente, la fine di un incubo.
 
Italiani forever young, per sempre giovani.
O forse, sempre meno vecchi.

Il congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria dà il via a una svolta:
l'età biologica in cui si può essere definiti "anziani" comincia dai 75 anni.

"Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa.

E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980".

E c'è anche una ricerca a stabilire che i "nonni" di oggi sono in gran forma.
Nove anziani su dieci sono in buone condizioni, e la metà risulta completamente autonoma fino agli 80 anni.
 
Tranquilli. Ci pensano loro....i buonisti.
Però mi sfugge il fatto che "loro" non se li prendono in casa...mah.

UK

“Non possiamo perdonare chi è stato capace di infliggere sofferenze indicibili a una donna anziana e indifesa.
Lea Adri-Soejoko è stata uccisa dalla stessa persona che lei, dimostrando infinita generosità, aveva accolto in casa propria.
Questo omicidio è stato favorito dall’irresponsabilità di governo e associazioni umanitarie.
Le istituzioni hanno infatti presentato come un rifugiato politico un soggetto violento e mentalmente instabile.”
 
La tesi di Tito Boeri è chiara e ormai la ripete da tempo: per reggere l'Inps ha bisogno dei contributi dei migranti.

Dunque, ne deducono i buonisti, occorre aprire le frontiere e non chiuderle.

Chiaro, ma sbagliato.

"Affinché si paghino le pensioni abbiamo bisogno che si versino i contributi - spiegava il titolare dell'Inps ospite a Che tempo che fa -
Oggi abbiamo due pensionati ogni tre lavoratori, se non vogliamo che questo rapporto peggiori nel tempo avremo bisogno
di dieci milioni di lavoratori in più e date le tendenze demografiche in atto l'unico modo è avere più persone straniere che vengono a lavorare da noi".

Il fatto è che ieri, come riporta La Verità, sono stati pubblicati i dati del
Centro Studi e ricerche di Itinerari previdenziali
, firmato da Alberto Brambilla e Natale Forlani.

I due esperti di pensioni hanno provato a capire se i dati sull'immigrazione siano "verità scientifica" o semplici "teoremi".
E la risposta che i numeri sembrano far emergere è che in Italia si stia narrando una situazione più vicina al teorema che alla verità.

I due studiosi hanno messo sotto esame le simulazioni del rapporto annuale dell'Insps del 2017,
in particolare quando l'Ente afferma che se non entrassero più immigrati fino al 2040 si avrebbe
un "saldo negativo cumulato per le casse dell' istituto di 37 miliardi" e quella che analizza
il "divario che si è storicamente prodotto tra i contributi previdenziali versati dagli immigrati
e il potenziale di prestazioni pensionistiche maturate dagli stessi contribuenti, con un ulteriore vantaggio di 36,5 miliardi per i conti dell'Inps".

Sul primo punto Brambilla e Forlani sono convinti che se l'Italia pensasse a aumentare i posti di lavoro per gli italiani
(dunque aumentando la competitività e la produttività), non ci sarebbe alcun bisogno di importare stranieri.

Anzi. I vantaggi sarebbero maggiori: "Se si realizzasse nello stesso periodo
l'obiettivo di portare gradualmente il tasso di occupazione dei lavoratori italiani verso la media Ue,
circa 2 milioni di occupati in più, l'Istituto potrebbe introitare una cifra intorno ai 200 miliardi".
Molti di più dei 37 miliardi che perderemmo col blocco degli ingressi di stranieri.

Sul fronte del secondo assunto dell'Inps (ovvero i 36,5 miliardi di contributi che gli immigrati
verserebbero al netto delle prestazioni erogate nei loro confronti), secondo il Centro Studi di Itinerari previdenziali i conti non sono completi.

L'Inps calcola che "l' importo dei contributi versati, rivalutato per l' inflazione, ammonterebbe a 181,1 miliardi,
a cui viene sottratto un valore di 144,6 miliardi corrispondente alle future prestazioni dei lavoratori
che hanno già consolidato il minimo contributivo per accedere alle stesse".

Da qui emergono i "36,5 miliardi" che "secondo i ricercatori Inps andrebbe considerata come una sorta
di contributo netto a favore delle casse Inps devoluto dagli immigrati".

Il problema è che "sul versante delle entrate contributive, il rapporto non illustra in modo adeguato
e disaggregato la dinamica della crescita annuale dei contribuenti e i valori dei contributi versati".

In più, "la dinamica della crescita del numero dei contribuenti attivi per anno
(500.000 nel 1995, 1 milione nel 2000, 2 milioni nel 2007, circa 3 milioni negli anni successivi al 2010)
è certamente intensa ma non giustifica nemmeno lontanamente la cifra dei 181 miliardi utilizzati per la simulazione".

Insomma, i dubbi sui calcoli dell'Inps ci sono eccome. Non solo.
Perché se per l'Inps il blocco di ingressi produrrebbe un minore incasso di 10 miliardi l'anno,
secondo il Centro Studi Itinerari pensionistici questa crifra andrebbe ridotta a 8 miliardi.
Tanti? Pochi? Difficile dirlo. Certo un gruzzoletto non indifferente, ma non sufficiente
per coprire le spese pubbliche che finiscono nelle tasche degli extracomunitari.

Sempre secondo quanto riporta La Verità, infatti, la spesa sanitaria per i 6 milioni di stranieri ammonta a 11 miliardi di euro circa all'anno.

Cui vanno andrebbero aggiunti circa 8 miliardi per il milione di studenti nelle nostre scuole,
i 4,5 miliardi l'anno per l'accoglienza dei richiedenti asilo e tanti altri servizi.

Solo con quelli citati, si arriva già a 23 miliardi. Ben più degli 10 miliardi sognati dall'Inps.
 
I dati arrivano dall'Osservatorio sui cittadini extracomunitari.
Si tratta di un ufficio compreso all'interno dell'Inps che analizza l'impatto degli immigrati sul nostro sistema pensionistico.

Tema su cui tanto si è dibattutto e che vede Matteo Salvini e Tito Boeri (guarda caso) su due fronti diversi.
Il primo, pronto a ribadire che gli stranieri non vadano accolti tutti.
Il secondo, convinto che saranno i migranti a pagarci la pensione.


Chi ha ragione e chi torto?

I dati ad oggi sembrano dirci che per ora sono gli italiani a pagare tante pensioni agli stranieri.

Al sistema assicurativo pubblico sono registrati ben 2.259.000 immigrati
su un totale di circa 6 milioni di extracomunitari residenti nel Belpaese.

A incassare già un assegno sono in 90mila e sei su dieci - secondo quanto riporta La Verità -
non avrebbero il sussidio coperto da contributi versati in passato.

Tradotto: a pagargli la pensione sono gli italiani con le loro tasse.

Dei due milioni e rotti di stranieri iscritti all'Inps, 1.700.000 sono attualmente occupati
e percepiscono un reddito di tipo dipendente, mentre altri versano i contributi in base alle leggi per i lavoratori autonomi.

Tutto giusto.

Peccato che nel 2017 l'Inps abbia pagato qalcosa come 96.743 pensioni a cittadini extracomunitari
e di questi ben 60mila incassano una pensione assistenziale,
ovvero non coperta da contributi versati in precedenza.

Molto spesso, fa notare La Verità, si tratta di "ricongiunti con gli immigrati, in altri di stranieri giunti in Italia
ma che non hanno maturato nonostante l'età un numero di contributi necessari per ricevere una pensione".

A questi 60mila vanno aggiunti poi altre 10mila persone che incassano assegni ti tipo indennitario, tipo le invalidità da infortunio o simili.
E siamo già a circa 70mila.

Solo il 29% dunque avrebbe la pensione coperta dai contributi,
anche se in questa quota rientrano anche le pensioni di invalidità, di vecchiaia ecc ecc.

Infine, bisogna considerare anche i percettori di prestazioni di sostegno al reddito che sono 120mila.
Ovvero persone che hanno un reddito ridotto e che vengono aiutati dalla collettività.
 

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