DIO LI FA E POI NON TIRA L'ACQUA

Possibile che non si sveglino, gli italiani?

Ancora non lo capiscono che spetta solo a loro mettere fine alla “dittatura sanitaria”
che, per molti aspetti, ha sospeso la democrazia, cancellato diritti e quasi azzerato la libertà?

Ce l’ha coi connazionali, Gioele Magaldi:

«Sono davvero meravigliato dall’esasperante lentezza degli italiani nel comprendere la situazione della quale sono prigionieri:
com’è possibile che non capiscano che il coronavirus è solo un pretesto per devastare l'economia per poi svenderla
a chi ha organizzato questa crisi, come già all’epoca di Mario Monti dopo la “tempesta” pilotata dello spread?».


Il presidente del Movimento Roosevelt condanna senza riserve la sottomissione che oggi dimostrano troppi italiani,
ancora disposti a obbedire ai diktat più insensati del cosiddetto distanziamento sociale:

«Persino la devastante chiusura di bar e ristoranti è stata un atto squisitamente politico,
voluto da Conte e Speranza, e neppure richiesto dagli scienziati del Comitato Tecnico-Scientifico».


Eppure, si rammarica Magaldi, sono stati in pochi – ristoratori e avventori –
ad aderire alle cene organizzate il 15 gennaio nell’ambito dell’iniziativa “Io Apro”.

«Si temono le multe, senza vedere che – in mancanza di una vera disobbedienza civile – i soprusi governativi dureranno all’infinito,
proprio grazie ai “pecoroni” che si piegano a qualsiasi ordine imposto dall’alto, proprio come avviene nelle dittature».

Sanzioni?

Magaldi invita a non avere paura: «Il servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt
mette gratuitamente un pool di avvocati a disposizione di chiunque venga sanzionato:
si tratta infatti di disposizioni spesso incostituzionali, comunque antidemocratioche,
e oltretutto catastrofiche per la vita delle persone e l'economia del nostro paese, ormai prossimo al collasso».


Viceversa il governo sarà ulteriormente incoraggiato – com’è stato finora – a vessare i cittadini in misura ancora maggiore.

«Immagino le risate, da parte dei gestori della crisi: mai avrebbero immaginato di avere a che fare con così tante “pecore”, senza coraggio né dignità»,
letteralmente esasperato dai “covidioti”:

«Possibile che siano così tonti, gli italiani?
Davvero non capiscono che la fine delle restrizioni più assurde dipende solo da loro?».

Se i cittadini trovassero il coraggio civile di protestare e infrangere le regole,
«i gestori dell’emergenza sarebbero costretti a cambiare registro».

«E’ incredibile che la stragrande maggioranza dei cittadini non se ne siano ancora accorti:
sono proprio lenti di comprendonio, e ancora “ipnotizzati” da una narrazione mainstream di tipo terroristico,
che presenta il Covid come se fosse l’Ebola e finge di credere che i lockdown e le zone rosse siano davvero utili, per contenere il virus».


Gioele Magaldi denuncia quella che, a suo modo di vedere, è la vera motivazione di una gestione così suicida dell’emergenza sanitaria:

«Un’élite massonica neoaristocratica e neoliberista tenta di affondare l'economia per poi ricomprare il “made in Italy” a prezzo di saldo:
era già successo nel 2011 con l’iniziativa dei gruppi privati che usarono Mario Monti come prestanome.
E sta nuovamente accadendo oggi – stavolta col pretesto del virus – e utilizzando Giuseppe Conte come pedina».


Un gioco di portata mondiale, «organizzato da grandi oligarchi,
gli stessi che usano il sistema-Cina come modello per archiviare democrazia e libertà in Occidente,
sostituendo i liberi cittadini con uno stuolo di sudditi impauriti e “terremotati” dalla distruzione della loro economia tradizionale».

Una regia occulta e spietata:

«Ridurre in miseria le persone, anche con i lockdown, produce sudditi disperati e disposti a vivere di elemosine,

dopo che “gli amici degli amici” si saranno ricomprati, a prezzo di realizzo, le attività fatte fallire».



Riguardo al piccolo maremoto di palazzo esploso negli ultimi giorni, Magaldi apprezza il tentativo di Renzi

«Ha giustamente attaccato Conte.
Ma lo stesso Renzi non ha certo dimostrato di avere la visione adeguata
a traghettare l’Italia fuori dalla crisi che la sta distruggendo, ormai da decenni,
rispetto a cui la gestione-Conte dell’emergenza rappresenta il colpo di grazia finale».

E’ vero, ammette Magaldi: Renzi ha candidato Mario Draghi a Palazzo Chigi senza l’intenzione di tendergli un tranello.

Altri invece vorrebbero l’ex presidente della Bce alla guida del governo, ma al solo scopo di “bruciare” la sua candidatura al Quirinale nel 2022».


Magaldi assicura che Draghi, già massone neoaristocratico, ha “divorziato” dall’oligarchia del rigore europeo, di cui pure era stato un autorevole esponente.

«Oggi Draghi è tornato alle origini, cioè a una sana impostazione progressista e keynesiana.

Quindi ha ben altre idee, rispetto a quelle di Conte, su come “resuscitare” l’Italia.

Potrebbe farlo, domani, anche dal Quirinale: a patto che, da qui a due anni, dell’Italia non restino che le macerie».
 
Forse non si è capito che comunque finirà, per noi sarà Conte ter:

il diktat franco-tedesco è sempre quello, arrivare al 2023 con la sinistra al governo,
col Paese sfiancato e remissivo, soprattutto col centrodestra sgretolato in pezzi tali
per cui non potrà più pensare di governare.

Parliamoci chiaro, l’Italia è un tassello importante del grande piano pluto-cinese comunista,

che è scattato un anno fa col Covid, studiato ad hoc per cambiare il mondo a partire dalla società,

mentalità, abitudini, consuetudini e comportamenti economici e sociali della gente.



Del resto, che così fosse si era capito da alcuni segnali inequivocabili, magari sfuggiti all’attenzione.

Andiamo per gradi.

Il primo segnale è stato il virus che, guarda caso, è nato e scappato proprio dalla Cina,
l’unico Paese al mondo impenetrabile a tutto e tutti, dove il comunismo è spietato al massimo.

Il secondo segnale strano è stato che allo scoppio del Covid, tranne Donald Trump,
il mondo che conta a partire dalla Unione europea se ne è buggerato di inchiodare l’impero celeste alla verità, all’obbligo di controlli.
Per capire meglio, all’impegno a ripagare il danno immenso, pena sanzioni, embarghi,
emarginazioni ed esclusioni pesantissime, come è accaduto con la Russia.
Insomma, se tutto il mondo che conta, con la Ue e gli States in testa, avesse messo con le spalle al muro la Cina,
avremmo voluto vederlo Xi Jinping fare spallucce e finta di niente.
Del resto, già Trump da solo aveva costretto il dittatore ad abbassare le penne, figuriamoci tutto il mondo assieme.

Il terzo segnale è stato quello che contemporaneamente nel pianeta, da nord a sud,
anziché attaccare i cinesi per la fuga e le menzogne sul Covid,
si è iniziato ad attaccare selvaggiamente Trump nel pieno della campagna elettorale e della pandemia.

Un attacco concentrico, potente e costante di insulti, insolenze, calunnie e accuse pur di sostituirlo con un democratico bollito.
Una quarta scelta, obbediente e accomodante con la Cina e con gli sponsor.

Il quarto segnale è stato quello che, assieme agli attacchi a Trump, anche il premier inglese Boris Johnson,
di destra come Donald, ha iniziato a subire una campagna denigratoria per le decisioni sul Covid,
sull’immunità di gregge e, guarda caso, l’Inghilterra è uno dei Paesi più infettati e martoriati dal virus.


Il quinto segnale è stato che da subito sul Covid è partita una propaganda universale e fenomenale,
di terrorismo mediatico, di paura e di angoscia, di pericolo mortale.

Nonostante di virus più mortali e pericolosi ce ne siano stati in giro nel mondo,
senza che nessuno si sia strappato i capelli, abbia tolto libertà alla gente, dichiarato l’emergenza nazionale,
chiuso fabbriche e aziende e la popolazione dentro casa per costringerla alla fame e alla separazione sociale.

Il sesto è il problema dei vaccini, che è in corso.
Anche qui caso strano sembra che neanche chi abbia superato il Covid possa farne a meno.
Insomma, il Covid-19 sembra più unico che raro, eppure nonostante la serietà che non neghiamo,
i numeri mondiali sulla mortalità e i contagi sono anni luce distanti da una pandemia tipo la Spagnola,
che un secolo fa fece 70 milioni di morti su 2 miliardi di popolazione mondiale.
Dunque, perché questa ossessione e questa compulsione sul vaccino?


Il settimo segnale è stato quello che in Europa, col Covid, Francia e Germania
hanno iniziato ad espandere a go-go gli interessi con la Cina.

E un mese fa l’asse franco-tedesco con Ursula von der Leyen, Italia esclusa dall’incontro,
ha siglato un patto commerciale per oltre 650 miliardi di euro con la Cina. Fate voi.

Dulcis in fundo, il segnale nostro.
Insomma, il fatto che in Italia sia vietato di portare al voto i cittadini
è chiaramente il modo per evitare che al governo si ritrovi un centrodestra poco sintonizzato
sia con la Cina che con la Unione europea franco-tedesca.

Mentre con la sinistra e coi grillini agli uni e agli altri è consentito di tutto e di più,
dalla via della Seta alla compravendita delle infrastrutture strategiche, a quei pochi pezzi pezzi pregiati che restano.

Con la sinistra l’Italia è Porta Portese, per questo la impoveriscono per svenderla.

Non solo la sinistra trasformerà l’Italia in outlet, ma consentirà lo scambio del Recovery
con una mazzata fiscale preannunciata da Mario Monti, Paolo Gentiloni, Beppe Grillo,
pezzi del Partito Democratico e di Leu (Liberi e Uguali).

Parliamo di patrimoniale, risparmi, estimi catastali, altrimenti niente Recovery.

Ecco perché non si vota e si dovrà subire ogni teatrino squallido, ogni maggioranza la più ipocrita, purché sia di sinistra.


Del resto, si vota col Covid ovunque e solo da noi è un pericolo, perché?

Perché dove si vota non esiste il rischio di una destra vincente mentre da noi c’è, dunque meglio evitare.



Tanto è vero che negli States dove Trump era dato per confermato, non potendo evitare il voto,
hanno cominciato a massacrarlo un anno prima, pur di farlo perdere.

Ecco perché diciamo che andrà peggio: ci porteranno al 2023 dopo averci spennato con patrimoniali in cambio dei soldi del Recovery,
che la sinistra userà come strumento elettorale per consolidarsi e per dividere definitivamente il centrodestra,
visto che Forza Italia – checché se ne dica– sta già sulla buona strada.

Ci porteranno al voto nel 2023 quando tutti assieme – gli eredi di Palmiro Togliatti, grillini, ex centristi, forzisti,
moderati, sempreverdi, renziani e così via – saranno certi di vincere,
ma a quel punto dell’Italia resterà più la geografia che l’economia e della società che conosciamo.


A quel punto, non solo noi ma il mondo sarà cambiato, vaccinato, modificato, rielaborato,
trasformato, docile, distanziato e sottomesso alla maniera Gran Reset.

Sarà scacco matto dei pluto-cinesi comunisti e dei sostenitori, compreso un prete gesuita “filo comunista” capo della Chiesa.

Sia come sia non molleremo, fossimo pure come quel famoso giapponese, come i vagabondi di Godot,
come l’ufficiale Giovanni Drogo del “Deserto dei tartari”.

Aspetteremo senza mollare, perché in fondo è l’unica cosa che vogliamo fare.


Viva la libertà, la democrazia, il pensiero libero, abbasso la politica dell’opportunismo e dell’ipocrisia.
 
Tre diversi scenari sul tavolo.

Ma per tutti lo stesso risultato: il centrodestra batte sempre – e di molto – il caravanserraglio di Giuseppe Conte.

Qualunque fisionomia assuma.

A confermarlo, numeri alla mano, è il secondo sondaggio di Antonio Noto per Porta a Porta
sulle intenzioni di voto dopo l’apertura della crisi di governo.


Sondaggio dal quale emerge anche un altro dato politico di primo piano: FdI sorpassa il Pd.


I tre scenari testati da Noto sono:

un voto con la situazione attuale,

uno con un partito del premier Conte in campo e

uno con Conte leader del M5S.

Con piccole oscillazioni ne emerge sempre lo stesso quadro:
se potessero votare, gli italiani consegnerebbero al Paese una solida maggioranza di centrodestra.

Nel primo scenario, infatti, la coalizione ottiene il 51.7% contro il 36.7% dell’attuale sedicente maggioranza.

Nel secondo scenario, vale a dire con un eventuale partito di Conte, il centrodestra sarebbe al 49.2% contro il 39% degli avversari.

Nel terzo scenario il risultato sarebbe 50% a 39.5%.

Insomma, qualsiasi ipotesi si voglia prendere in considerazione,
il centrodestra sarebbe comunque 10 punti sopra i vari assortimenti giallorossi.


Dal punto di vista del consenso dei singoli partiti

la Lega rimane in testa, con una percentuale che varia dal 23.5% al 23% a seconda delle ipotesi.

È invece nella seconda posizione che avviene qualcosa di clamoroso,
benché ormai da tempo nel novero delle cose possibili e sempre più probabili.

Il Pd, se le cose restano come stanno, prende il 20%,
ma se si realizza un partito di Conte scende al 15% e qui interviene la novità: il sorpasso di FdI.

Il partito di Giorgia Meloni, infatti, continua a crescere e qualunque scenario si consideri arriva al 17.5%.

Dunque, in caso Conte fondasse un suo partito diventerebbe la seconda formazione politica italiana.
Anche nel caso in cui Conte dovesse andare alla guida del M5S, però,
il sorpasso resterebbe nell’aria più di quanto non sia già: il Pd, infatti, si fermerebbe al 19%.


Quanto al M5S, secondo il campione di Noto Sondaggi, avrebbe il 14% nel panorama elettorale attuale;

scenderebbe al 9% con Conte alla guida di un suo partito;

salirebbe al 19% con Conte come proprio leader.

Noto ha testato anche un eventuale partitodi Conte.
Otterrebbe il 12.5%.

Segue Forza Italia che, a seconda dello scenario, oscilla il tra 7 e il 5,5% che prenderebbe in caso di un partito del premier.


Infine Italia Viva. Dopo lo strappo, salirebbe al 4% superando Azione di Carlo Calenda che otterrebbe tra il 2.8 e il 3%.


Insomma, il sondaggio di Noto per Porta a Porta offre diversi spunti

per leggere meglio l’isteria che sta pervadendo i giallorossi, disposti a tutto pur di non andare al voto.
 
Questi ci lasciano un'altra settimana in zona arancione, quando ne abbiamo già fatta una in zona rossa, per loro errori.
Eh,ma siamo la lombardia. Siamo il centrodestra........ma, prima o poi, voteremo ..........

E tutto questo per un virus simil-influenzale a bassa letalità.
Che cervelli.

Ha fatto molto discutere la suddivisione operata dal premier Conte e dalla sua squadra di Governo in merito alle 3 zone
che fissano nuove regole per gli italiani, riportando il nord-ovest e un pezzo di Sud in lockdown.


Conte e i tecnici dell’Iss e del ministero della Salute hanno spiegato che per la valutazione delle zone sono stati utilizzati ben 21 parametri.

Ma quali sono questi parametri?


L’elenco dei 21 indicatori per il controllo del rischio prevede il monitoraggio di 9 parametri.

Tutti i dati raccolti vengono analizzati da due algoritmi di valutazione,
che a loro volta generano la cosiddetta matrice del rischio,
definita come la combinazione della probabilità e dell’impatto di una minaccia sanitaria.


Si determina, così, la probabilità di un peggioramento della situazione sanitaria:
se la probabilità risulta alta, il rischio è considerato “molto elevato”.


Gli indicatori sono divisi in tre ambiti:


  • il primo misura la capacità di raccolta dati delle singole Regioni

  • il secondo la capacità di testare tutti i casi sospetti e di garantire adeguate risorse per contact tracing, isolamento e quarantena

  • il terzo valuta la capacità “ricettiva” dei servizi sanitari e il monitoraggio del contagio.


Questi i 21 indicatori:


  1. Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio dei sintomi, sul totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale, in reparti diversi dalla terapia intensiva, in cui è indicata la data di ricovero, sul totale di casi con storia di ricovero in ospedale, in reparti diversi dalla terapia intensiva, notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  3. Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in terapia intensiva, sul totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  4. Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza, sul totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
  6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).
  7. Percentuale di tamponi positivi, escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, pronto soccorso/ospedale, altro) per mese.
  8. Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
  9. Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
  10. Numero, tipologia di figure professionali e tempo, sul totale delle persone dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing.
  11. Numero, tipologia di figure professionali e tempo, sul totale di persone dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  12. Numero di casi confermati di infezione nella Regione per cui sia stata effettuata regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti, sul totale di nuovi casi di infezione confermati.
  13. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
  14. Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  15. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana (opzionale).
  16. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid per giorno.
  17. Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  18. Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
  19. Numero di accessi al pronto soccorso con classificazione ICD-9* compatibile con quadri sindromici riconducibili a Covid-19 (opzionale)
  20. Tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva (codice 49) per pazienti Covid.
  21. Tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid.

* Rientrano nella ICD-9 (Classificazione Internazionale delle Malattie):


  • 001-139 Malattie infettive e parassitarie
  • 140-239 Tumori
  • 240-279 Malattie delle ghiandole endocrine, nutrizione, metabolismo, e disturbi immunitari
  • 280-289 Malattie del sangue e organi emopoietici
  • 290-319 Disturbi mentali
  • 320-389 Malattie del sistema nervoso e degli organi di senso
  • 390-459 Malattie del sistema circolatorio
  • 460-519 Malattie dell’apparato respiratorio
  • Roma 16-18 marzo 2016
  • 460-519 Malattie dell’apparato respiratorio
  • 520-579 Malattie dell’apparato digerente
  • 580-629 Malattie dell’apparato genitourinario
  • 630-677 Complicazioni della gravidanza, del parto e del puerperio
  • 680-709 Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo
  • 710-739 Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo
  • 740-759 Malformazioni congenite
  • 760-779 Alcune condizioni morbose di origine perinatale
  • 780-799 Sintomi, segni, e stati morbosi maldefiniti
  • 800-999 Traumatismi e avvelenamenti (800-999).
 
Non mi ricordo chi ebbe a dire che un'epidemia è un fatto politico con risvolti sanitari, ma COVID19 gli dà ragione.

Non mi ricordo di un'occasione in cui si siano politicizzati farmaci il cui uso non avesse risvolti etici (classico esempio RU-486, la "pillola abortiva).

Per i tanti che ormai Contagion lo conoscono a memoria, non è questione di Forsythia (la "cura" sponsorizzata dal blogger complottista).
A questo giro siamo andati un pezzo in là, fino a leggere di remdesivir, anticorpi regeneron "trumpiani" o "sovranisti".

Ma il farmaco "sovranista" per eccellenza continua ad essere l'idrossiclorochina.

Alla domanda "l'idrossiclorochina funziona?" la risposta è: no.

Perché "no" lo ha detto ogni trial serio che sia stato svolto - e per trial serio si intende trial randomizzato,
con braccio di controllo, in doppio cieco, per cui SOLIDARITY OMS è escluso dalla categoria.

Ma a un certo punto molti si sono sentiti in dovere di dare addosso ad HCQ non per questo motivo, ma in quanto "trumpiana" o "sovranista".


E finché si parla di chiacchere da social vabbè, ma quando la cosa finisce una delle riviste mediche più importanti del globo...

Lancet pubblicò una metaanalisi su base di dati fornita da tale Surgisphere, e i dati di Surgisphere erano tarocchi.
Ma talmente tarocchi che lo scandalo è scoppiato a stretto giro.

Però evidentemente per gli editors di Lancet l'articolo era troppo ghiotto per non essere pubblicato: inchiodava HCQ "trumpiana".

A nessuno è passato per la mente di chiedere "Who the hell are these guys at Surgisphere?",
o se gli è passato per la mente ha deciso che comunque andava bene così.

E così facendo ha collezionato ad ora il più grosso scandalo della pandemia 2020, ottenendo esattamente l'effetto opposto,
perché i fedeli dell'idrossiclorochina da allora hanno cominciato a dire "Lo studio che diceva che non funziona è stato taroccato".

Ovviamente l'articolo è stato ritirato, ma... continua ad essere citato (e in senso "positivo", non come retracted paper).
Che dire...
 
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Dove la trovate questa notizia?

Sul Corriere? No.

Su La Stampa? No.

Su Repubblica? (Scusate, mi viene da ridere).

Sul Sole? Naaa.

Su Ticino OnLine e su una serie di canali di informazioni svizzeri ?
Una panzana degli svizzeri, a cui si sa che i lockdown piacciono poco, soprattutto se coinvolgono le scuole? No.

La fonte è il New York Times (https://www.nytimes.com/…/student-suicides-nevada-coronavir…) che segue queste vicende.

Sulla nostra "grande" informazione il tema non esiste (vaccini&lockdown, stop).

I suicidi collegati al lockdown se li trovate sono in qualche cronaca locale.


Ma non finisce qua, ancora Ticino OnLine :

"La seconda ondata ha "steso" un giovane su tre.
Depressione e stress in aumento tra gli svizzeri dai 14 ai 24 anni.
Lo dice uno studio dell'Università di Basilea.
La percentuale è aumentata con la seconda ondata.
L'esperta: «Manca il confronto con i coetanei, la casa è un ambiente troppo controllato»" (da Starbuck su twitter).
"Eh, ma loro sono svizzeri, da noi è diverso": come no, diverso abbestia:
"Lockdown e Salute Mentale: 300mila persone a rischio disturbi psichici" (https://www.medicalexcellencetv.it/lockdown-e-salute-menta…/).

A essere un giovane tra i 14 e i 24 da un punto di vista della sola salute il lockdown ha un rapporto benefici/rischi che tende a zero:
fascia di età tra le meno interessate in assoluto da COVID grave, il che vuol dire tra il pochissimo e il niente,
da noi (dati ISS), si ritrovano con rischi alti di sindromi depressive.

Quindi i ragazzi del Liceo Kant di Roma, che hanno occupato la scuola criticando le chiusure scolastiche
e la bassa qualità della didattica a distanza hanno ben più di qualche ragione,
anche da un punto di vista che loro non considerano (il benessere psico-fisico),
e vedere la Polizia manganellarli è stato uno spettacolo allucinante
(mazzate ai 15enni, complimenti vivissimi https://twitter.com/manolo_loop/status/1352891211770712064)

Ma tutto questo da noi non viene contabilizzato.

Né il crollo della qualità dell'insegnamento scolastico, né gli episodi depressivi.

Quando si parla di lockdown di solito si finisce per discutere di economia e solo di economia (e già lì il conto fa paura),
come se da un punto di vista sanitario ci fossero solo vantaggi.

E invece...
 
DOVE VANNO A FINIRE I VACCINI mRNA?


Se ne è parlato molto, e molto a sproposito.

Derek Lowe fa una breve ma completa review di quello che sappiamo quanto a farmacocinetica di RNA incapsulato in lipidi.

La nozione comune tra gli addetti ai lavori è "nel fegato", se somministrati per os o per endovena, nel fegato e in loco se iniettati intramuscolo.

Questo lavoro del 2015 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4624045/)
indagava sperimentalmente la cosa con una tecnica letteralmente brillante.


Quello che si dosava era mRNA che codificava una luciferasi (https://it.wikipedia.org/wiki/Luciferasi).

Dopodiché si iniettava luciferina (https://it.wikipedia.org/wiki/Luciferine).

I tessuti che avrebbero espresso luciferasi, cioè quelli dove mRNA era arrivato,
si sarebbero "accesi" con una luminiscenza verde (confesserò che sono un fan dei modelli basati su luminescenza).


I risultati:

somministrazione per endovena o intraperitoneale "accendevano" il fegato (che si "spengeva" in tre giorni).

Somministrazione intramuscolo idem, ma con una buona luminescenza al sito di iniezione (che persisteva per una settimana).

Con le inizioni sottocutanee e intradermiche invece tutto restava nel sito di iniezione.


C'era gente di Acuitas tra gli autori di questo paper,
e Acuitas è "dentro" al vaccino Pfizer-Biontech con la sua tecnologia di incapsulamento in lipidi.

Gli altri lavori citati sono di gruppi di Moderna e Curevac:
tutti i protagonisti dei vaccini mRNA presenti e in sviluppo lavoravano sulla tecnologia da anni.


Quindi dove vanno a finire i vaccini mRNA Pfizer e Moderna?

Nel muscolo al sito di iniezione e nel fegato, dove durano al massimo un paio di giorni
(ma anche nel tessuto linfatico in prossimità del sito di iniezione e nella milza).

Cosa si ricava tra l'altro da tutto questo?

Che RNA dosato non viene retrotrascritto e incorporato, come qualcuno imperterrito continua a sostenere.

I topi non integravano un gene della luciferasi nel proprio DNA:
quando RNA viene degradato le varie zone smettono di brillare.

E la stessa durata dell'effetto viene rilevata nei macachi.
 
Lo scorso dicembre, il Governo ha inserito nella legge di bilancio
una disposizione che proroga la moratoria su mutui e prestiti fino al 30 giugno 2021.

Peccato che la norma in questione va contro le norme previste in sede europea dall’EBA (European Banking Authority),
secondo cui le moratorie ( salvo eccezioni preventivamente concordate) possono essere prorogate per un massimo di 9 mesi.


Il giorno 26 gennaio, il Governo avrebbe dovuto incontrare i rappresentanti dell’ABI,
che avevano chiesto all’Esecutivo di avviare una trattativa con l’EBA,
senza la quale la normativa nazionale non può essere applicata dalle banche.


Ma Palazzo Chigi, in questi giorni è impegnato a trovare un’altra maggioranza.

In conseguenza di ciò, molti istituti di credito hanno già avviato comunicazioni ai loro clienti,
per la ripresa dei pagamenti delle rate sospese ( e degli interessi) già da febbraio.


Senza un tempestivo intervento legislativo, milioni di professionisti e Partite Iva si avviano verso il fallimento sicuro.


Intanto, la rabbia sociale sta raggiungendo la soglia limite: la miccia può accendersi in qualsiasi momento.
 

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