OGNUNO DI NOI HA VISSUTO QUALCOSA CHE L'HA CAMBIATO PER SEMPRE

Lo abbiamo detto in tutte le salse

che il trattato di Maastricht ha segnato l’inizio del declino italiano,

per poi concretizzarsi con la piena introduzione dell’euro nel 2002.


Coloro che ci hanno portato in questa gabbia era tutti perfettamente consapevoli di quello che stavano facendo.



Come non ricordare le dichiarazioni di Giuliano Amato sulla “faustiana pretesa di una moneta senza stato” in una trasmissione RAI del 2012,

oppure Massimo D’Alema che già nel 92 dagli scranni del parlamento definiva Maastricht “distorzione in senso neoliberista del processo di unità europea”.


In occasione del 30° anniversario, parleremo di chi ha negoziato e firmato il trattato di Maasticht quel 7 febbraio 1992,
ovvero di Guido Carli (nella foto a destra) in qualità di ministro del Tesoro.



FONTE: Canale YouTube BCE – Storia della Banca centrale europea(min 4:44)


Ex governatore della Banca d’Italia,
ex presidente di confindustria,
prima di morire si fece intervistare dal giornalista Paolo Peluffo
che trascrisse le testimonianze di Carli in “Cinquant’anni di vita italiana”.

Questo libro del 1993 è un documento storico straordinario, ci sarebbe davvero tanto da dire,
per il momento ecco la trascrizione di due paragrafi inerenti il trattato di Maastricht, seguiti da un breve commento.
Buona lettura.
UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE PER IL DOPO MAASTRICHT (pag 7-9)


Il trattato di Maastricht, le privatizzazioni
rappresentano una sorta di imbuto nel quale si ritrovano tutti i fili di questi cinquant’anni italiani.
Anche i contenuti del trattato di Maastricht compongono in un disegno razionale tutto ciò che il “vincolo esterno
non è riuscito a far allignare nel ceppo della società italiana: l’idea di uno “Stato minimo”,
un conflitto sociale che si snoda nel rispetto della stabilità dei prezzi,
esaltando la nuda creatività del lavoro, la capacità di innovare, la flessibilità del lavoro.

Il tentativo attuato nel triennio 1989-1992 non ha avuto successo.

La mano pubblica non si è ritratta dai territori che impropriamente aveva occupato negli anni precedenti.

Tuttavia, un processo di mutamento profondo della cultura economica, della coscienza civile è stato avviato.

Altri lo porteranno a termine.
La vastità dell’innovazione giuridica contenuta nel trattato di Maastricht comporta un cambiamento di natura costituzionale.
Restituisce all’ordinamento giuridico la funzione di contrastare la distruzione del potere d’acquisto della moneta.

Sottrae allo Stato gran parte dei poteri di sovranità monetaria.

Li trasferisce a livello sovrannazionale e li restituisce così ai cittadini.

Costringe tutti gli operatori che agiscono sul mercato a ripudiare i comportamenti inflazionistici
che hanno caratterizzato la società italiana per almeno vent’anni.

Si tratta di una costruzione imperniata su quelle nozioni che non avevano trovato albergo nella nostra Costituzione,
nell’ordinamento dei codici
:
tutela della concorrenza,
divieto di acquisire posizioni dominanti,
obbligo di rispettare gli azionisti minori,
pubblicità delle operazioni finanziarie,
difesa contro l’uso distorto di informazioni riservate.

Il trattato di Maastricht è stato ratificato dal nostro Paese, prima di altri Paesi della Comunità.
Eppure, ancora una volta, dobbiamo ammettere che un cambiamento strutturale
avviene attraverso l’imposizione di un “vincolo esterno”.

Ancora una volta, come già nel caso del trattato di Roma,
come nel caso del sistema monetario europeo,
un gruppo di italiani ha partecipato attivamente, l
asciando tracce importanti del proprio contributo,
all’elaborazione di quei trattati che hanno poi rappresentato “vincoli esterni” per il nostro Paese.

Ancora una volta, si è dovuto aggirare il Parlamento sovrano della Repubblica,
costruendo altrove ciò che non si riusciva a costruire in patria
.
La classe dirigente che oggi sta passando la mano ha molte colpe, ma ha dei meriti:
l’aver saputo mantenere l’ancoraggio del Paese all’economia di mercato
contro le forze preponderanti che lo volevano distaccare da essa;
l’aver insomma mantenuto nel proprio grembo le due anime in lotta fra loro.

Oggi è venuto il momento della ricongiunzione.

Quando sarà applicato, il trattato sull’Unione Europea renderà irreversibile
ciò che fino ad oggi era stato una fragile conquista esposta ad ogni sorta di reazione.

Ma proprio nel momento in cui gran parte della sovranità nazionale viene devoluta all’Unione Europea,
è tanto più necessaria una nuova classe dirigente che eserciti la sovranità del Parlamento secondo modalità non distorte.

L’auspicio con il quale inizio questa carrellata storica è che il nuovo “vincolo esterno”
rappresentato dall’Unione economica e monetaria sia anche l’ultimo,

e che gli uomini che si troveranno a ricostruire il rapporto tra Stato e cittadini nella nostra repubblica
sappiano far scaturire dall’interno dell’ordinamento nazionale quei principi che fino ad oggi abbiamo derivato dall’esterno.


Il concetto del vincolo esterno è il tema che accompagna tutto il libro e, secondo Carli,
avrebbe salvato tre volte (Bretton Wood, SME, Maastricht) ma da cosa?

Dalle resistenze che i cittadini facevano dall’accettazione dei principi di un’economia di mercato, che Carli definiva “istinti animali”.

In altre parole, il vincolo esterno ci ha “salvato” da noi stessi!

Bellissimo poi il passaggio dove ammette l’antidemocraticità del progetto quando parla di “aggirare il parlamento
per approvare quello che la nostra Costituzione, in particolare nella parte economica, non prevedeva.

Ammette persino le cessioni di sovranità nazionale a livello sovrannazionale,
dove per definizione i cittadini non contano nulla.

E tutto questo che reazioni ha suscitato in Italia?
 
LE TANGENTI E LA DISINFLAZIONE (pag 435-437)

(…) È stupefacente contrastare l’indifferenza con la quale in Italia è stata accolta la ratifica del trattato di Maastricht,
rispetto al clamore che e al fervore interpretativo che si è potuto registrare in Francia, nel Regno Unito, in Germania, in Danimarca, nella stessa Spagna.

La cosa è tanto più difficile da comprendere se si considera che per l’Italia,
più che per tutti gli altri Paesi membri della comunità,
il trattato rappresenta un mutamento sostanziale, profondo, direi di carattere “costituzionale”.


L’Unione Europea implica la concezione dello “Stato minimo”,
l’abbandono dell’economia mista,

l’abbandono della programmazione economica,

la ridefinizione delle modalità di composizione della spesa,

una redistribuzione delle responsabilità che restringa il potere delle assemblee parlamentari ed aumenti quelle dei governi,

l’autonomia impositiva per gli enti locali,

il ripudio del principio della gratuità diffusa (con la conseguente riforma della sanità e del sistema previdenziale),

l’abolizione della scala mobile (con la sconfessione del principio del recupero automatico dell’inflazione reale passata e l’aggancio della dinamica retributiva all’inflazione programmata),

la drastica riduzione delle aree di privilegio,

la mobilità dei fattori produttivi,

la riduzione della presenza dello Stato nel sistema del credito e nell’industria,

l’abbandono di comportamenti inflazionistici non soltanto da parte dei lavoratori, ma anche da parte dei produttori di servizi,

l’abolizione delle normative che stabiliscono prezzi amministrati e tariffe.

In una parola: un nuovo patto tra Stato e cittadini, a favore di questi ultimi.


Ebbene un cambiamento giuridico di questa portata, con queste conseguenze,

è passato pressoché sotto silenzio, senza conquistare le prime pagine dei giornali
.

Il trattato sull’Unione Europea ridefinisce i confini dei diritti e dei doveri degli operatori economici e vincola tutti a comportamenti non inflazionistici.
Ciascuna categoria, in Italia, era abituata a scaricare l’onere dell’aggiustamento su un’altra categoria.

La composizione finale di questa equazione impossibile è sempre avvenuta o a carico dello Stato,
ed è dunque riemersa sotto forma di indebitamento, oppure sotto forma di inflazione.

La composizione delle istanze, particolari avveniva al di fuori delle aule parlamentari.

La politica cessava di scegliere.

Sperava nella magia di una rincorsa tra prezzi e salari che, a turno, accontentasse tutti.

Oggi si può tornare a scegliere.

Il trattato sull’Unione Europea impone dunque una progressiva bonifica dell’ordinamento giuridico italiano.
La classe politica italiana non si è resa conto che, approvando il trattato,
si è posta nella condizione di aver già accettato un cambiamento di una vastità tale che difficilmente essa vi sarebbe passata indenne.

In fondo, Tangentopoli non è che un’imprevista opera di disinflazione di un’economia drogata,
un completamento inconsapevole del trattato di Maastricht. (…)


Come vedete, il cambio di paradigma economico che c’è stato con il trattato di Maastricht è una verità incontestabile, con buona pace degli euroinomani.


A tutti quelli che “il problema è la produttività”,

a quelli che “abbiamo perso il treno della rivoluzione digitale”,

a quelli che “anche altri paesi hanno l’euro”,


eccovi la risposta:


per inseguire il sogno europeo, l’Italia ha abbandonato un modello economico vincente.
 
Le negano l’accesso all’Agenzia delle Entrate perché sprovvista di Green Pass e tampone, lei denuncia tutto.

Doveva espletare alcune pratiche urgenti riguardanti servizi dì pubblicità immobiliare,
ma si è vista respinta, vedendosi negare un suo diritto.

A denunciare l’accaduto è la referente per Salerno di ItalExit di Gianluigi Paragone, Rita Peluso,
la quale ha sporto regolare denuncia ai carabinieri ritenendo che l’atteggiamento assunto dai responsabili della struttura
abbia configurato l’interruzione di pubblico servizio.

Cosa ha raccontato Rita Peluso?


“Questa mattina sono stata costretta a fare intervenire i carabinieri e a sporgere denuncia.
Non mi è stato concesso di accedere all’agenzia delle Entrate Direzione provinciale di Salerno
– Servizi Pubblicità immobiliare, perché sprovvista di green pass e di tampone – racconta sui social Rita Peluso –
la legge prevede che un impiegato prenda in esame la pratica e la espleti.

La Dirigente dell’Agenzia delle Entrate erroneamente e, probabilmente non informata,
ha dichiarato ai Carabinieri intervenuti che dovevo inviarla telematicamente”.


Continua Rita Peluso: “Non si è nemmeno preoccupata di verificare per quale motivo mi fossi recata presso l’Ufficio.
Su consiglio dei Carabinieri sono andata alla Stazione dei Carabinieri di Mercatello a sporgere denuncia,
cosa che ho fatto ai sensi dell’art. 328 c.p. ‘rifiuto atto di ufficio’, e artt. 340 e 331 c.p. ‘interruzione di pubblico servizio’.

Vista l’urgenza della pratica da espletare, iscrizione ipotecaria, a seguito di incarico ricevuto,
ho provato a chiamare il dirigente della Conservatoria, dal quale non ho ricevuto risposta.
Ho provato a chiamare un impiegato il quale prontamente ha risposto e mi permesso di poter portare a compimento il mio incarico.


“La mia denuncia resta, perché gli uffici pubblici
devono organizzarsi per espletare le pratiche anche di chi non è munito di green pass,
devono accettare e consentire agli utenti tutti senza alcuna distinzione di poter espletare la propria pratica amministrativa,
al quale l’ufficio non può sottrarsi, né per interruzione di pubblico servizio, né per discriminazione.


Facciamo valere i nostri diritti,

non consentiamo a questo governo di violare i nostri diritti imprescindibili,

lo ha riconosciuto anche il Consiglio Europeo bocciando il governo Draghi“.
 
Il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo, distinta dall’Ue,
istituita nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani con 47 Paesi firmatari, tra cui l’Italia)
dà una bella stoccata all’obbligo vaccinale e al Green pass,
misure introdotte formalmente o surrettiziamente nella maggior parte dei Paesi europei tra cui l’Italia.

Come racconta Stefano Valentino su Il Fatto Quotidiano,

“un rapporto approvato a fine gennaio a larga maggioranza

ha bocciato l’utilizzo delle certificazioni per punire i non vaccinati.

Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole

ed a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato'”.


Il testo, intitolato “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche”,

sostiene che il concetto di passaporto vaccinale (Green pass) è “contrario alla scienza”,

in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita.


Questo testo, spiega ancora Il Fatto,

“scredita di fatto i decreti dell’esecutivo di Mario Draghi che penalizzano i non vaccinati

con divieti volti testualmente alla ‘prevenzione di SarsCov2’, ossia alla neutralizzazione di infezioni e contagi.

I vaccini approvati dall’Ema si sono rivelati efficaci nel prevenire le forme gravi del Covid (ricoveri e decessi).

Non impediscono invece al virus di infettare l’organismo e trasmettersi a terzi.

È quanto emerge da trial clinici, bugiardini e studi condotti sulle varianti Delta e Omicron”.



E quindi non dai no vax.


Secondo il dossier consegnato recentemente al Senato dall’avvocato Renate Holzeisen,

“decadrebbe anche il mutuo riconoscimento tra i Paesi dell’Ue delle certificazioni vaccinali

che, secondo la normativa comunitaria,

è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione della catene di trasmissione.


Una settimana prima era stato il Comitato internazionale per l’etica della biomedicina (Cieb) a prendere di mira l’Italia.


La rete scientifica internazionale creata da docenti ed esperti per promuovere un dibattito critico sulla gestione politica della crisi Covid

ha chiesto l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del Green pass”.



Ha invitato gli altri Paesi e le organizzazioni internazionali a fare pressioni sul governo italiano affinché ponga fine alla
“sperimentazione di massa di un medicinale sperimentale impropriamente denominato vaccino”.

Ed ora sono diverse le associazioni civiche che negli ultimi mesi
hanno presentato esposti alla Corte penale internazionale de L’Aia per crimini contro l’umanità.

Sarebbero tali

“le imposizioni dei trattamenti con sostanze sperimentali col ricatto

(privazione di diritti fondamentali come quello al lavoro, ai servizi pubblici e alla libera circolazione)”,



dichiara Holzeisen riferendosi all’art 7 dello Statuto della Corte.


Facciamo basta con questa follia del Green pass?
 
Mi permetto - e spero non ne abbia a male - di riportare quanto scritto
dall'amico PILU su altro 3d.


Tanti giovani dovrebbero leggere ed apprezzare questo pensiero :

' ' Da quando sono entrato in questa banca oggi, ho incontrato quattro miei amici,
ho chiacchierato un po ' con lo staff che ormai mi conosce molto bene.

Sai che sono solo... questa è l'azienda di cui ho bisogno.
Mi piace prepararmi e venire in banca.
Ho abbastanza tempo, è il tocco fisico che desidero.

Due anni fa mi sono ammalato, il proprietario del negozio da cui compro frutti,
è venuto a trovarmi e si è seduto vicino al mio capezzale e ha pianto.
Quando tua madre è caduta giù qualche giorno fa mentre faceva la passeggiata mattutina.
Il nostro fruttivendolo locale l'ha vista e ha subito preso la sua macchina per portarla a casa di corsa, mentre lui sa dove vivo.

Avrei quel tocco ′′ umano ′′ se tutto diventasse online?

Perché dovrei volere che tutto mi venga consegnato e che mi costringa a interagire solo con il mio computer?

Mi piace conoscere la persona con cui ho a che fare e non solo il venditore. Crea legami di relazioni.

Anche Amazon consegna tutto questo? ′′''
 
Accadono cose che sono inimmaginabili in Italia.

Una persona anziana di oltre 80 anni stava viaggiando in treno da Milano
diretta verso Roma. Le hanno controllato il "passaporto verde". Non aveva la terza dose.

Sapete cosa è successo ?

VERGOGNOSO

E' stata fatta scendere dal treno a Reggio Emilia e lì abbandonata.

Pinuccia a Uomini e Donne racconta la sua disavventura

mi è successa una cosa gravissima ieri.
Quando sono salita sul treno la capo mi ha detto deve scendere perchè non avevo il terzo vaccino
.
Mi hanno scaricato a Reggio Emilia. Sono scesa, ho chiamato la redazione.
L’autista mi ha aspettato, mi hanno fatto 400 euro di multa e mi hanno fatto ripagare il treno da Reggio Emilia a Roma“.
 
Lunedì ho deciso. Mercoledì vado a fare un giro in Svizzera.
Praticamente ieri.

Mi preoccupo perchè non ho il terzo vaccino, ma il passaporto verde
in Europa è valido 9 mesi ed in Svizzera pure ed il mio scade il 28 febbraio (9 mesi)
però vado ugualmente a fare un tampone.
Che in Italia vale 48 ore, mentre in Svizzera ne vale 24 di ore.

Arrivo in dogana.
Italia - in uscita - nessuno. Ma è normale.
Svizzera - in entrata - NESSUNO.

Boh, mi chiedo, ma questi non controllano il passaporto verde ?

Passo da Chiasso, tutti senza mascherina sul viso.
Passo da Mendrisio, non ce n'era uno con la mascherina sul viso.
Giro per Lugano. Praticamente nessuno. Uno o due mosche bianche con la mascherina.

Vado in un negozio. Nessun controllo.
Vado in un altro. Nulla

Torno a Mendrisio a Fox Town.
Nessun controllo all'entrata.
Nulla nei negozi.

Allora chiedo ad una delle commesse che conosco.

Ma qui non ci sono controlli ?
Solo se ti siedi al bar te lo possono chiedere.

Questi è la vita.

Me ne torno in Italia.

Dogana Svizzera ..... in uscita non c'è......
Dogana Italiana......stavano a cacciar balle
 
Tra l’indifferenza generale l’8 febbraio è stata approvata
la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana.

I testi sono i seguenti:

- Articolo 9
1) La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
2) Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
3) Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni.


Esiste una riserva di legge per l’applicazione di tale modifica:

- Articolo 41
1) L’iniziativa economica privata è libera.
2) Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambient
3) La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.


L’approvazione è stata veloce.

Ma non altrettanto rapida la diffusione di tale provvedimento da parte dei media,
sempre prontissima a divulgare temi buonisti, inclusivi, neomaccartisti, genderisti
.


Sarebbe invece doveroso procedere ad una analisi che non sia meramente di natura giuridica.

Le implicazioni di tale modifica saranno numerose e tutte tutelate da motivazioni ecologiste.

Ad esempio, aspettiamoci le prime implicazioni negative che ricadranno sul possesso degli appartamenti privati in Italia.

È possibile che la tutela ambientale diventi una scusa buonista
per imporre modifiche strutturali obbligatorie per legge e, soprattutto, costose
che potranno essere sostenute da pochi proprietari in Italia.



Secondo la teoria della interpretazione estensiva da legge nasce legge.

Nel quadro di una Costituzione modificata,
è molto probabile che la legiferazione delle modifiche strutturali ecologiche degli appartamenti privati saranno obbligatorie,
perché sarà possibile imporle legalmente!

Dopo una serie di conversazioni con architetti, geometri e ingegneri e imprese costruttrici
il costo medio di tali ristrutturazioni energetici verdi, ecologici
si aggireranno probabilmente dai ventimila ai cinquantamila euro,
ciascuna in relazione alla vetustà dei beni e ad altri parametri.



Se tali modifiche saranno rese obbligatorie per legge,
quali saranno i provvedimenti contro coloro che non saranno in grado di realizzare le ristrutturazioni ecologiche?

Sarà applicata l’ipoteca giudiziale sulle abitazioni fuori norma green, diventando oggetto di vendita forzata all’asta?

Va fatto presente che, dopo oltre ventiquattro mesi di paralisi economica e sociale indotta dalla epidemia,
oltre il 70 per cento non sarà in grado di pagare le modifiche
e sarà costretta a vendere le proprie abitazioni a prezzi stracciati
a strutture finanziarie di proprietà anglo-franco-tedesca-Usa.


Le piattaforme Facebook e Instagram sono prese d’assalto da una martellante pubblicità aggressiva da parte di società finanziarie,

che promettono l’acquisto dell’abitazione entro trenta giorni

Dietro a queste strutture ci sono macchine finanziarie internazionali come la Exxor o la Goldman Sachs!

Quest’ultima non vi ricorda qualcosa o qualcuno molto in vista nel panorama politico della ex-Italia?

Faccio presente che tali “strutture” acquistano direttamente l’immobile senza la contestuale ricerca di un acquirente,
come normalmente viene attuato dai normali mediatori creditizi iscritti ad un albo speciale.


Nessun incontro avviene tra venditore e compratore!

Queste finanziarie – alcune delle quali pesantemente dotate di enormi capitali stranieri –
sono acquirenti istantanei (nel solito inglese: instant buyers) che garantiscono la vendita entro trenta giorni,
senza tuttavia fornire garanzie a tutela di una caduta del prezzo per realizzare una vendita a ogni costo!


Non sarebbe il caso che i politici, la Guardia di Finanza, il ministero dello Sviluppo economico,
il Garante della privacy prendessero iniziative di controllo su queste strutture,
anche in ordine alla creazione di canali di riciclaggio di capitali con la copertura di milioni di vendite!


L’effetto immediato degli acquisti diretti di milioni di appartamenti
provocherà la caduta verticale e dolorosa del valore dei beni,
attivando una sequenza infernale di deprezzamento progressivo.


Tale caduta incoraggerà maggiormente il rastrellamento quasi totale dei beni immobiliari italiani!

Era questo l’obiettivo ripetutamente delineato della cancelliera Angela Merkel in varie occasioni politiche e comunitarie
affermando, a ripetizione, che il controvalore delle abitazioni private era quasi pari al totale del debito pubblico italiano


Con queste strutture, il disegno di spoliazione sarà possibile, complice anche e soprattutto, il silenzio ipocrita della classe politica italiana.


Sulla base di quanto appena detto,
la approvazione rapida delle modifiche costituzionali degli articoli 9 e 41
ha una chiave di lettura che va oltre l’apparente condivisibilità buonista, ecologista,
inclusiva della svolta ecologica sempre più predominante
.

Non dimentichiamo che tale “attenzione” muoverà enormi capitali e gigantesche aree di lavoro
riguardanti milioni di appartamenti da ristrutturare ecologicamente ed energeticamente.

Dietro a questa formula si nasconde una prossima stagione di rastrellamenti patrimoniali
sfruttando il collasso economico e sociale aggravato dalla epidemia,
abbassando gravemente le possibilità economiche degli italiani
e rendendoli progressivamente incapaci di far fronte ai prossimi obblighi energetici!


Vorrei sperare che le istituzioni pubbliche ed economiche di controllo agiscano in tempo, per evitare questa ecatombe.


È il green, bellezza!
 
Covid, “Così l’Italia riapre” titola il Corriere della Sera: è una balla.

E Massimo Gramellini, giuro, riesce a dire che la mascherina ci mancherà.


06:19 Giornata del ricordo, polemica incredibile.

Non ci si occupa dei negazionisti, ma di una circolare che accosta la tragedia delle foibe a quella degli ebrei.

Che scandalo ci sarebbe?

Basta leggere la finta cronaca (le notizie separate dalle opinioni, come direbbero quei cialtroni internet di Newsguard)
sulle foibe scritta su Repubblica da Matteo Pucciarelli:

“La politica di aggressione del regime fascista ebbe delle responsabilità”.

Si dovrebbe vergognare, ma non lo fa.


11:27 Politica, il disegno centrista secondo Stefano Folli.


12:10 Riforma giustizia, polemica sulle “porte girevoli” tra magistrati e politica…


14:52 Caso Report, i fondi neri raccontati da Libero e Riformista.


16:29 Energia, la Francia vuole nuove centrali nucleari e noi bisticciamo sul Recovery.


18:08 Stupenda intervista di Alessandro Rico a Massimo Cacciari.


18:35 Inflazione, ormai al 7 per cento in Usa e per l’Economist i tassi saliranno…
 
In occasione della Giornata dedicata al Ricordo delle vittime delle Foibe

è triste e doloroso sapere che un rettore di Università celebri l’evento con un convegno dal titolo

Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la Genesi del Ricordo”.



Come la pensasse in merito il telegenico intellettuale Tomaso Montanari ce lo aveva già spiegato qualche mese fa,
in un articolo con cui criticava la legge che ha istituito la Giornata del Ricordo,
in particolare lamentando la presunta equiparazione dei massacri delle Foibe con la Shoah
e arrivando addirittura a supporre “falsificazioni storiche” sull’evento.

In quell’articolo si riportava tra l’altro il pensiero di un altro intellettuale, tale Angelo d’Orsi,
per il quale molte vittime delle Foibe furono giustiziate poiché, a loro volta,
si erano macchiate di crimini verso le popolazioni locali, facendo trasparire una sorta di giustificazione per gli autori dei crimini.


Scorrendo i commenti su vari “social”, si era poi potuto constatare che molti intervenuti
erano convinti che i criminali titini avessero agito nel giusto,
perché le vittime degli eccidi erano fascisti e nazisti,
con l’aggravante che nessun intellettuale si era premurato di prendere le distanze dall’aberrante riflessione.


Speravamo che un rettore di Università, con la responsabilità educativa di tanti giovani,
non desse l’idea di abbracciare l’ipotesi giustificativa di quei barbari sostenitori del “tanto erano fascisti o nazisti”
che ci porterebbe indietro di secoli di civiltà giuridica,
ma purtroppo il Montanari non riesce proprio a convincersi che il crimine è crimine,
a prescindere che a commetterlo sia stato un comunista titino o un fascista.

Non riesce a convincersi neppure di fronte al fatto che vittime di quegli eccidi
non erano solo odiati nemici ma anche carabinieri, finanzieri, sacerdoti, tanti civili, gente comune.


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Tratto dagli archivi dell’Arma
vediamo un esempio di come agivano coloro che per l’eminente storico sono frutto di “revanscismo fascista”.


Il 23 marzo 1945 i partigiani presero in ostaggio un sottuffficiale dei carabinieri
e con uno stratagemma entrarono nella caserma dove alloggiava insieme ad altri undici militari.

I dodici militari colti di sorpresa furono neutralizzati e trasferiti in un fienile,
dove fu loro servito un pasto nel quale era stata iniettata soda caustica.

Affamati, mangiarono quanto gli era stato servito ma, dopo poco, furono colti da atroci dolori
e la loro agonia si protrasse per ore fra urla e implorazioni raccapriccianti e tremende.

In quelle condizioni i carabinieri
Pasquale Ruggiero,
Domenico Del Vecchio,
Lino Bertogli,
Antonio Ferro,
Adelmino Zilio,
Fernando Ferretti,
Ridolfo Calzi,
Pietro Tognazzo,
Michele Castellano,
Primo Amenici
,
Attilio Franzon,

quasi tutti ventenni e solo colpevoli di essere stati impiegati di guardia a una centrale,
furono costretti a marciare fra inesorabili e inenarrabili sofferenze fino a Malga Bala, ove li attendeva una fine orribile.

Spogliati,

ad alcuni venne conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore del calcagno
ed issati a testa in giù, legati ad una trave, per poi finire incaprettati.

A quel punto, i partigiani cominciarono a colpire tutti con i picconi:

a qualcuno vennero asportati i genitali e conficcati in bocca,

a qualche altro fu aperto a picconate il cuore

o frantumati gli occhi.

La mattanza come da usanza terminava con i corpi dei malcapitati legati col fil di ferro e trascinati come bestie in una foiba.



Uno dei responsabili di queste procedure molto comuni era tale Nerino Gobbo, conosciuto come il comandanteGino”,
con l’incarico di commissario del popolo delle milizie comuniste di Tito,
che con il IX Corpus avevano occupato Trieste il primo maggio 1945.

Gli scettici potranno appurare i fatti, acquisendo la sentenza del 17 gennaio 1948 della Corte d’Assise di Trieste,
dove Gobbo fu condannato in contumacia a 26 anni di reclusione,
purtroppo mai scontati poiché fuggito in Jugoslavia, con tanto di pensione che lo Stato italiano maldestramente gli elargì.


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Intellettuali influenti dovrebbero insegnare e divulgare
che anche da immani tragedie come quella delle Foibe la Comunità internazionale,
quella non legata a dinamiche fascismo-antifascismo,
ha generato Convenzioni internazionali di Diritto umanitario per tutelare i prigionieri e le persone deboli
ma soprattutto per salvaguardare il principale dei diritti, quello alla vita,
sia essa di un fascista che di un pericoloso terrorista che di un criminale comune responsabile dei più odiosi reati.

Intellettuali influenti devono essere consapevoli che vivono in un Paese ove nel 1999
è stato firmato lo Statuto con cui è stata istituita la Corte internazionale penale,
per punire i responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità.

Nel preambolo viene richiamata l’eredità condivisa scaturente dalle culture dei popoli della terra
e ricordato che nel secolo scorso gravissimi crimini hanno colpito milioni di persone – donne e bambini –
rendendole vittime di inimmaginabili atrocità.


Non vengono fatte distinzioni sulla matrice, la civiltà giuridica è riuscita a fare questo passo.


Chi nel 2022 parla ancora di “revanscismo fascista” nel ricordare una delle più immani tragedie, forse, è rimasto un po’ indietro nei tempi.

OPPURE é UN PERFETTO IDIOTA.
 

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