VOLEVO DIRE A TIZIANO FERRO CHE SPESSO NON ME LO SO SPIEGARE NEMMENO IO

Purtroppo questo articolo lo trovo pubblicato su Investire Oggi.

Mi permetto di dire che - quando si fanno i calcoli - bisogna anche tenere conto della realtà.

Se la Donna in questione va in pensione a 58 anni,
rispetto al pensionamento per vecchiaia a 67 anni,
prenderà sì di meno, ma perchè non verserà i contributi per 9 anni,

ma - soprattutto - prenderà la pensione 9 anni prima.

E porterà a casa qualcosa come 94.572 Euro per i nove anni.

Eh :wow::wow:





Opzione Donna rappresenta una della forme di pensionamento anticipato di successo.
Introdotta dalla legge Maroni del 2004, è stata inserita nella legge Fornero e poi continuamente prorogata fino ai giorni nostri.

Come noto, Opzione Donna prevede l’uscita anticipata dal lavoro a 58 anni di età (59 per le autonome)
con almeno 35 anni di contributi versati.

La pensione decorre dopo 12 mesi dalla richieste (dopo 18 per le autonome).

Opzione Donna, perché è un lusso
Si dice spesso che Opzione Donna rappresenti un lusso.

Ma perché?
Di fatto, le lavoratrici che decidono di andare in pensione con questa opzione devono mettere in conto una forte penalizzazione dell’assegno.

La legge prevede infatti che le lavoratrici che scelgono di abbandonare il lavoro con Opzione Donna
subiscano un taglio corposo dell’assegno mensile.

Ciò scaturisce dal fatto che il calcolo della pensione avviene esclusivamente con il metodo contributivo.

In pratica, i periodi di lavoro e versamenti che ricadono nel sistema retributivo (ante 1996)
sono “migrati” e considerati come se ricadessero nel sistema contributivo.

Quindi per la generalità delle lavoratrici la pensione così calcolata rischia di essere insufficiente per vivere.

A meno che si disponga di altre entrate o che in famiglia vi sia qualcuno in grado di sopperire con altri redditi al taglio della pensione.

Quanti soldi si perdono di pensione
Ma veniamo ai calcoli da fare per chi decide di andare in pensione con Opzione Donna.
Prendiamo ad esempio una impiegata che dopo 35 anni di lavoro si ritrova un monte contributivo di circa 245 mila euro.

Tenuto conto del sistema di calcolo contributivo e del relativo coefficiente di trasformazione (4,289%),
Opzione Donna genera una pensione di 10.508 euro all’anno. Un importo che equivale a 808 euro lordi al mese.



La stessa lavoratrice andando in pensione a 67 anni con lo stesso monte contributivo,
ma con coefficiente di trasformazione più alto (5,575%)
riceverebbe un assegno di 13.658 euro, pari a 1.050 euro al mese.

Quindi il 23% in più solo considerando la differenza di età anagrafica.


Se poi a ciò aggiungiamo il fatto che a 67 anni la lavoratrice andrebbe in pensione con il sistema di calcolo misto,
la differenza sarebbe molto più ampia.
 
Ultima modifica:
Altro che giorni della Merla.
Poi arriverà l'inverno, dopo, quando le piante avranno già buttato i nuovi germogli
ed allora sì che saranno .azziamari.


Una vera e propria tempesta di favonio quella che si è abbattuta quest’oggi sulla nostra provincia
colpendo in particolare i comuni del Lago dove le raffiche si sono avvicinate ai 100 km orari
ed in taluni casi le hanno addirittura superati con addirittura una punta da 159 km orari a Bobbio
(questi i valori di raffica massima registrati presso alcune stazioni meteorologiche del Centro Meteorologico Lombardo
85,3 km/h a Lezzeno di Bellano - 82,1 km/h a Mandello del Lario - 82,1 km/h al Pian di Spagna - 95,0 km/h a Taceno - 103,0 km/h a Gera Lario - 75,0 km/h a Lecco Centro).

Innumerevoli gli interventi dei vigili del fuoco in tutta la provincia,
in prevalenza per tetti scoperchiati o comunque danneggiati oppure ancora per rami se non intere piante a terra.


La causa di tutto ciò è da attribuire ad una perturbazione di origine polare che si è letteralmente schiantata
contro la barriera alpina e che ha quindi generato questi venti di caduta tempestosi sul versante sud alpino.

Mentre a nord delle Alpi sono quindi alle prese con forti nevicate,
qui facciamo i conti con i danni per il vento, gli incendi e la siccità.

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Le raffiche massime odierne per località (Centro Meteo Lombardo)


Quello che stiamo vivendo è sicuramente un inverno anomalo,
tra i più caldi da quando si registrano i dati meteorologici,
dominato da lunghe fasi anticicloniche intervallate da episodi favonici più o meno violenti.

Con quello di oggi, ad esempio, a Lezzeno di Bellano siamo al 20 esimo giorno con vento da nord
da quando è iniziato l’inverno meteorologico, praticamente il 30%.


La situazione è piuttosto preoccupante anche dal punto di vista della siccità.

Dopo l’inizio dell’inverno con la bellissima nevicata dell’Immacolata,
sono caduti solamente 11 mm di pioggia in un singolo episodio
ed anche nei prossimi giorni non si vedono segnali di svolta.


I modelli meteorologici non danno speranze fino ad almeno metà febbraio.

Anzi, rincarano la dose con nuovi episodi di vento da nord a cavallo del fine settimana.

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Avete messo da parte un pezzo del panettone di Natale ?
Perchè lo si mangia a S.Biagio - Protettore della Gola.

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Si rinnova anche quest’anno, il 3 febbraio, in alcune chiese del lecchese
la cerimonia di benedizione dei fedeli con le due candele accese ed incrociate nel nome di San Biagio.

E’ una tradizione antica di molti secoli con la quale la Chiesa ha reso ufficiale
la protezione contro i mali della gola da parte di San Biagio,
che sarebbe vissuto fra il terzo e quarto secolo in Cappadocia, l’odierna Anatolia;

è stato medico e divenne poi vescovo della comunità cristiana locale.


Condannato alla decapitazione durante la persecuzione, affrontò con esemplare coraggio il martirio.

E’ stato proprio nel cammino verso la mortale esecuzione che una mamma, disperata,
si rivolse a Biagio supplicando una benedizione sul figlio gravemente sofferente per una grossa lisca di pesce conficcata nella gola.

Biagio fece il miracolo con una immediata guarigione.

La tradizione per San Biagio vuole anche il “consumo” delle ultime fette del panettone di Natale.

La voce popolare indica nel gesto che le ultime fette del panettone raffermo
abituino la gola a prendere anche il “brutto” quaranta giorni dopo il “bello” di Natale.

E’ un “esercizio” quest’ultimo che tutti sono destinati ad affrontare nel cammino della vita.


La comunità pastorale Beati Mazzucconi e Monza ha reso noto che nella giornata di giovedì 3 febbraio
la benedizione della gola di San Biagio verrà celebrata alle 15, dopo la Messa,
presso la chiesetta Beata Vergine del Rosario in Varigione,
l’antica contrada campestre un tempo tra il verde della zona che si allungava sul pendio verso lo “zucco” di Cereda,
ora via Valsecchi con panoramiche ville.

La benedizione della gola avrà luogo anche dopo la Messa delle ore 17 nella parrocchiale di Maria Assunta di Rancio Basso.


Nel giorno di San Biagio parte anche il triduo di Sant’Agata
che prosegue nelle giornate di venerdì 4 e sabato 5
quando una Messa verrà celebrata a Varigione, sempre alle ore 15.

La celebrazione di sabato 5 si concluderà con la benedizione con le reliquie di Sant’Agata,
patrona delle donne vittime di violenza, delle badanti, invocata contro il fuoco ed i terremoti,
le eruzioni vulcaniche ed è, infatti, la grande patrona della città di Catania, con il vicino Etna.
 
La natura è al centro di un discorso continuo ma inconcludente,
forse perché l’ambientalismo riguarda solo le élite.

Chi ha fame non si fa scrupoli nell’ammazzare un pollo per dare da mangiare ai figli.

Oppure chi sta su un monte non dice “viva il lupo” invece di “crepi”, visto che quell’animale gli mangia agnelli e pecore.


Nelle città occidentali dove si intravvede una natura più virtuale che reale
si cominciano a vendere cibi vegani per cani e gatti.


Può essere giusto che almeno le élite si pongano il problema,
ma finora l’ambientalismo è stato soprattutto una crociata… quella per i pannelli solari e fotovoltaici;
poi quella dell’idrogeno predicato da Jeremy Rifkin;
arrivarono poi l’eolico e l’elettricità universale (senza dire come produrla).


Adesso siamo nel pieno della crociata per l’auto elettrica.


Le élite, orfane della caduta del marxismo e della fede, usano l’ambientalismo come una nuova religione.



La parola d’ordine è “salviamo il mondo”.


Forse servirebbe – oltre a un approccio più scientifico – un concetto meno disneyano di ambiente.


Sono pochi gli artisti e gli intellettuali che hanno parlato di natura senza tener conto della sua crudeltà.

Jean-Jacques Rousseau è il Dante Alighieri di una cancel culture
in cui i cani “non possono” ammazzare un bambino,
in cui un’alluvione o una mareggiata sono colpa dell’uomo e non della realtà.

Johann Wolfgang von Goethe e Giacomo Leopardi consideravano la natura come “matrigna”,
e contestavano l’ingenuità di Rousseau e il cauto ottimismo illuminista,
ridimensionato dagli esiti della Rivoluzione francese.

Samuel Taylor Coleridge
ne “La ballata del vecchio marinaio” dà il via alla poesia del Male
con la descrizione dell’uccisione di un albatro, simbolo di innocenza.

Herman Melville è più esplicito: “Moby Dick” è il segno di un regno anti-edenico
dove il male esercita il suo potere con figure abissali.

Il poema “Christabel” di Coleridge ripropone una natura demoniaca che ha ragione di una giovane vergine,
con la voce e i modi di una ammaliante strega lesbica.

La maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe è di una attualità sconcertante:
il re Prospero (nomen oppositum omen) si rinchiude con la corte nel suo castello,
sperando invano di evitare una epidemia che sta uccidendo tutti gli abitanti del regno.

Il compositore russo Alexander Skrjabin a inizio Novecento ha scritto:
“Ho cercato consolazione nella nuova primavera, nei fiori appena aperti, ma non l’ho trovata”.
La sua risposta sarà: può esistere una musica in grado di distruggere il Mondo?
L’idea di Skrjabin era quella di creare una musica per distruggere il Mondo salvandolo dall’umanità.
Skrjabin un secolo fa annotava che l’apocalisse planetaria sarebbe stata causata dal riscaldamento globale.
Era molto mistico, così da essere un seguace della teosofa Madame Blavatsky.
Quando morì – nel 1915, nel mezzo del Primo macello mondiale
Skrjabin stava lavorando ad alcuni accordi e melodie in grado di condurre l’ascoltatore
verso l’equivalente dell’“Apocalisse di San Giovanni”.
Skrjabin non fece in tempo a completare il suo Mysterium, equivalente inverso dell’Arca di Noé
in cui uccelli, felini, bovini, insetti, uomini si sarebbero auto-immolati radunandosi alle falde dell’Himalaya
per un concerto rituale di sette giorni, che avrebbe distrutto l’universo.
Prefigurava così un Isacco che si auto-immola, perché forse ha visto nel fondo della Storia gli abissi di Auschwitz.
Skrjabin morì giovane e lasciò solo una parte del Preludio del Mysterium.

Il compositore Alexander Nemtin riprese quel preludio incompiuto in una sua opera nel 1996.
Non successe niente di grave.


In Russia è diffuso l’autolesionismo di massa.

La setta degli Chlysty praticava l’auto-evirazione o l’erotismo collettivo contro il sesso di coppia, ritenuto fonte di ogni male.

Gli skopcy nel Settecento affermavano che il pene ricorda il serpente della genesi, e quindi andava estirpato dal corpo.

Ancora nel 1929 erano presenti in Urss 2000 skopcy, poi eliminati dalla apocalisse stalinista.

Episodi di autocastrazione e asportazione dei seni si sono registrati nelle zone rurali sovietiche fino al 1951.



Salvare l’ambiente, o distruggere se stessi per salvarlo, sono parte di una comune forma di religiosità.


Oggi la natura è reale e digitale, domani sarà solo virtuale?


Le élite ecologiste tengono conto di ciò?
 
Ahahahaha, però è una discriminante per l'accesso alle Poste - SERVIZIO PUBBLICO.


In conferenza stampa il direttore di Raiuno Coletta
risponde alla domanda sullo status vaccinale dei cantanti:

“sono dati sensibili la Rai non può chiederli, vaccino non può essere una discriminante per l’accesso al festival”


Clamorosa ricerca del John Hopkins Institute:

i lockdown hanno avuto effetti inesistenti o scarsi sulla riduzione della mortalità, a fronte di ingenti costi economici e sociali.
La loro adozione viene considerata totalmente infondata. -


Perizia sulla morte del maresciallo maggiore dei Carabinieri Emanuele Callgaris, 46 anni:
fatale la vaccinazione con Astrazeneca – 54enne morì a Bari dopo vaccinazione con J&J,
per la perizia somministrazione è da considerare “concausa minima” della morte –


Donna vaccinata con tre dosi lotta tra la vita e la morte dopo il contagio –


Usa, si velocizza per il vaccino per neonati e bambini fino a quattro anni -


L’Ex guru di Blackrock rivela che se non verranno rilasciati i dati sugli studi clinici relativi ai vaccini,
la questione potrebbe assumere i connotati di una frode:
in tal caso verrebbe meno la segretezza dei contratti e la non responsabilità. -


Insegnante che si è dato fuoco, secondo LaC24 era vaccinato e non era stato sospeso -


Tar Umbria sospende sospensione di un poliziotto che non si poteva vaccinare per motivi di salute -


Vaia: “verso una primavera di ritorno alla normalità” –


Danimarca, da oggi via green pass e restrizioni -


Alle Poste un totem automatico controlla il green pass -


Anche il parlamentare olandese Freek Jansen
ritiene che il green pass sia lo strumento per arrivare ad un controllo sociale alla cinese
dove non esisteranno più privacy e anonimato



Troppe mascherine inquinano, la denuncia dell’Oms –


Lerma, 53 multe ai clienti senza green pass di un locale -


Mattarella bis, secondo Gioele Magaldi, gran maestro del Grande Oriente Democratico,
potrebbe trattarsi della trappola perfetta della massoneria neo-aristocratica per imbrigliare Draghi.
Allo stesso tempo però le cose potrebbero radicalmente cambiare –


Telefonata Draghi-Putin per allentare tensione sull’Ucraina.
Il presidente russo rassicura l’Italia sul gas -


Cingolani e il potenziale conflitto d’interessi
 
In questi giorni ha fatto notizia una sentenza della Commissione tributaria regionale della Toscana
che ha stabilito che, in caso di occupazione abusiva di un immobile, su quell’immobile non debba essere pagata l’Imu.

Segno dei tempi: la patrimoniale immobiliare è data talmente per scontata che,
se un giudice sancisce che debba essere risparmiata almeno al proprietario che sia stato privato della disponibilità stessa del suo bene,
la cosa viene ritenuta eclatante.

Il caso portato all’attenzione della Commissione riguardava – come si legge nel provvedimento –

“un vasto edificio catastalmente suddiviso in otto immobili che da molti anni è stato occupato illegittimamente
da soggetti che si trovano in una situazione di emergenza abitativa e che non è mai stato liberato dalla forza pubblica
nonostante la società abbia presentato una denuncia penale per ragioni sociali”.


“È necessario – scrivono i giudici – adottare un’interpretazione costituzionalmente orientata in base alla quale,
in una situazione di fatto come quella descritta nella presente vicenda,
il proprietario dell’immobile occupato abusivamente non è attualmente ed effettivamente titolare di alcun indice di capacità economica
per cui l’applicazione dell’imposta con simili presupposti sarebbe in contrasto con l’art. 53 della Costituzione
poiché, per ragioni non dipendenti dalla volontà del soggetto passivo dell’imposta,
mancherebbe in concreto quella capacità contributiva richiesta dalla norma costituzionale.

Il titolare di un immobile occupato non trae nessun utile dal suo diritto di proprietà
né quello di un godimento diretto del bene, né di un godimento mediato attraverso il conseguimento di un corrispettivo per il suo utilizzo
ed è anzi costretto a subire un deterioramento del bene con conseguente diminuzione patrimoniale”.


Insomma, dice la Commissione tributaria della Toscana, è vero che l’Imu è un’imposta sostanzialmente patrimoniale,
ma il “possesso” al quale la legge ricollega l’obbligo del suo pagamento deve essere inteso come materiale disponibilità del bene.

Corretta o meno che sia, sul piano giuridico, l’interpretazione dei giudici toscani (la questione è controversa), il principio affermato è di puro buon senso.

L’Imu è un’imposta che pesa per 22 miliardi di euro l’anno su proprietari
– famiglie e imprese –
che hanno la sola “colpa” di avere investito nel mattone i loro denari.

È, quindi, iniqua in sé, specie se si considera che le altre forme di investimento non subiscono il medesimo trattamento fiscale.


Ma pretenderla persino quando un immobile è occupato abusivamente, magari da anni,
si configura come una vera e propria vessazione, molto simile a quella che colpisce gli immobili inagibili e inabitabili
(per i quali è previsto solo un abbattimento alla metà del tributo)
e quella concernente gli immobili che rimangono in mano agli (ex) inquilini in caso di mancato pagamento dei canoni o di finita locazione.


Si tratta di situazioni di evidente ingiustizia, di cui dovrebbero occuparsi
– senza attendere l’intervento della magistratura –
il Parlamento e il governo.

I quali dovrebbero porsi anche il problema del peso che questa imposta ha sui tanti immobili
che i proprietari non riescono a vendere o affittare e che rappresentano per loro esclusivamente una fonte di spese.

Invece no, l’Imu la vogliono tutta, da tutti, persino da chi è costretto a indebitarsi per pagarla.


Nel frattempo, Il rapporto Istat-Bankitalia – diffuso pochi giorni fa – sulla “ricchezza dei settori istituzionali in Italia”
conferma che il valore degli immobili è in calo dal 2012.


Casualmente, proprio il primo anno di applicazione dell’Imu.


Guarda alle volte le coincidenze…
 
FONTE UFFICIALE non bau bau micio micio


Una parte dell’opinione pubblica sta prendendo coscienza e questo è un segnale importante.

Ricordiamo la valutazione dell’efficacia della terza dose sulla popolazione,
considerando un orizzonte temporale omogeneo sia per quanto riguarda i contagi,
le ospedalizzazioni e i decessi.

Cosa che l’Iss, nella tabella 5 che pubblica settimanalmente, non fa.

I dati vengono posti sempre con periodi diversi e valutati a ritroso nel tempo senza una logica.


Tale modo di esporre i dati falsa la situazione in essere come dimostrato nel nostro lavoro.

Per correttezza informiamo i nostri lettori che abbiamo ritenuto di dover scrivere all’Iss
per chiedere di farci capire dove sbagliamo con la nostra analisi.

Non pretendiamo di essere in possesso della verità, se abbiamo sbagliato vogliamo però sapere dove.


Al momento, su quanto pubblicato, non ci sono state prese di posizione in grado di contestare la nostra tesi e conclusioni.
In ogni caso rispondiamo qui ad alcuni “dubbi” e domande, emerse dagli utenti, in seguito all’articolo:

  • Base dati non controllata e non randomizzata:
  • questa obiezione è sacrosanta quando si fanno studi “specifici” su campioni rappresentativi di una popolazione,
  • ma nella analisi proposta il focus è sempre stato l’intera popolazione italiana;
  • quindi, non si corre il rischio di avere risultati falsati.

  • Inoltre, ricordiamo che la base dati utilizzata, deriva da report pdf ricopiati “a mano” di settimana in settimana
  • perché, a differenza degli enti di controllo di altri Stati come UK o Israele,
  • l’ISS non mette a disposizione i dati “grezzi” da cui fanno derivare le loro tabelle,
  • e spesso negli stessi pdf si trovano errori e contraddizioni [1].

  • Terapie Intensive: queste non sono state prese in esame in quanto,
  • volendo analizzare le incidenze delle diverse categorie di popolazione vaccinate,
  • il fatto che solo una porzione di decessi avviene nelle T.I. rende l’analisi dell’evento
  • “ricovero in terapia intensiva” falsato e dipendente da procedure operative degli ospedali [2].
[1] Per esempio nel bollettino del 26 gennaio si riportano le popolazioni relative alle date del 25/12 e del 18/12
che erano già riportate nei bollettini del 12 gennaio e del 5 gennaio, ma i numeri non coincidono:
noi usiamo sempre i più recenti per le nostre analisi, ma il fatto che questi numeri siano cambiati da un report all’altro resta un mistero.

[2] L’Istituto Superiore della Sanità rende noto, nel recente Report-COVID-2019_10_gennaio_2022.pdf,
che i decessi degli Under 80 avvengono per il 44% in T.I., mentre per gli Over 80 questa percentuale scende al 13,7%




In questo nuovo articolo proponiamo la stessa tesi sull’efficacia della terza dose,
ma partendo da un’ipotesi diversa rispetto a quella iniziale,
che tiene conto della tempistica media di ricovero e decesso che intercorre al momento della diagnosi Covid positiva:


  • i dati degli ospedalizzati una settimana dopo i dati dei contagiati;

  • i dati dei decessi due settimane dopo i dati dei contagiati.
Questo perché dal report Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia,
pubblicato il 10 gennaio 2022 dall’Iss, si evince come l’intervallo temporale che intercorre dalla diagnosi (tampone positivo)
all’ospedalizzazione sia in media di 5 giorni, mentre dall’ospedalizzazione al decesso passano mediamente 8 giorni.


Per descrivere, quindi, il corretto flusso causa-effetto per gli eventi diagnosi-ospedalizzazione -decesso,
è necessario prendere in considerazione popolazioni che non fanno riferimento allo stesso intervallo di tempo,
bensì a intervalli differiti “in avanti”:

le ospedalizzazioni di oggi sono l’effetto delle diagnosi di positività di 5 giorni fa,

ed i decessi di oggi sono l’effetto delle diagnosi di 13 giorni fa (5+8).

Disponendo però, di una segmentazione settimanale dei dati,
dobbiamo accettare un’approssimazione a 7 giorni dal contagio per le ospedalizzazioni
ed a 14 dal contagio per i decessi.


Con questi presupposti relativi al metodo di riorganizzazione degli intervalli temporali,
per analizzare gli effetti della popolazione vaccinata a noi più prossima,
che risulta essere del 4 dicembre, è necessario raggruppare i seguenti dati:

  • Popolazione vaccinata – 4 dicembre 2021 (report del 21 dicembre)
  • Contagiati – dal 19 novembre al 19 dicembre 2021 (report del 21 dicembre)
  • Ospedalizzazioni – dal 26 novembre al 26 dicembre 2021 (report del 12 gennaio)
  • Decessi – dal 3 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022 (report del 26 gennaio)
Analisi dei dati

Come fatto anche nella precedente analisi relativa agli effetti della dose booster sulla popolazione,
le incidenze, che emergono dai dati ufficiali, sono state organizzate in termini di uno ogni…”
(se, per esempio, analizzo l’incidenza dei non vaccinati in termini di ospedalizzazioni rispetto ai contagi,
intendo dare una risposta alla domanda: ogni quanti contagiati non vaccinati, avrò un non vaccinato ospedalizzato? Uno ogni …?“).

Le nostre conclusioni sono le seguenti:

1. Omicron contagia molto di più di qualunque variante precedente,
e contagia tutti a prescindere dallo stato vaccinale,
le differenze che si notano sono davvero minime.

Note nei grafici: per una migliore comprensione delle linee di tendenza sono stati fatti degli zoom, evidenziati con dei rettangoli blu sul periodo temporale più prossimo.







 
Ultima modifica:
2. Chi ha fatto il booster e si contagia
ha più probabilità di essere ospedalizzato di chi si contagia dopo aver fatto solo due dosi anche da più di 120gg
(ovvero di quelli che dovrebbero farsi il booster secondo le indicazioni del Ministero della Salute)
per le fasce d’età 12-39, 40-59 e 60-79, anche se in quest’ultima il peggioramento è minimo;

l’unico effetto positivo si trova nella fascia over 80.








 
3. Chi ha fatto il booster e si contagia ha più probabilità di morire
di chi si contagia avendo fatto solo due dosi anche da più di 120gg per le fasce d’età 40-59
(in questa fascia addirittura si rischia di più dei non vaccinati) e 60-79,
mentre risulta ininfluente nella fascia 80+.

Fortunatamente non si sono registrate ancora morti nella fascia 12-39 a causa dei bassissimi numeri di under40 con il booster;

ponendo, però, l’attenzione sul fatto che i contagiati che hanno fatto due dosi da più di 120 giorni nella fascia 12-39
hanno il doppio di probabilità di morire dei contagiati non vaccinati,
si può immaginare che il booster potrebbe avere lo stesso effetto nefasto visto per le fasce 40-59 e 60-79.















 

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