VOLEVO DIRE A TIZIANO FERRO CHE SPESSO NON ME LO SO SPIEGARE NEMMENO IO

Stanno facendo l'impossibile per riportare in auge bidet, che alle elezioni
di metà mandato subirà una debacle clamorosa.



La pagina Instagram della Casa Bianca ha prodotto una delle fake news più plateali e comiche di sempre.

Ha deciso di mettere a confronto i tassi di crescita attuali degli Usa
con i tassi di crescita che ci sono stati sotto i vari presidenti americani che si sono succeduti negli anni
.

E il confronto, per una persona che viene da un altro pianeta, appare schiacciante,
e ci mostra un Joe Biden formidabile che giganteggia su tutti i suoi predecessori.

Con Donald Trump tasso di crescita all’1 per cento.
Va meglio agli altri, Barack Obama 1,6 per cento, George W. Bush 2,2 per cento,
Bill Clinton 3,9 per cento, George H. W. Bush 2,2 per cento, Donald Reagan 3 per cento.



Il gigante Biden è invece addirittura al 5,7 per cento,
e con questo confronto la Casa Bianca vorrebbe far credere a tutti che Biden
stia portando gli Usa verso un vero e proprio miracolo economico.


Ovviamente la situazione è ben diversa,
e quel 5,7 per cento è chiaramente un numero influenzato dal fatto che
nell’anno precedente ci sia stata una caduta vertiginosa a causa della crisi Covid e dei lockdown.

Il Paese si sta semplicemente riprendendo da una delle più gravi crisi della storia,
e per il semplice meccanismo del rimbalzo era prevedibile e normale vedere una crescita di questo tipo.



Difatti anche l’Italia ha vissuto una situazione analoga,
chiudendo il 2021 con un crescita del Pil attorno al 6 per cento.

Cifre che ovviamente non si vedevano negli anni precedenti alla pandemia,
caratterizzati da una situazione stagnante dell’economia.


Almeno in questo il nostro Mario Draghi ha avuto la decenza
di non attribuire alle sue capacità straordinarie la miracolosa crescita del Pil italiano,
a differenza da quanto fatto da Joe Biden.

Certo i talk show ed i telegiornali vorrebbero in parte, velatamente, convincerci del contrario,
che grazie all’attuale presidente del Consiglio la nostra economia stia volando.


Gli americani saranno contenti.

Trump, “bannato” da tutti i social perché diffusore di fake news, è stato mandato a casa,

mentre il democratico Biden è ancora in sella nonostante probabilmente non lo sopporti più nessuno.


Forse alle prossime elezioni gli americani si meriterebbero di meglio.
 
Tornano “a casa”, in Italia, quasi 6.000 tonnellate di rifiuti spediti in Tunisia
e stoccati in 212 container presso il porto tunisino di Sousse.

La restante parte del lotto, complessivamente di 7.900 tonnellate, sarebbe stata invece bruciata.


Nella prima metà del 2020, con due decreti dirigenziali,
la Regione Campania autorizzò una ditta a scaricare il problema della gestione di migliaia di tonnellate di rifiuti sulle spalle dei tunisini.

A giustificazione si disse che spedire questi rifiuti in Tunisia avrebbe consentito una
“maggiore economicità del processo di recupero rispetto al paese d’origine”.

A tutela dei buoni propositi del progetto venne sottoscritta una fideiussione di 3,3 milioni di euro in favore del ministero dell’Ambiente.


Poco tempo dopo, dai filmati che mostravano ciò che arrivava dall’Italia,
mandati in onda in una trasmissione televisiva in Tunisia, emersero alcune “anomalie”:

nei container erano contenuti non solo rifiuti plastici (come prevedeva l’accordo),
ma scarti di ogni tipo, dalla differenziata ai rifiuti ospedalieri.
Tipologie di rifiuti che, in base alla convenzione di Basilea e alla convenzione di Bamako,
non avrebbero mai dovuto essere esportati.


Le
ispezioni da parte della dogana tunisina confermarono che i rifiuti contenuti nei container
non erano quelli previsti negli accordi.

Seguì uno scandalo internazionale che, in pochi mesi,
portò alle dimissioni (e all’arresto), a dicembre 2020, di decine di persone.

Tra loro, l’ex ministro dell’Ambiente tunisino, Mustapha Aroui.

Coinvolto nella vicenda anche l’ex ministro Shukri Belhassen, dirigenti e funzionari tunisini.


In Italia, di tutto questo si parlò poco.

Fu l’interrogazione presentata dalla consigliera regionale M5S Maria Muscarà
a mettere in luce una grave mancanza di controlli sulle centinaia di container partiti da Salerno per la Tunisia.

Nuove denunce e nuove condanne.

Alla sentenza del TAR seguì il ricorso, rigettato, però, dal Consiglio di Stato a metà 2021.

Anzi il Consiglio di Stato ingiunse alla Regione Campania di riportare in Italia i rifiuti sequestrati
(nel frattempo posti sotto sequestro al costo di 26mila euro al giorno!).


Nei giorni scorsi, durante un incontro tra l’ambasciatore tunisino in Italia, Moez Sinaoui,
e il governatore Vincenzo De Luca, sembra essere stato raggiunto l’accordo definitivo
tra Regione Campania e governo tunisino:

la Regione Campania pagherà le spese e dovrà farsi carico anche dei costi del ritorno in patria dei container.


Durissima la nota dell’ambasciata tunisina in Italia:

“Il caso, oltre che giudiziario è diventato una questione politica e di opinione pubblica in Tunisia,
vede coinvolte l’azienda campana Sviluppo Risorse Ambientali (SRA)
e la società privata tunisina Soreplast e ha portato – tra maggio e luglio 2020 –
all’esportazione illegale verso la Tunisia di 282 container contenenti
7.900 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati raccolti in Italia, in violazione della normativa internazionale”.

“Di questi, 212 sono stoccati al porto di Sousse,
mentre altri 70 erano stati depositati nell’impianto della Soreplast di Moureddine (Sousse),
andato a fuoco il 29 dicembre scorso, mandando in fumo circa 1.900 tonnellate di rifiuti.
Sul piano giudiziario sono in corso due indagini, della magistratura tunisina e di quella italiana,
per accertare le responsabilità nella falsificazione dei documenti su cui sono state rilasciate le relative autorizzazioni transfrontaliere”.


Una “sporca” faccenda quella dei rifiuti portati all’estero dall’Italia.

Ma non l’unica.

Nel 2019, da un’indagine di Greenpeace Italia e Greenpeace Turchia
emerse che tonnellate di rifiuti di plastica provenienti – pare – dall’Italia
erano state scaricate in un sito illegale nella provincia di Smirne, in Turchia.


A ben guardare, in Italia, l’intero sistema del trattamento dei rifiuti sembrerebbe “sporco”.

La Corte di Giustizia europea ha condannato il Bel Paese
per aver continuato ad utilizzare oltre la scadenza fissata (ottobre 2015)
decine e decine di discariche non adeguate alle disposizioni previste dalla direttiva 1999/31
(che mira a “
prevenire, o a ridurre per quanto possibile, gli effetti negativi per l’ambiente
o per la salute umana dell’interramento di rifiuti, introducendo severi requisiti tecnici”).

Per questo, nel 2012, Bruxelles aveva aperto una procedura di infrazione al termine della quale, nel 2017,
(quanti governi si sono succeduti in tutti questi anni?) ha proceduto al deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia.


Una lezione, però, che non è servita a molto.

Negli ultimi anni, le procedure d’infrazione “aperte” a carico dell’Italia sono aumentate:
da 62, alla fine del 2017, ora sono 82, con un costo per l’erario e per i contribuenti di oltre 750 milioni di euro
(152 per sanzioni forfettarie e 600 a titolo di penalità dal 2012 ad oggi).

Praticamente il doppio di quanto versato da paesi come la Grecia (350 milioni) o la Spagna (122 milioni) o la Francia (91 milioni).

Le motivazioni sono sempre le stesse:

discariche abusive (quasi 200 attive),

mancata conformità delle infrastrutture di gestione

e trattamento delle acque reflue

(11% sul totale delle infrazioni nel decennio)

e la gestione dei rifiuti non in linea con gli standard europei per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti.


E mentre in Europa si fa un gran parlare di Green Economy e di Circular Economy Action Plan
(recupero e riduzione del ricorso alle discarica, con un target di riciclo effettivo di rifiuti urbani del 65%
e di conferimento in discarica inferiore al 10% entro il 2035), l’Italia sembra vivere su un altro pianeta.

A fronte di una produzione di rifiuti solidi urbani di circa 30 milioni di tonnellate (nel 1974 erano meno della metà),
il tasso di conferimento in discarica del Bel Paese è 30 volte più alto di quello di paesi come Svezia, Germania, Belgio e Danimarca.

In Italia, solo 4 regioni si posizionano al di sotto del 10% fissato dal Piano Ue. E – sorpresa tra le sorprese –
una di queste sarebbe proprio la Campania.


Resta da capire se per aver adottato politiche innovative e funzionali

o se per aver scaricato il problema ad altri.



In tutti i sensi.
 
Invece che pensare al lavoro pensano a questo. Ma è un problema serio ?


Tanti i passaggi sui quali si sofferma la Direttiva UE di modifica, queste alcune novità del nuovo pacchetto europeo:


  • per i rifiuti urbani
  • si alzano al 55% nel 2025,
  • al 60% nel 2030
  • e al 65% nel 2035
  • gli obiettivi di riciclo (oggi siamo al 42%).

  • Per raggiungere il target del 2035 sarà necessario che la raccolta differenziata arrivi almeno al 75%
  • (oggi la media nazionale è del 52,5%);


  • viene rafforzata la responsabilità estesa del produttore
  • che, nella gestione dei rifiuti che derivano dai loro prodotti,
  • dovranno assicurare il rispetto dei target di riciclo,
  • la copertura dei costi di gestioni efficienti della raccolta differenziata
  • e delle operazioni di cernita e trattamento, quelli dell’informazione,
  • della raccolta e della comunicazione dei dati.

  • Per gli imballaggi tale copertura sarà dell’80% dei costi dal 2025,
  • per i settori non regolati da direttive europee la copertura dei costi sarà almeno del 50%,
  • per RAEE, veicoli e batterie restano le direttive vigenti in attesa di aggiornamenti;

  • per il riciclo degli imballaggi l’Italia è già a buon punto:
  • si dovrà aumentare il riciclo dall’ attuale 67% al 70% del totale degli imballaggi entro il 2030.

  • Per gli imballaggi in legno oggi il riciclo è al 61% a fronte di un obiettivo del 30%;

  • per quelli ferrosi l’obiettivo è dell’l’80% (oggi si è al 77,5%);

  • per l’alluminio l’obiettivo è del 60% (oggi si è già al 73%);

  • per gli imballaggi in vetro l’obiettivo è del 75% (oggi si è al 71,4%);

  • per gli imballaggi di carta si dovrà passare dall’attuale 80% all’85%.


  • Maggiori difficoltà, a causa degli imballaggi in plastiche miste,
  • ci sono per il riciclo di quelli in plastica che dovrà aumentare dal 41% attuale al 55% al 2030;

  • lo smaltimento in discarica non dovrà superare il 10% dei rifiuti urbani prodotti.

  • Oggi in Italia la media è del 26%, però con Regioni in forte ritardo:

  • il Molise (90% in discarica),

  • la Sicilia (80%),

  • la Calabria (58%),

  • l’Umbria (57%),

  • le Marche (49%)

  • e la Puglia (48%);


  • per attuare una strategia contro gli sprechi alimentari
  • vengono introdotti target di riduzione degli sprechi del 30% al 2025 e del 50% al 2030.
 
Et Voilà, inkulati a vita. Costretti da un regime totalitario alla limitazione della libertà personale.
Con discriminazione verso una parte della popolazione e per inkulkare nelle menti dei giovani
che controllare la loro vita sarà "normale" nel prossimo futuro.
Stamane sono già inkazzato.

Ma riuscite a pensare e capire quali problemi si creeranno nei bambini di 6 - 11 anni
tenere una mascherina ffp2 per almeno 6 ore ? Quali ripercussioni sul loro fisico
a livello polmonare ? Con la ffp2 si respira la propria anidride carbonica, altro
che inquinamento da co2. Qui la mandano direttamente nei polmoni, quasi al 100%.

A seguire discriminazione che - invece che razziale come nei primi del '900 - sarà medica.
Si buana, tu vaccinato a scuola.
Tu non vaccinato casa.
Quando sappiamo bene che - vaccinato o non vaccinato- si è portatori del virus.
Te lo prendi, te lo porti addosso, te lo spandi ben bene.
Ma meglio prenderlo e guarire che farsi sierare. Una maledetta influenza.

Che poi, perchè 120 giorni ?
A 120 giorni dalla seconda puntura, avevo più del 50% di anticorpi.
Qui si somma una punturata ad un'altra, senza che il nostro corpo abbia smaltito
quella precedente. Hanno ragione quelli che scrivono che - prima o poi -
il nostro sistema immunitario andrà in tilt. E già se ne sono accorti in Israele
ma tutti zitti-zitti.

Ed eccoci alla mega stronzata mega galattica universale.
Alla terza dose hai il passaporto illimitato ?
Ma te ormai pensi che tutti, proprio tutti, siamo dei koglioni ?
Come quella intervistata ieri che parla e tiene la mascherina sotto il naso.
O quell'altra che pontifica mentre indossa quella di pezza.
La sierata - come costruita ora - non è perpetua come i veri vaccini.
La sierata altro non è che un deterrente al virus come quello influenzale
che FAI OGNI ANNO e che ti copre per un tot di mesi.
Tu lo fai solo per discriminare le persone.

Come del resto discrimini il cittadino italiano rispetto a quello europeo,
perchè l'UE ha stabilito la validità del green pass in 9 mesi. 9 MESI
E perchè noi - che facciamo parte dell'europa - dobbiamo avere il green
pass che vale 6 mesi ?

E ricordatevi che si chiama - green pass - perchè è stato pensato
come passaporto per viaggiare da uno stato all'altro e non per
discriminare i cittadini nel proprio paese, nella propria libertà.
 
Le nuove regole sul Covid
Nella pratica, ecco cosa è cambiato.

– Scuola e quarantena

Come al solito, le regole per i genitori e gli alunni sono più complicate di un tetris.
Ma almeno un po’ meno dell’1,2,3… stella dell’ultimo decreto.

  1. Asilo e materna:

  2. i bambini potranno restare in presenza fino a che ci saranno 4 casi di positività:

  3. le maestre invece dovranno indossare la mascherina FFP2
  4. “fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo”.

  5. I genitori, in caso di comparsa dei sintomi,
  6. dovranno sottoporre il piccolo a un test molecolare o antigenico,
  7. anche di quelli fatti in casa.

  8. Dal quinto caso in poi nella stessa sezione o classe, invece, cinque giorni tutti i bambini dovranno restare a casa.

  9. L’accertamento del quinto caso che fa scattare la chiusura deve avvenire entro cinque giorni da quello precedente.

  1. Scuola primaria (elementari):

  2. fino a 4 casi di positività in ogni classe, si prosegue in presenza ma tutti
  3. (maestre e bambini sopra i 6 anni) dovranno indossare le mascherine FFP2

  4. “fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo”.

  5. Resta obbligatorio un test antigenico, anche auto-somministrato, in caso di comparsa dei sintomi.

  6. Dal quinto caso in poi (se scovato entro cinque giorni dall’ultimo positivo), invece,
  7. parte la discriminazione tra vaccinati e non vaccinati:

  8. – esenti, vaccinati e guariti da meno di 120 giorni o vaccinati con 3 dosi:
  9. continua la didattica in presenza, ma indossando per 10 giorni la FFP2.

  10. Per gli esenti dalla vaccinazione servirà una richiesta apposita dei genitori di mandare il figlio a scuola.

  11. Non vaccinati, guariti o vaccinati con 2 dosi da più di 120 giorni: didattica a distanza per cinque giorni.

  1. Scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori):

  2. con 1 caso di positività, si continua in presenza e tutti devono indossare le mascherine FFP2.

  3. Con due o più casi di positività (se scovato entro cinque giorni dall’ultimo positivo), scatta la discriminazione:

  4. – Esenti, vaccinati e guariti da meno di 120 giorni o vaccinati con 3 dosi:
  5. continua in presenza ma indossando per 10 giorni la FFP2.

  6. Per gli esenti dalla vaccinazione servirà una richiesta apposita dei genitori di mandare il figlio a scuola
  7. (se minorenni) o su richiesta diretta degli alunni maggiorenni.

  8. Non vaccinati, guariti o vaccinati con 2 dosi da più di 120 giorni: didattica a distanza per cinque giorni.

In tutti i casi, resta comunque il divieto di andare a scuola “con sintomatologia respiratoria”
(tosse, raffreddore) e con temperatura corporea superiore a 37,5°.


– Durata del green pass

La novità riguarda chi si è già inoculato tre dosi di vaccino (oppure due, più una guarigione).

Da oggi in poi avremo il green pass illimitato,

o forse bisognerebbe dire “eterno”.



“La certificazione verde COVID-19 – si legge nel decreto –
ha validità a far data dalla medesima somministrazione senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”.

Dunque quello che sappiamo oggi è che non dovremo preoccuparci di una sua eventuale scadenza.

Ma questo suo essere “illimitato” lo rende un pericolo:

significa, in sostanza, che probabilmente non ce ne liberemo più.

Vorranno imporci per sempre di mostrare il passaporto vaccinale
ogni volta che entriamo in un locale, in un ufficio, al bar, al ristorante,
domani anche a casa tua.


Cambiano le regole anche per chi guarisce dal covid.

  1. A chi è stato accertato come positivo al Covid
  2. oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino
  3. viene rilasciata la certificazione verde COVID-19, che ha validità di sei mesi a decorrere dall’avvenuta guarigione.

  4. Chi invece si infetta e guarisce a seguito del ciclo vaccinale primario
  5. o della somministrazione della relativa dose di richiamo,
  6. verrà consegnato un green pass che ha validità illimitata a decorrere dall’avvenuta guarigione
  7. senza necessità di ulteriori dosi di richiamo


– Autosorveglianza

Ad oggi chi ha fatto il booster è sollevato dal fare la quarantena in caso risulti contatto di un positivo.

Ha solo l’obbligo di monitorarsi e portare la mascherina Ffp2.

Queste regole adesso varranno anche per chi è è guarito dopo aver ricevuto due dosi di vaccino.



– Lockdown per i no vax

Buone notizie per i vaccinati, un po’ meno per i reietti no vax:

in zona rossa, di fatto viene introdotto il cosiddetto lockdown per i no vax.

Il governo infatti ha deciso di eliminare le restrizioni per i vaccinati, lasciando attive le restrizioni solo per chi non s’è immunizzato.



– Regole per chi arriva dall’estero

Il turista che arriva dall’estero, se vaccinato (con prodotto riconosciuto dall’Ema)

o guarito ed in possesso di un certificato, Che in Europa vale 9 mesi -

anche se sono passati più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale (o dalla guarigione)

può utilizzare tutti i servizi che agli italiani sono concessi solo con super green pass rafforzato,

solo previa effettuazione di un test antigenico o rapido.


La regola per noi , per lui non vale, e dunque è libero di girare, se dopo due dosi il turista si è ammalato e guarito.



Per gli stranieri che si sono sottoposti ad un vaccino non riconosciuto in Europa (vedi Sputnik), invece,
“l’accesso ai servizi e alle attività di cui al primo periodo è consentito in ogni caso
previa effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS-CoV-2,
avente validità di quarantotto ore dall’esecuzione se rapido o di settantadue ore se molecolare”.
 
Ultima modifica:
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L'agenzia del farmaco non pubblica bollettini sui danni da vaccino da quattro mesi.

Ma abbiamo scoperto che i dati - nascosti agli italiani - vengono forniti dall'Ema:

QUASI 18000 segnalazioni in questo periodo.

Per l'esattezza 17.764 dei quali 11.262 da Pfizer.


Ed 1 su 6 risulta GRAVE :

miocarditi - pericarditi - embolie polmonari - trombosi.


Giallo sul numero dei morti.
 
Lettera del padre di un ragazzo danneggiato dal vaccino a Fiorello
Riceviamo, pubblichiamo, non commentiamo. Ma ci siamo capiti.

Gentile Rosario Fiorello,

mi rivolgo a lei con questa lettera aperta che pubblicherò sui miei social.

Lo scopo della mia lettera è di renderla edotto che durante il festival di Sanremo,
che io non ho seguito, lei non mi è sembrato molto “gentile” con me e credo con una buona fetta di suoi concittadini.

Ho pensato molto prima di scriverle, tentando di mitigare rabbia e amarezza per le sue parole,
credo volte a far “ridere” un uditorio più o meno vasto.

D’altra parte questo è il suo mestiere.

Non voglio ovviamente insegnarle il mestiere, io sono piuttosto noioso,
ma a volte si deve mettere il ‘matto in piazza’ per far ridere i cortigiani.

Nel mio caso, in qualità di padre di un figlio danneggiato da vaccino,
il suo sketch di ieri non mi ha fatto ridere, mi ha profondamente amareggiato.


Mi permetto di dirle che se il suo mestiere comprende farsi beffe del dolore altrui,
ridere e far ridere sulle pene e le lacrime di molti suoi concittadini, lei ha sbagliato mestiere.

Se lei avesse raccontato una barzelletta
sugli ebrei,
sugli omosessuali,
sui Testimoni di Geova,
sugli handicappati,
sui terroni e così via,
cosa si sarebbe aspettato?

Mio figlio non ha potuto vivere una vita normale e fortunatamente non ha visto la sua performance.

Credo non avrebbe riso, con non l’ho fatto io.

Non le racconto le peripezie sue e della nostra famiglia sino ai tribunali per i successivi rifiuti vaccinali.

Non le racconto le lacrime alle riunioni Corvelva ove i genitori più fortunati
erano quelli il cui figlio dopo il vaccino era deceduto.


Non credo che lei non avesse in copione altre gag per quella serata.

La mia domanda è: perché ha scelto quella?

Perché non una bella barzelletta su forni crematori o sulle pratiche sessuali gaie?


Ridere del dolore altrui non è giustificabile con ignoranza dei fatti o buona fede.

Lei ha aumentato la tensione sociale già esistente dopo due anni di comunicazione stalinista di tutto il mainstream.

Mi era simpatico, sottolineo era.

Ora evito il giudizio e comunque mi terrò lontano da spiriti e spiritosi come lei che spargono sale su ferite ancora aperte.


Avrei molto altro da dirle ma uso un suo isolano:

“«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità,
bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie:

gli uomini,
i mezz’uomini,
gli ominicchi,
i (con rispetto parlando) pigliainculo
e i quaquaraquà…

Pochissimi gli uomini;
i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini…
E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi:
che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…
E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito…
Ed infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere,
ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… »

Scelga lei la categoria.

Buona Vita


dott. Valentino Soramaè Palazzi


Edit:
Successivamente all’uscita di questa lettera,
pubblicata anche sulla bacheca personale di Rosario Fiorello,
il dott. Soramaè Palazzi è stato inondato di racconti e vicende dolorosissime
di molti persone che come lui hanno parenti o amici danneggiati dai vaccini.

Per questo motivo ha deciso di creare un canale Telegram
per una azione collettiva contro lo stato per i danni da vaccino.

Questo il link Azione Congiunta Danni Da Vaccino
 
Comprate, comprate le auto elettriche, ahahahahah

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La rete elettrica del Texas potrebbe saltare anche quest’anno,
secondo un giornalista investigativo locale
che questa settimana ha lanciato l’allarme sul suo stato di preparazione
in vista di un fronte freddo artico che colpirà presto la regione.

“Questo non è un buon inizio.
Ho provato a controllare il dashboard @ERCOT_ISO sulle condizioni della rete ed è inattivo.
Ho provato a controllare i dati sull’interruzione oraria delle risorse, anche questo servizio non è raggiungibile “,

ha twittato mercoledì Jeremy Rogalski di K-HOU TV.


Anche per noi il sito non era disponibile, ad un nostro test.

In seguito ha aggiunto di essersi messo in contatto con un portavoce dell’Energy Reliability Council del Texas
che gli aveva detto che l’operatore della rete aveva problemi a causa di un aggiornamento effettuato a novembre.

Il tutto dopo che lo scorso anno la rete elettrica texana saltò
e fu non attiva per diversi giorni, lasciando milioni di persone al buio e al freddo.

Il “Texas Freeze” dell’anno scorso, come è diventato noto,
ha anche messo fuori uso centrali elettriche e pozzi di petrolio e gas,
causando il più grande calo della produzione di petrolio nella storia degli Stati Uniti.

Dopo la crisi, ERCOT ha dimostrato di impegnarsi per sostenere i propri sistemi in previsione di altre ondate di freddo.

All’inizio di questo mese, l’operatore di rete ha detto che era pronto per il prossimo blocco.

ERCOT ha affermato di aver ispezionato tutti gli impianti di generazione e trasmissione di energia nello stato
e che tutte le centrali tranne tre hanno superato il test, il che fa 321 su 324.

“La rete elettrica del Texas è più preparata per le operazioni invernali che mai”,
ha affermato il mese scorso dopo le ispezioni l’amministratore delegato ad interim di ERCOT, Brad Jones, come citato dallo Houston Chronicle.

Questa settimana, quando sono iniziate ad arrivare le previsioni di un’ondata di freddo,
ERCOT ha detto ai media che stava
“facendo un’azione preventiva precoce prima del previsto aumento della domanda per garantire che la rete rimanesse affidabile”.

“Abbiamo ordinato alle centrali elettriche in tutta la regione
di posticipare le interruzioni pianificate e di tornare da interruzioni già in corso”.


Intanto però il sito del sistema non è aggiungibile, mentre il freddo gelido si avvicina.

Un nuovo blackout sarebbe un disastro epocale.
 
Allarme inflazione !!
Allarme Inflazione.

Oggi le grida di dolore dei giornali finanziari ripercorrono l’Europa.

Effettivamente siamo a un livello d’inflazione nell’area euro che non si era visto prima, nella breve storia della moneta unica.


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Il tasso di inflazione annuo nell’area dell’euro è salito a un nuovo massimo storico del 5,1% a gennaio del 2022 dal 5% di dicembre,
mentre i mercati si aspettavano un rallentamento al 4,4%.

L’energia continua a registrare il maggiore aumento dei prezzi (28,6% contro 25,9% di dicembre),
seguita da cibo, alcol e tabacco (3,6% contro 3,2%), servizi (2,4%, lo stesso di dicembre)
e beni industriali non energetici (2,3% vs 2,9%), hanno mostrato stime preliminari.


L’inflazione core, tuttavia, che esclude i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco,
è scesa al minimo su tre mesi del 2,3%, come possiamo vedere qui di seguito

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L’inflazione Core è al 2,3% e notiamo come quella complessiva cresce,
e quella core invece cala dopo il picco di dicembre del 2,5%.

Il motivo è semplice:

il peso della componente energia, esogena e legato alla crisi delle forniture di gas naturale dalla Russia,
si è fatto sentire in modo ancora più forte rispetto a dicembre.


Il fattore è stagflazionistico ed esterno e lo vediamo in azione con la compressione dell’inflazione Core,
indice di un’economia che soffre e di stipendi che non crescono.

Senza contare che poi il costo dei famosi “Carbon Permits”,
i permessi di emissioni necessari per le attività industriai che emettono CO2
o per la generazione di elettricità, sono ai massimi storici, mettendo sale sulla ferita energetica.


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La situazione è grave, ma può peggiorare,

proprio per la frenesia che questi dati inflazionistici provocano nei paesi nordici, Germania in testa,

e le pressioni che la BCE verrà a ricevere affinché cambi la propria politica monetaria

ed inizi una stretta su interessi e su acquisto dei titoli, mandando in alto i tassi e deprimendo i valori dei titoli di stato.



Handelsblatt, il giornale economico tedesco, sta bastonando già da tempo su questo punto,
mettendo in evidenza che l’inflazione è di tre punti superiore a quanto voluto dalla BCE-.

Naturalmente il fatto che questo accada proprio per le politiche energetiche sbagliate volute dalla Germania passa in secondo piano.

Le pressioni tedesche, poco lucide, poteranno a una misura monetaria, l’aumento dei tassi, pro ciclica,
quando invece sarebbe necessario intervenire sul lato dell’offerta, incrementa quella energetica e riducendone i costi.


Purtroppo l’Economia Politica sta diventando solo politica,

anzi pregiudizio repressivo, lasciando a casa la parte di economia.


A pagarlo saranno i cittadini europei, italiani in primis,

sempre più poveri, sempre più arrabbiati.
 

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