VOLEVO DIRE A TIZIANO FERRO CHE SPESSO NON ME LO SO SPIEGARE NEMMENO IO

Oggi il buon dottor Andrea Crisanti, microbiologo di grido e una delle virostar più in voga,

si sta convertendo sulla via di Damasco.

Ora è andato in televisione, dalla Merlino a l’Aria che Tira,

ha detto una serie di osservazioni che moltissimi italiani, benché privi di laurea, avevano già notato.


Sentiamolo:

Andrea #Crisanti "Maggior parte deceduti Covid sono vaccinati. Via le restrizioni. Su 400 morti al giorno solo 20 sono non vaccinati"#novax #vaccino #omicron pic.twitter.com/zT0z2tjdt6

— Davide Scifo
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(@strange_days_82) February 2, 2022

Riassumiamo:
  • covid non è finito, ma si avvia a finire e vedremo presto un calo delle vittime;

  • ormai non siamo più in una “Pandemia”, ma in una “Endemia”, cioè la malattia è fra noi, ci resterà,
  • speriamo che con il tempo si ammorbidisca pure, come ha fatto con Omicron, ma comunque non hanno più senso misure di emergenza;

  • su 400 morti al giorno solo 20 sono non vaccinati…
Come?

Crisanti ci dice oggi il contrario esatto di quello che diceva ieri?

Come può succedere!

Una conversione statistica sulla via di Damasco!


Peccato che i numeri siano giusti per cui:
  • non c’è una pandemia dei non vaccinati,
  • ma un’epidemia che è molto diffusa e con una bassa mortalità, al presente.

  • quindi bisogna migliorare le cure, ma è inutile pensare di fermare tutto con il vaccino.
A questo punto si rivela la vera, intima, natura delle ultime misure del ministro Speranza:

la loro ragione è puramente politica,

di umiliazione del libero arbitro

e di affermazione del potere arbitrario dello Stato.


L’obbligo vaccinale surrettizio, o oggettivo per gli ultra cinquantenni,

è solo un puro strumento di repressione.


Siamo all’imperatore del Belli che manda fuori l’editto “Io son io, e voi non siete un c…”.


Un’idea perfetta per chi proviene dalla peggiore scuola comunista,
ma riluttante per chi ama la libertà, propria e degli altri.
 
Ultima modifica:
Se c'è davvero un rischio epidemico, perché #CheccoZalone sta senza mascherina in mezzo al pubblico?

Come dite?

#Omicron è una tracheite, una cazzata?

Ma allora, perché il pubblico è in #mascherina?

Perché l'élite che comanda lo considera meno della merda?

Ah. #Sanremo2022


Se sono vaccinati,si vede che non credono nel vaccino.

Amadeus è positivo ma non prende nessuna precauzione.


Tutti i conduttori, opinionisti e concorrenti televisivi non la indossano
nonostante siano sul posto di lavoro ed in un luogo chiuso
 
Uno schifo assoluto. Ma dove sono tutti quelli che combattono per i "diritti" ?
Diritti dai gay, diritti delle lesbiche, diritti lgbt, ma i bambini non hanno diritti ?
....o santi protettori ?


Dopo gli adulti, la discriminazione ora tocca pure i bambini.


È quanto contenuto nella bozza dell’ultimo decreto-legge del governo approvato la sera del 2 febbraio.

Tra pochi giorni, in attesa della pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale,
i bambini della scuola primaria (cioè genericamente quelli dai 6 agli 11 anni)
subiranno una chiara ed evidente discriminazione.


L’art. 5 comma 1 lettera b) del decreto prevede che fino a 4 casi positivi i bambini restino tutti in classe, in presenza,
con l’utilizzo obbligatorio delle mascherine ffp2 per dieci giorni
ed il test antigienico rapido per tutti gli altri bimbi, ma solo alla comparsa dei sintomi.

Al verificarsi del quinto caso scatta l’”apartheid”:

i vaccinati o i guariti
(questi ultimi non oltre i 120 giorni dalla guarigione)
potranno continuare a frequentare le lezioni in presenza (mascherina ffp2 per dieci giorni),

mentre i non vaccinati e i non guariti - CIOE' I SANI - dovranno restare a casa in Dad per cinque giorni
(termine da presa per i fondelli visto che non passano meno di dieci giorni prima che un positivo guarisca,
e dunque la Dad durerà almeno il doppio).


Insomma, una vera e propria discriminazione tra bambini vaccinati o guariti da una parte
e non vaccinati o sani dall’altra.

Cosa risponderanno i maestri alla domanda dei loro alunni:
“Ma perché alcuni di noi sono in classe e gli altri a casa?”.


Ma vi è di più.

Dopo che l’Ema si è rifiutata di autorizzare richiami vaccinali a distanza di pochi mesi,

il governo ha deciso di estendere la validità del green pass
.


All’art. 1 primo comma lettera b) il decreto prevede che

“a coloro che sono stati identificati come casi accertati positivi al Sars-Cov-2 a seguito del ciclo vaccinale primario”,
unitamente a chi ha fatto la terza dose (guarito o no), la certificazione verde diventerà di durata illimitata.

A parte il fatto che non ci crede più nessuno visto lo yo-yo già fatto dal governo

con la validità del green pass da 9 a 12 mesi,

da 12 a 9,

poi da 9 a 6

ed ora addirittura illimitato,

ci lascia perplessi l’espressione “senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”.


Che vuol dire?

Che dobbiamo tenere in tasca la certificazione verde per sempre?

Una nuova carta di identità fondata sullo stato vaccinale o sullo stato di salute di ciascun cittadino?


Dal diritto incondizionato della cittadinanza

al diritto della cittadinanza connesso ad un trattamento sanitario?
 
Ma c’è un punto, in particolare, sul quale nessuno ha ancora detto niente.


Perché i guariti dal Covid senza aver fatto neanche una dose di vaccino

non potranno ottenere il green pass di durata illimitata ma di soli sei mesi?



Se uno è guarito, indipendentemente se abbia fatto o meno il vaccino,
per quale motivo non deve poter ottenere la certificazione verde di durata illimitata?

A cosa serve, se guariti dalla malattia, essersi o meno fatti il vaccino
se questo – come ammesso dal governo stesso – ha un’efficacia di appena 4-5 mesi?


La verità è che Draghi, Speranza e Cts vogliono l’atto di fede al vaccino anche dai guariti, lo “scalpo dei
monatti”.


Nessuno si pone queste domande.

Gran parte degli italiani obbediscono,

i giornalisti applaudono,

gli organi di garanzia si girano dall’altra parte.

Il Parlamento approva e tace.

Tranne Fratelli d’Italia.


Il Mattarella bis ha aperto un nuovo quadro politico.

Salvini non è più disposto ad inghiottire i rospi del passato
mentre Draghi pensa di poter continuare a fare tutto quello che vuole
come se nell’ultima settimana non fosse accaduto niente.

Ma non è più così.

Manca appena un anno al voto per le elezioni politiche e la Lega non è più disposta a dire sempre di sì.


Il premier, il vero sconfitto nella corsa al Quirinale,
continuerà nell’intento di voler umiliare partiti e Parlamento, ma non sarà così facile.

In parte se ne è già accorto, visto che all’ultima conferenza stampa
ha parlato di un piano per superare gradualmente le misure restrittive.

Ma l’ultimo decreto-legge è la conferma del fallimento di Draghi
e di tutta la sua politica di vaccinazione forzata,
che la terza dose sta creando molti danni alla salute dei cittadini.


Ora non sapendo più che fare

introduce nuove disposizioni che vorrebbero premiare i vaccinati

e punire i non vaccinati.


Non è questa una politica seria.
 
Effetto Facebook sui mercati finanziari.

L’azienda di Zuckerberg ha vissuto una giornata infernale
riuscendo a perdere fino al 26% della sua capitalizzazzione di borsa.

In un giorno il magnate dei social è arrivato a perdere
fino a circa 27 miliardi di dollari del suo patrimonio personale,
mentre il titolo Fb, oggi Meta, ha perduto fino ad un massimo di 243 miliardi.


La capitalizzazione di borsa perduta oggi da FB
ha rappresentato il record assoluto di ribasso, in un giorno, sul mercato americano.

Sono le dimensioni di questi numeri che spaventano.

Facciamo una considerazione che renda semplice questo discorso.


Facebook prima del crollo odierno valeva qualcosa come 900 miliardi di dollari.


Tanto per comprendere di cosa si stia parlando,
tutte le aziende quotate in Borsa Italiana valgono 703 miliardi di euro.


Come dire che prima del tracollo (al momento in cui scriviamo il calo è del 25,5%)
il valore di Facebook da solo, superava abbondantemente il valore di tutti i titoli della Borsa Italiana messi assieme.


Ma oggi non è più così in un sol colpo, in un solo giro di vite,
Meta ha visto diminuire il suo valore di ben 243 miliardi,
per una perdita che avrebbe fatto fallire qualunque altra azienda.

Ma non FB stessa.

E qui forse la vera sottolineatura di quanto sta accadendo oggi sui mercati.


Tuttavia ci dice anche che, a questo Mondo,
non c’è alcun titolo che possa garantire di crescere sempre, neanche Facebook.




I motivi?

Ogni persona, iscrivendosi a Facebook, porta con sé un reticolo più o meno importante di altri conoscenti.

E’ proprio in questo modo che Facebook ha fatto le sue fortune soprattutto intercettando personaggi
con gruppi di riferimenti personali molto numerosi.

Ma. l’abbandono di un numero importante di associati,
potrebbe determinare l’abbandono dei reticoli relazionali di coloro che lasciano.




Ma perchè in tanti lasciano?

Molti ipotizzano che le persone che credevano fermamente nella possibilità di espressione libera

hanno deciso di cambiare strada piuttosto che sentirsi vincolati dalle scelte del social stesso.



E’ evidente che le tensioni sociali di questi tempi avrebbero voluto trovare libero spazio
attraverso i post, le storie o i racconti affidati alla rete.

Il fatto che Facebook abbia deciso di scegliere da che parte stare in maniera così netta
in qualche modo ha costretto chi aveva idee diverse a cambiare strada.


Ed il costo di questa scelta lo avete appena misurato
 
2 anni di danni, per arrivare alla conclusione che se si fosse operato subito
nel corretto conteggio dei decessi, non avremmo mai avuto quello che abbiamo
e che stiamo ancora subendo.....ed il responsabile è ancora lì.......


Sul dato delle scomparse continua ad esserci un dibattito in corso nella comunità scientifica,

con diversi esperti che credono che i numeri possano essere ‘sballati’.

Infatti alcuni tecnici dubitano che i morti fino ad ora registrati per Covid

siano tutti riconducibili principalmente al virus.



Da qui la richiesta al governo di una modalità di conteggio differente.

“Sono settimane che il numero delle terapie intensive e dei ricoveri diminuisce.
Pur considerando che potrebbe esserci qualche contagio con la Delta
e che la nostra popolazione è anziana, comunque i numeri sono eccessivi
e probabilmente chi di dovere dovrà fare analisi approfondita del numero dei morti.
C’è chi è deputato a farlo e sono certo che lo farà”.


Così Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, come riferisce La Repubblica.
 
Questo sì, che sarebbe un'ottimo Capo di Stato,
retto, imparziale, difensore della Costituzione
ma darebbe fastidio a molti. A tanti.


«Io sono un liberale, conservatore e cristiano. Non mi parli perciò di diritti, piuttosto di doveri»:
lo afferma l’ex presidente del Senato, Marcello Pera in un’intervista a Il Foglio,
commentando il discorso al Parlamento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


«I diritti – dice l’ex presidente del Senato – vanno e vengono, anche quelli che sono chiamati fondamentali.
Sono alla mercé delle maggioranze politiche e delle circostanze.
Ha visto cosa è successo e ancora continua a succedere con la pandemia?

Che tutta quella bella retorica dei diritti sanciti dalla prima parte della Costituzione

è cascata sotto il peso del più banale dei decreti amministrativi
.

Così, da un giorno all’altro,

il diritto di viaggiare,

il diritto di lavorare,

il diritto di intraprendere,

il diritto di andare in chiesa,

il diritto di pranzare con i propri genitori e parenti,e così via.

Sono scomparsi senza che nessuno protestasse.

Quei pochi che lo hanno fatto, con buone ragioni e proprio in nome della Costituzione,
penso ad esempio a Massimo Cacciari, sono stati trattati come untori delinquenti.

Occorre capire che parlare di diritti, anziché di doveri,
della priorità dei primi anziché dei secondi,
è l’anticamera della licenza individuale e della prepotenza politica».


«In Europa – ricorda l’ex presidente del Senato – i nuovi diritti,

aborto,

eutanasia,

matrimonio omosessuale,

identità di genere,

hanno una storia ricorrente
.


Sono prima richieste di minoranze, poi sentenze di questa o quella Corte fino a quelle supreme.


Infine leggi imposte a tutti.


Ma come fa la nostra Costituzione a dire che la Repubblica
‘riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo’
se di fatto li crea a piacimento delle occasionali maggioranze parlamentari?».



Pera infine sottolinea che,
«intesa in altro modo, la dignità si riduce a una tutela politica
accordata ora a questo ora a quello, ora più a questo ora più a quello.

Ad esempio, non c’è dubbio che esiste la dignità dei migranti e il loro diritto alla vita.

Ma esiste anche la dignità del cittadino a non essere invaso e a scegliere chi poter accogliere.


È giusto tutelare la dignità degli ‘anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga’,

ma quando quell’anziano fosse massacrato di tasse e imposte con una pensione non corrispondente al lavoro che ha svolto

la sua dignità sarebbe ugualmente calpestata.


A noi conservatori lo Stato opprimente e invadente e saccente non piace per nulla».


L’ex presidente del Senato affronta anche della “riforma Cartabia”.

Una riforma della legge elettorale” del Csm “che non risolve nulla.

Così come non risolve la riforma sul processo con l’introduzione della ghigliottina dell’improcedibilità.

Non volendo rischiare le conseguenze del caso, andando di fretta spesso per negligenza loro,

i magistrati di appello e di Cassazione ricorreranno alle sentenze conformi, con non poco sacrificio dei diritti della difesa.

In realtà, a Costituzione vigente,

se si vogliono scardinare le correnti,

c’è solo il sorteggio dei membri del Consiglio.

Mi chiedo perché Cartabia non ci abbia tentato”.


“L’ultimo e unico tentativo di modificare l’ordinamento giudiziario -ricorda- fu quello del ministro Castelli.


Spero che almeno la Lega se ne ricordi.



Fra l’altro, la legge Castelli ebbe il merito di introdurre il principio di gerarchia nelle Procure

e la relazione annuale del ministro al Parlamento sullo stato della giustizia prima dell’apertura dell’anno giudiziario.

Era un timido ma deciso e apprezzabile passo per introdurre la discussione sulle priorità dell’azione penale nel luogo meglio deputato a farlo,

perché si tratta di decisione eminentemente politica: il Parlamento.

Oggi, siamo ancora in regime di piena discrezionalità”.
 
Venerdì torno a lavorare.
Per essere più precisi, venerdì mi consentono di tornare a lavorare.

Forse è un pesce d'aprile,
forse è proprio il giorno giusto a sigillo del ridicolo di due anni di sprovvedimenti governativi.


Due mesi fa avevan deciso che gli ultracinquantenni o si vaccinavano o non potevano andare a lavorare.

- Bisognava salvare il prossimo.
Dovevi però salvarlo solo tu non vacciato o guarito dal covid da più di 6 mesi,
gli altri, i vaccinati, tripla dose o con green pass rafforzato erano esenti, dal non poter lavorare e dal salvataggio.

Si potevan contagiare e contagiare - e l'han fatto, purtroppo -
ma per il Governo e il Comitato tecnico scientifico, erano, sulla carta e Qrcode, Capitan America,
bastava continuare a non farsi i tamponi ogni 48 ore e non dire nulla a nessuno, se asintomatico anche a te stesso.

Il non vaccinato o guarito, pur con tamponi, obbligatori, ogni 48 ore, era al più Clark Kent e quindi fuori.

Fuori dal lavoro, dai bar, dai ristoranti, dai mezzi di trasporto, dalle biblioteche. Da tutto o quasi.


- Bisognava salvare il prossimo,
che non si è salvato, e soprattutto salvarci da noi stessi.

Colpirne cento per educarne uno.

Quell'uno che non aveva possibilità di difendersi da un ricatto, da stipendi cancellati per ben quattro mesi.


- Bisognava salvare la apparenze
dopo averci detto: serve il lockdown, le restrinzioni, i cinema e le disco chiusi,
la prima dose, poi la seconda, poi ancora la terza, e prossimamente la quarta dose,
dove il mantra è stato "Salviamo il Natale"
poi "Salviamo la Pasqua",
e poi ancora per "salvare almeno le vacanze"
dai "almeno il Capodanno" ect ect ect.


Bisognava invece salvare l'economia. Che non abbiamo nemmeno salvato.


- Bisognava salvare almeno la faccia

e così i privati han dovuto anche qui nella fiorente Brianza metter i soldi per aprire gli Hub vaccinali
altrimenti la sanità lombarda manco quella salvava.
Dopo le mancate zone rosse,
gli usciamo di casa,
gli stiamo a casa,
i dpi farlocchi negli ospedali,
gli Ospedali in Fiera,
i positivi nelle rsa,
dopo il per contagiarne uno ce ne vogliono almeno due.


- Bisognava salvare il Governo,
e allora "andrà tutto bene",
gli sbirri dai balconi
e i cani di pezza da scendere a pisciare,
ma i provvedimenti sembravan sempre estratti da un bussotto da bimbiminchia bendati in cabina di regia.

La mascherina all'aperto non serve,
no è obbligatoria anche in strada,

il vaccino Astrazeneca solo over 60,
no solo under 60,

si ai giovani, facciamo gli openday per loro,
è sconsigliato ai giovani,

la seconda dose con lo stesso vaccino,
non ne abbiamo abbastanza,
ok va bene anche vaccini diversi.

I dodicenni non posson salire sui bus per andar a scuola senza green pass
ma possono andare a scuola. Cazzi loro come.

Posson stare a scuola con gli stessi compagni ma non possono fare sport.

Se sono positivi sta a casa tutta la classe,
se un tuo compagno di classe è positivo devi stare a casa anche tu in dad,
se i tuoi genitori sono positivi puoi andare a scuola.

Se sei un turista serve solo il base,
se sei un cittadino che paga le tasse no.

Il tuo green pass vale 12 mesi,
vale facciano 9,
dai facciam 6.

Il tuo green pass è illimitato.

No, dal 1 maggio è cancellato.


- Bisognava salvare la narrazione
e allora si contan i morti come Covid anche se è infarto basta esser positivi,
si contano i ricoveri come Covid anche se sei lì per una gamba rotta.

Non si contano i morti come vaccinati se muoiono e basta.


- Bisogna salvare il valore del rigore

e il vicino dal contagio
e allora niente assembramenti in strada,
poi l'Italia vince gli Europei e basta non contarli,
in fondo siam un tutt'uno.

Addirittura festa con bus scoperto e scorta polizia.


- Bisognava salvare non si sa più che cazzo
e allora passan due mesi dall'obbligo del vaccino per gli over50 untori e sicari
e oplà, tolto con oltre due mesi di anticipo il divieto di lavorare.

Basta il gp base.
Ma resta l'obbligo del vaccino.


- Bisognava salvare sulla base dei dati,
però ora crescono contagi, indice Rt, curva,
i vaccinati non han nessun obbligo di tampone,
controllo e quarantene, tracciamento e segnalazione,
non sono invisibili al virus nonostante lo abbia detto in tv il virostar Burioni.

Cazzo ci toccherà mica ri-salvare Pasqua e vacanze..


Venerdì torno a lavorare.


Il Governo invece deve smettere e andare a casa.
 

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