28.12.2008: i98mark
Tabelle monitoraggio prezzi e rendimenti (gruppo di lavoro: Alobar, Magallo, I98mark).
AVVERTENZE
Complice anche una data di rilevazione dei prezzi non proprio felicissima (imposta da ragioni di forza maggiore...
) la situazione della liquidità continua a mostrarsi come nelle settimane precedenti, anzi peggiora decisamente. Resta elevato il numero dei bond il cui prezzo sul mercato retail manca o è non significativo rispetto ai corsi che si registrano sui mercati professionali: siamo nell'ordine della trentina di unità.
Emergono anche situazioni di divergenza marcata fra prezzi su mercati professionali differenti (ICMA e Bloomberg).
E' sempre in virtù dell'opera di Massimo S. che si rende possibile la rilevazione dei prezzi in questi casi. Per tali bond, i corsi esposti in tabella sono stavolta tutti di fonte ICMA.
Si tratta dei seguenti: EDF 10/2010, 2016, 2018, 2020; E.ON 2013; RWE 2014 e 2018; Vattenfall 2018 e 2024; EWE 2014; National Grid 03/2013, 2018 e 2020; Veolia 2012, 2020, 2022 e 2033; Suez Belgelec 2009 e 2010, GDF Suez 2013, Suez Belgelec 2015; Iberdrola 02/2013 e 2015; Nederlandese Gasunie 2016 e 2021; Hera 2016; Dong 2012; Fortum 2010 .
I corsi per questi bond, come per gli altri monitorati, risalgono alla chiusura del 23/12.
------------------------------
Il periodo monitorato
A fronte di una liquidità che continua a mostrarsi contratta, i prezzi dei bond del comparto aumentano, e non di poco.
Di più, mentre nella rilevazione precedente gli incrementi avevano riguardato prevalentemente i bond più liquidi, adesso sono generalizzati e si sono consolidati in particolare proprio nel giorno dell'antivigilia.
Dunque, all'atto pratico, niente deleverage, come invece mi aspettavo, anzi acquisti, magari con volumi sottili, ma pur sempre acquisti. Peraltro, l'analisi tecnica (che se correttamente adoperata, offre uno strumento di interpretazione dei mercati e dei titoli, anche obbligazionari, insieme con altri strumenti a formare un utile mix) suggerisce che per alcuni di questi bond per lo meno possano esserci nel breve termine ulteriori prospettive rialziste.
Se si considera che le vendite hanno invece continuato ad interessare il mercato azionario per il quale, almeno ad oggi, il cd. "rally natalizio" non si è manifestato affatto, sembrerebbe a prima vista di trovarsi in una situazione abbastanza classica del rapporto equity/bonds.
Alle soglie di una fase di acuirsi della recessione, alla debolezza dell'equity fa da contraltare la ripresa dei prezzi dei bond, assistita da quei cali dei tassi che pure contraddistinguo di norma questa fase, in virtù dello spegnersi delle tensioni inflazionistiche.
Se così fosse (e non è da escludere che così sia) lo scenario sarebbe quello di una recessione qualunque, soltanto - per così dire - molto più accellerato di quanto si è visto normalmente.
Le tensioni inflazionistiche, forti ancora fino a fine estate (e tali da far parlare di stagflazione in essere) si sono spente di botto come fall out della deflagrazione di Lehman Brothers: in uno scenario da day after, il cash è emerso come signore incontrastato sulla scena, accompagnato da un flight to quality da paura, con una corsa generalizzata ai titoli di stato, "corti" e "sicuri" e la dismissione di praticamente tutto il resto quale effetto del richiamo immediato della liquidità da parte delle banche verso gli operatori esposti a leva sui mercati finanziari.
Sarebbe successo in 3 mesi ciò che in circostanze normale viene realizzato con molta più gradualità e comunque in maniera meno intensa: una sorta di film proiettato troppo velocemente.
E' ben possibile che in questo scenario gli operatori professionali abbiano cercato di migliorare, utilizzando gli ultimi giorni dell'anno disponibili, le performance di rendimento dei fondi obbligazionari investiti nel corporate IG o abbiano comunque scorto nei prezzi una occasione di acquisto in vista di uno scenario macro in cui i PIL nazionali europei potrebbero conoscere un declino significativo nel trimestre in essere e per un paio di trimestri a venire.
Restano tuttavia delle incognite, nel tentativo di guardare un po' più avanti.
Il deleverage non dovrebbe essere concluso, e non può escludersi che torni a riguardare anche i titoli obbligazionari societari, specie con una stagione di default corporate, oggi alle porte, che si prefigura come piuttosto intensa...
Sono in arrivo massicce emissioni di bond bancari corti garantite dai governi centrali europei: chi cerca qualità sarà invogliato a muovere in questa direzione e, in condizioni di liquidità temporaneamente carente sui mercati, gli altri emittenti corporate si troveranno a fronteggiare la concorrenza (poco leale) delle banche.
In una prospettiva di più ampio respiro, andrà tenuta d'occhio la consistenza dei programmi di spesa pubblica: prima o poi, con tassi a livelli infimi quali quelli attuali e programmi di sostegno che potrebbero estendersi dalle banche alla finanza, dalla finanza ai campioni nazionali aziendali e via scendendo, il timore di una ripartenza significativa dell'inflazione non va del tutto trascurato, specie per chi non fa del trading obbligazionario il proprio pane, e cerca di investire con un respiro più ampio.
Tovate come sempre il file sul sito ventimaggio gestito da Maino nei prossimi giorni...
http://digilander.libero.it/ventimag...i%20files.html