ale_kiko
Forumer storico
I mercati salgono sull'ottimismo per il piano salvataggio Irlanda ...
Davvero una barzelletta ormai.
Buchi su buchi e chi salva ha più buchi di chi viene salvato, le comiche.
Sono sempre più curioso di vedere quanto lontano porterà questo miope modo di fare e di pensare.
Niente a che fare con il trading, so bene che non si trada su questi pensieri, ma è solo una considerazione.
Sono sempre più perplesso e ho davvero paura per i prossimi anni.
Come ormai si legge da più parti, sono sempre più convinto che questa sarà l'ultima delle bolle, la bolla definitiva, il cui scoppio travolgerà tutto e tutti senza vie d'uscita.
Il nostro indice cmq si conferma di una debolezza unica.
lasciali fare lo sanno anche loro che fine devono fare........quindi meglio salire prima......
eppoi che si armino per benino.....:
ne riparliamo metà anno prossimo e seguire
ciao
es:
Tutti pazzi per i derivati: R&S Mediobanca lo certifica, in Europa nel 2010 è boom
Finanzaonline.com - 18.11.10/15:37
Tutti pazzi per i derivati. A fine giugno 2010 la massa complessiva di questi strumenti finanziari in carico ai 18 principali istituti di credito europei è balzata a quota 4mila miliardi di euro. Si tratta del 25% in più rispetto ai 3.200 miliardi di fine dicembre 2009. E' quanto appurato dal rapporto di Ricerche & Studi firmato Mediobanca che presenta i dati definitivi del primo semestre 2010 e alcuni dati omogenei del terzo trimestre, condotto sui 18 principali gruppi del credito, tra cui Intesa SanPaolo e Unicredit.
Secondo quanto fotografato dallo studio, il peso complessivo dei derivati sui bilanci delle grandi banche continentali è arrivato a quota 21%. Era al 18% un anno fa. E' singolare notare come la sbornia da derivati sul bilancio di alcuni big del credito sia diventata così importante, che in alcuni casi il loro peso a fine giugno è pari o superiore a un terzo del totale di bilancio. Qualche nome? Deutsche Bank (39%), Ubs (31%) e Barclays (30%). Mentre i big italiani si pongono solo nella fascia bassa di tale esposizione: per Unicredit sono al 12% del bilancio, Intesa SanPaolo si attesta all'8%.
Passando ad analizzare altre voci di bilancio, le sorprese non mancano. I conti e il livello di patrimonializzazione delle principali banche europee stanno seguendo un trend positivo e, almeno dal punto di vista dei ricavi, i livelli sono superiori a quelli pre-crisi. Per esempio, o ricavi complessivi sono passati da 223,6 miliardi di euro del primo semestre 2009 ai 247,8 miliardi dei primi sei mesi di quest'anno, ossia il 10,8% in più. In proiezione su base annua, gli esperti di Piazzetta Cuccia prevedono ricavi per l'intero 2010 pari a circa 495,5 miliardi e quindi superiori del 9,9% a quelli del 2009, che a loro volta avevano superato del 4,8% quelli del 2007, assunti come livello pre-crisi.
Le principali banche europee - afferma R&S Mediobanca - segnano una crescita complessiva del volume dell'attivo dell'8,1%, dai 21.252 miliardi a fine 2009 ai 22.967 miliardi del giugno 2010, anche se si tratta di un livello inferiore dell'11% a quelli di fine 2008 (25.828 miliardi). Tengono gli impieghi alla clientela (+0,8%) e c'è una buona ripresa degli impieghi verso le altre banche (+16,8%) dopo la caduta del 36,8% tra fine 2007 e fine 2009.
A fine giugno per i 18 big europei sono in crescita di 27,3 miliardi di euro i mezzi propri (+2,8% rispetto a dicembre 2009), un aumento non sufficiente a compensare l'espansione degli attivi, con conseguente aumento della leva, comunque ben al di sotto dei massimi toccati a fine 2008. Ma sotto il tappeto c'è polvere. Non volendosi fermare a una prima occhiata emerge infatti che, insieme ai ricavi, sono saliti anche i crediti dubbi totali del 5,7%, da 424 a 448 miliardi di euro. E in Italia la situazione è quasi peggio in quanto le principali sette banche italiane mostrano un incremento del 7%, essenzialmente per la crescita importante segnata da UniCredit (+14%) che, secondo i dati di R&S Mediobanca, segna una progressione notevole: 37 miliardi nel 2007, 41 nel 2008, 57 nel 2009 e 63 miliardi a fine giugno scorso.
Non fanno molto meglio le altre banche italiane: Intesa SanPaolo registra alla stessa voce 36 miliardi contro i 16 miliardi del 2007, Monte dei Paschi 18 miliardi contro 6, Banco Popolare 12 contro 4, Ubi 6 contro 2, Bper 5 contro 2, Bpm 2 miliardi contro i 958 milioni di due anni e mezzo fa. E va piuttosto male anche il tasso di copertura di questi crediti dubbi: la media italiana è più bassa (46,8%) di quella europea (53,6%), dove le politiche di valutazione del credito più rigorose appaiono quelle realizzate da Bnp Paribas (rapporto di copertura dell'85%), Santander (73%) e Credit Agricole (67%), mentre gli stanziamenti rettificativi meno rilevanti sono di Ubs (27%), Ing (36%) e Deutsche Bank (38%). I big italiani stanno nel mezzo: 50% sia per Unicredit sia per Intesa SanPaolo.
Ma l'anello più debole per il sistema Made in Italy dall'analisi di R&S Mediobanca è la percentuale dei crediti dubbi sul patrimonio netto tangibile degli istituti bancari: la media europea è del 28%, il tasso di Unicredit del 76%, quello di Intesa SanPaolo del 64%, entrambi in forte ascesa. Se si scende a un gradino più in basso, si scopre che fanno peggio il Banco popolare (128%) ed Mps (115%).