INDOSSO SEMPRE UNA MALEDETTA VOGLIA DI VOLARE... (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Non andiamo lontano. 30 km. da qui. Fallo. E poi vedi cosa ti succede.
Altro che darti il foglio di via.....e lasciarti libero.

Denunciato per atti osceni e bandito dal territorio nazionale un nigeriano classe 1992 che giovedì si è calato gli slip di fronte a una donna sul sagrato della basilica.

Erano circa le 9.30, la vittima aveva accompagnato il figlio all’oratorio quando un uomo con un “guarda qui” attirò la sua attenzione.
Giratasi, il soggetto si era abbassato i vestiti mostrandole i genitali e urlandole frasi scabrose, per poi allontanarsi.

La donna ha quindi chiesto aiuto alla questura cittadina, gli agenti sono così riusciti a individuare l’autore del gesto,
un cittadino nigeriano irregolare che è stato denunciato e ha ricevuto l’ordine di lasciare i confini italiani.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Da prenderli a schiaffi. Prima ancora di indagarli, che tanto non li arresta nessuno.
Prima i giudici, poi i professori. E in politica il Pd in crociera da chi viola le nostre leggi.

Ieri è stato il turno delle baronie. Tutto è partito dall’università di Catania. Col Rettore indagato.
Con diversi professori in tutta Italia sotto inchiesta. Non solo truccavano i concorsi, ma era pure “vietato” fare ricorso contro la bocciatura.
Associazione a delinquere. Il merito annullato. E tanta pervicace arroganza in stile paramafioso.

Insegnare è una delle cose più belle che un uomo possa fare.
Ma se chi insegna è un fellone che nega il merito perché manomette le selezioni significa siamo oltre ogni limite: si uccide la speranza.

Del resto, anche un’altra funzione – probabilmente ancora più importante – viene svillaneggiata da comportamenti meschini.
Giudicare è qualcosa di elevatissimo per una persona
, hai nelle tue mani i destini altrui.
E assistere alla vergogna di una casta che si comporta come abbiamo visto in queste settimane provoca disgusto.
La fine della giustizia, che altro dobbiamo aspettarci….

Se possibile, c’è una politica che mette in mostra il peggio di se’, con la corrida che si è aperta attorno alla folle impresa della Sea Watch.
Una Nazione messa sotto accusa perché tenta di difendere i propri confini.
L’Italia che non vuole essere trasformata nella pattumiera dell’Africa e che rifiuta la complicità con gli scafisti, entra nel mirino delle Ong e dei loro protettori Sorosiani.
Ebbene, guardare quei parlamentari del Pd che si fanno beffe della loro Patria favorendo con la loro sanità a bordo chi delinque contro la legge italiana suona tanto di tradimento.
Ma pensano di essere sempre impuniti di fronte al valore delle norme.

Come quell’altro schifoso, il sindaco pizzicato – pure lui Pd – a commettere abusi sui bambini. Ma che razza di Italia è questa?

Già, dove viviamo ?

Chi governa ha il dovere della serietà nei comportamenti istituzionale. Soprattutto di fronte al declino terribile del proprio Paese.
O liberate davvero l’Italia dalla sporcizia morale e risollevate la sua economia, oppure fateci del bene andandovene a casa. Tertium non datur.
 

Val

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Ridotti male. Male male.

Eh sì, devono essere ridotti davvero male i Cinquestelle, per scatenare una polemica nientepopopodimeno
che sulle inquadrature effettuate dalla Rai in quel di Genova al momento dell’esplosione che ha trascinato giù quel che restava del ponte Morandi.

E pure sul conteggio dei secondi che hanno immortalato, fieri e festanti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Troppo pochi per il primo ed eccessivamente abbondanti in favore del secondo.

Al punto da far lanciare al Blog delle Stelle, in pratica la gazzetta ufficiale del grillismo, l’accusa a Rainews24 di aver
«deliberatamente scelto di cancellare dal racconto televisivo di questa giornata una forza politica».

Naturalmente, non può finire così: «Pretendiamo una spiegazione per quanto è successo», ha tuonato il MoVimento.

L’avessero pretesa con uguale energia anche dalla signora Carola Rackete nel momento in cui, con la Sea Watch,
ha violato la sovranità delle acque territoriali italiane, oggi non potremmo che fare chapeau alla coerenza dei seguaci della Casaleggio & Associati.

Poiché così non è stato, siamo costretti a dedurne che le inquadrature Rai e il confronto maniacale tra i secondi dedicati al sorriso stereotipato di Di Maio
e quelli messi a disposizioni del Salvini descamisado anche in questa occasione sono solo la spia di un disagio crescente
e della terra che comincia a franare sotto le scarpe degli un tempo baldanzosi Cinquestelle.

«È stato davvero sgradevole – scrive ancora il Blog delle Stelle – vedere Luigi Di Maio tagliato fuori dalle telecamere di Rainews24.
Per minuti e minuti infatti gli operatori hanno indugiato sulle altre tre cariche istituzionali (Salvini, il sindaco Bucci e il governatore Toti, ndr) lasciando fuori il nostro capo politico.
Come se non fosse presente. Le persone a casa devono aver pensato che non fosse lì. Perché questo trattamento?».

Già, perché? Non è difficile cogliere, in questo amaro sfogo, un non-detto che nasce dalla consapevolezza che la Rai anticipa sempre le novità della politica
e che, quindi, potrebbe già dare per condannati i grillini all’estinzione. In fondo, molte delle stelle che noi vediamo ancora splendere in cielo sono in realtà già morte.

E i Cinquestelle, avranno pensato a Viale Mazzini, non fanno certo eccezione.
 

Val

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Anche questo signore non sa più che pesci pigliare...dopo aver finito di fare il radical chic benettoniano.....triste fine.
Guarda il tuo capo cosa ha fatto dell'industria tessile veneta. Guarda dove ha portato la produzione,
infischiandosene dei lavoratori italiani. Guardalo bene.

Toscani trova modo e tempo – (sulle argomentazioni sorvoliamo: tanto sono sempre le stesse, stanche, logore elucubrazioni di quella sinistra col Rolex che predica bene e razzola male) –
di spargere veleno sul titolare del Viminale a suon di insulti inaccettabili. E tra un pistolotto retorico che gronda filosofia radical chic–

«Dove ci sono migranti c’è ricchezza e civiltà, chiudere le frontiere è da cretini»

– e un monito stile “Cassandra dei noantri” –

«Non vorrei essere suo figlio proprio. Non lo invidio proprio, pensa uno che passerà alla storia così» –,

infila un «cretino» prima, e un «mentecatto» a stretto giro –

«Chi non lascia entrare la barca passerà veramente alla storia come un mentecatto» – con buona pace di buon senso, buon gusto,
rispetto per le idee altrui e, soprattutto, dei rappresentanti istituzionali scelti a suon di plebisciti dagli elettori.

Non solo: non contento Toscani – un habitué dell’offesa feroce e dell’insulto in tasca – nel chiedere lo sbarco dei migranti dalla Sea Watch, commenta:

«Questo – aggiunge – non è un paese normale. Un paese che fa una roba così non è normale.
Quando c’è una nave con su disperati, gente che viene dal mare, esistono delle regole umanitarie che vanno al di là…».

E giù, non ancora pago, con esternazioni al vetriolo indirizzate tutte contro Salvini che, a detta del pubblicitario, non avrebbe «nessun talento.
Se non quello per rompere i coglioni. E poi la Lega non è un partito – aggiunge e conclude delirante – ma diarrea».

E lo schiaffo che si voleva piazzato al leader leghista arriva dritto anche in faccia a tutti quei milioni di italiani che, votando centrodestra e Lega,
non la pensano come lui sui migranti, e lo hanno dimostrato ancora una volta alle urne, dove hanno scelto democraticamente di sconfessare la sinistra e i suoi aedi…
 

Val

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«Bisogna cambiare la legge sulle adozioni e costituire immediatamente un tavolo dove affrontare con responsabilità e impegno la grave situazione».

Domenico Gramazio
. Una nostra dirigente ed insegnante di scuola media superiore aveva trattato il tema “Nuove norme per le adozioni”.

La Cinti nel suo intervento aveva denunciato la fuga degli italiani che volevano e che vogliono adottare in altri paesi europei e sud americani perché “le adozioni in Italia sono un vero e proprio scandalo”».
E poi ancora: «Nessuna associazione, nessun patronato e nessuna Onlus vuole dare in adozione i piccoli a loro affidati.
È giusto quindi come abbiamo ribadito nel nostro convegno che bisogna cambiare la legge.
Ci dispiace dover dire che siamo stati delle vere e proprie “cassandre”, le cronache in questi giorni sono piene di uno scandalo
che vede compromesse istituzioni, strutture, ed enti locali. Siamo convinti che bisogna affrontare alla radice questo problema, e togliere dalle “grinfie” delle associazioni tanti e tanti bambini».
 

Val

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Ma la figura barbina l'hanno fatta quei pidioti saliti sulla nave.

"Abbiamo rischiato di morire schiacciati da un bestione di 600 tonnellate, sono stati momenti di puro terrore nella notte.
Dicono di salvare vite umane e poi rischiano di ammazzare uomini dello Stato. Da parte del Comandante è stata un'azione Criminale. Punto".
 

Val

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Fermatevi un attimo.
Provate ad immedesimarvi in quei genitori privati dei loro bimbi.
A quelle calunnie.

Prenderli, in carcere duro e buttare la chiave.

"Porca puttana scendi! Scendi! Non ti voglio più! Io non ti voglio più, scendi!".
È questa una delle intercettazioni con cui la procura di Reggio Emilia avrebbe inchiodato Daniela Bedogni e Fadia Bassmaji,
la coppia omosessuale coinvolta nell'agghiacciante inchiesta che, in queste ore, ha scosso l'Italia.

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Intercettazioni che rivelano dettagli orribili su come gli assistenti sociali sarebbero riusciti a strappare i bambini alle loro famiglie naturali.
Sono le stesse carte a parlare. E inizia tutto così.

"Pensi che? Katia pensi che? Dai dillo! Porca puttana vai da sola a piedi". Ad urlare è Daniela Bedogni.
Sbraita contro la bimba che ha preso in affido con Fadia Bassmaji e lo fa perché la piccola non vuole
- anzi sarebbe meglio dire non può, dato che le violenze non sarebbero mai accadute -
raccontare degli abusi subiti nella sua famiglia naturale.

Poi, si legge sempre nelle carte, Daniela "sbatte la bambina fuori dall'auto sotto la pioggia battente". Viene così accusata di abbandono di minore.

Ma come è stato possibile che la piccola sia finita a vivere con le due donne?
La risposta avrebbe un nome e un cognome: Federica Anghinolfi.

Negli atti si legge infatti che Fadia e la Anghinolfi "risultano aver avuto in passato tra loro una relazione sentimentale,
dato acclamato anche in ragione di fotografie presenti sui social network".

Nel giugno del 2016, i carabinieri dispongono l'affidamento urgente della bambina proprio alla rappresentante del servizio sociale del Comune di Bibbiano (la stessa Anghinolfi).

A chiamare il 112 da un telefono cellulare è la piccola Katia (il nome è di fantasia, ndr) che denuncia di essere stata lasciata sola in casa dai genitori.
Lo stesso padre avrebbe poi dichiarato, nella prima relazione dei servizi sociali, che la madre sarebbe tornata per passare la notte con la bambina.
In quell'occasione, sempre secondo la prima relazione, Katia avrebbe raccontato di litigi continui tra i genitori,
che da poco avevano affrontato una separazione, motivo per cui si sentiva spaventata e triste.
Da quel giorno inizia il suo percorso con gli assistenti.
Assistenti che, secondo le carte, avrebbero però agito fuori dalla legge.

La piccola si sarebbe così ritrovata a vivere con le due donne, prigioniera delle loro continue pressioni psicologiche e restrizioni.

Nelle carte si legge che, "alla bambina era vietato tassativamente di lasciare i capelli sciolti".
Era considerato un atteggiamento di vanità che secondo le psicologhe, d'accordo con le affidatarie, la piccola non poteva assolutamente manifestare.

Ma c’è di più. La bambina non si poteva avvicinare ai maschi. Le era vietato.

Durante le sedute con lo psicologico, infatti, le analiste avevano evidenziato atteggiamenti problematici nella piccola, secondo loro dovuti a abusi provocati dalla famigliaa naturale.

Eppure, secondo le intercettazioni, nessuno di questi eventi è mai stato raccontato dalla minore che, talvolta,
distratta dai giochi e confusa dalle continue domande incalzanti della dottoressa, si limitava ad annuire a ciò che le veniva detto.

Se la bambina chiedeva spiegazioni del perché non potesse più vedere i genitori, la psicologa iniziava con le pressioni:
"Quando ti hanno detto che non avresti visto più tuo papà tu eri contenta. Ricordi?".

Katia: "Non mi viene in mente. Non ricordo di aver detto così".

E ancora il medico: "Guarda che non c’è niente di male. (…) Non è che se tu hai detto che stavi tanto male e non volevi più vederlo sei una cattiva bambina".

Ma Katia non ci sta: "Mi piacerebbe rivederli. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà".


Ad emergere con evidenza dalle intercettazioni della procura è lo squilibrio mentale di una delle due donne della coppia affidataria.

Si legge infatti nell'ordinanza che Danila Bedogni, in più occasioni e, mentre si trovava da sola nella sua auto, "instaurava lunghe conversazioni con soggetti immaginari".
E tra le urla di totale delirio la donna alternava bestemmie, canti eucaristici e forti liti in cui si immaginava di sgridare bambini.

Ed è proprio a lei che è stata data in affido una minore.

I servizi sociali l'avevano infatti considerata idonea.

Ma non solo.
Le donne facevano una forte pressione psicologica alla bimba, inventando presunte mancanze dei genitori naturali.

Dice a tal proposito Fadia alla piccola: "Vuoi fare come i tuoi genitori che hanno fatto delle scelte che hanno fatto tanto male a te? Devi essere diversa".

Poi, dopo aver insultato i genitori della bambina, chiamandoli idioti, alza il tono della voce e minaccia:
"Puoi andare a vivere sotto i ponti se vuoi fare quello che ti pare".

Il cerchio ancora non si chiude ed emergono sempre più dettagli di questa vicenda.

La piccola vittima ha descritto nel dettaglio le torture psicologiche subite dalla coppia.
E in un fiume di parole, chiuse dentro un quaderno, "acquisito agli atti alla cui visione e lettura si fa rinvio",
la ragazzina racconta quello che la sua famiglia adottiva le faceva vivere giorno dopo giorno
e a cui già gli inquirenti attribuiscono le parole punizioni e maltrattamenti.
Che, questa volta, sarebbero stati compiuti davvero.

A questo punto sorge un dubbio.

Perchè scegliere di affidare le vittime dei presunti abusi solo ed esclusivamente a coppie?

Perché dai servizi sociali non è mai stata presa in considerazione la possibilità di affidare i minori a case famiglia o ad istituti competenti considerando che gli affidi erano temporanei?

Dietro la selezione degli affidatari potrebbe esserci non solo l’ombra di favoritismi a fini economici, ma anche un movente ideologico.
A suggerirlo non è soltanto la relazione amicale che, come emerge dalle carte, intercorreva tra Bassmaji e la responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi
ma, nell’odinanza del tribunale, emerge un altro indizio.

Sui nove minori affidati illecitamente, più di uno è stato affidato a coppie gay.

Ad individuare le coppie idonee alla presa in carico temporanea del minore era sempre lei: Federica Anghinolfi.

Omosessuale dichiarata e, da sempre, attivista nella lotta per i diritti alle coppie omosessuali.
Era stata sempre lei, per esempio, ad affidare una delle bambine a Cinzia Prudente, sua ex compagna.
Non solo, anche la stessa Prudente è comproprietaria di un’appartamento dove le due hanno vissuto assieme per ben quattro anni.

Ma pare che ci siano ancora altri casi di affidi proprio a coppie gay.
Tra le altre cose, negli incontri pubblici a cui prendeva parte la Anghinolfi non aveva mancato di evidenziare l’importanza di
"andare oltre al tema dell’identità di genere nella relazione genitoriale". Niente di male.

Ciò che avrebbe dovuto fare, però, era accertarsi, per prima cosa, della stabilità mentale degli affidatari.
Ma così non è stato e i bambini sono stati talvolta affidati a persone con disturbi psichici e perfino a un proprietario di un sexyshop.

Il caso si allarga. Questa è solo la punta di un iceberg ben più profondo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Perfettamente d'accordo nel dire che abbiamo fatto la solita figura di cioccolatai.

Una barca supera un divieto di legge. Una barca supera un comando militare. Una barca sperona una nave miilitare.

E questi cosa fanno ? Ma dai. Ma nessuno si aspettava una manovra di notte ?

Questa è lì da giorni e la nostra marina militare dov'è ? 2 motovedette della Finanza ? 2 battelli dei Carabinieri ?

Ma il ministro della Marina Militare dov'era ? Al gay pride forse ........

Fai la stessa cosa ad una nazione neppure tanto lontana da noi. Gli inglese sono andati in Argentina a sparare missili.
Non a casa loro.

Fallo ai Turchi ? Fallo agli Israeliani ?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non prendo ordini da una
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tedesca. Sempre. Se volevano il materiale il prezzo era quello.
Non gli andava bene ? Andate altrove. Però 6 "catenifici tedeschi" il materiale lo compravano...eccome.
Fuori dall'euro. Bisogna avere le palle per farlo. E poi vedi dove vanno a finire i tedeschi. Di merda ripeto.

La Germania si sta mobilitando per la capitana della Sea Watch Carola Rackete .
“Chi salva vite non può essere criminalizzato'”.

Dopo il ministro degli Esteri, Heiko Mas, scende in campo anche il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier criticando l’arresto della Rackete.

In un’intervista alla televisione pubblica Zd, Steinmeier ha riconosciuto che esiste in Italia una legge che può determinare
quando una nave può attraccare nei suoi porti, ma ha poi aggiunto che “l’Italia non è un paese qualsiasi,
è un Paese al centro dell’Unione Europea e per questo possiamo aspettarci che un Paese come l’Italia gestisca il caso in maniera diversa”.

È una dichiarazione che ha il classico tono dell’avvertimento.

Tenuto conto anche del fatto che l’Italia ha ingaggiato con la Ue -in cui la Germania ha un peso determinante-
una delicata partita per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici.

Anche i media tedeschi hanno trasformato Carola in una sorta di eroina nazionale.
I presentatori televisivi Jan Böhmermann e Klaas Heufer-Umlauf hanno lanciato una raccolta sui social media di soldi per sostenere le spese legali della capitana.
È stato già raccolto mezzo milione di euro.

“Con questi ultimi avvenimenti, questa politica inumana, spietata e senza scrupoli ha raggiunto il punto più basso”,
ha dichiarato Böhmermann nell’ennesimo attacco al governo italiano.
 

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