GUARDARE LA BELLEZZA DELLA NATURA E' IL PRIMO PASSO PER PURIFICARE LA MENTE

Funzionari statunitensi accusano l’Iran di aver sequestrato una petroliera battente bandiera vietnamita il 24 ottobre,
identificata dall’Associated Press come MV Southys.

I governi iraniano e vietnamita stanno trattandone la liberazione.


Ciò segue uno scenario simile all’inizio di quest’anno che ha portato l’IRGC a rilasciare una petroliera sudcoreana,
dopo che Seoul ha accettato di sbloccare oltre $ 9 miliardi di beni iraniani.


L’AP descrive in dettaglio la versione degli eventi di Washington come segue:

I numerosi mezzi paramilitari della Guardia rivoluzionaria iraniana il 24 ottobre
hanno preso il controllo della MV Southys, una nave che gli analisti sospettano
di cercare di trasferire petrolio greggio iraniano sanzionato in Asia, sotto tiro.

Le forze statunitensi avevano monitorato il sequestro,
ma alla fine non hanno preso provvedimenti mentre la nave navigava nelle acque iraniane.

L’Iran ha celebrato la cattura della nave in un filmato trasmesso dalla televisione di stato,
il giorno prima del 42° anniversario del sequestro dell’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran nel 1979.



È interessante notare che l’Iran ha presentato il video in questione come “prova”
che in realtà si trattava di una nave da guerra della Marina statunitense che cercava di sequestrare petrolio iraniano.

Looking back at this footage, #Iran's IRGC was pushing the envelope in how close it got to the US Navy in this incident with the Southy. #OOTT 1/2 pic.twitter.com/GFvX47r9bl

— Jason Brodsky (@JasonMBrodsky) November 3, 2021

Indipendentemente dalle narrazioni e dalle accuse contrastanti,
resta che il filmato mostra le forze navali statunitensi e iraniane che si avvicinano sino a giungere a brevissima distanza,
arrivando al limite del conflitto armato aperto.

Da allora, gli esperti occidentali hanno espresso shock per quanto la Marina degli Stati Uniti
abbia permesso alle motovedette e agli elicotteri armati iraniani di avvicinarsi alle loro…
Iranian navy boats seized a tanker in the gulf of Oman last month, a US navy destroyer watched it unfold and took no action, Iranian boats even surrounded and pointed their guns at the US destroyer. #Iran #USpic.twitter.com/OP72NuCYJR

— CNW (@ConflictsW) November 3, 2021

L’addetto stampa del Pentagono, John Kirby, ha definito le affermazioni dell’Iran “false”.

L’AP scrive:
Alla domanda sull’affermazione dell’aggressione degli Stati Uniti da parte dell’Iran,
l’addetto stampa del Pentagono John Kirby ha detto che era falso
e che era l’Iran che aveva sequestrato quella che ha descritto come una nave mercantile nel Golfo di Oman il 24 ottobre
.”


Nel frattempo, i colloqui sul nucleare in stallo a Vienna sono ancora in bilico,
con l’Iran che ha annunciato questa settimana che si riunirà al tavolo dei negoziati il 29 novembre.

Ma come dimostrano questi recenti incidenti di “guerra delle cisterne” vicino alla costa iraniana,
che coinvolgono spesso anche forze israeliane, potrebbe succedere di tutto da qui a fine mese,
anche uno scontro armato.


Questo renderebbe l’area una vera e propria polveriera.
 
Siamo entrati in un periodo intenso di incontri delle banche centrali che devono pianificare la politica monetaria per l'ultima parte dell'anno e per l'anno entrante.
Fra poco il meeting della FED: inizierà il Tapering?

Domani la Bank of England: alzerà i tassi?
 
Masse di coglioncini si fanno infinocchiare e "portare a spasso" da questo elementino........

Quanto guadagna Greta Thunberg e con quali attività

Con i suoi genitori è autrice di diversi libri.

Il più famoso, “La nostra casa è in fiamme”, è diventato in pochissimo un best-seller.

Al suo interno, oltre alle posizioni ambientaliste dei Thunberg-Ernman,
sono raccontati anche frammenti di quotidianità e la convivenza con la sindrome di Asperger,
disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento diagnosticato a Greta quando aveva 13 anni.


Nel 2020 è uscito il film “Io sono Greta”, che al botteghino ha incassato circa 360 mila dollari.
Non poco, se si considerano le chiusure dei cinema e dei teatri nella maggior parte del mondo,
il fatto che si tratta di un documentario e che è uscito in contemporanea anche su diverse piattaforme di streaming come Amazon Prime.


Nel corso degli anni la giovane svedese ha iniziato a guadagnare attraverso i tanti premi che le sono stati riconosciuti.

Come lo Human Act Award da 100 mila dollari

od il Gulbenkian Prize for Humanity da ben 1 milione di dollari.


La sua massiccia presenza sul web ha numeri da capogiro.

Su Instagram la seguono più di 13 milioni di follower,
su Facebook oltre 3 milioni
e su Twitter 5 milioni.

Tanto basterebbe per farle guadagnare parecchi soldi da post pubblicitari e partnership con importanti aziende.

Gli influencer, d’altronde, riescono a guadagnare cifre da capogiro grazie ai loro post.


È facile immaginare anche che Greta Thunberg riesca a guadagnare un vero e proprio stipendio
da ospitate in televisione, interviste e copertine sui giornali e come madrina di eventi.


Anche se non sono disponibili dati certi su quanto guadagni davvero.


Il suo patrimonio netto si aggirerebbe intorno a 1 milione di dollari,
ma si tratta di una stima che prende in considerazione solo la sua attività come autrice di libri,
il suo seguito sul web e il successo del suo film.

La realtà potrebbe dunque essere molto diversa, e la giovanissima Greta Thunberg potrebbe incassare molto dalle sue attività.


Di certo il suo personaggio è ormai entrato nelle case di tutti,
dando vita a un vero e proprio “Effetto Greta”.

Secondo gli analisti inglesi sarebbe infatti suo il merito delle vendite record di libri per bambini contro il cambiamento climatico.


Grazie a lei i partiti verdi avrebbero guadagnato più seggi in tutta Europa,
e la mobilitazione di così tanti giovani a favore dell’ambiente
ha indubbiamente costretto i leader mondiali a investire di più sull’economia sostenibile.


Un’onda lunga che non accenna ad arrestarsi .
 
Se dovessimo fotografare lo stato d’animo italiano del momento,
emergerebbe il volto d’un popolo insoddisfatto
ed alla continua ricerca di danaro per colmare le troppe incombenze quotidiane.

Un popolo faustiano che, in parte complice della propria sventura,

deve anche subire i bizzosi rimbrotti e i ghigni d’irrisione del professor Mefistofele, al secolo Mario Draghi.



Quest’ultimo, mai cercato dal popolo tutto,
ha ricevuto l’avallo teutonico proprio in quelle terre che videro consumare
la tragica e paradossale esistenza di Johann Faust, tra Knittlingen e Wittenberg,
dove gli agiati borghesi erano soliti irridere i poveri.

Dove ricchi sono solo magistrati che fanno leggi a loro comodo,
il borgomastro e i ricchi usurai e mercanti che trafficano con i loro simili nelle Fiandre.


Per la gente comune c’è solo fame,
e tanti stenti, ed infanzia infelice tocca alla maggior parte dei bambini
che, con scarsa e saltuaria istruzione, collaborano all’economia domestica
catturando grassi ratti neri, gli stessi che qualche anno prima avevano diffuso la peste in mezza Europa.


Oggi, per una sorta d’atavica vendetta, tocca al popolo italiano la quotidianità

che è stata per secoli dei poveri tedeschi prima dello splendore guglielmino.



Ben capite che miracolo possa essere stato per i tedeschi scoprire il Romanticismo,
e la speranza di ritrovarsi un giorno felici del proprio destino.

Nei loro animi era lentamente cresciuta la consapevolezza di essere uomini politicamente liberi,
un germoglio noto come Romanticismo che poi ha toccato vette inusitate nel pensiero nietzschiano.

Nell’Ottocento un po’ tutti noi europei abbiamo guadagnato la via di fuga dalla gabbia.


Oggi ci domandiamo quanto sia difficile convincerci che le libertà politiche

debbano nuovamente cedere il passo, anche se parzialmente è accaduto, a giochi e intrighi di palazzo.



Noi italiani, convinti che il sole e la salute ed il mare sarebbero rimaste nostre ricchezze sempiterne,
non ci siamo mai arrovellati il cervello alla ricerca di vie di fuga.

Eppure, anche noi come i nordeuropei ben sappiamo d’amare questa vita per il suo lato tragico,
e poiché dobbiamo la nostra crescita spirituale (sin dall’inizio greco) alla tragedia.

Anche per quest’ultimo motivo ci dà evidente senso di noia la pace terrena eterna proposta dai potenti del Pianeta.


Accettereste mai di vivere come animali in gabbia foraggiati da un reddito minimo universale?

Siete davvero convinti che la povertà dei più, riducendo aspettative e consumi, possa salvare la Terra?


Ecco che gli italiani vengono messi da Mefistofele Draghi a cospetto della scelta

tra una vita alla continua ricerca di danaro per vivere o, di contro, rinunciare a casa,

auto e ogni previdenza in cambio d’una povertà sostenibile.


Insomma, il principe ci lancerebbe pezzi di pane raffermo
e provvederebbe alle nostre esequie in modo decoroso.


Perché la scelta avvenga in maniera celere usa una colta e demoniaca doppiezza, ci dice d’aver abbassato le tasse,

ma i mercati hanno fatto volare alle stelle benzina e gasolio, bollette di luce e gas, le spese di condominio si sono raddoppiate,

aumenteranno le tasse dei rifiuti e le imposte su casa e reddito.


Insomma, scegliete!


Intanto nell’animo dei beninformati genera una certa insofferenza

sapere che la casta dei controllori possa assurgere a gradini sempre più elevati:

pare ne faranno parte metà dei lavoratori contrattualizzati,

e controlleranno tutti gli umani fin negli aspetti più intimi e reconditi.



Mefistofele ghigna, ben sapendo di fare bene il proprio compito.


E nemmeno un poeta o artista osa criticarlo,

per paura di perdere i banchetti di corte,

il lancio degli avanzi ai giullari.



Eppure, ben sappiamo che, con lo “Stato etico-tecnocratico
s’estinguerebbe quel sentimento di caoticità che caratterizza i nostri momenti d’evasione,
la ricerca della persona da amare, le fantasie che ci conducono a osare e sfidare il fato.


Lo “Stato etico-tecnocratico” pone sul patibolo Dioniso,
il dio dell’ebbrezza, dell’orgia, della passione,
che trova la sua migliore espressione nella musica,
nella creatività umana, ispirando il nostro essere visionari.

Ecco che il nemico numero uno di questo modello è il cinema italiano
che è stato di De Sica, Fellini, Pasolini, Pietrangeli:
evasione ed arte d’arrangiarsi che potrebbe ispirare i nuovi antisistema.


Il messaggio culturale dello “Stato etico-tecnocratico”
è la morte della commedia e della tragedia,
quella morte del sentimento preconizzata da Euripide,
il discepolo ideale di Socrate.


Ma siamo sicuri sia Socrate l’ispiratore del nostro a-sentimentale Draghi?

Certo con Socrate s’impone all’uomo l’ideale della scienza e della mediocrità, la vita solo teorica:

prevale in Socrate come in Draghi il sentimento di sicurezza,
dato dalla pretesa esistenza di un vero ordinamento del mondo.


Nella sua polemica Nietzsche accostava Socrate a Strauss, Feuerbach e Comte.

E con le parole di Nietzsche rispondiamo a chi plaude ad un ordine mondiale per il bene del Pianeta:

“L’idea di un mondo che si svolge secondo un ordine oggettivo e conoscibile,

ma non modificabile, rende insensata l’azione storica dell’uomo”.



Parole che sembrano più che attuali risposte ai signori di G20 e conciliaboli internazionali vari.


Un uomo tecnologico e bionico che, secondo Klaus Schwab

(fondatore del Forum economico mondiale, economista, amico ed ispiratore di Mario Draghi),

dovrebbe accettare una omologazione planetaria di idee e sentimenti morali,

quindi una verità unica e dogmatica su base scientifica.


Di fatto i potenti della Terra avrebbero trovato la strada totalitaria per liquidare le religioni,

dal Cristianesimo all’Ebraismo passando per il Musulmanesimo.

Soprattutto quella parte del Cristianesimo caratterizzata dallo spirito di risentimento dei deboli verso i più forti.



Siamo giunti alla morte di Dio?

Il G20 ha forse avuto la capacità d’annunciare la fine di ogni religiosità e metafisica?

E se Draghi non fosse altro che il più nietzschiano dei nietzschiani da buon paladino dei sistemi immutabili e dei valori assoluti?


Soprattutto vi piacerebbe una vita senza imprevisti e sentimenti,

senza virtù, fierezza, gioia, amore, inimicizia, guerra, amoralismo e voglia di sesso,

ricerca di arte e ozio e creatività?


La morte di Dio
, anche per un ateo o per un laicista, sta tutta nella morte del mistero della vita.


Vi garberebbe la fine di ogni trascendenza, religione e metafisica,

e l’affermazione per legge d’una verità unica ed immutabile

a supporto del consenso politico del valore assoluto del potere?



Di fatto il potere vorrebbe elidere un mondo dominato dal caso e dall’irrazionalità,
programmando le nostre vite sino nel più intimo:

verrebbero negati così passato, presente e futuro,

e si creerebbe una sorta di Eden tecnologico come certezza sempiterna.


Di fatto, i potenti della Terra (e tra loro ci metto Draghi) sono una evidente devianza del pensiero nietzschiano.


Perché ogni momento, e ciascuna esistenza in ogni attimo, ha tutto il suo senso in sé.


Il Superuomo, grazie all’amor fati,

all’accettazione gioiosa della vita così come è

(nel passato, nel presente e nell’eternità),

deve costruire un’esistenza in cui ogni momento abbia tutto intero il suo senso:

l’eterno presente della vita.


La costruzione d’un sistema di totale controllo dell’individuo,

voluta da potere mondiale, è una evidente limitazione della vita dell’uomo.



È il concetto di eterno “Green pass” che si vorrebbe introdurre in Italia ed Europa.



Interconnessioni tra previdenza (Inps), sanità, banche, fisco

che andrebbero a limitare la vita del popolo:

sedandolo e convincendolo che in un regime di “povertà sostenibile”,

d’ignavia di Stato, raggiungerebbe la tranquillità.



Ma l’indole dell’uomo ha una variabile non calcolata da Draghi e confratelli,

ovvero la voglia d’evasione dell’uomo,

la fuga dalla noia,

la ribellione contro un sistema che vorrebbe far sentire i più come inutili invisibili.



C’è ancora un destino in ognuno di noi e nella storia umana, e soverchia le scelte dei potenti.
 
IMG_8209.JPG

Trovata questa.
 
00:00 Gli antimodernisti mi attaccano per come raccolgo le olive nella Tenuta Rasciatano. Sono pur sempre dei talebani gretini!

03:29 Da leggere Marcello Veneziani sulla Verità su quanto siamo bravi con le vaccinazioni e poi però arriva la quarta ondata: urge un’autocritica al governo!

06:10 Il capo del Cts Franco Locatelli ieri in conferenza stampa ha detto una bugia, cioè che non ci sono vaccinati che finiscono in terapia intensiva.

La cosa è falsa ma ovviamente nessun giornale ne parla, tranne Verità e Tempo.

Toc toc: se muore qualcuno anche col vaccino non vuol dire che i vaccini non servano
e non vuol dire che questa cosa non si possa dire
ma vallo a spiegare ai fenomeni come Claudio Cerasa.



12:47 L’Austria mette in lockdown i non vaccinati.

13:20 Roberto Saviano va a processo per aver offeso Giorgia Meloni.
Sallusti su Libero parla degli odiatori seriali: Saviano, Lerner e Travaglio.


19:06 Ambiente, fantastica l’idea della Stampa per cui Greta Thunberg ormai non viene più considerata.

22:37 Maurizio Landini continua con la minaccia dello sciopero generale

23:00 Lo scandalo dei tir che non possono più fare i trasporti eccezionali secondo il Sole 24 ore.

25:21 Fantastica la presa di posizione di Carlo Calenda contro il cartello anti-fumo raccontata da Vittorio Feltri su Libero.
 
Piccola ma doverosa premessa iniziale, contro i pasdaran dell’ambientalismo:

chi scrive non nega l’oggettivo aumento della temperatura media globale,
né la crescente quantità di emissioni di gas serra imputabile in parte all’attività umana.

Il punto è chiarire quali siano le vere origini da cui deriva il riscaldamento globale,
senza agire in mondo ansiogeno, ideologico e, talvolta, cacofonico.



Partiamo da un presupposto che in pochi conoscono:

la responsabilità dell’uomo sulla “crisi climatica” attuale è ancora scientificamente da dimostrare.


Come ricordato dal più importante climatologo italiano a livello internazionale, Franco Prodi:

“Nessuna ricerca scientifica stabilisce una relazione certa tra le attività dell’uomo ed il riscaldamento globale.

Perciò, dire che siamo noi i responsabili dei cambiamenti climatici è scientificamente infondato”.



Prodi riporta alcuni esempi storici per dimostrare i numerosi cambiamenti climatici susseguitisi nel tempo,
sbugiardando le tesi di Greta e dei nostri politici green,
secondo le quali l’attività umana sarebbe la principale causa dell’aumento delle temperature terrestri.


La prima argomentazione attiene al cosiddetto “Periodo caldo medievale” (PCM), tra il IX ed il XIV secolo.

Il climatologo nota come, in questo arco di tempo, la temperatura della Terra sia aumentata significativamente,

con numerosi periodi di siccità soprattutto negli Stati Uniti, interessando in particolare la California, e nelle zone dell’Africa.


Tra l’850 ed il 1200, anche l’Alaska, da sempre tra le regioni più fredde al mondo,

ebbe temperature in costante crescita che si erano già raggiunte tra l’1 ed il 300,

per poi uguagliarle ancora dopo l’inizio delle rivoluzioni industriali.


Non solo, una ricerca fatta nelle zone del Mar dei Sargassi,

una porzione dell’Oceano Atlantico situata tra le Antille e le Azzorre,

ha dimostrato come la temperatura della superficie del mare nel periodo medievale

è stata di un grado superiore rispetto a quella attuale.



Quindi, qual è il punto?

Che, in entrambi i casi, l’uomo non aveva ancora sviluppato tutte quelle attività produttive
che oggi sono accusate di essere responsabili dei cambiamenti climatici.


È pacifico che la temperatura globale sia in aumento dagli inizi del XIX secolo,

ma è altrettanto evidente che la causa di questa crescita non debba essere imputata senza alcun dubbio all’essere umano.


Pare, invece, che l’approccio catastrofista abbia una seconda finalità:

reindirizzare le preferenze dei consumatori in nome di una responsabilità ambientale ancora tutta da accertare.


Insomma, per salvare il pianeta è necessario, se non doveroso,

limitare le libere scelte degli individui attraverso un maggiore controllo pubblico.




È proprio in nome dell’ambientalismo che l’Ue ha deciso di vietare la circolazione dei motori a scoppio a partire dal 2035.


È in nome dell’ambientalismo che l’università di Berlino ha diminuito al minino carne e pesce dalla propria mensa
– nonostante la metà degli studenti fosse contraria.


È sempre in nome dell’ambientalismo che molti governi hanno pensato di limitare l’uso di aerei e navi, prediligendo treni e biciclette.


Pochi esempi che mostrano come la politica cerchi di asfissiare la libertà di scelta dell’individuo

– irresponsabile e inquinatore – in nome di uno Stato leviatano – responsabile e green.



Come ha ricordato ottimamente Stefano Magni, penna del magazine online Atlantico, siamo dinanzi al dilagante sviluppo di

“un autoritarismo sempre più marcato, perché un mercato lasciato libero e una democrazia in cui rischiano di vincere Trump e Bolsonaro,

sarebbero ostacoli inammissibili nel nuovo modello”.


Insomma, non esistono soluzioni alternative: o sei green o sei un negazionista del cambiamento climatico.


Antonio Martino
, liberale ed ex ministro degli Affari Esteri del governo Berlusconi I,
parlando dei moderati, li irrideva dicendo di rimanere “moderati almeno nella moderazione”.


Forse, oggi, dovremmo riprendere lo stesso metro di giudizio ed applicarlo agli ambientalisti.


Cari cretini, siate cauti almeno nel principio di precauzione.
 
Uno strumento nato per prevenire il crimine si sta trasformando nell’ennesima violenza fatta alla nostra Costituzione.



Con il Daspo comminato a Stefano Puzzer per la sua manifestazione pacifica in piazza del Popolo a Roma,
torna prepotentemente alla ribalta il tema della legittima applicazione di una simile misura nei confronti di chi protesta in piazza.


E’ impossibile, infatti, non notare un progressivo aumento della repressione da parte del governo Draghi nei confronti di chi è apertamente contrario al green pass.


Il Daspo nasce come misura di repressione della violenza negli stadi:
introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401 e “perfezionata” da alcune norme seguenti,
in breve vieta a un soggetto ritenuto pericoloso l’accesso a luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive.

Può essere emesso sulla base di una segnalazione e non necessariamente in seguito ad una condanna penale,
poiché viene inquadrata dalla Corte Costituzionale come una misura di prevenzione del reato.

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Il Daspo cambia drasticamente veste “grazie” ai decreti sicurezza fortemente voluti da Matteo Salvini,
che si proponevano di inasprire le norme relative all’immigrazione clandestina.

Se infatti il concetto di Daspo esteso anche alle manifestazioni o a comportamenti potenzialmente pericolosi
era già stato introdotto nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti,
è grazie al suo successore, il leader della Lega, che la misura si inasprisce:

in caso di reiterazione della condotta da cui possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica,
il Daspo può essere ora esteso a livello temporale per 12 mesi o addirittura due anni,
se il soggetto destinatario della misura risulta precedentemente condannato per reati contro la persona o il patrimonio.
Non solo: chi non rispetta quanto imposto dal Daspo, può subire l’arresto fino ad un anno.

Col secondo decreto sicurezza voluto da Salvini nel 2020, il questore, tramite Daspo,
può anche inibire l’accesso a specifici esercizi o locali pubblici a persone denunciate negli ultimi tre anni
o condannate anche con sentenza non definitiva per delitti contro la persona
o il patrimonio o per delitti commessi in occasione di gravi disordini.




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Il Daspo sta vivendo una seconda giovinezza proprio sotto il governo di Mario Draghi, governo del quale fa parte anche il Partito Democratico.

Altro esempio eclatatante di applicazione del Daspo è quello denunciato ieri in diretta su Piazzapulita,
trasmissione condotta da Corrado Formigli, dal senatore Gianluigi Paragone:

sono ben nove i Daspo notificati ai manifestanti Italexit di Milano.
Alcuni di loro, addirittura, non possono andare a lavoro senza prima notificarlo alla Questura.



Puzzer è solo l’ultimo caso e uno dei più eclatanti di applicazione di questa misura,
di cui sono stati destinatari numerosi manifestanti pacifici.

Del resto, era pacifico anche il leader dei portuali triestini:
si era semplicemente accomodato in piazza del Popolo con un banchetto,
rendendosi disponibile al dialogo con le autorità.


Un’azione per lo più simbolica, ma immediatamente repressa.


D’altronde, nella “sua” Trieste, piazza calda dei no green pass,

con un’ordinanza firmata dal prefetto si stabilisce che fino al 31 dicembre

verranno vietate le manifestazioni in piazza dell’Unità d’Italia,

teatro di molteplici contestazioni al governo.


Il prefetto di Trieste Valerio Valenti ha giustificato questa decisione con il fatto che per lui

«prevale il diritto alla salute, che è un bene primario», ricordando il recente aumento dei casi di coronavirus registrato a Trieste.


Diritto alla salute che è stato messo da parte, ad esempio, quando a scendere in piazza a migliaia,

in decine di città italiane (oceanica la manifestazione di Milano), sono stati i sostenitori del Ddl Zan

feriti dall’affossamento del decreto legge contro l’omotransfobia.


In quel frangente, nessun prefetto, funzionario di polizia o esponente politico ha sollevato obiezioni.


E degli eventuali contagi avvenuti in seguito a queste folte proteste non si ha notizia.



E’ chiaro, dunque, che l’applicazione di misure repressive come il Daspo, e non solo,

sta diventando vieppiù arbitraria e destinata quasi esclusivamente alla platea

che esprime dissenso nei confronti del governo Draghi e del green pass.
 
Come procede la campagna vaccinale?

I vaccini somministrati agli italiani stanno effettivamente aiutando nella battaglia contro il Covid?

E quanto preoccupante è, al momento, la pandemia nel nostro Paese?


Domande alle quali, in questi giorni, esperti, analisti e giornalisti hanno dato le risposte più disparate,

in un’Italia dove ormai porsi domande è diventato estremamente pericoloso.


Eppure basterebbe guardare ai dati pubblicati dall’Istituto superiore della sanità (Iss)

presieduto da Silvio Brusaferro per avere un quadro piuttosto esaustivo della situazione.



La Verità ha riportato i dati dell’Istituto, che segue gli ultimi due mesi della pandemia in base ai soliti indicatori:

morti, terapie intensive, ricoveri, nuovi positivi.

Ogni dato è scomposto in base alla fascia d’età della popolazione e alla situazione del singolo paziente, se vaccinato o meno e se sì con quante dosi.

L’andamento è poi relativo non solo agli ultimi giorni ma a tutto il mese precedente,

così da dare un’idea dei trend di crescita o decrescita riscontrati.


Ecco, dunque, cosa ci spiegano i numeri.


Stando ai dati dell’Iss pubblicati da La Verità,

ecco evidenziato come i vaccini aiutino sì a ridurre il numero di contagi,

ma non proteggano completamente la popolazione come invece certi santoni del piccolo schermo vorrebbero farci credere.


Prendiamo, per esempio, la fascia d’età più anziana, gli over 80.

Dai primi di settembre a oggi, la percentuale di persone con ciclo di vaccinazione completa

finita in terapia intensiva a causa del Covid resta in percentuale alta,

oscillando tra il 50% di inizio settembre (46 casi) al 68,2% delle ultime ore (45 casi).



Un dato che cala, invece, se ci si sposta verso la fascia d’età 60-79:

qui i vaccinati in terapia intensiva registrati negli ultimi giorni rappresentano il 40,3% del totale.




Allargando ulteriormente lo sguardo si vede come sì,
la vaccinazione diminuisca il numero di persone ricoverate o decedute per il virus,
ma non sia sufficiente da sola per garantire sicurezza ai cittadini.


Resta dunque inspiegabile la scelta di vincolare le libertà degli italiani al Green pass,

strumento che rischia di diventare addirittura pericoloso dispensando false certezze.



I numeri dell’Iss ci dicono anzi che il numero di persone ricoverate nonostante il vaccino

è in lenta ma costante crescita, a riprova di come non bastino le due (o tre) dosi a proteggere la popolazione.
 

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