OGNUNO DI NOI HA VISSUTO QUALCOSA CHE L'HA CAMBIATO PER SEMPRE

DANY1969

Forumer storico
(Alda Merini)
Buona settimana a tutti :)
Oggi concludo con le foto del viaggio di mio fratello in Perù :)

Toclaraju
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Taulliraju
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Arrampicata al Pisco
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Buona settimana a tutti.


00:00 “Il centrodestra si scioglie come neve al sole”, dice Matteo Salvini.

Complimenti per essere riusciti a sfasciare tutto e a rimettere al centro Pierferdinando Casini.
Il centrosinistra fa il morto a galla e si vede, il m5s boh.


03:37 Imbarazzante intervista della grillina Paola Taverna, ormai sembra una democristiana alla Forlani…


05:40 Il caffè corretto di Bialetti sulla Verità
che ricorda le cento volte che Brunetta era contro il grande centro e il bipolarismo ed ora cambia idea.


07:17 Commento del Corriere affidato all’ex segretario del partito degli ex comunisti: Walter Veltroni.


08:23 Torna fuori la polemica dei bonifici dall’Arabia Saudita per Matteo Renzi


09:17 Covid si sbaracca ? Ma non il lasciapassare

Licia Ronzulli imburionata: oggi Francesco Borgonovo se la cucina sui tumori per colpa dei no vax.


14:49 Rincari bollette, il geniale ministro Giovannini dice una cosa giusta ma fuori contesto:
non possiamo fare più debito per le bollette.

Ah sì, e per tutte le puttanate che stiamo finanziando invece?!


15:46 La produzione industriale crolla a gennaio, dice il Sole 24 ore, per colpa dell’energia.
 
Siamo proprio sicuri che tutti i controllori siano in buona fede?

A Napoli, non più tardi di una settimana fa,
un latitante è stato arrestato grazie a un controllo del Green Pass.

Bravissimi, giustizia è fatta.


Ma, un momento:

questo vuol dire che la Guardia di Finanza

(perché è il Ministero dell’Economia e delle Finanze che gestisce il Green Pass),

può tracciare i nostri movimenti per scopi differenti dalla lotta alla pandemia ?


C’è un sistema che permette di tracciare i nostri movimenti, mettendoli a disposizione delle autorità ?



E se incontri qualcuno, piazzato al posto giusto, che vuole rovinare te o la tua azienda ?


Quanto entusiasmo per questa forma di digitalizzazione della burocrazia!


C’è anche chi, come l’ex sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa, prima del Covid,
proponeva un unico documento, elettronico, che unisse carta d’identità elettronica,
codice fiscale, patente e bancomat.

Comodissimo.

Come in Cina,
dove tutto è fuso in poche app
e si paga col cellulare attraverso il proprio profilo diWeChat,
il social network più diffuso da quelle parti.


E quando scrivi qualcosa che al regime non è gradito, ti bannano da WeChat e al tempo stesso ti bloccano il conto corrente.
 
La questione è seria:

come potrà essere governata l’Italia dalla primavera del 2023 e per i successivi cinque anni?

Da chi, da quali partiti, da quale classe dirigente?

E poi, con quali progetti, con quali modelli di sviluppo?


La scomposizione in atto dei tradizionali schieramenti,
le liti fratricide nei partiti,
la corsa o la rincorsa al centro,
testimoniano non solo una turbolenza politica da guerre stellari,
come ha ben scritto il direttore Andrea Mancia all’indomani dell’elezione del Capo dello Stato,
ma anche e direi soprattutto una mancanza progettuale disarmante.


Limitiamoci per ora a guardare al centro.

Personalmente ho sempre ritenuto che il centro sia un’entità politica importante
per il buon funzionamento della politica stessa e della democrazia.

Non dico che sia essenziale,
se lo facessi sarei facilmente smentito con esempi di altri Paesi bensì democratici
ma nei quali quest’area non ha rappresentanza in partiti specifici.

Dico, più semplicemente, che è importante e che lo è soprattutto in Italia.

È la sua storia politica, sociale, economica ed anche religiosa a richiederlo.

Ancora vive sono le tracce valoriali del popolarismo e del moderatismo d’ispirazione cristiana,
del liberalismo e della cultura riformatrice.


Certo, il sentiment non è più quello di trent’anni fa,
la cultura politica non si fonda più sulla contrapposizione tra Est sovietico e dittatoriale
ed Ovest atlantista e democratico, non ha più riferimenti intellettuali solidi.

Perfino la Chiesa non è più la stessa: quella di Francesco non è la Chiesa di Pio XII o di Paolo VI.


Ciò nonostante, chi si intestasse la rappresentanza partitica dei riformatori moderati, liberali e d’ispirazione cristiana,
potrebbe contare su un amplissimo bacino elettorale e arrivare a primeggiare tra le forze parlamentari.

Così almeno assicurano sondaggisti e sociologi.

E la ragione sta, proprio, nelle radici di cui si è detto
ed in un modello culturale e di sviluppo ancora fortemente presente nelle pieghe della società che attende di essere raccolto e orientato.


Qui, però, casca l’asino.


A questo scenario

si contrappongono veti e contro-veti,

protagonismi e contro-protagonismi,

contenitori vecchi e nuovi in irriducibile concorrenza fra loro.


Insomma, un caleidoscopio dai mille colori, inafferrabile e indecifrabile per la maggioranza degli elettori.

Già, perché in democrazia la politica si fa con i voti
ed i voti si raccolgono se la proposta politica è quantomeno chiara, comprensibile e credibile.

Tutto questo, a oggi, non c’è.



Le proposte in circolazione sono poco più che minestre riscaldate,
dei déjà vu o - a tutto concedere - degli escamotage formalistici per mantenere inalterato l’esistente.

Così mi sembra di poter dire :

per l’idea federativa tra Italia Viva di Matteo Renzi e Coraggio Italia, nella parte riconducibile a Giovanni Toti.

Così per l’altro progetto federativo fra Azione di Carlo Calenda e Più Europa di Benedetto Della Vedova;

e così anche per il progetto dei popolari che dovrebbe fare capo a Forza Italia,
con Silvio Berlusconi alla testa delle truppe, insieme a Noi con l’Italia di Maurizio Lupi
all’Unione dei Democratici cristiani e di Centro di Lorenzo Cesa,
e forse a qualche esponente di Coraggio Italia vicino a Luigi Brugnaro, restìo, pare, a seguire il progetto renziano.


Ora, domandiamoci seriamente:

è questo quel che si aspetta l’elettorato riformatore, moderato e liberale?

È credibile che da una simile babele possa uscire una proposta convincente?




Mai come in questo caso "l’assenza di una risposta è più che una risposta", per usare le parole di Paulo Coelho.
 
Io vedrei di buon occhio un governo alternativo :

5 stelle (quelli seri)

Lega

F.lli d'Italia

Oggi come oggi avrebbero la maggioranza e magari salterebbe fuori qualcosa di buono.
 
Oggi ci troviamo di fronte a una forma di disuguaglianza che non ha precedenti nella storia dell’umanità;

è una disuguaglianza che stride contro le tante dichiarazioni sui diritti universali dell’uomo,

che sono rimasti solo un sogno frutto di un’utopia dimenticata e ignorata dalla storia.



Il secolo passato e anche quello di cui stiamo festeggiando, in modo amaro, il nuovo anno
ci mettono davanti al crollo dei valori di società
e dei valori morali travolti dalla rivoluzione finanziaria,

che ha contribuito a cancellare il settimo comandamento: non rubare.

L’attacco della finanza e del suo modello socio-culturale di liberismo finanziario privo di controllo
ci ha portato verso il caos
,
arrivando a dominare la classe politica
che, in occasione dell’elezione presidenziale, si è trovata priva di idee e di uomini, dando evidenza al suo fallimento.


La disuguaglianza globale è devastante,

se pensiamo che i 400 americani più ricchi

sono considerati quelli con un patrimonio da 2,8 miliardi di dollari almeno

e che hanno accresciuto la loro ricchezza di 4500 miliardi di dollari nei due anni di pandemia.


I giochi e la manipolazione della finanza hanno fatto della Tesla

un insieme di moltiplicazioni finanziarie non realistiche ma infinite

e del suo proprietario l’uomo più ricco della storia.


Questi individui controllano il 3,5 per cento della ricchezza globale,

mentre la parte più povera del pianeta – 3,7 miliardi di persone –

non controlla nemmeno il 2 per cento,

con persone che vivono con meno di 1,9 dollari al giorno;


siamo di fronte a una drammatica anomalia che sta uccidendo il mondo occidentale.



È paradossale che sui giornali si legga spesso di questo piccolo numero di super-ricchi a fronte di una povertà straziante,

infatti è più facile leggere le graduatorie della ricchezza

che i drammi sociali e morali che stanno facendo esplodere il nostro mondo e la nostra società.

La logica del mercato innalzato colpevolmente a verità incontrovertibile
ha cancellato la nostra storia di welfare, di aiuto sociale, distruggendo il senso e il ruolo della comunità.

La cultura antica del welfare che sostenuto l’Europa negli anni bui
ha, in parte, limitato i drammi della disuguaglianza in occasione della pandemia.


Ci siamo dimenticati o voluti dimenticare della regola storica
che solo una buona ed equa società può garantire una reale crescita economica.

Il Dopoguerra ha mostrato la realtà di una società unita,
producendo una rivoluzione industriale che, dal nulla che avevamo dopo il conflitto mondiale,
ci ha portato in soli 40 anni tra i Paesi più evoluti e industrializzati del mondo.


La disuguaglianza è una pessima condizione per l’economia,
perché al suo aumentare l’economia si declassa,
come conferma il Fondo monetario internazionale, in quanto

“i periodi più lunghi di crescita sono associati decisamente a maggiore uguaglianza nella distribuzione del reddito”

quando il bene comune prevale su quello individuale.


È necessario definire delle priorità

ed oggi, invece di pensare alla disuguaglianza,

si gioca al caleidoscopio della politica diventata ottusa,

incapace di una visione di respiro e a lungo termine,

travolta da una problematica che anziché governarla la fa prigioniera di se stessa.


In una totale confusione dimentica la disuguaglianza ed il bene comune,
a favore del meschino interesse personale.


È giunta l’ora di alzare la testa, per evitare di essere travolti dal caos
e finire, come dice la leggenda, tutti come i lemming lanciati nel dirupo.

Non possiamo dare la colpa delle nostre incompetenze
né alla natura né a un Dio ostile
ma dipende da noi e solo noi:

possiamo rialzare la testa per riportare il sentimento nel dramma terreno.
 
“Mi costa meno, in tutti i sensi,
incorrere nella pena prevista per la disobbedienza allo Stato,
di quanto mi costerebbe obbedire.
Se lo facessi sentirei di perdere valore come essere umano”:


così scriveva nel suo celebre saggio Henry David Thoreau

condensando il principio di resistenza all’ingiustizia spesso compiuta per opera della legge e dello Stato dinnanzi alla quale,

un essere umano rettamente formato,

cioè con la coscienza salda ben fondata sul principio di verità, non può rimanere indifferente.
 
L’introduzione del Green pass base prima,

di quello rafforzato dopo

ed, infine, di quello illimitato di recente

non può che sollevare i moti della coscienza di chi è ben consapevole

che i diritti fondamentali

come lavoro,

circolazione,

associazione,

riunione,

culto

non sono gentili concessioni dello Stato,

in quanto diritti naturali che allo Stato pre-esistono.



Il Green pass, del resto,

non ha prevenuto i contagi come aveva dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel luglio 2021,

non ha garantito il Natale,

né tanto meno ha assicurato la ripresa delle attività economiche,

come si evince, non soltanto dai ristoranti ancora vuoti, ma anche dalla diretta denuncia di Confesercenti.


La strutturazione dello Stato d’emergenza pandemico

in ciò che ormai non è più emergenza proprio perché strutturato,

dovrebbe dimostrare

– perfino agli occhi dei più ciechi, cioè i più entusiasti sostenitori dell’emergenzialismo pandemico –

che le cose sono andate ben oltre ciò che si era ipotizzato all’inizio.



Se i trivax e i guariti sono tali e sicuri,

i loro diritti non possono continuare a essere subordinati al Green pass.



Il Green pass, quindi, non può essere illimitato, ma deve essere abolito.


Proprio per ripristinare quello spazio giuridico ordinario che a esso era preesistente,
cioè quell’ambito in cui, per l’appunto, il godimento e l’esercizio dei diritti fondamentali
non era concesso dall’ordinamento, ma da quest’ultimo riconosciuto e garantito senza oneri ulteriori
– rispetto a quelli fisiologici relativi ai singoli diritti – a carico del libero cittadino.


Non cogliere la gravità di un simile cortocircuito

è indice di quanto la pandemia abbia svolto un ruolo sostanzialmente biopolitico

a tal punto penetrante da modificare il giudizio critico

perfino su nozioni giuridiche elementari come quelle suddette.
 

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